Strani avvenimenti al ristorante

storia vera

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Group
    Fan
    Posts
    74

    Status
    Il fuoco.
    Avete mai provato la sensazione del fuoco?
    E’ una cosa parecchio strana, soprattutto se lo si prova per una “situazione”. Si esatto, situazione.
    All’uomo eccitano le situazioni, persone e sensazioni che lui proietta nella sua mente tramite la fantasia, e credetemi quando dico che con la fantasia si può fare qualsiasi cosa. E’ una cosa cosi intima la fantasia, che va oltre l’immaginazione, perché a differenza di quest’ultima, la fantasia è qualcosa che si basa su uno spiraglio di verità; è quello lo scatto che fa scattare l’eccitazione, è quella la sottile linea che demarca la realtà e la follia.
    Tutti gli uomini immaginano, ovviamente in modo diverso.
    C’è il coglioncello che guarda la moto GP e il calcio che immagina cose scontate, cose banali; scoparsi Belen e altre zoccolette della televisione per esempio, tutte fantasie che agli occhi di una persona con piu “sale” in zucca sono semplicemente patetiche.
    Le cose più eccitanti, piu coinvolgenti, nascono dalla vita di tutti i giorni, con persone / cose che possiamo elaborare sul momento. Ecco spiegato perché il porno “amatoriale” ha molto piu mercato del porno “d’autore”.
    Personalmente mi eccito più a guardare una ventenne mezza imbranata che biascica 4 parole ridendo davanti ad una cam amatoriale, che Selen che prende cazzi in tutti i buchi, venendo persino doppiata mentre fa i versi di godimento. Al limite del comico praticamente.
    E’ da qui che oggi nasce la nostra storia.
    E’ un tranquillo sabato dei primi di maggio, uno di quei giorni, dove la voglia di non far niente e l’ormai inoltrata primavera si combinano cosi bene assieme da formare una tiepida e rilassante giornata. Come sempre il ristorante giapponese è d’obbligo per la nostra comitiva d’amici, tutti diversi d’età ma legati profondamente dalla straordinaria passione per il Netgaiming. Ma questa è un’altra storia.
    Tra la solita comitiva quasi fissa, c’è una novità, Marta. E’ una ragazza di 22 anni, piccola, minuta e molto ben fatta. Capelli mori lisci e ordinati, occhi vispi, un bel seno rotondo, un culetto da capogiro e dei piedini piccoli e ben proporzionati. Anche se è nuova e non conosce quasi nessuno, Marta si fa facilmente strada tra le stravaganti discussioni della tavola, ridendo e scherzando con tutti, come se li conoscesse da anni.
    Marta ha un carattere strano, dall’esterno sembra riservata e molto timida, ma con un pochino di confidenza diventa un’interlocutrice di prim’ordine, attenta e precisa in ogni tipo di risposta. Ha una particolarità: è bisessuale. Questa “particolarità” però, non l’ha mai esplicata in modo completo, limitando le sue esperienze solo a baci con la lingua, senza però andare oltre, un pochino per paura o forse semplicemente per mancanza della persona giusta. Ultimamente però, la sua attrazione per le ragazza è notevolmente cresciuta, passando da un atteggiamento piuttosto platonico, ad un desiderio prettamente sessuale. Tante volte si scopre a fissare il culo delle ragazze per strada, a immaginarle le tette, la forma dei capezzoli, la grandezza delle grandi labbra; tutte cose che da un pochino la lasciano interdetta per via della “poca esperienza”, ma dall’altro le fanno letteralmente inzuppare la fica di umori.
    Proprio l’altro giorno mentre leggeva una rivista gli occhi le sono caduti sulla pubblicità di un intimo da donna; fissando per quasi 5 minuti la bellissima modella bionda che mostrava con garbo a gambe aperte un perizoma nero, si è eccitata. All’inizio ha solamente giochicchiato con in clitoride da sopra il pigiama, badando bene di essere chiusa dentro la camera e sotto le coperte, per attutire eventuali rumori strani, poi dopo essersi resa conto di essere al “sicuro” ha dato vita ad un vero e proprio show.
    Si immaginava le situazioni più disparate, questa modella bionda che nei panni di una splendida Mistress in abiti di pelle attillati, che la legava stressa ai polsi e alle caviglie obbligandola a leccare prima il tacco delle scarpe, poi i piedi sudati. Era una situazione parecchio eccitante, lei legata per terra con delle corde che le stringevano caviglie e polsi quasi a strapparle la carne, mentre la dominatrice si divertiva con lei. Arrivò ad immaginarsi persino che la Mistress, stanca ormai della pulitura delle sue divine estremità, la costringeva con calci e schiaffi sulla fica e le tette, a subire uno stimolante Facesitting. Si faceva leccare il culo aprendoselo con le dita per facilitare l’ingresso della lingua, riversando i suoi umori in quella boccuccia innocente e affamata. La biondona venne con tanto di squirt finale, inondandola di umore di figa fin dentro il naso e la gola.
    Immaginando questo Marta diede un colpo secco alla sua fica ormai grondante, infilando 3 dita. Stava godendo come mai aveva fatto prima da sola. Si sedette sul letto sulla punta dei piedi, favorendo con la forza di gravità la penetrazione della sua mano nella figa; inserì un quarto dito gemendo e urlando come una puttana di strada, sbavandosi le tette e sputandosi sulla peluria della fica per favorire la penetrazione estrema.
    Per completare il quadretto, si infilò un Uniposca nel culo, muovendolo su e giù quasi fino a farlo combaciare con le dita sul davanti. Dopo circa 5 minuti venne. Fu un’orgasmo strano, perché bagnò parecchio il letto; inzuppò con lo squirt lenzuolo e pigiama, inondando la camera di quel buon odore inconfondibile di fica calda. Mentre aveva ancora le contrazioni, si mise a leccare e ripulire il lenzuolo, degustando i suoi umori con la lingua, godendo ancora di più.
    Da quella sera nella sua piccola testolina s’era insidiato il tarlo. Doveva realizzare le sue fantasie al piu presto, non ne poteva piu di martoriarsi la fica con dita e pennarelli, le serviva qualcosa di concreto, uno sfogo.
    Il pranzo procedeva benissimo, c’erano diversi tipo di sushi tutti molto buoni, una vasta scelta era unita ad un grande qualità.
    Ad un certo punto, Francesca, una ragazza che era li a tavola, decide di andare in bagno, lanciando un’occhiata parecchio ambigua a Marta. Marta aveva già potuto apprezzare la bellezza di Francesca, ammirandone il fisico da appena si erano conosciute, poche ore prima. Una ragazza bionda sul metro e settanta, seno piccolo ma gradevole, gambe lunghe, culo piccolo e sodo e degli arrapanti piedini custoditi da splendidi sandali, che emanavano un forte odore di pelle riscaldata.
    Si alza. Le passa davanti. Siccome il tavolo è posizionato in terra come le tradizioni antiche giapponesi, per alzarsi bisogna passare in spazi molto stretti che favoriscono il contatto umano, e Marta può percepire molto in lontananza l’odore della sua fica.
    Francesca scompare nel sottoscala che conduce al bagno, lasciando una scia di profumo quasi invitante. Marta prosegue a mangiare, ma un’idea ha iniziato a fare capolino nella sua testa, un’idea concreta, un’idea ai limiti della follia. Ci pensa, ci ripensa, niente da fare, ormai il suo cervello è focalizzato solamente sul desiderio, sulla passione. Un fuoco arde dentro di lei, ormai è partita.
    Decide di andare al bagno, quindi seguire Francesca a distanza di 1 o 2 minuti. Si alza, sorride agli altri seduti, e con un gesto atletico è fuori dal tavolo.
    Percorrendo i gradini del sottoscala gli vengono in mente moltissime cose, si da della stupida più volte perché per lei questa è una cosa nuova, una cosa che non fa tutti i giorni. Seguire le ragazze al bagno.
    Il sottoscala forma una curva a chiocciola, arrivando ad un ambiente molto più grande parecchi metri sotto terra. L’odore non è dei migliori, è un misto tra disinfettante, piscio e vari odori della cucina sovrastante. Marta avanza piano piano, anche perché c’è poca luce a sua disposizione; dopo pochi metri arriva all’antibagno, finalmente un ambiente piu ricco di luce. C’è un lavandino poco invitante sulla sinistra, una porta grossa sul davanti con scritto ONLY STAFF e due piccole porticine sui lati.
    La porta sulla sinistra è il bagno degli uomini, da dove arriva un forte odore di cazzo misto a piscio, un odore che non schifa del tutto Marta, anzi la incuriosisce, avendo avuto sempre un’attrazione strana per odori e puzze. Gli torna in mente quando una volta in gita aveva rubato i boxer sporchi di un amico, si era chiusa in bagno e si era masturbata violentemente come un animaletto, arrivando anche ad inserire nella fica grondante, parte dell’indumento.
    Di Francesca, almeno a prima vista, non c’era traccia.
    Marta iniziava ad essere eccitata, questa situazione un pochino strana, incerta, gli aveva smosso gli ormoni. Arrivò alla porta del bagno delle donne, la aprì e Francesca le si parò davanti come un fantasma.
    “Ei ma che fai mi segui?” disse lei.
    “Ehm no, cioè bo… no avevo solo bisogno di andare al bagno” balbettò Marta abbassando lo sguardo.
    “Di andare al bagno eh…è per questo che è da quando mi hai conosciuta prima non fai altro che fissarmi i piedi, il culo e le tette? Disse con un tono acceso.
    Marta non sapeva che dire. Una parte del suo cervello voleva ammettere le “colpe”, un’altra provava vergogna e imbarazzo per quella situazione strana e poco chiara. Ripensò a tutte le pippe mentali che s’era fatta nell’ultimo periodo, al tipo di situazione che a mente fredda avrebbe sicuramente classificato come “un’opportunità da non perdere”. Decise di fare la strada più facile.
    “Si hai ragione. Mi ecciti troppo, da appena ti ho visto non faccio altro che guardarti i piedi, il culo ed a immaginarmi la tua fica e le tue tette”.
    Attimi di silenzio ci furono dopo queste parole secche e mirate.
    Attimi rotti solamente da una risata quasi isterica di Francesca, che fissando Marta gli fece cenno di entrare in bagno. Chiuse la porta dietro di se, assicurandosi bene di aver fatto scattare con cura il catenaccio. Marta incredula si sistemò ad un lato del bagno come un bambino piccolo che aspetta una punizione dalla madre.
    “Bene allora, inizia con accucciarti ed aprire la bocca allora” Disse Francesca con tono autoritario.
    Marta ubbidì, senza forzature, dentro di lei era contenta ed eccitata a mille, non aspettava altro. Questa situazione era capitata proprio nel momento giusto, era cosi presa che pensava di sognare, di svegliarsi da un momento all’altro nella sua cameretta e di aver perso per sempre questa sensazione di piacere. Si mise in ginocchio, alzò la testa e aprì la bocca, come fanno i cani quando attendono qualcosa dal padrone.
    Francesca posò la borsa in terra, si raccolse i capelli sul collo come fanno le ragazze quando stanno per bere ad una fontanella, si avvicinò a Marta e le riversò in bocca una grande quantità di saliva, emettendo un suono non troppo da signorina. Marta senza farsi troppe domande ingoiò il frotto di saliva, assaporando per bene il tutto. Aveva un retrogusto di gomma alla fragola.
    Francesca fomentata dalla situazione, rovesciò una seconda e una terza ondata di saliva verso Marta; la prima la colpi in pieno viso, colandole sulla faccia, la seconda le entro tutta in gola, facendola sussultare. Marta era quasi in overdose, non capire piu niente. Era cosi presa dalla cosa che raccolse con le mani la saliva colatale addosso, e la leccò, arrivò persino a leccare la saliva caduta in terra. Leccò il pavimento, oltre al sapore lontano della fragola, riconobbe un distinto sapore di piscio e sporco, che la face quasi vomitare.
    Francesca vedendola in terra le posò un piede sulla testa e la spinse in basso, Marta si trovò con la lingua bloccata tra il pavimento e il sandalo. Alzo la testa e con una quasi fame, si buttò sull’estremità di Francesca, che gradì non poco la cosa. Leccava tra le dita, leccava la suola di cuoio sia sotto che sopra, leccava a piu non posso. Col passare del tempo la suolà si ammorbidì sotto i colpi decisi della sua lingua, emanando un forte odore che la eccitò ulteriormente.
    Mentre faceva tutto questo, con la mano sinistra aveva iniziato a toccarsi sopra i pantaloni; si dava piccole strizzate al clito senza però andare oltre, le piaceva torturarsi cosi, per godere meglio. Francesca era ormai a suo perfetto agio, seguiva con occhi vigili ogni movimento che faceva Marta con la testa, assecondandola con i piedi, giocando con le dita a stringerle la lingua sia per terra che a mò di pinza. Marta riuscì ad avere un orgasmo cosi solamente stuzzicandosi la fica, tremando e gemendo piano piano. Francesca se ne accorse e fece pressione sul piede infilandoglielo completamente in bocca, facendo uscire parecchia saliva da quelle splendide labbra.
    Ma Marta voleva di più. Ormai era partita, voleva andare fino in fondo, nessuno poteva fermarla.
    Si tolse il piede dalla bocca, tossendo un po’ e rimettendosi bene la maglietta, ormai piena di chiazze di saliva.
    “Senti voglio che tu faccia una cosa per me disse, ti prego, non fare domande, fallo e basta.” Esclamò con un tono molto serio.
    “Cosa dovrei fare, sentiamo.” Disse l’altra.
    “Usami come cesso, umiliami e fammi sentire il tuo scarico”: disse Marta guardandola con aria di sfida.
    Francesca sorrise, la guardò qualche secondo poi annuì con la testa. Marta si girò con la schiena sul pavimento, riuscendo a sentire ormai benissimo il forte odore di piscio misto a quello della pelle umidiccia dei sandali. Francesca con estrema eleganza di abbassò i pantaloni ed il perizoma, appoggiando con cura la figa sulla bocca di Marta ed il culo sul suo naso.
    “Prima devi leccarmi. Essere il mio cesso dovrà essere un premio.”. Disse.
    Si lascio andare di peso sulla sua faccia, sbattandogli con forza la sua fica umidiccia sulle labbra. Marta iniziò a leccare a più non posso, alternava grosse leccate alla fica e diversi colpetti di lingua al culo, che man mano si stava aprendo aiutato dalla saliva. Aveva gli umori di Francesca che le colavano sulle guancie e il collo ormai. Respirava solamente i suoi odori, si sentiva al settimo cielo; con l’altra mano ormai aveva messo 3 dita nella sua fica e senza badare troppo alla situazione, si stava sditalinando con forza. Francesca emetteva dei gridolini piccoli e sensuali, soprattutto quando Marta le mordicchiava le grandi labbra e le infilava dita davanti e dietro.
    Aveva assunto un ritmo sussultorio sulla faccia di Marta, godendo come una pazza. Dopo qualche minuto di penetrazione vaginale ed anale, Francesca venne in faccia a Marta, squirtando come una pazza. Marta badò bene di non far sprecare nemmeno una goccia di liquido, pulendo fica e pavimento.
    Francesca poi si girò di 360’ e trattenendo per il collo Marta si preparava a pisciarle in gola. Marta spalanco per bene la bocca, Francesca le stringeva il collo con una mano aumentando il piacere della piccola masochista. Inizio a uscire la pioggia dorata, che come previsto centrò la bocca e quindi la gola di Marta, che mandò giù tutto senza problemi, non facendo uscire nemmeno una goccia. Francesca le aveva stretto cosi forte il collo che la faccia di Marta era diventata quasi viola, ma questo non le aveva di certo impedito di godere, infatti aveva avuto due orgasmi, uno più forte dell’altro. Francesca si rialzò, si rivestì con cura e aiutò Marta a rimettersi in piedi.
    Marta era stordita, un po’ per la presa al collo, un po’ per le esperienze forti che aveva appena provato. Francesca si avvicino a lei e la bacò, leccandole la faccia e succhiandole la lingua. Avevano in bocca un sapore strano, piscio misto a sputo e cuoio, una cosa che non si sente tutti i giorni. Marta si sciacquò la faccia nel lavandino dell’antibagno, dandosi una ricomposta. Prima di affrontare la scala a chiocciola Francesca si girò verso di lei, fece il gesto per sputare e subito Marta si mise a bocca aperta sotto di lei; un fiotto trasparente di saliva si trasferì dalla bocca della prima, alla bocca della seconda.
    Marta con un cenno di approvazione, raccolse parte di quella saliva con una mano, e se la mise sulla peluria della figa, Tornarono di sopra senza che nessuno si accorgesse di nulla, dato che a tavola i discorsi e la fame avevano mascherato benissimo la loro assenza ingiustificata.
    Marta passò tutto il pomeriggio con le mutandine fradice di saliva di Francesca. Quando di pomeriggio poi torno a casa, si sparò un lungo e meritato ditalino giocando ad infilare e togliere le mutandine nella fica. Dopo 10 minuti circa venne in un getto assurdo, che sporcò il letto e parte del pavimento della camera.
    Inutile dire che leccò tutto con molto gusto.
     
    Top
    .
0 replies since 12/7/2012, 16:58   4894 views
  Share  
.