Esperienze Anali

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    Tanti anni fa, alla fine dei miei studi universitari, fui costretto ad un anno di servizio civile. Mi trovai a prestare servizio presso un centro collegato ad una parocchia in un paese di mare vicino alla mia città. In questo centro si svolgevano diverse attività a sostegno della comunità, tutte comunque legate alla parrocchia. In questo periodo entrai in contatto con un mondo completamente sconosciuto, costituito da persone che prestavano servizio volontario presso il centro ed in particolare con un gruppo di giovani ragazze, educatrici appunto.

    Nei mesi trascorsi lì, ho avuto la possibilità di conoscere tante di queste educatrici, di ascoltare le loro storie e di imparare a guardare il mondo nel modo in cui lo vedono loro, che è fondamentalmente diverso dal mio. Le persone che ho conosciuto erano tutte molto diverse tra loro, con caratteri molto particolari che le rendevano uniche, ma c'erano delle caratteristiche comuni a tutte che ben presto sono venute fuori.

    La cosa che più mi ha colpito è sicuramente la doppia vita che vivevano tutte queste persone. Da una parte si mostravano irreprensibili, sempre gentili, mai maliziose. Il rispetto della comunità e dei principi morali che ne erano alla base prevalevano su ogni cosa. Approfondendo la conoscenza però ognuna presentava un lato nascosto ovvero il modo in cui si ponevano rispetto a tutto ciò che era vietato dai dettami morali condivisi dalla comunità, soprattutto il sesso. L'approccio verso la sfera sessuale era comunque molto vario, ma in ogni ragazza questa destava un vivido interesse che comunque mai avrebbe potuto mostrare o condividere con gli altri membri della comunità, anche con i loro mariti o fidanzati.

    Tra tutte le caratteristiche comuni che ho riscontrato spicca una strenua difesa della verginità vaginale della donna prima del matrimonio. Per ognuna sarebbe stato impossibile concedersi ad un uomo che non fosse il marito o al massimo il futuro marito. D'altro canto il desiderio di esplorare la sfera sessuale, nonostante fosse una cosa contraria alla morale comune, le spingeva in un modo o nell'altro a considerare vie alternative. Tutte quelle che ho conosciuto infatti si sono concesse una esperienza anale. Credo che questa cosa sia in buon accordo con il preconcetto molto diffuso che il sesso anale sia una cosa sporca. Lasciandosi sodomizzare, queste donne conservano pura la loro facciata, che dovranno condividere con la comunità ed il loro compagno, e d'altro canto sfogano i loro istinti su una parte del loro corpo che ritengono forse inferiore pensando magari che il dolore che proveranno nel rapporto anale sia già una pentienza per il loro peccato.

    Io non ho dei preconcetti sul sesso anale. Da un lato l'eperienza mi dice che le pure sensazioni inviate dal mio corpo sono di un piacere diverso ma forse inferiore rispetto al sesso vaginale. Dall'altro devo ammettere che da un punto di vista mentale si tratta di una esperienza molto più trasgressiva, di dominazione dell'uomo sulla donna.
     
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