Giulia mi ha fatto una sega

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    Mi chiamo Aldo, devo confessare che fin da ragazzino all'età di circa sei anni, ero molto incuriosito dal sesso, inizialmente questa mia curiosità morbosa mi portava a voler esplorare certe emozioni in maniera totale, senza distinzione di sesso. Ricordo che talvolta durante i miei giochi con altri coetanei cercavo di scoprire qualcosa di più sul sesso, volevo conoscere tutti i segreti che a dispetto della mia giovanissima età, parevano eccitarmi tantissimo. Non capivo ad esempio come mai il mio uccellino ancora molto piccolo e sottile, si irrigidisse all'improvviso davanti alle nudità delle mie sorelle. Trovavo particolarmente gradevoli i loro sederi rotondetti e prominenti, considerata la mia innocenza dovuta all’età giovanissima, non si lamentavano mai della mia presenza, anzi ridevano e mi prendevano in giro. Avevo sempre la scusa buona per entrare nei momenti in cui stavano lavandosi, “la mamma mi ha ordinato di lavarmi le mani” oppure: “devo mettere la biancheria in lavatrice”. Qualche volta ci scherzavano su e sorridendo dicevano: “ma guarda questo mocciosetto sempre pronto a sbirciare il sedere delle sorelle, ma lo sai che è peccato?” Anche io lo prendevo come un gioco, sta di fatto però che guardando il loro culo, il cuore mi batteva forte e il cazzetto mi si induriva subito. Tra me e le mie sorelle c'erano tanti anni di differenza con Giulia la più giovane delle due otto anni, mentre con Paola la più grande ce n'erano dieci.
    Mi piaceva guardarle e mi piacevano le erezioni che mi procuravano la loro vista. Nonostante trovassi gradevole quella strana sensazione, non capivo come potessi sfogare un certo prurito che sentivo nel piccolo pene. Per saperne di più, un giorno ne parlai con un amichetto più grande di tre anni, questi con un sorrisetto furbo, si offrì di spiegarmi alcune cose che aveva imparato dal suo fratello maggiore. Nascosti sotto un cespuglio mentre giocavamo a nascondino con altri bambini, lui si tolse i pantaloncini e le mutande e mi fece vedere il suo cazzo che in confronto al mio mi parve molto più lungo e grosso. Cominciando a darsi delle arie mi disse subito: “ vediamo chi ce l'ha più grosso.” Vergognandomi un po’ dissi: ”ma tu sei più grande.” “E va bene, dai non ti preoccupare lo so che sei più piccolo, ma non importa, vediamolo un po’ .” Quando lo tirai fuori, forse per non mortificarmi disse: “pensavo peggio, per la tua età ce l'hai abbastanza grande, ora ti insegno a farti una sega.” “E cosa sarebbe una sega?” “Guarda e vedrai.” Impugnò il suo cazzo e cominciò ad andare
    su e giù, inizialmente lentamente e subito dopo sempre più veloce, man mano che si smanettava, l'espressione del suo viso era sempre più eccitata, osservavo quello spettacolo con un'attenzione e una curiosità mai provate prima, lui se ne accorse e mi disse: “vuoi provare anche tu?” Spiazzato da quella domanda risposi: “me lo prendo in mano anche io?” “No prendi il mio e fai come stavo facendo prima.” Per un attimo fui sorpreso da quella richiesta, poi cedetti alla curiosità e gli presi il pisello rigido nel palmo della mano, cominciai il su e giù che avevo visto fargli in precedenza aumentando man mano la velocità. Sembrava strano sentire quel pezzo di carne duro nella mia mano, ma nello stesso tempo lo trovavo molto eccitante, nel frattempo il mio amichetto si stava irrigidendo e gemeva di continuo, preoccupato gli dissi: “ti faccio male?” E lui con un tono di voce roca mi rispose: “altro che male, mi stai facendo godere.” Intanto sentivamo le voci dei nostri amici che ci chiamavano, io feci per rispondere ma Gino mi disse: “stai zitto e continua, sto morendo di piacere.” Dopo alcuni istanti fu scosso da brividi e da sussulti, il suo cazzo faceva strani movimenti ed era diventato rosso e turgido come non mai. Dopo quel giorno, anche io cominciai a praticare quotidianamente la masturbazione, l'insegnamento di Gino dava i suoi frutti, quando sentivo che il mio uccellino si induriva, correvo in bagno e dopo aver chiuso a chiave, mi sparavo delle seghe faraoniche che mi portavano ad orgasmi asciutti ma molto piacevoli. Mi ero accorto col passar del tempo, che quando mi capitava di vedere i sederi e le cosce delle mie sorelle, il mio cazzetto si rizzava subito, dal che arguii che l'eccitazione era dovuta alla vista delle nudità femminili. Gli anni passarono, la pratica masturbatoria continuava anche se a sedici anni compiuti, avrei dovuto avere già una fidanzatina con la quale sfogare le mie voglie. Ero così timido che non riuscivo ad avvicinarle neppure per parlarci amichevolmente. Così dovetti accontentarmi di continuare a spiare le mie sorelle dal buco della serratura per uccidermi di seghe subito dopo. Devo dire che col passare degli anni il mio fisico era cambiato notevolmente, quello che da bambino era un cazzo piccolo e poco sviluppato, si era trasformato in un uccello molto lungo e grosso. Se solo avessi avuto una donna, sicuramente avrebbe goduto parecchio con quel coso che mi ritrovavo, Invece continuavo a smanettarmi pensando alle belle sorellone. Paola la maggiore aveva appena compiuto ventisei anni, si era laureata ed aveva trovato lavoro a Milano, così dovette trasferirsi e persi per sempre la vista delle sue grazie. Rimaneva Giulia che tra l'altro era la mia preferita, un giorno mentre ero in bagno a spararmi la solita deliziosa pugnetta, dimenticai di chiudere a chiave. Mentre ero al culmine del godimento, la porta si spalancò e comparve Giulia. Non si aspettava di vedermi intento a quella pratica sgranò gli occhi e subito le scappò una risata. “Accidenti, ma tu hai un cazzo enorme.” Mi venne vicino, lo prese in mano, lo guardò a lungo e poi con gli occhi languidi e sguardo voglioso disse: “senti se non lo dici a nessuno adesso continuo io.” Non sapevo cosa dirle, stetti zitto e lei cominciò a farmi la più bella sega della mia vita. Quando la mia cappella diventò paonazza e si accorse che stavo per venire, con una mossa rapida e imprevista, se lo mise in bocca e cominciò a succhiare. Passarono non più di venti secondi e percorso da brividi di piacere sborrai. Lo sperma era tantissimo, ma lei non si scompose, ingoiò tutto senza fiatare e disse: “è buonissimo, se sei d’accordo magari domani lo rifacciamo.”
     
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