Guardone di mia Madre - Cap.2

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    Nonostante mi fossi addormentato quasi all’improvviso, quella notte la passai nel dormiveglia, gli accadimenti che c’erano stati erano tali da tenere sveglio chiunque, così sentii mio padre che alle quattro del mattino rientrava da lavoro, una rinfrescata prima di addormentarsi e poi giù per il meritato riposo, mia madre si sarebbe alzata alle sei e trenta per andare a lavorare anche lei dopo averci preparato la colazione, quindi, se due più due fa quattro, non riesco ad immaginare quando avrebbero potuto scopare visto che quando lei sarebbe tornata dal suo lavoro mio padre sarebbe stato lì lì per ripartire, e allora capisco anche il frequente autoerotismo di mia madre.



    Quella mattina però, visto che tanto non riuscivo a dormire, volli alzarmi prima, mi appassionava l’idea di vederla muovere per casa con quella vestaglia svolazzante, legata appena dalla cinta, che lasciava intravedere tutto… eccome se lasciava intravedere, quelle stupende mammelle, grosse, da affogarci dentro, non so dire la misura, non lo so… grosse, belle con quei capezzoloni neri e con un aureola che non riusciva ad essere nascosta neppure quando portava il reggiseno, e poi, quel culo fantastico… ci provavo ma, non riuscivo a pensare ad altro. Attenzione, io non ho mai pensato di poterla scopare. La mia soddisfazione derivava dalla proibizione che i miei gesti avrebbero comportato.



    Scoprire la sua intimità dal buco della serratura con lei inconsapevole per me era un afrodisiaco fortissimo. E così quella mattina, appunto, mi alzai prima e via al mio sport preferito, il buco della serratura mi faceva intravedere mia madre che stava facendo i suoi bisogni, memorabile era lo scoscio della pisciata, quella si, avrei voluto essere li, anche solamente con una mano per sentirgliela scendere; e poi il lavaggio al bidè, vedere mentre di insaponava e si massaggiava quella figa che la notte prima avevo vista deflorata con quel cetriolo mi aveva di nuovo fatto andare il cazzo a mille, mi appoggiai alla porta e… la porta si aprì.



    Io con il cazzo in mano che stavo per inondare tutto con lo sperma e mia madre li che si lavava il culo e la figa, ci fu un attimo di panico, poi riuscii a balbettare qualcosa tipo:- Scusa, scusa non pensavo che fossi qui… esco… esco scusa…- Ma dove vai:- mi rispose in maniera abbastanza tranquilla: oramai la frittata l’hai fatta, siediti sulla tazza e fai quello che devi fare. Sono convinto che dovevo avere una faccia da ebete indescrivibile ma, non poteva essermi andata meglio, mentre, ancora in preda ad una sensazione mista tra panico e massima eccitazione, mi sedevo sul water, la vidi che si alzava, si asciugava le parti intime e la vidi indossare quel perizoma che tante volte avevo annusato prendendolo dalla cesta dei panni da lavare, fu un attimo, mia madre uscì dal bagno ed io iniziai a fare tanti di quegli schizzi che, nei confronti, una pisciata, è poca cosa.



    Restai in bagno il tempo necessario a che mia madre organizzasse la tavola per la prima colazione, non avevo voglia di farmi vedere paonazzo di primo mattino, così feci tutto quello che si fa al mattino ma… con grande calma ed appena sentii che lei uscì di casa, andai a fare colazione, presi i libri e… il cetriolo… era li assieme all’altra verdura, bello, certo che per farselo entrare in figa doveva aver tribolato un poco, o forse no… lo odorai, emanava un odore misto tra, naturalmente, il cetriolo e… gli umori di figa, quegli stessi odori che avevo sentito più volte in quel perizoma che mia madre si era messa quella mattina… presi a leccarlo e, mi sembrava proprio per quell’odore che emanava fortissimo, quasi di leccare la figa di mia madre, quando non sentii più nulla… libri sotto braccio e via di corsa a scuola… ormai ero all’ultimo anno, fra un mese avrei dato la maturità e non potevo permettermi ulteriori distrazioni
     
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