Gang bang a scuola, una storia vera

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    Stavo cominciando a odiarla quella scuola. 18 anni e l'ultimo anno di liceo. Quall'ambiente mi sembrava troppo privo di significati, ormai eravamo tutti zombie tra quei corridoi.
    Sgattaiolo via dalla lezione di quella stronza di chimica e vado in bagno. Mi accendo una sigaretta, tiro la prima boccata e comincio a sorridere, finalmente un pò di silenzio e adesso la mia mente può viaggiare.
    Sento del frastuono dall'altra parte della porta e butto subito la sigaretta nel cesso, il fumo è rimasto denso intorno a me e la figura che entra lo vede e mi afferra per un braccio.
    Si tratta del bidello, un uomo di mezza età con dei solchi di vita sul volto. Comincia a sproloquiare su quanto il fumare faccia male e di come sia vietato farlo in bagno mentre mi porta con forza verso la sala dei professori. M'era successo anche la settimana prima, ma avevo trovato la professoressa giusta là dentro e dopo un paio di chiacchere "tra donne" me l'ero cavata con poco.
    Mi costringe a entrare e vedo le solite poltrone di pelle e 4 professori seduti a parlare. Tutti uomini avanti con l'età, affascinanti a loro modo ma severi nello sguardo. Si chiude la porta dietro le mie spalle con un tonfo, il bidello è rimasto dentro e comincia a spiegare ai professori la ragione della mia presenza nella sala.
    La luce filtra lenta in quell'offuscata mattinata e fa sembrare la stanza il set di un porno. Non posso farmi scoprire dai miei che fumo. Non un altra volta, andrebbero su tutte le furie. Cosa fare per salvarmi? Cosa fare?
    Intuizione, colpo di genio. Rischioso ma o la va', o la spacca. La mia mano comincia a muoversi e da schiacciata contro il fianco del mio fisico giovane e minuto passa sopra il seno premendolo e va a scendere giù, fino alla gonna, la alza quel tanto che basta per lasciar vedere le mutandine nere. Ai professori si stampa un'espressione sconvolta sulla faccia e cominciano a guardarsi tra di loro, ammutoliti dalla scena. Vorrebbero fermarmi con un urlo e rimproverarmi, ma non ce la fanno a proferire sillaba. Io chiudo gli occhi per dimenticarmi di essere in quella situazione, anche se con un piacevole sorriso sadico sul volto. Le mie mani a questo punto si stanno muovendo ritmicamente fuori e dentro di me e lascio che tutti guardino.
    Il bidello mi prende il braccio con il quale mi stavo accarezzando e lo blocca. Poi mi guarda e dopo un secondo in cui sembra che mi voglia tirare uno schiaffo, inaspettatamente fa tutt'altro.
    Al centro della stanza c'è un tavolo rotondo e mi ci scaglia contro in modo che il mio culo, la mia gonna e le mie gambe siano aperte e in vista. Chiude a chiave la porta dietro di sé e viene verso di me, ma io non lo vedo dato che ho la faccia sul tavolo. Quella posizione a me non dispiace affatto.
    Mi alza con una mano la gonna mostrando quel poco che si vede del mio perizoma.
    I quattro si alzano quasi si fossero messi prima d'accordo mi circondano e cominciano a toccarmi e a leccarmi. Un'immagine che potrebbe forse sembrare disgustosa, ma quelle lingue che risalgono il mio corpo accostate alle mani insistenti di uomini maturi e di esperienza, mi fanno impazzire. Il primo a tirare fuori il cazzo è il professore di matematica; mai avrei pensato che dopo tanto odio avrei apprezzato tanto il suo cazzo che scivola dentro alla mia fichetta bagnata con così tanta facilità, premendomi contro le pareti sensibili. Lui è il primo.
    Mi fanno salire sul tavolo e uno dei quattro mi si sdraia sotto. Il tavolo è basso e robusto, sembra fatto apposta. Mi posiziono sopra all'uomo sdraiato e inizio a divincolarmi come se volessi scappare da quella situazione, ma non è per nulla vero. Mi sfonda quasi, è incattivito dall'eccitamento che aleggia nell'aria e quasi arriva a sbavare. Non può credere di avere quella che è ancora una bambina tra le mani, soda e vogliosa come lui ha visto solo in pochi film porno. Gli altri due sono ai miei lati mentre mi leccano e il bidello è davanti a me che mi fa assaggiare il suo cazzo. Uno dei due mi affonda due dita nel culo, dopo averle passate velocemente sopra il bagnato della mia fichetta.
    Mentre uno mi scopa la fica da sotto un altro si alza e si dirige, palpandomelo verso il mio culo e m'impala senza esitazione.
    Il terzo, più magro degli altri, me lo infila in bocca, chiudendo così tutti i miei buchi; il quarto si accontenta di una giovane mano esperta che gli propone una sega umida e calda.
    Si sfogano, urlano, mi stringono e mi graffiano. Io mi dimeno ma non vorrei mai scappare. Le lingue si moltiplicano sopra di me e si sentono i primi cenni di cedimento, i vecchi stanno per venire. Il mio sorrisetto di soddisfazione mi procura uno schiaffo da parte di chi sta sotto di me. Mi piace.
    Si invertono ancora, usandomi come una giostra su cui tutti vogliono fare un salto. Mentre il bidello sta per venire tolgo il suo uccello dalla vagina e lo direziono con violenza nel culo, mi fa male ma dalla mia bocca escono solo urla di piacere. Mi viene dentro e m'invade tutto.
    Gli altri lo seguono a ruota, uno in bocca, costringendomi a far scendere quella polpa bianca e delizosa in fondo alla gola e gli altri due mi vengono in faccia insieme, mentre continuo a muovere le mie mani intorno ai loro arnesi. La stanza si blocca in un fragore di ansimi e sospiri.
    Uno si accende una sigaretta poco dopo, lasciandomi là. Poi l'accendiamo tutti e cominciamo a fare due chiacchiere. Mi piace un po' di più questa scuola.
     
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