Michela mamma in calore.

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    Giovedì 24 giugno 2010 ore 16,00.
    Ha inizio la partita che vale la qualificazione agli ottavi di finale dei mondiali di calcio in Sud Africa.
    Dalle prime fasi di gioco si capisce che per L’Italia non sarà una passeggiata. I nostri giocano male, sbagliano passaggi elementari la Slovacchia da l’impressione di poter controllare la partita sono più pimpanti.
    Da un errore di De Rossi, nasce il vantaggio degli slovacchi. Il nostro portiere non ci è sembrato impeccabile forse quel pallone si poteva prendere. Finisci il primo tempo senza aver mai impensierito seriamente il portiere avversario. Una brutta Italia forse la peggiore vista negli ultimi anni. Lippi dovrà apportare delle modifiche a questa squadra se vogliamo passare il turno.
    Nel secondo tempo, fuori Criscito e Gattuso per Maggio e Quagliarella. Le cose sembrano andare un po’ meglio. Il napoletano Quagliarella svaria sul fronte d’attacco. Ora a sinistra, ora a destra, e poi al centro. Una vera spina nel fianco della difesa avversaria. Dal suo piede nascono le azioni più pericolose. Si vede respingere un tiro sulla linea, un gol annullato e fa segnare Di Natale. Siamo sul 2-1. Sì perché nel frattempo gli slovacchi hanno segnato la seconda rete. È entrato anche Pirlo. C’è una sottile illusione possiamo farcela, ma arriva il gol del 3-1 da uno svarione della difesa anche in quest’occasione, Marchetti non ci è sembrato impeccabile. A pochi minuti dalla fine, Quagliarella segna un grandissimo gol da fuori aria che riaccende le speranze, ma ormai è troppo tardi la partita finisce con l’eliminazione Dell’Italia una fine ingloriosa usciamo al primo turno e ultimi in classifica con due punti. Passano agli ottavi, il Paraguay e la Slovacchia. La delusione è forte tutta colpa di Lippi che ha schierato nelle tre partite delle formazioni inadeguate insistendo su dei giocatori non all’altezza.
    Sono avvilito. Decido di andare in spiaggia, anche se il tempo non è dei migliori. Il cielo è coperto e minaccia pioggia. Sulla spiaggia, ci sono solo la signora Michela e suo figlio, un ragazzino di dodici anni una vera peste. Siamo vicini di ombrellone. Michela è sdraiata sul lettino ha il reggiseno sbottonato sta prendendo un fantomatico sole che di tanto in tanto, si affaccia dalle nuvole. Il figlio riempie di sabbia e acqua dei secchielli vuole costruire un castello di sabbia. Guardandola a modo mi rendo conto che Michela è una bella donna avrà quarant’anni. Mora, prosperosa ha due tette niente male dove poggia libero il reggiseno. Il fatto di trovarci solo noi tre, mi stuzzica e mi fa fare dei “cattivi” pensieri sulla mia bella vicina. Ma c’è quella peste del figlio che mi frena nel fare delle
    avance alla madre.
    «Com’è andata la partita?» Mi chiede la porcella. E nel girarsi il reggiseno scivola scoprendole il seno sinistro. L’aureola è ampia e rosa il capezzolo turgido.
    «Non mi ci faccia pensare.» Rispondo fissandole la tetta lei, se ne accorge e sorridendomi la copre.
    «Che pace magari fossero tutti i giorni così senza tutto quel casino.» Dice Michela guardando il mare.
    «Anche a me piace poca gente ma buona.» Ho buttato l’amo sperando che abbocchi.
    «Io rientro tra le buone?» Chiede con un pizzico di malizia.
    «Alla grande. Solo standole vicino mi è passata la delusione per sconfitta patita. La sua presenza mi ha rigenerato.» Sorride e arrossisce un po’ questo la rende più seducente.
    «Suo marito?» Le chiedo accendendomi una sigaretta. Sono seduto sul mio lettino lei è sempre sdraiata.
    «Non ha ferie lavora. Sua moglie?»
    «E’rimasta in albergo aveva mal di testa sta riposando.»
    «Anch’io spesso ho mal di testa specialmente ora che non c’è mio marito.» La zoccola ci sta non ho dubbi.
    «Se non ci fosse suo figlio, le darei un bel rimedio per il mal di testa.» Mi è venuto duro. Il reggiseno torna a scendere, ma stavolta non si copre lascia il seno scoperto.
    «Antonello (il figlio), non è un problema a lui piace vedermi fare certe cose.» Non posso crederci così piccolo e già depravato un “voyeur” in erba. Guardo il figlio che proprio in quel momento si versa addosso un secchiello d’acqua.
    «Mamma mi sono bagnato il costume.» Michela si mette seduta coprendo con il braccio i seni.
    «Toglilo a mamma metti quello che è nella borsa.» Torna a sdraiarsi. Antonello si toglie il costume resto di sasso ha il cazzetto in erezione. Un cazzo simile a quello dei putti un po’ più grosso. È vicino alla madre nudo all’altezza della sua testa. Lei gli guarda il cazzo.
    «E’sporco di sabbia puliscilo prima di mettere l’atro costume.» Mi sto eccitando un casino. Quei due mi riportano alla mente quando mamma ed io eravamo a Riccione.
    «Fallo tu!» Risponde il figlio. Torna ad alzarsi con le braccia strette tiene fermo il reggipetto. Intinge la mano nel secchiello pieno d’acqua scappella il cazzo del figlio e lo pulisce. Ho le palle gonfie. Gli sta facendo una vera e propria sega. E mentre la fa, mi guarda con quella faccia da troia.
    «Devo pulirlo bene.» Mi dice la porcona.
    «Farebbe lo stesso con me?» Le dico con voce rotta dall’emozione.
    «Perché no!» Ormai è fatta deve solo sparire la peste. Ma come? Antonello tenda di mettere il suo cazzetto nella bocca della madre. Che si sottrae.
    «No a mamma fa il bravo.» Gli dice. È imbarazzata, ma capisco che sono avvezzi a certe cose secondo me giocano spesso madre e figlio. Michela, per l’ennesima volta torna a sdraiarsi. Il figlio con una mossa repentina gli porta via il reggiseno e si allontana. Lei si copre le tette con le mani. Quel moccioso mi sta diventando simpatico.
    «Per favore vada a recuperare il mio reggiseno.» Mi dice con una voce infantile che me lo fa tirare ancora di più.
    «A che le serve?Tolga le mani e lasci che la brezza marina le accarezzi quei meravigliosi seni.»
    «Li trova attraenti? Non sono troppo grossi?»
    «Sono perfetti.» Con un tantino di pudore che non guasta mai in una donna, toglie le mani. Le gote diventano rosse.
    «Le voglio far vedere l’effetto che mi fa.» Abbasso il costume sul davanti il cazzo duro schizza fuori.
    «Mamma mia se è grosso si copra per favore.» Il suo viso avvampa lo copre con le mani.
    «Mi guardi la prego, solo un po’ poi mi copro.» Lentamente fa scivolare le mani sulla faccia. Mi guarda con un certo interesse.
    «Le piace?» Domando scappellandolo tutto.
    «Sì, ma ora lo rimetta dentro.» A malincuore mi ricopro. I capezzoli dei suoi seni si sono eretti. Antonello fa ritorno. Ha riempito di sabbia bagnata le coppe del reggipetto. E’ sempre nudo e l’ha in tiro.
    «Ci faccio le colline intorno al castello.» Dice il simpaticone.
    «Più che colline, ci verranno delle montagne.» Replico io guardando Michela.
    «Così mi fa arrossire ancora di più.» Ribatte la zoccola in calore.
    «Perché non fai con mamma quello che fa zio Antonio e quei due dell’altra sera?» Antonello nel dire queste parole mi viene vicino.
    «Cosa fa zio Antonio con la tua mamma? E chi sono quei due?» Michela gira la faccia dall’altra parte.
    «Boh! Non li avevo mai visti prima uno era straniero non capivo quello che diceva. Ora ti faccio vedere cosa facevano.» Si sdrai sulla madre che ha sempre la faccia girata dall’altra parte. Gli prende una tetta in bocca e comincia a succhiarla come se stesse poppando. Gli si strofinava addosso va su e giù con tutto il corpo Michela non reagisce lo lasciava fare. A un certo punto, Antonello chiude gli occhi e inizia a muoversi come un cane arrapato. Geme. Quell’amplesso tra madre e figlio mi sta facendo eccitare di brutto.
    «Mamma... mammina sta succedendo ancora ohhh... »
    «E’passato ora stai calmo riposa.» Incredibile il ragazzino è venuto. Trema tutto. La madre si sfila da sotto il corpo del figlio che sembra esausto. E’ in piedi ha il ventre bagnato dal seme della sua creatura.
    «Che cosa pensa di me?» Dice sistemandosi i capelli.
    «Niente assolutamente niente a parte che deve essere una gran femmina a letto.»
    «Cosa glielo fa pensare?»
    «I suoi occhi, la bocca, il corpo, tutto. Lei sprizza erotismo da tutti i pori.» Sospira. Antonello si è addormentato appagato.
    «Glielo mette anche dentro?» Chiedo. Non mi risponde abbassa lo sguardo pudicamente.
    «Che cosa facciamo?» Gli domando.
    «A me lo chiede? È lei l’uomo.» Già, spetta a me proporre qualcosa lei, è la classica donna che non prende iniziative.
    «Se vogliamo farlo, l’unico posto è il mare se la sente?»
    «Dipendo da lei. Per me quello che decide va bene.» Sottomessa all’estremo. Ci avviamo verso il mare. Sono le sette di sera. Mano nella mano entriamo in acqua. Ci fermiamo quando siamo immersi dalla cintola in giù. Ci guardiamo intorno non c’è anima viva. Faccio un approccio per vedere come reagisce, gli metto una mano sotto il seno e lo sollevo comincio a ciucciarlo. L’atra mano, la infilo nelle mutandine del costume è eccitata. Se ne sta ferma come prima con il figlio non muove un muscolo. Ho voglia di baciarla in bocca. Poggio le mie labbra sulle sue e tiro fuori la lingua. Lecco le labbra serrate, poi, finalmente le dischiude e la mia lingua incontra la sua la prendo tra i detti e la succhio. Intanto le ho ficcato due dita nella fica la masturbo. Le nostre bocche si staccano. Geme, frigna, ansima la bella Michela. Tiro fuori il cazzo.
    «Mi tocchi.» Le dico.
    «E’troppo grosso mi fa impressione.» Risponde la maiala. Le prendo la mano e la porto sul cazzo. Lo stringe talmente forte da farmi male e nel fare questo emette un grido di piacere.
    «Beata sua moglie.» Dice e inizia a masturbarmi con un tale trasporto che poche volte mi è capitato in vita mia. Michela ama il cazzo su questo non c’è dubbio. Avido, morboso, lussurioso, bramoso. Questi sono gli aggettivi per definire il bacio che ci stiamo dando. Le lingue, s’intrecciano entrano ed escono dalle nostre bocche mentre continuiamo a masturbarci. Non resisto più, la voglio far mia glielo voglio mettere tutto dentro.
    «Si tolga le mutandine!» Gli ordino perentorio. Lo fa, le sfila e le tiene strette nella mano. Gli sollevo una gamba e guido il cazzo nella sua fica. Lei, si arrampica su di me mi mette le braccia intorno al collo e mi avviluppa i fianchi con le gambe come una piovra. È tutto dentro. Mi pianto bene con i piedi nella sabbia Michela va avanti e indietro lentamente senza fretta. Indietreggia con il bacino fino a farlo uscire del tutto poi avanza ingoiandolo con la sua vagina famelica. Ha gli occhi semichiusi e si morde il labbro inferiore. «Per favore dica qualcosa sia scurrile.» Mi dice passandosi la lingua sulle labbra. Vuole che la offenda tipico delle donne sottomesse.
    «Ti piace il mio cazzo troia! Magari adesso tuo marito si sta spaccando la schiena a lavorare e tu sei qui che ti fai sbattere sei proprio una cagna.»
    «Ohhh... sì continui la prego.» Si muove più velocemente.
    «Puttana! Ti chiavi anche tuo figlio sei una gran zoccola. Chi è zio Antonio?»
    «Il... fratello di mio marito.»
    «... e lo scopi stronza?»
    «Sì... sì... ohhh che bello sto venendo.» Si ferma. Mi stringe forte e ruota il bacino.
    «Ohhh... venga anche lei mi riempia di sperma.»
    «Si bocchinara adesso ti fiotto dentro tutta la sborra. Ahhh... eccomi ciuccia cazzi.» Sono venuto. Restiamo abbracciati per qualche istante poi, ci stacchiamo. Michela si rimette le mutandine. Mi tremano le gambe. È stato un amplesso breve ma intenso. Torniamo agli ombrelloni Antonello dorme ancora. Ci asciughiamo e poi ci sediamo sul mio lettino. Mi accendo una sigaretta.
    «Che rapporto hai con tuo figlio?» Gli do del tu.
    «Molto particolare Antonello, è un ragazzino strano fa di tutto per attirare le attenzioni degli uomini su di me. Gli piace vedermi fare sesso con altri. Giorni fa, ha manomesso il mio costume quando sono entrata in acqua, mi sono ritrovata nuda. C’erano tanti uomini intorno mi sono immersa fino al collo. Antonello mi è venuto vicino e ha iniziato a toccarmi. Non potevo reagire altrimenti gli altri avrebbero visto che ero nuda, lo lasciavo fare. Mi ha toccato talmente bene da farmi avere l’orgasmo.»
    «Fate sesso completo?»
    «Giochiamo molto è bravo sa quello che mi piace.»
    «E i due dell’altra sera di cui parlava tuo figlio?»
    «Due balordi. A uno ho fatto un pompino mentre l’atro mi ha voluto scopare in fica. Tutto questo sempre grazie a mio figlio è stato lui a rimorchiarli.» Si erano fatte le otto cominciava a far buio. Si rimette il reggipetto a fantasia e un copricostume bianco alquanto corto. Io la camicia.
    «Ho una casa in affitto non distante da qui mi accompagna?» Continuava a darmi del lei. Prendo in braccio Antonello che non si sveglia. Michela prende la borsa di paglia e ci avviammo. La casa è a pianterreno entriamo. Michela mi fa strada fino alla camera adagio Antonello sul letto e usciamo Andiamo in cucina.
    «Vuole che gli prepari un caffè?»
    «Ti ringrazio, ma è ora che torni in albergo mia moglie sarà in pensiero.»
    «Prima che se ne va, vorrei farle un bocchino, il suo cazzo mi piace tanto.» Non mi aspettavo una richiesta del genere. Lei lo capisce.
    «Non faccio mai delle avance a un uomo aspetto sempre che sia lui a proporsi, ma con lei è diverso mi fa sentire a mio agio.»
    «Ti ringrazio.» Si mette sulle ginocchia con il busto eretto. Mi abbassa il costume fino alle caviglie il mio cazzo è semiduro. Mi sbottono la camicia e me la tolgo. Mi accarezza con delicatezza sembra rapita, assorta dal mio sesso. Lo prende in mano e inizia a masturbarlo verso il basso. Si sta ergendo.
    «Che meraviglia!» Esclama e prende la cappella in bocca e la ciuccia. È brava ci mette passione lo fa perché gli piace non tanto per farlo. Ha ingoiato mezzo cazzo. La cosa che mi manda fuori di testa, è che mentre lo ciuccia, geme come se la stessi chiavando in fica. In quel momento, entra Antonello. Cerco di richiamare l’attenzione di Michela che con la coda dell’occhio guarda il figlio che si avvicina. Michela non smette di pompare sono imbarazzato. Antonello, si mette dietro la madre gli afferra la testa con le mani e scandisce il tempo. La sprona, incita.
    «Dai mamma dai!» Non mi sembra vero tra loro c’è un’intesa perfetta. Sono tutt’uno. Nonostante la presenza del figlio sto per venire. Glielo faccio capire alla porcona. Il ragazzino arresta il capo della mamma e la spinge verso di me lo ingoia quasi tutto.
    «Bevi mamma manda giù tutto.» La zoccola non si fa pregare la sento deglutire ha bevuto.
    «Hai visto com’è brava la mia mamma eh!» Mi dice l’ometto con orgoglio. Torno in albergo con un pensiero fisso quello di rincontrare i due.
     
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