Soli In Casa Senza Mamma E Papà

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    “Ho una voglia che mi fa impazzire. Questa mattina a scuola ho chiesto ben due volte di poter andare in bagno proprio per masturbarmi e godere. Da quando mi hai fatto conoscere il piacere del sesso non riesco più a controllarmi. Ci sono giorni che mi faccio anche cinque ditalini. Adesso mi piacerebbe prendertelo in bocca e fartelo diventar duro”.
    “Ma sei pazza? Sono tutti in casa. Se ci scoprono succede un casino che non te lo puoi nemmeno immaginare!”.
    “Hai ragione! Ma oggi ho bisogno di cazzo! Le mie carezze non mi bastano più!”.
    Mentre Gianna parlava tirai fuori il tanto sospirato cazzo glielo lasciai manipolare, e nel frattempo le infilai una mano sotto la gonna. Le spostai le mutandine e le accarezzai la fichetta.
    “Così, così!”. M’incitò Gianna.
    “E se entra mamma e ti vede con il mio cazzo in mano e io che annaspo sotto le tue gonne che le raccontiamo?”.
    “Le diciamo la verità!”.
    “Ma che dici? Sei fuori di testa! Non ti rendi conto di cosa stiamo facendo! Sei proprio una bambina dissennata. Magari, ci facciamoci trovare anche che ti sto inculando, così abbiamo completato l’opera!”.
    “La mia voglia è tale che pur di godere sarei disposta a tutto anche a farlo davanti a mamma e papà”.
    “Anche a me andrebbe di goderti, ma non mi va di scatenare l’inferno. Dobbiamo essere prudenti! Stare attenti a quello che facciamo! Per cui ti prego di rimandare i tuoi eccessi alla prima occasione favorevole. Dovrà pur succedere che un giorno o l’altro possiamo star soli in casa”.
    “Va bene me ne vado in bagno a finire quanto tu hai cominciato, però prima mi devi promettere che appena possiamo me lo metti nella fichetta”.
    “Per scopare devi pazientare ancora qualche anno. Appena ti vengono le mestruazioni. Soltanto dopo si potrà fare!”:
    Gianna uscì, e io cercai di chetare la mia eccitazione nel modo migliore possibile. Gianna d’altronde fece lo stesso. Me lo disse dopo appena mi vide.

    L’occasione tanto attesa di restare soli in casa si verificò un giovedì pomeriggio quando la cameriera era in libera uscita settimanale, papà in ufficio, e mamma era dovuta correre dalla nonna perché non si sentiva troppo bene. Senza nessuno che ci controllasse ci spogliammo, ci gettammo sul mio letto e cominciammo a baciarci e ad accarezzarci intimamente. Io iniziai subito leccandole quel principio di tette che le stavano spuntando sul petto, poi scesi a baciarle la fichetta e ad insalivarle il pertugio anale nell’attesa di penetrarlo e di sborrarci dentro. Devo dire che anche Gianna
     
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