Io, insegnate di seghe

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    Sono passati molti anni da quando sono avvenuti questi fatti.
    Sono Marco, un ragazzo 26enne, con un fisico asciutto, capelli corti castani, occhi marroni, peloso nelle zone giuste che però vengono curate con particolare attenzione ed un pene normale ma molto interessante per chi ha potuto ammirarlo. Sono bisessuale e vivo il libertinaggio senza problemi.
    I fatti che racconto risalgono al periodo in cui iniziano le prime pulsioni sessuali e si scopre se e gli altri.
    Avrò avuto non più di 14 anni e quel giorno ero a casa dei miei zii per un pranzo di famiglia. Tutto si svolse normalmente, come sempre.
    Pranzo con gli zii, i nonni, i cugini Andrea, che aveva in quel periodo compiuto 12 anni, e la sorella Marta, di circa 6 anni. Mentre i miei genitori e il resto della famiglia continuavano ad ingurgitare cibo a più non posso, io e mio cuginetto ce ne andammo in camera sua per chiacchierare e giocare un po’.
    Lui quel giorno era un po’ sulle sue e non capivo per quale motivo.
    Dissi: “Che ti succede Andre?”
    Lui: “No, niente di particolare”
    Io: “Allora perché sei così? Non mi freghi! Dimmi che succede”.
    Lui: “No Marco, è un argomento imbarazzante e non voglio parlarne con te… scusami”
    Io: “Ma siamo come fratelli, non abbiamo segreti, lo sai… ti ho raccontato ogni cosa, anche quelle più intime. Di me puoi fidarti. Non andrei mai a dire nulla a nessuno”.
    Lui: “Non siamo mai scesi in questa intimità che dovremmo affrontare e mi vergogno”.
    Io: “Andreee dai… son qui. Dimmi che c’è. Nulla può farmi cambiare idea e devo aiutarti a risolvere qualsiasi problema”.
    Lui: “Ok, ma non prendermi in giro. A scuola parlavo con degli amici. Siamo finiti a parlare di ragazze e di esperienze. Loro continuavano a parlare di seghe e simile ma… non ho avuto il coraggio di chiedergli come… beh… non so esattamente come ci si faccia le seghe… mi sento uno sfigato!”
    Io: “Ma no dai, sei ancora giovane, è normale che alcune cose tu non le sappia bene. Partiamo dal principio… Ti ricordi quando ti ho raccontato di quando mi è venuto duro pe prime volte vero? Mi hai detto che è successo anche a te, vero?”
    Lui: “Si, da un po’ di tempo mi capita, e fin la ci sono… so che poi bisogna massaggiarlo, e da li si arriva al piacere, ma non so esattamente come… sarà ma quando c’ho provato non ho ottenuto che fastidio…”
    Io: “Magari sbagliavi come lo facevi… non deve farti male… magari all’inizio è strano, ma poi, quando ci prendi la mano… Fammi vedere come fai”.
    Lui face per simulare una sega ma non si
    capiva un gran che… e glie lo dissi…
    Io: “Senti, così non arriviamo da nessuna parte”… Dicendo questo mi alzai, andai alla porta per chiuderla a chiave e tornai al letto iniziando a sbottonarmi il jeans. “Senti, ti faccio vedere. Lui intervenne quando iniziavo a calare i pantaloni .
    Lui: “Ma no, che fai? Non serve…”
    Io: “Sarà più chiaro… o ti vergogni?”
    Lui: “Un po’ si…”
    Io: “Vuoi o no capire? Allora facciamolo, che male c’è? Anzi, fai così… spogliati anche tu così ti faccio capire e provi”
    Lui era titubante ma alla fine si convinse ed entrambi ci calammo i pantaloni e le mutande. Il mio pene aveva cominciato a gonfiarsi un po’, ed aveva già quella posizione semi eretta… Ero giovane ma ero sui 16cm e una discreta peluria. Lui era li, completamente a riposo, con una lieve peluria che circondava un pene non di grandi dimensioni che cercò di coprire… Ci sedemmo e cercai di raggiungere la massima erezioni. I suo occhi mi guardavano fisso. Raggiunta la massima erezioni iniziai a scappellare il mio pene scoprendo la cappella… la inumidii di saliva come mi aveva detto un mio amico e così lo scappellare fu più facile… A quel punto il pene di mio cugino era cresciuto raggiungendo non più di 14 cm ma che prometteva future splendide forme e dimensioni. Gli dissi: “Fai come me” e lui ci provò…
    Lui: “Non so perché ma mi da fastidio e non mi viene voglia di continuare…”
    Io: “Sdraiati, metti le mani dietro la nuca e stai fermo”… E così fece.
    Mi avvicinai al suo pene, insalivai la mia mano e iniziai a bagnare col pollice la piccola porzione di cappella che era scoperta dal prepuzio… quando fu inumidita, gesto che già percepii come piacevole per il mio cuginetto, provai ad abbassare la pelle del prepuzio… in quel momento lui disse “Vedi, mi da fastidio, non proseguire…”. Io dissi “Fai fare a me e sopporta, ne vale la pena”.
    Forse aveva un leggerissima fimosi (termine che scoprii dopo, ma di quelle leggere che con l’esercizio si allentano), ma non mi fermai.
    Presi saldamente il suo pene e lo scappellai tutto sentendo Andrea tenere il fiato… Feci colare della saliva sulla cappella scoperta e iniziai a masturbarlo. Il suo viso esprimeva fastidio ogni volta che lo scappellavo ma non disse nulla… restò li fermo, nelle mie mani. Continuai per un po’ e il suo sguardo cambiò verso un sorriso disteso. Accellerai il ritmo vedendo se fosse già il momento di farlo sborrare e dopo pochi colpi della mia mano, dal suo pene uscirono dei fiotti di sperma che colarono lungo la mia mano. In tutto questo lui aveva aperto gli ogghi non capendo che gli stesse succedendo, cosa fosse quel piacere che gli montava e lo faceva tremare. Una volta che fu venuto gli massaggia un po’ le palle, già molto grosse, per farlo rilassare un po’… la sua erezione non si smorzava e io continuai a masturbarlo. Lui si sedette e mi guardò mentre continuavo a masturbarlo e massaggiargli le palle… fu così che venne ancora, così come solo un adolescente riesce a fare. Lui si chinò verso il mio pene, lasciato solo soletto, e cominciò a masturbarmi. Il suo movimento era a scatti, scappellava in profondità e con violenza, facendomi anche un po’ male, ma forse ripagandomi della stessa moneta che avevo usato su di lui. Ma bastò poco per venire. Così fu la 1 volta che ci masturbammo assieme, vicendevolmente.
    Una volta puliti lui mi ringraziò e mi disse “So a chi chiedere ciò che non so, grazie Marco”. E così tornammo in salotto.
     
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