Nuda tra la gente racconto vero

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    Era una bella giornata di un caldo giugno di due anni fa.
    Ormai ero con Angela da quasi un anno, non avrei mai potuto pensare che il nostro rapporto potesse funzionare così bene: avevamo un'ottima intesa sia mentale che fisica, ci dicevamo sempre tutto e ci capivamo al volo. Adoravamo discutere e confrontare le nostre idee, a letto tutto funzionava splendidamente, lei sembrava soddisfatta ed io impazzivo letteralmente per quel suo corpo perfetto: il seno non troppo grande, le cosce lunghe e il sedere "brasiliano", insomma un monumento a quella che era la mia idea di femminilità!
    Faceva caldo, eravamo al mare, per ragioni di lavoro, non distanti dalla nostra città, ed era ormai giunta l'ora di andar via, con il sole quasi già tramontato, scherzando la buttai in acqua. "Bravo" fece lei, uscendone "ed ora come faccio col costume bagnato? E' tardi e dobbiamo assolutamente passare in centro prima che chiudano i negozi!"
    Era vero, glielo avevo promesso, ma che noia accompagnarla quando doveva acquistare dei capi di vestiario: era capace di farsi tirar fuori tutto un negozio per poi dire candidamente: "Grazie, ma non mi piace niente!"
    Si asciugò con il telo, poi raccolse tutte le nostre cose dicendomi di sbrigarmi, infine con fare sicuro afferrò quello che lei definiva "copricostume" e che per me invece era un eccitantissimo vestitino di colore blu, molto corto e scollato, e lo indossò, quindi si sedette sul lettino e oplà: ecco slacciato il "top" del bikini che con abile mossa viene sfilato via, infine guardandosi intorno con aria circospetta sfila via anche le mutandine, dicendo "andiamo, speriamo di non trovare traffico!" In macchina le chiesi "ma non vuoi tornare prima a casa?", mi rispose "non ce la faremmo mai, e poi non ti eccita la situazione?" In realtà,
    da quando si era sfilata le mutandine del bikini, ero in preda ad una violentissima erezione, ma mi sforzavo di mostrare grande indifferenza in modo da coinvolgerla in una specie di sfida! Durante il tragitto in auto parlammo di varie amenità senza affrontare
    nessun tema "caldo". Dopo aver trovato miracolosamente un parcheggio, ci avviammo verso il centro commerciale, nostra meta. All'improvviso mi resi conto che il vestitino blu, tanto eccitante per me in situazioni pre e post mare, attraeva gli sguardi del 90 per cento della popolazione maschile presente; le spalle e le braccia abbronzate, le cosce lunghe e tornite e poi, accidenti, ma il vestitino era veramente corto! Realizzai che sarebbe bastato un colpo di vento o un chinarsi, anche leggero, in avanti per scoprire tutto, ed io come avrei reagito? Non sono mai stato un tipo possessivo, anzi ho sempre considerato la gelosia una emerita idiozia; sì certo, ma prima di conoscere lei! Una volta stavo per fare a botte con un tipo solo perché non le toglieva gli occhi di dosso, ed ora? Un batticuore crescente mi sconvolgeva il petto, mentre osservavo gli sguardi di un gruppo di ragazzi; cosa avrebbero fatto se avessero saputo che la mia donna, sotto il vestito era completamente NUDA? Entrammo in un negozio, lei sembrava totalmente a suo agio, io mi dibattevo tra eccitazione e gelosia, quando la commessa esclamò: "venga su signorina, per questo capo dovremmo spostarci al piano superiore!" quindi si avviò su per le scale seguita da Angela. Io attesi un attimo poi le seguii: il vestitino non poteva assolutamente coprire il sedere perfetto della mia ragazza, che infatti apparve in tutta la sua solare nudità: era semplicemente stupendo, perfetto; giunta al penultimo gradino, per un attimo che a me parve
    eterno, finse di sistemarsi una scarpa chinandosi in avanti: potevo addirittura scorgere un ciuffetto di peli! A quel punto il mio unico desiderio era quello di tornare a casa per scoparmela a più non posso, ma come sempre, in quel negozio non c'era nulla che si adattasse ai gusti della mia compagna. Uscimmo e lei fece "Come va?" "Tutto bene!", risposi. E lei, ridendo, "Anche qui?", si voltò verso di me e baciandomi sulle labbra me lo toccò testando l'erezione che ormai era marmorea! Io fingendo calma e naturalezza balbettai con poca credibilità: "Sono reazioni normali vedendo un culo come il tuo!". In realtà era proprio la
    situazione "pubblica" , era proprio il "pericolo" che gli altri potessero rendersi conto, magari per caso, della nudità di Angela a
    rendere tutta la situazione così maledettamente eccitante! Ma come era possibile lasciare che la propria donna esibisse il suo corpo senza cercare d'impedirglielo, anzi favorendo la situazione? Nel negozio ero talmente preso dall'eccitazione che non avevo badato alla presenza di altre persone ai piedi della scala, forse qualcun altro già aveva goduto della visione del culo della mia donna, ed io non lo sapevo, ma cazzo, più pensavo a questa possibilità più mi eccitavo! Incredibile! Allora le chiesi, mentre camminavamo tra la folla: "E tu cosa provi?" "Mi sento nuda in mezzo alla gente" rispose, e aggiunse "ma mi piace moltissimo
    pensare che lo sai solo tu, e poi… non ridere, ma ho scoperto una sensazione deliziosa!" "Quale?" chiesi, "L'aria! L'aria che accarezza dolcemente proprio quelle parti dove non le diamo mai la possibilità di penetrare!" Certo, aveva ragione, anche a me piaceva stare nudo, ma nell'intimità della casa, non per le vie del centro! E ripensavo a quelle mattine quando alzandomi dal letto, la trovavo in cucina che preparava la colazione indossando la t-shirt bianca, quella che le copriva a mala pena l'ombellico, lasciando fuori la passera ed il culo stupendo. E quante volte ho fatto tardi in ufficio perché non resistevo e dovevo scoparmela, magari lì, davanti ai fornelli! Ed ora cosa stava accadendo? Forse non le bastava più la nostra intimità, forse non le bastavo più io?
    Mentre ero assorto in tutti questi pensieri lei fece: "Ora entriamo qui!" Oddio, un grande magazzino! Col cuore in gola la segui. Entrammo e lei si avviò verso la scala mobile, questa volta però, come in preda ad un raptus, invece di seguirla, mi affiancai mettendole un braccio intorno alle spalle montando sullo stesso gradino dove era lei. Inutile dire che il mio pensiero era fisso su quello che avrebbero potuto vedere quelli che ci seguivano; ma m'interessava anche cercare di capire quello che pensava e provava lei: era eccitata, era sconcertata dal mio comportamento, si rendeva conto di quello che accadeva o no? Mi voltai
    per un attimo e vidi un uomo sulla cinquantina dietro di noi, che, essendo molto vicino, sembrava non essersi accorto di nulla; allora spostai il mio braccio destro dalle spalle ai fianchi e, accarezzandole leggermente la natica, le sollevai di un poco il vestito. "Che fai?" disse subito, "sei impazzito?" e si divincolò dal mio abbraccio! A quel punto non so dire se ero più eccitato o più incuriosito; volevo capire lei, ma volevo capire anche me stesso, fino a che punto saremmo stati capaci di arrivare?
    Giunti al piano superiore, all'improvviso si accovacciò praticamente seduta sui talloni di fianco ad uno scaffale posto a poca distanza dal pavimento, dicendo "Guarda come sono carini questi bicchieri!" Mi accovacciai a mia volta trattenendo il respiro, poi lei si guardò intorno e quando fu sicura di non essere vista da nessuno, incominciò lentamente a divaricare le cosce, finchè non me la mostrò in tutto il suo splendore. A mia volta controllai che non arrivasse nessuno e gliela toccai profondamente scoprendo tutta la sua eccitazione! "Sei uno stronzo!" disse "Non sono mai stata così bagnata in tutta la mia vita!"
    Non connettevo più: l'afferrai per un braccio, uscimmo di corsa e di corsa ritornammo a casa dove scopammo con una foga inaudita. Subito dopo, senza giri di parole le chiesi: "Ma ti eccita sentirti guardata da uno sconosciuto?" Mi baciò leggermente sulle labbra e alzandosi disse: "Vado a fare una doccia!". Mentre la guardavo allontanarsi nella sua stupenda nudità pensavo che tutto quello che era avvenuto quel giorno mi aveva fatto scoprire, senza ombra di dubbio, che esibire la mia donna mi eccitava da morire. Questo fatto mi sconcertava e al tempo stesso mi spaventava, ma quello che veramente mi attanagliava il cervello in quel momento, era capire cosa frullasse nella mente di Angela, perché se e vero che nel negozio non aveva battuto ciglio dinanzi alla possibilità che una serie di persone la scoprissero nuda, poi era stata molto attenta a mostrarla solo a me. Insomma le piaceva o no esibirsi? E se si, fino a che punto si sarebbe spinta?
    La risposta arrivò dopo pochi giorni……
     
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