La piccola cagna

storia vera

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    Estate 2012.
    Non vi dirò il mio nome perché non è importante.
    Qualche
    mese fa ho avuto la fortuna di fare una scoperta magnifica; girovagando
    per forum ho scoperto che nella mia città vive una sadomasochista.
    L’ho
    scoperta quasi per caso in una discussione sul pissing in un forum
    frequentato solo da pippaiuoli e uomini poco raccomandabili. Nonostante
    la sua giovane età (16 anni), dimostra già essere una che sa quello che
    vuole dalla vita. Il nostro rapporto è iniziato quasi per gioco, mi
    divertivo a stuzzicarla con domande sempre più spinte, finche la sua
    indole da schiava sottomessa non è emersa prendendo il sopravvento su
    quella della “brava ragazza”.
    In un primo momento mi limitavo ad
    insultarla su Skype, sfogandomi con le offese più disparate; cagna,
    puttana, lurida zoccola, larva, secchio di merda, ecc ecc.
    Un giorno
    lei ha deciso di volermi vedere, così ci siamo visti in un bar della
    periferia. Abbiamo chiacchierato al lungo sul fatto che a lei eccitasse
    da matti essere trattata male, picchiata e umiliata.
    Prima di andare
    via infatti ho voluto “testare” quanto si potesse spingere avanti,
    dandole due calci sugli stinchi e un pugno non troppo forte nello
    stomaco. Rimasi stupito dal fatto che una volta a terra, ansimasse
    animatamente, pregandomi di schiacciarle le dita con la scarpa. Così
    feci, le salì con tutto il peso sulla mano destra facendola sobbalzare
    dal dolore. Prima di lasciarla del tutto le diedi un morso sull’interno
    coscia, assaporando con gusto la sua dolce carne mista al sudore che si
    era accumulato nel tempo che era rimasta seduta.
    La cosa andò avanti
    proprio come previsto, le lasciavo “istruzioni” via email la mattina, e
    la sera pretendevo un resoconto scritto di quello che aveva fatto il
    giorno. La obbligavo a masturbarsi almeno 2 volte al giorno, a lavarsi
    poco e ad indossare quasi sempre la stessa biancheria. Come sempre la
    sera mi arrivava una email che mi raccontava le sue “imprese” della
    giornata. Mi scriveva che l’idea di essere sporca e sempre sudata
    marcia la faceva impazzire. Si masturbava quasi sempre con le dita,
    oppure con una spazzola per capelli che le avevo comprato al mercato,
    ovviamente le avevo preso la piu grossa di lunghezza e diametro, in
    modo da farla sentire ancora più in imbarazzo.
    La obbligavo a portare
    scarpe da ginnastica e calzini di spugna per tutto il giorno, per poi
    farle accendere la webcam di sera e farle “pulire” i suoi piedi
    leccandoli con la lingua. La cosa strana e allo stesso tempo eccitante
    era che mentre eseguiva tutti questi compiti, rideva ed era contenta.

    Arrivata anche a venire 2 o 3 volte in cam mentre leccava lo sporco e
    il sudore dai suoi piedi, oppure arrivò anche a squirtare quando le
    dissi che doveva masturbarsi con la spazzola al contrario, ossia con la
    parte delle setole piantata nella fica.
    Cresceva molto bene.
    Ogni
    giorno i compiti diventavano più strani e perversi; arrivai anche a
    farla uscire di casa per fare una corsetta attorno al palazzo alle 2 di
    pomeriggio (pieno luglio) vestita come se fosse inverno.
    La feci
    correrre a casa mia (3 o 4 km dalla sua), vestita con felpa, giubbotto
    di pelle, pantaloni imbottiti e sciarpa alle 3 di pomeriggio, quando
    fuori c’erano circa 42 gradi.
    Arrivò alla porta di casa completamente
    in un bagno di sudore, con chiazze rosse sulla faccia immersa nel
    sudore dalla testa ai piedi. La spogliai quasi strappandole i vestiti
    di dosso insultandola per bene. La feci restare solo con le mutande in
    piedi al centro del salotto. Notai con soddisfazione che aveva in dosso
    mutande ingiallite dallo sporco, segno che la troietta seguiva alla
    lettera i miei perversi ordini che le mandavo quotidianamente. Le diedi
    un calcio sul ginocchio e la feci rotolare per terra, sulla schiena. Le
    ordinai di leccarsi i piedi per bene, e di fissarmi negli occhi mentre
    lo faceva. Così iniziò col leccare prima la caviglia, poi la pianta del
    piede e alla fine le dita, badando bene di pulire il sudore misto al
    laniccio del calzini che s’era insediato in mezzo ad esse. Leccava con
    foga e sbavava come un cane; con la mano libera provò a toccarsi la
    figa ma la bloccai con un forte schiaffo sulla faccia.
    “Ti masturberai
    solo quando te lo dirò io, stupida larva.”
    Detto questo riprese la sua
    attività di pulizia dei piedi, soffermandosi a lungo su ogni dito. La
    situazione iniziava ad eccitarmi parecchio, infatti decisi che era ora
    di mettermi un pochino a mio agio. Mi spogliai competamente sedendomi
    davanti a lei, massaggiandomi il cazzo con lo stesso ritmo che lei
    usava per succhiarsi le dita. Andammo avanti cosi per una diecina di
    minuti, quando in preda all’orgasmo, le saltai sopra e le venni in
    bocca.
    Subito dopo aver versato l’ultima goccia di seme, le sputai in
    bocca in segno di dominanza; poi la obbligai ad ingoiare il mio sperma
    tutto d’un fiato, tappandole naso e bocca. La sua gola emise un suono
    parecchio succinto, che personalmente mi eccitò ancora di più. Appena
    ingoiato il tutto riaprì la bocca e mi fece vedere che non c’era piu
    niente, così per ringraziarla le strizzai quasi a morte il capezzolo
    destro, facendola quasi sobbalzare. Andai a sedermi sul divano e la
    feci sedere vicino a me. Aveva un odore di sudore marcio, evidentemente
    la corsa di poco prima aveva accentuato lo sporco che aveva addosso da
    giorni, rendendola quasi un maiale.
    La feci alzare in piedi e senza
    pensarci due volte le passai la lingua su vari punti del corpo per
    assaporare meglio quel “nettare”; leccai con cura tette, collo,
    ascelle, figa, culo e schiena, assaporando con cura il suo dolce sudore
    acre.
    Mentre facevo questa operazione le infilai 3 dita nella fica
    ormai grondante di eccitazione, badando bene di infilarle quasi
    completamente dentro, per provocarle dolore. Ma la cagna era addestrata
    bene, e invece di lamentarsi, lanciava gridolini di piacere
    assecondando i miei movimenti. Decisi di farla venire così, con 4 dita
    nella fica e una mano al collo che le ostruiva parzialmente la
    respirazione. Venne in un urlo strozzato in gola, bagnando di umori il
    pavimento, che poi le feci leccare a forza di calci subito dopo.

    Lasciai quella cagna in salotto ad ansimare nei suoi umori e decisi di
    andare in cucina per prepararmi qualcosa. Con molto stupore vidi che la
    troietta mi venne dietro come un cagnolino, aspettandosi qualcosa dal
    sottoscritto. Nel tagliare il formaggio per l’insalata di riso mi venne
    una bellissima idea. Le sferrai un calcio sulla faccia, facendola
    piombare per terra a pancia sotto, poi salendole sopra con forza
    iniziai a prenderle a pugni la schiena. Dopo qualche minuto di
    riscaldamento, decisi che era giunto il momento di passare un piccolo
    limite. Con il coltello le procurai piccole ferite su schiena, cosce e
    polpacci, dove riversai una piccola quantità di sale fino.
    La cagna in
    un primo momento urlò non poco, poi man mano che mettevo sale nelle
    ferite, trasformò il suo grido in un gemito di piacere, arrivando a
    pregarmi di tagliare piu in profondità con il coltello. Le feci circa 5
    ferite in tutto, riempiendole per bene di sale, facendo arrossare la
    sua pelle praticamente subito. Mentre la vacca si contorceva dal
    dolore, mi misi a gambe aperte davanti alla sua faccia, schiacciandole
    il viso contro il mio buco del culo. Capì subito che doveva fare, e
    iniziò a passarmi la lingua prima intorno, poi direttamente sul
    buchino. Mentre leccava, con una mano le reggevo il collo stretto, e
    con l’altra la schiaffeggiavo sulla schiena, dove aveva più ferite.
    Sentivo la sua lingua che puliva per bene tutto, dalle palle al culo,
    senza mai fermarsi. Mi allargai il culo il modo che potè entrare con la
    lingua dentro; questa cosa mi procurò un erezione immensa, e dovetti
    trattenermi dallo sborrare senza nemmeno toccarmi il cazzo. Dopo una
    mezzoretta di leccatine in profondità, decisi che era arrivato il
    momento di godere. La presi per i capelli e senza badare a dove la
    sbattevo la misi faccia a terra.
    Le infilai con forza il cazzo nel
    culo, badando bene a non lubrificarlo con niente, entrando dritto e all’
    improvviso. Doveva avere il culo vergine, perché era molto ma molto
    stretto, e il mio cazzo faceva fatica a muoversi dentro. Poco dopo
    mentre la inculavo con forza, presi una forchetta e iniziai a pungerle
    schiena e gambe, mettendoci molta forza.
    Fu così che mi ritrovai ben
    presto con parecchio suo sangue addosso, dato che la cagna, come
    percepiva che le stavo per pungere, faceva forza contraria con il corpo
    per ricevere un colpo più forte. Le sborrai in culo dopo una ventina di
    minuti e parecchie forchettate sul corpo. Appena mi alzai notai che la
    stronza aveva due dita nella fica e si stava masturbando mentre leccava
    da terra il suo sangue che le colava dalla schiena. Per concludere la
    cosa le pisciai in gola, badando bene a tapparle il naso in modo che
    doveva ingoiare man mano il piscio senza pause. Appena finito, prima di
    mandarla via sbattendola fuori casa, volli assaggiare la sua fica,
    impregnata di umori e sudore, e devo dire che aveva un ottimo sapore.
    La feci rivestire e le diedi un paio di schiaffi in faccia, sputandole
    addosso.
    “Corri a casa e attendi, stupida larva”.
     
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