La nostra prima sega

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    Rieccomi dopo una lunga assenza con il proseguo del racconto Scoperte d’infanzia!!!
    Passarono alcuni giorni dopo quella prima scoperta fatta nel cespuglio del parco. Era una giornata abbastanza calda ma il cielo non prometteva niente di buono. Mi chiamó Paolo chiedendomi se andavo da lui a giocare quel pomeriggio. La mamma mi diede il permesso e, finite le solite raccomandazioni, andai da mio cugino. Per fortuna inizió a piovere appena arrivai da Paolo, così evitai di inzupparmi. Purtroppp peró la pioggia rovinó un paio di giochi che avevo pensato come rigori e nascondino.
    Così accendemmo la mitica PlayStation 1 e iniziammo a giocare. Mi sembra fosse tekken ció a cui stavamo giocando, fatto sta che vinceva continuamente mio cugino e, dopo un po', gli saltai addosso per picchiarlo (ovviamente per gioco). Gli tiravo pugni nella pancia e sul sedere, gli bloccavo le mani in modo che non potesse reagire e tante altre cose che quasi sicuramente avete fatto anche voi, miei cari lettori, quando giocavate alla lotta.
    La mini rissa ci aveva portato nella stessa situazione verificatasi nel parco, cioè con la stimolazione dei nostri piccoli cazzi. Pian piano lasciammo la lotta e ci concentrammo sui nostri arnesi. Il tutto avveniva con i vestiti addosso perchè mia zia, che era a casa, poteva entrare dalla porta in qualsiasi istante. Dopo un paio di minuti decidemmo di andare al piano superiore, nella camera di Paolo. Era sicuramente un posto più sicuro rispetto al salotto perchè la zia, essendo al piano terra, doveva salire una stretta scala a chiocciola in ferro, il quale rumore risuonava in tutta la casa. Era proprio un ottimo campanello d'allarme, che dava il tempo di rivestirsi e procurarsi un "alibi", nel caso la zia arrivasse al piano superiore.
    Una volta giunti in camera, mi tolsi subito i pantaloni, rimanendo quindi con gli slip da cui si intravedeva la forma del mio cazzetto in tiro per le stimolazioni precedenti. Vedendomi in slip, Paolo non esitó un attimo a togliersi i pantaloni e sfilarsi contemporaneamente anche i suoi boxer bianche. Il suo piccolo pene svettava già verso il soffitto e, toccando il mio attraverso le mutande, mi sedetti sul letto. Mio cugino si avvicinó a me e inizió a toccare il rigonfiamento nei miei slip. Mi fece un lento massaggio sul mio cazzo e, proseguendo il movimento sulle gambe, mi tolse le mutande. Subito il mio arnese spuntó e Paolo, senza perdere tempo, lo prese in mano. Nei giorni trascorsi dal pomeriggio nel parco avevo chiesto ad alcuni miei amici se anche loro avevano provato a massaggiarsi il cazzo. Mi avevano risposto di si, che il movimento si chiamava sega e che il liquido che usciva era lo sperma,
    gergalmente chiamata sborra. In pratica mi disse tutto ció che riguardava la masturbazione maschile, facendomi vedere bene come si faceva facendosene una nei bagni della scuola durante l'intervallo con me come spettatore eccitato. Così dissi a mio cugino: "Dai Paolo!!! Fammi una sega!!!". Lui, non capendo, si fermó e mi chiese cosa volessi dire. Allora gli dissi tutto ció che il mio compagno mi aveva raccontato. Per fargli vedere bene come si faceva una sega lo feci sedere sul letto e, inginocchiato davanti a lui, presi saldamente in mano il suo cazzo e iniziai un lento su e giù. Paolo, provando un immenso piacere (era d'altronde la prima sega), si sdraió sul letto e io mi sdraiai sopra le sue gambe, con il viso vicino al suo bellissimo pene. Mentre continuavo a segare il cazzo di mio cugino, mi chiesi come sarebbe stato se lo avessi succhiato come un ciupa ciupa. Ma il "ribrezzo" (lo si usa principalmente per pisciare!) che provavo prese il sopravvento e mi trattenne dal prenderlo in bocca. Continuavo quindi a segarlo fino a quando sentii Paolo mugolare. Non capii il perchè di quel suo mugolio ma, qualche istante dopo, dal suo piccolo cazzo uscì un poco di sborra. Lui, come l'altra volta la prese con la mano e la leccó tutta.
    Soddisfatto del mio lavoretto dissi a mio cugino che adesso toccava a lui farlo. Lui, tutto contento e con le mani ancora sporche di sborra, prese in mano il mio arnese e inizió a segarlo, non come avevo fatto io, ma molto più velocemente. La tecnica l'aveva capita ma andava talmente veloce che dopo una decina di secondi stavo già per sborrare. Mentre stavo per dire a Paolo di rallentare, sentimmo provenire dalle scale un forte rumore di passi. Subito pensammo alla zia che stava arrivando. In un instante mio cugino si rimise i pantaloni e ci infiló le sue mutande. Nel mentre mi rimettevo le mutande e, con l'aiuto di Paolo, reindossai i pantaloni. Mentre chiudevo i pantaloni, mio cugino mi fece un ultimo massaggio veloce al mio pacco. È stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Proprio mentre la mamma di Paolo entrava dalla porta sborrai. Il poco sperma che avevo si riversó nelle mie mutande. La scena fu per me imbarazzante ma nessuno si accorse di niente. La zia ci chiese se volevamo la merenda. Subito rispondemmo di si. Prima di scendere peró sistemammo i giochi che avevamo tolto per procurarci un alibi e li rivelai a mio cugino che mi ero sborrato nei pantaloni. Lui tutto eccitato mi abbassó velocemente i pantaloni e diede una bella leccata al mio cazzo ormai moscio.
    Dopo merenda inizió a diluviare e Paolo chiese a sua mamma se potevo rimanere a dormire. La risposta di mia zia fu affermativa e pure quella di mia mamma dato che il giorno dopo non andavamo a scuola.
     
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