Elaia... Forse Un Incesto?

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    Elaia faceva la colf presso quella famiglia da più di 10 anni. Era sempre stata trattata benissimo ed era sinceramente affezionata a tutti i membri del nucleo familiare.
    Non dappertutto era stato così. A volte le erano stati rinfacciati i suoi natali filippini e le le umiliazioni non erano state infrequenti. Ma da quando lavorava lì stava bene. Ormai Elaia era sulla cinquantina, ma portava bene i suoi anni. I capelli, neri come per quasi tutte le donne del suo Paese, erano ancora folti e lucenti e il fisico, anche se un pochino appesantito dal tempo e dalle fatiche, si manteneva ancora bene. Lo capiva dagli sguardi di uomini che incontrava sul tram o per strada. Persino il padrone di casa, il suo datore di lavoro, per quanto correttissimo, non mancava di darle una sbirciatina da sopra il giornale quando lei si chinava per qualche lavoro domestico.
    Elaia sorrideva al pensiero che talvolta lo faceva apposta, si chinava e gli sbatteva sotto gli occhi il suo culo che sapeva essere uno dei suoi punti di forza… Elaia giocava a un gioco che sapeva essere innocuo. Mai il padrone di casa avrebbe fatto qualcosa di sconveniente.
    Da qualche tempo però aveva cominciato a notare qualche sguardo da parte del “piccolo” di casa, Renato…Lei lo aveva visto quando aveva 6 anni, lo aveva coccolato, preso in braccio, gli aveva fatto da mangiare…Lo considerava quasi come un figlio, surrogava con lui l’assenza dei figli suoi, ormai grandi, che erano rimasti a vivere nelle Filippine.
    Il fatto era che il piccolo di casa aveva ormai 16 anni, era quasi un uomo, un bel ragazzo moro che doveva avere nugoli di ragazze che gli facevano la posta, anche perchè figlio di genitori più che benestanti…
    Gli sguardi di sottecchi che Renato le lanciava erano però inequivocabili e imbarazzanti per Elaia, che era una donna onesta, sposata e lo considerava appunto come un figlio…
    Giorno dopo giorno però quegli sguardi si facevano sempre più eloquenti e fissi su particolari del suo corpo, come il seno, la bocca o il sedere, che non potevano far sì che quegli sguardi fossero considerati innocenti.
    Giorno dopo giorno l’atteggiamento di Elaia cominciò a mutare. Era sì una donna sposata, ma il marito più vecchio di lei di 12 anni era poco attento a lei come donna e una donna a 50 anni aveva ancora tutte le sue esigenze…ma proprio tutte…
    Un giorno Elaia trovò persino un paio di slip di Renato nella cesta dello sporco ancora bagnati di un liquido che altro non poteva essere che liquido seminale…freschissimo, appena prodotto… prodotto subito dopo che Renato era stato scoperto da lei mentre la sbirciava da dietro la porta mentre
    chinata a 4 zampe stava pulendo sotto il divano del salotto.
    Elaia sorrise al pensiero che era lei la causa di quei giovanili turbamenti, si guardò dietro le spalle e, visto che era sola, annusò quel liquido e sentì l’odore del maschio giovane…quell’odore così particolare che credeva di aver dimenticato…
    Giorno dopo giorno, da allora, Elaia si rese conto che cercava lo sguardo di Renato, soprattutto quando erano soli in casa, al pomeriggio, e si rese anche conto che da un po’ di tempo sceglieva con più cura i suoi indumenti, quelli che indossava per lavorare… magliette aderenti, o meglio ancora camicie di taglio maschile abbottonate fin quasi al collo, gonne ampie o pantaloni elastici e aderenti…
    Elaia non avrebbe più dimenticato quel pomeriggio di un giovedì estivo… Erano soli, lei e Renato. Elaia indossava una camicetta rossa senza maniche, una gonna di cotone leggero e appena sopra il ginocchio…Faceva caldo e la camicetta, un po’ bagnata di sudore, era allacciata solo per i primi 4 bottoni…
    Elaia si rendeva conto benissimo che se si chinava si vedeva bene il suo seno appena coperto da un reggiseno leggero. Elaia era orgogliosa del suo seno, a 50 anni era ancora sodo e non tendeva a cadere, grazie anche alla molta ginnastica domestica che il lavoro le imponeva… Era un seno di media taglia, quasi grosso per una donna filippina…
    Grande fu il suo stupore quando aprendo la camera di Renato, come aveva sempre fatto, senza bussare lo trovò sdraiato sul letto nudo dalla cintola in giù che si masturbava strapazzando un cazzo di inusitate proporzioni per l’esperienza di Elaia, peraltro piuttosto modesta…
    Renato non si accorse subito della presenza di Elaia e continuò nel suo lavoro pronunciando a bassa voce il nome della donna…
    Elaia arrossì scoprendo che il ragazzo si masturbava pensando a lei ma non riusciva a uscire dalla stanza, il suo corpo era paralizzato e il suo sguardo fisso sul quel grosso cazzo eretto e violaceo…
    Un rumore improvviso fece aprire gli occhi al ragazzo che la vide lì sulla porta e si immobilizzò, con il cazzo in mano e la bocca aperta per la sorpresa. Elaia era tutta rossa in viso e sentiva vampate di calore. Pensava a quel bambino che aveva tenuto in braccio ma vedeva un uomo fatto che evidentemente pensava lei in un modo non innocente, come a una donna da scopare…
    Erano soli in casa e lo sarebbero stati ancora per un paio d’ore. Lo sapeva bene Elaia che conosceva a memoria gli orari della famiglia.
    Si sedette sul bordo del letto di Renato che non osava fare un movimento e che teneva in mano stretto il cazzo che nonostante tutto rimaneva eretto e umido per le prime goccioline di piacere…
    Non era stata pronunciata una sola parola quando Elaia si slacciò i bottoni ancora chiusi della camicetta e la aprì sul reggiseno bianco che indossava quel giorno. Gli occhi di Renato sembravano voler uscire dalle orbite e quel cazzo tra le dita sembrava ingrossare ancora di più…
    Elaia prese la mano libera del ragazzo e se la portò al seno. Lo aiutò a passare sotto la leggera stoffa e a impugnare la sua mammella nuda, il capezzolo già turgido e desideroso di baci…
    Renato lasciò andare il suo cazzo e la fece spogliare…via la camicetta, via il reggiseno, via la gonna leggera…
    Elaia rimase nuda davanti a lui…prese a toccarsi tra le gambe mentre Renato le stringeva quasi con violenza i seni mentre le diceva di amarla da sempre, di voler fare l’amore con lei…
    Elaia sapeva che erano le parole di un ragazzo eccitato, non era certo amore, lo avrebbe considerato vergognoso per lei… Era desiderio, quel desiderio che provava anche lei ora….
    Si tolse lo slippino minuscolo che copriva il suo pube foltamente peloso e lasciò che una mano di Renato si avventurasse in mezzo alle sue cosce, frugando nel suo sesso bagnato… Istintivamente Elaia spinse avanti il bacino per aiutare la manovra del ragazzo e si prese a coppa tra le mani i suoi seni caldi, sudati, stuzzicò i suoi capezzoli scuri… e poi si lasciò cadere sul letto…
    Non una parola era stata detta…quando Elaia prese tra le dita quel grosso cazzo e cominciò a masturbarlo facendo apparire una cappella violacea e bollente…Renato aveva gli occhi chiusi, la frugava in ogni dove…ma lei no, aveva gli occhi aperti e guardava quel grosso cazzo, lo voleva…Non era più il suo “quasi figlio”, era un maschio in calore che l’avrebbe posseduta dandole quel piacere che provava sempre più raramente…
    Accostò le labbra al cazzo di Renato, lo bacò, lo lasciò scivolare in bocca, lo circondò con la lingua…Da quanto non faceva un pompino? Da tanto tempo ma era una tecnica che non si dimentica ed Elaia era una brava pompinara, glielo aveva detto tante volte suo marito….
    Elaia si stese sul ragazzo, le sue labbra si accostarono a quelle di lui, le bocche si aprirono in un lungo, umido, profondo bacio…mentre lei faceva scivolare il cazzo di Renato dentro di lei…Forse per Renato era la prima volta, Elaia doveva aiutarlo…e cominciò un lento movimento di su e giù, il cazzo le entrava fin quasi in gola, sembra, e poi lentamente svicolava fuori, e così per una, dieci, cento volte..
    Elaia era seduta impalata su quel cazzo, i seni che danzavano per il movimento sussultorio….
    L’onda arrivava, Elaia la sentiva.. arrivava inarrestabile… Elaia si lasciò andare in un lungo ululato quasi animalesco mentre veniva travolta dall’orgasmo, mentre sentiva i fiotti di sperma di quel giovane corpo riempirle la figa fino a strabordare….
    Elaia si lasciò cadere di nuovo sul ragazzo che prese a chiederle perdono, che non voleva, che non doveva dirlo a nessuno, che si vergognava…
    Elaia gli mise una mano sulla bocca per farlo tacere. “Non è successo nulla che non dovesse accadere, piccolo mio. Elaia doveva essere la prima, perché ti vuole bene quasi come una mamma… E ora lo faremo altre volte fino a quando tu vorrai e non troverai una bella ragazza che mi sostituisca”
    Renato sorrise, finalmente rasserenato, facendo sì con in capo. Eliana si rivestì, uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle, riprese in mano l’aspirapolvere e si chinò per finire di pulire sotto il divano…tutte quelle briciole di biscotti che Renato, il suo Renato, aveva l’abitudine di mangiare guardando la televisione…
     
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