Trovare l'amore per strada

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    Quell’estate mi ha reso la vita impossibile. Per fermare il caldo, decisi di andare a fare un bagno al lago. Vidi che stavano arrivando dei nuvoloni grigi, quindi mi rimisi in marcia quasi subito per tornare a casa. Feci giusto in tempo a varcare il cartello che indica l’inizio del mio paese quando cominciò a piovere. La pioggia si faceva sempre più forte, quando vidi un uomo di colore che stava cercando un riparo. I tappeti, gli asciugamani e tutte le altre cianfrusaglie si stavano rovinando. Il mio cuore generoso s’impietosì e mi avvicinai. <ehi, Sali ti porto al riparo!> l’uomo non rifiutò e caricò tutto nel baule e salì in macchina pure lui.

    Nonostante fosse bagnato, il suo odore da maschio inebriò tutta la macchina. Arrivammo a casa mia, alla vista della mia villa rimase scioccato e appena sceso voleva sdebitarsi regalandomi dei tappeti, ovviamente rifiutai. Gli offrii il mio bagno per una doccia: quando uscì, aveva l’asciugamano in vita e tutto quel ben di Dio si accomodò sul mio divano.

    Amir, così disse di chiamarsi, era alto 1.90, muscolosissimo e molto arrapante! Iniziò a raccontarmi della sua vita: era originario del Camerun, dove aveva studiato, si era trasferito in Italia da otto anni per fare fortuna, ma aveva lavorato come contadino, muratore, magazziniere, addetto al carico e scarico merci, ma non avevano dato abbastanza frutto! La storia era molto interessante, ma i suoi addominali lo erano di più; probabilmente se n’era accorto, infatti, iniziò a parlare di sesso: quando era nel suo paese, scopava con molte donne, ora non vedeva una figa da mesi! Ne avevamo entrambi molta voglia, ma io avevo paura!

    Giacché la pioggia non finiva, offrii ad Amir anche la cena. Ovviamente non poteva rimanere con l’asciugamano tutta sera, quindi cercai un paio di mutande di un mio amante: erano di un paio di misure più piccole, quindi si potevano vedere perfettamente i lineamenti del suo cazzo. Mi disse che aveva molto caldo e mi chiese di poter restare vestito solo con quel boxer, la mia risposta fu “molto positiva”.

    Finita la cena, ci spostammo in salotto a guardare la tv, lui era rimasto in mutande e potevo vedere il suo cazzo, coperto solamente da un leggero strato di stoffa! Non mi ricordo cosa davano in tv perché ero intento a guardare quelle grandi mani che tastavano quel brandello di carne! Sicuramente si stava eccitando e, di scatto, quell’armadio vivente si alzò e, con la sua mano, compresse la mia faccia sul suo pacco. Preso dall’eccitazione, gli tolsi le mutande e iniziai a leccarglielo e succhiarglielo, gli feci il pompino più bello della sua vita. Mi prese in braccio e iniziò a baciarmi, sembravamo una bellissima coppia di sposi, io sono molto basso (165 cm) e molto magro (63 kg) e non ho molto dell’uomo e per evidenziarlo mi depilo completamente. Mi portò in camera e mi posò sul letto, mi spogliò del tutto, mostrando il mio culo molto femminile e il mio cazzetto in erezione (12 cm), messo a confronto del suo sembrava una miniatura. Nel cassetto trovò dei preservativi, ne indossò uno e, senza complimenti, me lo infilò nel culo, che non oppose resistenza. A ritmo veloce m’inculò per venticinque minuti, poi si tolse il condom e mi sborrò in faccia, raccolsi tutti quel seme con la mano e me lo portai alla bocca. Aprì di nuovo il cassetto, prese un altro preservativo, lo indossò, mi portò in cucina e m’inculò sul tavolo, mi sborrò un’altra volta in faccia, che prontamente ripulii con la mia mano! La serata era appena cominciata, infatti, mi scopò altre tre volte e sempre mi sborrò sul viso e in bocca. Passammo il resto della notte a dormire nel mio lettone, abbracciati insieme. La mattina mi svegliai con il suo cazzo completamente duro, che stava forzando per accedere al mio culetto, aprii appena le gambe, mi entrò dentro; voltando la testa vidi che lui stava ancora dormendo. Era bellissimo sentire il suo cazzone dentro di me, senza barriere di lattice che ci separassero. Mi staccai da quella bellissima situazione e scesi in cucina per preparare la colazione, dopo mezz’ora non era ancora sceso, quindi li portai la colazione a letto. Nel vedermi entrare mi ringraziò mille volte e mi stampò un bacio con quelle sue bellissime labbra. Finita la colazione, lo accompagnai a fare un giro per la casa e Amir rimase molto colpito dalla mia fornita palestra. Dentro quella sala ci sono molti attrezzi, ma gli unici che avevo usato erano il tapis-roulant e l’ellittica, giusto per stare un po’ in forma. Mi chiese se poteva provarli, iniziò così a usare tutti gli attrezzi con impegno; tutti i suoi bellissimi muscoli erano in tiro ed io non mi persi nemmeno un movimento, dopo un’oretta smise e si avvicinò a me, baciandomi con passione. Il suo odore maschile mi stava eccitando sempre di più, gli tolsi pantaloni e boxer, gli presi in bocca quel cazzo meraviglioso. Appena fu duro, lo distesi sulla panca per i pesi e m’impalai su quel tronchetto di carne; la bellissima sensazione che provavo sentendo il cazzo a contatto diretto con il mio culo, sovrastava la paura di malattie, cambiammo molti attrezzi, poi lo supplicai di venirmi dentro, quando venne, esplosi anch’io in un orgasmo travolgente che mi fece cedere le gambe; quel succo mi riempiva completamente ed ero eccitatissimo.

    Durante il pranzo lo invitai a vivere da me, accettò subito. In una settimana, Amir aveva preso molta confidenza e mi scopava quando voleva lui, i miei desideri non contavano più. Un giorno, tornato dall’ufficio, trovai un pacco regalo e , quando lo aprii, trovai dentro un completino da cameriera sexy, un perizoma rosso, un paio di scarpe rosse con il tacco 12 e un bigliettino con scritto: “Vestiti e sali dal tuo principe!” Arrivai su in camera e lo trovai in smoking e mi disse:<<spogliami lentamente e leccami tutto!>> partii dalle scarpe, gli leccai i piedi e poi gli tolsi i pantaloni, gli leccai le gambe e poi gli tolsi la giacca e la camicia, gli leccai quel petto definito e ero eccitatissimo. Infine arrivai al mio premio: il suo cazzo! Dopo averlo spompinato per bene, mi mise a novanta, mi sposto il tanga e m’inculò selvaggiamente. Finché m’inculava, mi chiamava Nawal, che poi mi disse che significa regalo! Ero la sua donna e lui me lo faceva notare trattandomi proprio come una femmina. Da quel giorno, gli ordinai di farmi un regalo al giorno, e così ogni giorno trovavo bellissimi abiti da indossare per fare felice il mio principe! Mi regalò anche un’enorme trousse per farmi bella ogni giorno! Ben presto la mia camminata sui tacchi era perfetta.

    Questo nostro amore era ormai consolidato, ma tutto cambiò…
     
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