Sorelle minori

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    Giorgia, 18 anni, un fisico ancora acerbo, era in piena crisi adolescenziale. Non aveva le tette delle sue amiche che sfoggiavano reggiseni traforati e trasparenti della terza misura abbondante, non aveva nemmeno un posteriore degno di nota. Piattino, come il davanti. Era proprio disperata, quel giorno. Ci mancava solo l’interrogazione di matematica che era una vera schifezza… peggio di così non poteva andare. Corse fuori del bagno salutando mamma, papà e sorella maggiore. Come al solito era in ritardo per il bus. Si accese una sigaretta appena superato l’angolo, dava un tono di superiorità rispetto ai suoi coetanei maschi. I maschi, che idioti… non capivano niente, erano sempre attenti a toccarti tette e culo appena se ne presentava l’occasione…. Lei invece cercava l’amore della vita. Era anche sicura di averlo trovato. Si chiamava Sandro ed era un paio d’anni avanti a lei…. Ahhhhhh, Sandro, quello sì che era un uomo… Spalle larghe, sorriso aperto, un bel didietro e, si diceva, anche una robusta dotazione anteriore. Giorgia però con il sesso andava piano; con le sue amiche si vantava di aver toccato, soppesato, valutato i sessi di più maschi. In effetti, gli unici che aveva visto erano quelli di una rivista hard girata per la scuola: ma a 18 anni non si può ammettere la verginità con disinvoltura. Le sue amiche riferivano di esperienze al limite del soprannaturale. Da quello che le aveva solo guardate per tutta la notte a quello che passava la vita a possederle in ogni modo possibile….. Tanto lei non ci credeva…. Però magari alle altre succedeva e a lei no. Maledizione, ci mancava sua sorella maggiore di ventiquattro anni. Bella, bionda, simpatica e ricercatissima dalla fauna maschile. Lei, in confronto, era un mostriciattolo.

    La scuola era il solito posto di ritardati, se non fosse stato per Sandro avrebbero potuto raderla al suolo. Lo vide mentre passava ridendo con gli amici… era bellissimo, ma non bellissimo, di più, meravigliosamente unico. Le dava anche fastidio pensare a lui perché si bagnava con facilità le mutandine e le restava un languore che durava fino a sera. Lo sapeva che sarebbe stato il suo destino restare zitella a vita…. Intanto le lezioni stavano iniziando e bisognava lavorare.

    Quel pomeriggio di pioggia Gorgia non aveva quasi nulla da studiare; internet la infastidiva con tutti quei maniaci alla ricerca di sesso elettronico. Non poteva mai chattare con nessuno perché alla fine le chiedevano di toccarsi o di toccarli. Le dava un fastidio terribile che gli uomini fossero così idioti. Gironzolando per la casa vuota entrò in camera di sua sorella; per farle dispetto si mise a cercare nei suoi cassetti alla ricerca del segreto per diventare bella. Quello non lo trovò ma uno strano aggeggio a forma di siluro, sì. Che strano, che ci faceva quell’affare nel cassetto di Lara? Era roseo e lucido, venticinque centimetri per tre di diametro. Che cavolo ci faceva quella stronza con un affare simile? In fondo c’era una ghiera mobile. Accidenti, si muoveva…. Vibrava sommessamente nella mano come un gatto che fa le fusa. Che scema sua sorella, che cosa aveva comprato, un massaggiatore per la pelle? magari le serviva per essere più bella, magari si passava sul corpo… Decise che doveva provare. Se ne tornò in camera con il giochino e si spogliò completamente. Un’occhiata nello specchio… macché le tette non erano cresciute dalla mattina, il culo era ancora piatto… non importa. Ora doveva provare ciò che aveva trafugato alla sorella. Nuda, davanti allo specchio accese il cono di plastica e se lo passò sul collo. Uuuhhhhhhmmmmmm… piacevole pensò e istintivamente lo spostò verso il seno. Che bello giocare con i capezzoli: si ergevano tutte e volte che lei passava quell’aggeggio vibrante sull’areole e intorno al seno. Adesso aveva capito come faceva la sorella a mantenersi bellissima. Quello era il trucco… Si sdraiò sul letto girandosi verso lo specchio e immaginò che il vibratore (ecco questo era un bel nome per il giocattolo…) fosse l’organo di Sandro che giocava sul suo corpo. Collo, seno, ombelico, fianchi torace, collo, fianchi, inguine, inguine, inguine…. Ehi un momento che stava succedendo? Quando il vibratore passava vicino alla sua passerina, sentiva un tremore in tutto il corpo che non aveva mai sentito se non, lontanamente, quando pensava a Sandro. L’effetto finale però era quello, si stava bagnando alla grande. Mise un dito all’imboccatura della vagina e colse un po’ di succo. Lo portò alle labbra…. Sapeva di muschio, non era male…. Intanto il vibratore andava da solo e non mollava mai la zona inguinale. Era proprio bello sentirlo girare intorno a quel bottoncino che aveva alla sommità della sua fessura, anzi le piaceva veramente continuare a stimolare quella zona. Non aveva mai provato prima a farsi toccare da nessuno lì e la prima volta che lo faceva da sola non era niente male. Adesso capiva le sue amiche quando le dicevano di essersi fatte toccare davanti, dove si fa pipì, e che era bellissimo. Era vero…. Continuava a massaggiarsi il clitoride con delicatezza, spingendo il vibratore fra le piccole labbra. Si accomodò meglio, mise un cuscino sotto il sedere e sollevò il pube. Guarda come si era aperta… Non si era mai vista così disponibile… All’interno delle sue cosce si trovava una cavità sormontata da peli castani chiari. Provò ad introdurre delicatamente la punta del vibratore all’entrata della fessura… Ahia, faceva male, meglio evitare. Però intorno ci poteva stare e le piaceva anche molto. Intanto che toccava e vibrava le venne in mente Sandro. Chiuse gli occhi e immaginò che fosse lui a muovere il giochino. Spersonalizzata, faceva fare a Sandro quello che lei voleva. Così la punta vibrante diventò la lingua implacabile e golosa del ragazzo. Si sentiva leccata in ogni punto e continuava a produrre liquido. Prese un po’ di secrezione e si umettò di dietro mentre davanti il fallo artificiale continuava a danzare. Sapeva che era pericoloso toccare l’imene ma non aveva sentito nulla a proposito del dietro. Così spostò l’area di interesse verso il buchino posteriore ricavandone ulteriori sensazioni deliziose. Voleva provare che significa essere penetrata. Rimise in moto la fantasia e fece compiere a Sandro una sodomizzazione. Con lentezza si infilò la punta del vibratore nell’ano, ruotando dolcemente l’oggetto.

    “Ahhhh… Sandro che porco che sei… a me non sarebbe mai venuto in mente” pensava mentre introduceva il fallo. Tutti uguali gli uomini; adesso quel maiale voleva introdurre il fallo ben in fondo, lei si oppose per lo spazio di un secondò e poi lo assecondò, mantenendo vivo quel gioco che la vedeva vittima e protagonista. Cinque centimetri, poi fuori un po’, altri due e di nuovo fuori.. e nel giro di qualche minuto il vibratore era piantato profondamente nel suo intestino.

    “Che bello, come mi piaaaace….” Danzava con una manina a sfiorarsi davanti e si godeva il paletto di dietro. In più sui guardava allo specchio mentre si masturbava ferocemente. Il vibratore sembrava fatto apposta (….), stimolava punti ignoti del suo corpo e si insinuava nelle pieghe della sua anima, Giorgia aveva perso il contatto con la realtà. Sandro vibrava dentro il suo culo (si, era bello essere volgare..) mentre la sgrillettava davanti e le infilava mani dappertutto. Che porco quel Sandro… doveva ricordarsi di metterlo in riga… ma non adesso che andava così bene. Cambiò posizione sul letto. Si girò prona con il sedere sollevato e guardò dal sotto la sua intimità. Si sentiva proprio una schifosa, ma tanto non era lei a fare quelle cose, era Sandro che la costringeva. Un vero maiale, come tutti gli uomini… Sandro intanto toccava e palpava, stringeva e mollava, insinuava ed usciva. Aveva due mani d’oro. Poi il suo amico vibrante aiutava molto: Giorgia cominciò a desiderare che Sandro estraesse il suo arnese di cui si parlava tanto e lo facesse girare dalle parti della sua vulva gonfia e vogliosa. Non poteva possederla solo dietro, anche davanti lei aveva le sue ragioni… Pensò intensamente a questa possibilità e di colpo Sandro acquisì il potere di palparla anche sulla vulva, dove peraltro lei stava danzando da una vita.

    “Ahhh, Sandro cerca di entrare con un dito…” e intanto lei se ne introduceva due…..

    “No, no smetti, non voglio” e spingeva più in fondo…

    “se non la pianti me ne vado” ma non si smuoveva di un millimetro. Era bello colpevolizzare il povero ignaro Sandro. Questo gioco le consentiva di non sentirsi colpevole ma costretta contro la sua volontà a soggiacere agli istinti brutali dell’uomo. Se la colpa era di Sandro, lei non poteva farci nulla, aveva anche resistito ma lui era troppo forte e voglioso. Mentre i pensieri si formavano secondo il desiderio di Giorgia, le mani non stavano ferme un attimo. Capezzoli, ombelico, vulva, clitoride. Solco delle natiche, buchino, dentro e fuori con il vibratore. Che momenti…Decise di alzarsi e darsi una lavata. Andò in bagno e con la spugna si pulì l’inguine e il posteriore. Per farlo bene alzò una gamba che appoggiò al bidet, Due dita si insinuarono nella sua vagina bollente, questa volta senza provocare fastidio, grazie alla abbondante lubrificazione. Che bellezza, si sentiva scivolosa e stranamente eccitata, le dita penetravano con facilità nel suo interno.

    “Ragazzi, che sballo” penso Giorgia, guardando le sue dita sparire nella caverna. Si ricordò del vibratore che aveva lasciato in camera. Una lavatina per togliere i residui della esplorazione posteriore e si accucciò a terra. Così era molto facile penetrarsi ed il vibratore trovò da solo la via giusta.

    “Uauhhhhhh, molto meglio che dietro……. Uuuuhhhhhh, ohhhhhhhhh”. Piccole avvisaglie di un evento strano si stavano manifestando nel suo interno, sentiva strane contrazioni ed un calore che saliva dal fondo. Più il calore cresceva, più aumentava il ritmo del fallo, più Giorgia chiudeva gli occhi e pensava.

    “Eccolo, gli avevo detto di non penetrarmi, non volevo e lui lo ha fatto lo stesso..”

    “Non succederà mai più che mi fidi di Sandro.. appena può mi mette le mani addosso”. Le mani addosso c’erano, eccome, ma Sandro non ne sapeva nulla. Tutto frutto della fantasia di Giorgia e della sua libidine scatenata. Com’è, come non è, le contrazioni vaginali divennero spasmodiche ed involontarie e Giorgia non capì più nulla. Sentì la vagina stringersi intorno alle dita e scivolò sul pavimento bagnato dal suo liquido. Si ritrovò con due dita in vagina a godere come una pazza rotolandosi per il pavimento del bagno senza ritegno. Urlava e godeva, continuava a toccarsi senza smettere… Poi, finalmente, si calmò….. Uffffff…., pensò. Sarà meglio che rimetta tutto a posto prima che la scema si accorga del furto. Rilavò il vibratore con tenerezza e lo riportò in camera. Mentre lo metteva al suo posto sentì qualcosa di duro sotto le dita. Oramai aveva scoperto i segreti della sorella e non si sarebbe fermata lì. Poteva essere anche una buona arma di ricatto per farsi prestare vestiti e collane…

    Estrasse dal cassetto un videocassetta anonima che si precipitò ad infilare nel registratore, già sospettandone il contenuto. Si trattava di un filmato amatoriale con tre ragazzi in primo piano, nudi ed in semierezione, che ridevano fra loro ammirandosi gli attributi. Giorgia sentì di nuovo quel languorino di pochi minuti prima e ricominciò ad avvicinare le mani alla vulva. Tre ragazzi tutti per lei e quasi in erezione. Il regista del filmato indugiava con primi piani sui particolari dei falli maschili e questo non faceva che aumentare la sua voglia. Così eretti, belli e vicini non ne aveva mai visti. Si ritrovò a pensare a quale delizia sarebbe stata averne uno vero con cui giocare. Le scene scorrevano e i ragazzi si toccavano un po’ per aumentare le dimensioni del pene. All’improvviso in scena irruppe una ragazza bionda, alta, sorridente….

    “Ma porca miseria, quella è mia sorella” pensò Giorgia deglutendo a vuoto. La sorella maggiore si sdraiò sul letto e gli uomini le furono addosso come api sul miele. Le non rifiutava niente; mani che palpavano, falli che sparivano nella sua bocca, vagina aperta in primo piano e buchino posteriore provato da due dita….. Quello che vide non aveva nulla da invidiare ad una professionista: la sorella maggiore non si perdeva niente, non ne faceva scappare uno. Appena un membro era libero gli trovava un orifizio dove infilarsi. Mani, bocca, vagina e anche il posteriore. LA cassetta durò a lungo e Giorgia si ritrovò con una mano piena di succo vaginale mentre comparivano gli sfarfallii della fine del nastro. Sotto shock riavvolse la cassetta, la rimise a posto come l’aveva trovata e tornò nella sua stanza. Per forza che la sorella era amata da tutti gli uomini della scuola…. oltre ad essere bella era anche mooooooltooooo disponibile… diciamo la verità, una vera porca, questo era il suo nome.

    Dopo pochi minuti riuscì a razionalizzare l’accaduto, così come la razionalizza una ragazza di diciotto anni. Ricapitoliamo… se non fosse stato per Sandro che l’aveva convinta a cercare nella stanza della sorella, lei non avrebbe trovato il vibratore e poi neanche la cassetta. Poi non si sarebbe masturbata selvaggiamente come aveva fatto e non gli avrebbe dato davanti e dietro. La colpa era solo di Sandro, quel maiale.

    La sera, quando la sorella ignara tornò a casa, si sentì rinfacciare tutto e di più. Ottenne il silenzio assoluto e perenne a costo di qualche rinuncia. Avrebbe fatto partecipare la sorella al filmino successivo, le avrebbe prestato il giochino di plastica e le avrebbe anche passato qualche amichetto per farla divertire…. oltre varie ed eventuali in corso d’opera. Alla sorella più grande non restò che obbedire. Non era finita qui. Il giorno dopo, a scuola, Giorgia rintracciò Sandro che stava scherzando con alcuni amici. Gli si avvicinò con un sorriso sicuro e lo squadrò da capo a piedi. Lui, che non l’aveva mai notata prima, le chiese:

    “Hai bisogno di qualcosa”? Lei come tutta risposta sorrise, si bilanciò bene sui piedi e gli mollò un ceffone epocale urlando a squarciagola:

    “Porcooooooo……”
     
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