Ricordi d'infanzia con le mie sorelle

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    In campagna dai nonni, l'unico maschietto ero io.
    Avevo 10 anni, mia sorella Silvia 8 e l'altra Giulia 6.
    Fino a quel momento l'unica mano, oltre alla mia e ovviamente quella della mia mamma, che mi aveva toccato il pisellino, era quella di una vicina di casa dei nonni, Maria; Maria aveva un anno meno di me, voleva sempre giocare a mamma e papà.
    In realtà erano giochi tutt'altro che innocenti. Solo ricordo della sua naturale propensione per il sesso già a quell'età, ancor oggi mi stupisce. Sebbene io a quel tempo fossi attratto da altri giochi, alla fine mi lasciavo convincere da lei. Ci ritrovavamo così seduti
    uno accanto all'altra, lontano da sguardi indiscreti, con un telo sulle ginocchia. Mi ricordo come la sua manina correva subito a trastullare il mio uccellino, che all'epoca non si muoveva per niente, mentre io ricambiavo con le stesse attenzioni sulla sua ciccina
    con la mia manina.
    La cosapevolezza di stare facendo cose proibite ci eccitava tantissimo anche se essendo inesperti, ci limitavamo alle sole carezzine; Ricordo poi che, dopo aver frequentato un ragazzino più grande di me, e aver
    imparato da lui come funziona il sesso, cominciai a fare giochi molto più eccitanti con Maria lassù nel solaio. Mi pare di vedere ancora la sua fichettina violacea, che Maria stesa su dei sacchi, mi offriva alla vista , tenendola aperta con le dita.
    Quella volta le poggiai il mio pistolino là sulla fessurina imitando i gesti della scopata, ma non la penetrai; A dire il vero non sono nemmeno sicuro se quella volta ebbi un'orgasmo; Quello che conta è che mi divertii moltissimo, trovando il gioco molto interessante. Fu proprio da quella esperienza che cominciai ad interessarmi alle bambine.
    Tre anni dopo, mia sorella Silvia, all'epoca 11enne,durante le vacanze dai nonni, tentò di prendermi in giro, ricordando quei giochetti che avevo fatto con Maria. Luca, mi disse un giorno
    "Sai chi ho incontrto oggi? Una tua cara amichetta... Maria, vedessi come s'è fatta bella e grande". La gurdai con sufficenza, come a dire che la cosa non mi stupiva più di tanto.
    Allora lei mi disse "Va là, va là... so bene cosa combinavi con lei... so che facevi certe porcherie"
    In quel momento negai tutto, ma la cosa non finì lì.
    Due anni dopo io 15enne, Silvia tredicenne, durante un pomeriggio, ero stravaccato sul divano di casa nostra, mentre mia sorella stava seduta sul bracciolo imbottito; Cominciammo a parlare di sesso, le raccontai di aver visto assieme a due miei amici, una nostra vicina, Laura, assieme a fidanzato. Le raccontai che si
    erano dimenticato di tirar giù gli oscuranti e che ben sei occhi, tra cui i miei, avevano goduto

    la vista di cosette assai spinte. Descrissi la scena arricchendola il più possibile di particolari scabrosi per vedere le sue reazioni. Ero eccitatissimo e lei se ne accorse,poi con fare incuriosito allungò un dito come si farebbe per valutare la sofficità di un dolce, mi tastò il bozzo vistoso dei miei calzoni.
    Mi rimisi a sedere, le sue gambe erano a penzoloni lì vicino a me. Poggiai la mano sul suo polpaccio e cominciai risalire con le dita. Più mi avvicinavo alla zona proibita, più mi emozionavo. Oltrepassai il ginocchi e teso all'inverosimile, feci scorrere le dita
    sul suo interno cosce. Ci guardammo in faccia. Avavamo i visi in fiamme. Quando raggiunsi il leggero tessuto delle mutamdine, mi bloccò la mano con la sua. " No " mi disse con un fil di voce " Siamo fratelli...non si può..." Non riuscì nemmeno a concludere la frase perchè
    fummo interrotti dall'arrivo dell'altra sorella Giulia.
    La sera stessa nel mio lettino mi segai furiosamente ripromettendomi di riprendere quel discorso.
    Un mesetto dopo fu proprio Silvia che mi ripropose della vicina Laura e, ricominciando a parlare di sesso con me. "Credi non mi sia accorta che l'altra sera mi hai toccato il petto?" "Chi io?". Ancora una volta negai, ma lei aveva ragione. Quella sera in cortile,
    stavamo camminando tenendoci abbracciati spalla a spalla, mia sorella a destra e un mio amico a sinistra e, in un modo quasi fortuito, allungai la mano sulla sua tettina destra. Fu un attimo tremendamente eccitante. Mia sorella comincia ad insistere, infine tra risatine allusive ammisi d'averlo fatto di proposito aggiungendo anche che qualche volta l'avevo vista seminuda e che mi sarebbe piaciuto vederle i seni.Allora, osando tutto per tutto, le feci una proposta:
    "So che ti piacerebbe vedere un pisello, ti mostro il mio se però mi mostri le tettine... ti va?"
    Vedendo il suo timore e pensando mi dicesse di no,promisi di non toccarla. Lei dopo una breva esitazione, con un bisbiglio, mi disse "Prima tu..."
    Mi prese un tremore fortissimo, stavo per vedere le tettine di mia sorella; Slacciai la cintura e calai a mezza cascia calzoni e mutande, facendo rimbalzare fuori il mio cazzo durissimo; La guardai in faccia, era tesa come me, sembrava e credo anch'io, inebetita.
    Siamo rimasti muti, poi scossomi e ansioso di vedere lei, mi riassettai e le chiesi "T'è piaciuto?"
    "mi fa un pò paura" disse di getto e aggiunse
    "Ma va tutto dentro nella donna?". Aveva un pò di ragione, il mio uccello di 15enne aveva già una ragguardevole mole. "Beh sì... però la vostra passera è fatta apposta... dovrà poi uscire un bambino da lì" e tutto anelante la sollecitai "Dai Silvia fammele vedere";
    Alzò allora, il maglioncino e, dopo aver armeggiato col gancio del reggiseno e toltolo,mi scelò i suoi gioielli. Io m'imbambolai; Lei chiuse subito lo scenario suscitando le mie proteste. La costrinsi, senza forzandola troppo, a farmele rivedere. Fotografai con la mente quei due monticelli di carne fresca, le piccole puntine dei capezzoli. Una forza magnetica mi spinse verso di lei, dimentico della promessa fatta ma, lei crudele, scansandosi ricoprì i suoi tesori.
    Ci ricomponemmo, continuando a parlare di sesso,
    ricordo che le chiesi se si toccava, rispose di no, ma sono certo che mentisse.
    Qualche tempo dopo, ci trovammo nello scantinato, io un mio amico Giuseppe che aveva 17 anni, mia sorella Silvia e una sua amica, tutte e due dodici anni. Si scherzava sia con parole che con le mani. Io non potevo
    giocare con mia sorella, dato che quei giochetti avevano chiari richiami sessuali, così pur di spupazzarmi Mery, lasciavo, pur con una punta di gelosia mia sorella a Giuseppe; Mentre io lottavo per poter ghermire qualche palpatina alle nascenti tettine di Mery, Giuseppe si spalpugnava, e alla grande, Silvia.
    Lui l'aveva inseguita dietro la casa e dentro uno sgabuzzino; Quando li raggiungemmo le stava con una mano sotto la gonna, lei non si dibatteva troppo e lui essendo più grande, aveva buon gioco.
    Nei nostri break pomeridiani, si continuava a parlare di sesso; Io sempre più interessaro.
    Circa un anno dopo, Silvia stava seduta al tavolo, stava leggendo. La casa era silenziosa, non so cosa mi sia balenato in testa, colsi una rosa rossa da un vaso e avvicinandomi silenziosamente dal di dietro, gliela
    posai sulla rivista; Ebbe uno scatto per la sorpresa, ma poi mi regalò un luminoso sorriso; le avevo posato le mani sulle spalle, e lei raccolta la rosa, odorandola, piegò il viso appoggiando come una carezza
    la guancia sul dorso della mia mano; Le accarezzai la gota e il collo. Che dolce senzazione il suo tepore;
    Raddrizzò il viso verso l'alto, verso di me fissandomi, socchiusi gli occhi, posai le labbra vicinissi alla sua bocca; Poi la baciai proprio sulle labbra; Non si mosse, anzi chiuse gli occhi quasi rapita. Come spie-
    gare quel momento, stavo baciando la bocca di mia sorella; Trenta secondi dopo sondai con la lingua il suo scrigno forzandone le labili difese.
    Sentivo con la punta della lingua le perle dei suoi dentini, la sua guizzante linguetta e, quando lei mi cinse, toccai il Paradiso. Siamo rimasti avvinti per 15 minuti, respirando solo con il naso, giocando di scherma con le lingue. Leggevo nei suoi occhi la gioia
    e la paura fuse insieme.
    L'avevo tirata in piedi sempre stringendola a me
    ma, essendo piu bassa,per continuare il nostro bacio doveva tenere la testa rivolta in alto; Poi forse temedo di scrutarci, ci tenemmo guancia a guancia. Ho cominciato a scendere con una mano premendo il sodo culetto; il mio cuore batteva all'impazzata, quando poi le ho catturato una tettina, ho rischiato l'infarto; Lei si lasciò fare. Com'era bello sentire
    quel piccolo globo di carne; Era fantastico.
    Insinuai una mano dentro la camicetta, gliele toccai al nudo, potevo sentire e titillare i capezzolini, passavo dall'una all'altra mammella e anche se erano piccoline, hanno trasmesso al mio uccello un impulso tremendo. Stavo vivendo l'incesto, il gioco proibito, potrei essere perdonato solo per la mia giovane età ma sapevo che erano giochi proibiti.
    Erano le tettine della mia sorellina che stavo palpando, lei anche se aveva solo 13 anni conoscevagià molte cosette anche se solo in teoria.
    Le guidai una mano nella mia patta, ne tastò la durezza. "Mamma mia che grosso...è duro..." mormorò.
    Tirai giù lo zip, e le spinsi la manina dentro.
    Come descrivere il piacere per me quindicenne, nel sentire la manina fresca di una ragazzina che ti stringe il cazzo; Impossibile descriverlo.
    Silvia lo teneva sì in mano ma non la muoveva, tanto che mi chiesi " Vuoi che non sappia fare le seghe? " Il dubbio durò poco. La mia dolce sorellina nascondendo il volto nel mio petto, diede inizio alla sua primissima masturbazione a un maschio e quel maschio era suo fratello.
    Io potevo fare ben poco per lei, portava i jeans,
    ma le raggiunsi lo stesso il punto x, però da sopra i calzoni; Le massaggiai l'inguine, era così eccitata e ricettiva che poco dopo dai suoi ansiti capii che stava avendo un'orgasmo.
    Dovevo, volevo toccargliela, ero troppo voglioso;
    Sbottonai un bottone, e l'altro che non riuscivo, fu la mia adorata amante che lo fece; Scesero jeans e mutandine , ma non di tanto, però le arrivai lo stesso a toccarle il bottoncino dell'amore; Sentivo i rari peletti del pube e quando le toccai il grillettino ,Silvia fece uno scatto, sentiva il mio dito vellicare il suol fremente pulsante di carne e nervi; Sentì poi passeggiare allargando le fradice labbra della sua vergine micina. Poi per la seconda volta la sentii vibrare,aumentai il ritmmo del ditalino tappandole la bocca con la mia e mi sentii invadere la mano dai suoi liquidi vaginali.
    La sua manina stava portandomi in paradiso, non pensai a nulla, lasciai che quel dolce massagio arrivasse al suo naturale sfogo; Sborrai allagando i miei indumenti, non m'importava di niente era troppo bello, non si poteva interrompere.
    Intanto s'era fatto tardi, stavano rientrando a casa i nostri famigliari,
    Da quel giorno ci cercavamo in continuazione, sfuttando tutte le occasioni per stare soli; Erano giorni di gioia e di tormento assieme, purtroppo eravamo sempre circondati da gente, quanto li odiavo, odiavo, il mondo intero.
    Non avemmo avuto fortuna, perchè, a parte le decine di baci scambiatici sempre fortivamente, fummo sorpresi dalla nostra sorella Giulia.
    Tanto va la gatta al lardo... infatti, questo proverbio non è stato smentito neamche da noi.
    Un brutto pomeriggio arriva inaspettata Giulia;
    Indossava le scarpe da tennis, non l'abbiamo udita.
    Ci sorprese, io con le mani sulle tettine e Silvia mi stava masturbando, l'uccello in bella vistafuori dalla patta.
    Un urlo. "Cosa state combinando?"
     
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    Spero vi sia la continuazione poichè oltre a rispecchiare molte realtà, questo racconto è scritto molto bene. Non ne ho mai letto uno scritto così . La scena un po romantica di quando il fratello le porge la rosa è, per me il punto dove finalmente la sorellina si lascia convincere. Attendo la seconda parte che mi aspetto molto erotica.
     
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  3. Marcolfo1
     
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    Chissà quanti fratelli e sorelle provano i primi brividi nella loro prima adolescenza. Inavvertitamente scoprii un mio coetaneo vicino di casa che stava palpando la sua sorellina di appena nove anni, io, smanioso di godere anch'io, lo spinsi istigandolo di lasciare che la toccassi anch'io. Ebbene riuscii solo ad ottenere di toccarle le tettine e il culetto ma lei che non voleva mi sfuggiva da tutte le parti. Mi rassegnai a menarmelo da me stesso proprio da quel giorno del mio 11cesimo compleanno.
     
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2 replies since 26/2/2013, 20:14   15692 views
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