il potere logora, finché non inizi a prenderci gusto

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar
    Group
    Member
    Posts
    1,408

    Status
    Ero appena arrivato in quell’ufficio, assunto da poco a 30anni ero il più giovane, i colleghi erano quasi tutti molto più grandi di me e, a parte i buoni rapporti di lavoro, avevo ben poco in comune con loro.

    L’unica con la quale si stabilì una certa amicizia, e poi intimità, era Veronica aveva 40anni, sposata con due figli, ed era simpatica, fisicamente gradevole, ma si vestiva sempre un po’, come dire, troppa seriosa. Con lei mi trovai subito a mio agio, mi piaceva, fisicamente ed intellettualmente, poi il fatto che fosse felicemente sposata la rendeva ai miei occhi inaccessibile a qualunque coinvolgimento romantico-erotico, per cui la simpatia fu subito priva di doppi fini.
    Il lavoro ci faceva passare molto tempo assieme, e via via l’iniziale simpatia si trasformò in vera e propria amicizia. Io le raccontavo le mie disavventure sentimentali e lei mi confidava dei soliti problemi che sempre ci sono in famiglia. L’amicizia era talmente limpida che spesso e volentieri ci si scambiava SMS di saluto o di scherzo anche durante il fine settimana.

    Un giorno durante una dura giornata di lavoro, la vedevo più tesa e nervosa del solito, così gli dissi:
    - anticipiamo la pausa caffè?
    - si, dai, non riesco proprio a concentrarmi oggi…
    Uscimmo così per andare al solito bar vicino, ci sedemmo e ordinammo, mentre aspettavamo i caffè, vedevo che il cambio d’aria non le aveva giovato ed aveva ancora su un muso lungo che non mi piaceva affatto, così provai con una battuta:
    - dovresti fare un po’ più sesso con Davide (suo marito), almeno arriveresti un po’ più distesa al lavoro!
    - ah… ah… ah… simpatico come sempre. E poi, fosse per me…
    e lasciò cadere la frase così, evitando di guardarmi in faccia.
    Mi ero cacciato nel solito ginepraio! Che fare ora, entrare in argomento e provare a parlarne o lasciar cadere le sue parole?
    In tutti i casi sarebbe stato un possibile insuccesso, o ci facevo a figura del ficcanaso o passavo per insensibile a quella che poteva anche essere una specie di richiesta d’aiuto da parte di un’amica. Visto che il pericolo è il mio mestiere decisi di indagare:
    - dai, non mi dire che hai problemi a “sedurre” tuo marito, non ci credo nemmeno se lo vedo!
    - non è questo…
    - aah… volevo ben dire…
    - è che non mi vede più come un tempo, sarà forse che sono invecchiata o imbruttita, non so, ma non cerca più di sedurmi, mi da per scontata, ecco.
    - mmm… sarà lo stress… capita, ma passa. Di sicuro, a guardarti, non è un problema di età, tantomeno di bruttezza, sei uno schianto, e lo sai.
    - grazie, sempre galante… però non so se è una cosa passeggera, prima era anche un tipo geloso, mi stressava sempre se per caso mi vestivo un po’ troppo sexy, o se mi sentiva parlare al cellulare con qualche collega fuori orario di lavoro. Ora più nulla…
    - vabbe’… avrà capito che i colleghi hanno bell’e raggiunto la pace dei sensi…
    - ahahahah… già… pensa che l’unico “segno di vita”, lo ha avuto l’altra sera, eravamo in macchina che tornavamo a casa, e mi è scappata una risatina per un SMS che mi avevi mandato tu, ha iniziato a chiedere “chi è, cosa vuole, come mai ti fa ridere? ecc…” e nche la sera a cena è stato un po’ più presente, dopo molto tempo ho avuto l’impressione che fosse più interessato a conversare con me che a quello che aveva nel piatto.
    - beh… se è per così poco, che ci vuole? Basta che mi fai sapere quando hai voglia farti sedurre ed io ti mando SMS, sinché non si ingelosisce e ti salta addosso.
    - ahahahahah… che scemo, magari funziona!?!?! Comunque sei riuscito a farmi sorridere. Grazie.
    - ma ti pare… ahahahahah…
    chiudemmo lì la conversazione, pagai i caffè e ce ne tornammo in ufficio. In effetti in qualche mdo ero riuscito a farle tornare il buonumore, ed il resto della giornata scorse tranquilla.

    Tutta la settimana era passata via tranquilla, il venerdì sera, mentre tornavo a casa ero stanco ma sereno, non avevo programmi per la serata e mi sarei potuto dedicare a cucinare, mangiare, magari uscire per un caffè dopocena senza dovermi preoccupare neppure dei piatti da lavare, che avrei tranquillamente potuto rimandare all’indomani.
    Entrato in casa, mi metto comodo e, inizio a darmi da fare per la cena, Tv accesa come sottofondo sul solito quiz preserale, un assaggino di tanto in tanto mentre cucino e intanto rispondo a voce alta alle domande che il conduttore fa a quel tontolone del concorrente.
    Saltate le verdure, con abbondante peperoncino, per la pasta , che intanto avevo già buttato nell’acqua, non mi restava che aspettare. Mi sono seduto un attimo sul divano, poi mi son reso conto che non avevo a portata d’occhio il cellulare, allora mi alzo e lo vado a cercare, lo avevo lasciato vicino alle chiavi all’ingresso. Mentre mi sto risedendo sul divano vedo che c’è un SMS di Veronica:
    “oggi ci vorrebbe uno dei tuoi “sms”, stiamo andando a cena fuori, siamo passati in macchina davanti al posto dove abbiamo fatto l’amore la prima volta. Quando gliel’ho fatto notare mi ha risposto quasi freddamente “già… quanti secoli”“
    Sorrisi e risposi di getto:
    “Colpa tua, dovevi provocarlo. Se gli dicevi “sai, qui una volta ho fatto l’amore con uno. Non è stato un granché!” avresti visto che reazione!!! ahahahah”
    Inviato, mi sono alzato, posando il cellulare sul tavolino, per andare a controllare la pasta. Quasi pronta. Allora mi dedico ad apparecchiare il tavolo, sono solo e potrei benissimo limitarmi ad un piatto, bicchiere ed una forchetta, tanto l’etichetta non conta, però ho voglia di fare le cose per bene e poi mi accorgo di avere una gran fame. Allora dal frigo tiro fuori un po’ di salumi e formaggi per prepararmi anche un antipastino. Mentre preparo la tavola sento la vibrazione del cellulare amplificata dalle vibrazioni che provoca sul tavolino.
    Abbandono i salumi, vado a vedere chi mi cerca. Magari qualche amico che organizza la serata. Niente, è di nuovo lei:
    “ahahahah… il solito scemo. Però sta funzionando, come l’altra volta ha notato che ho sorriso e mi ha tempestato di domande. PS come facevi a sapere che non era stato un granché?”
    Risi di gusto mentre rispondevo:
    “la prima volta coi mariti è sempre così… infatti ci si sposa per vedere se migliora!!! Ahahahah”
    Ho tirato il cellulare sul divano, così non avrei sentito nemmeno la vibrazione e mi dedicai a mangiare, la fame era aumentata mentre la cucina si riempiva dell’odore delle verdure saltate.

    Mi sono seduto a tavola ma, appena presa la forchetta in mano, mi è venuta la curiosità di sapere com’era andata a finire col marito di Veronica. Ho recuperato il cellulare dal divano e mi sono rimesso a tavola, mentre assaporavo il primo boccone leggevo il suo ultimo messaggio:
    “gli ho detto che eri tu, e della battuta sulla prima volta coi mariti. Ha riso, ma si vedeva che era una risata finta, in faccia è livido. Ahahah… se continua così altro che attenzione alla conversazione, qui ci scappa “qualcosa”. A più tardi”
    “a più tardi”? mi vuole fare le cronache della serata? ho non mi sono risposto e gli ho scritto:
    “prova a provocarlo un po’ durante la cena… magari al ritorno si ferma in quel posto… ahahaha”
    Finito di cenare, ho deciso di cambiare programma, lavo i piatti e poi mi metto davanti alla Tv, l’indomani si prospettava una giornata di sole e sarei potuto uscire a fare una passeggiata e godermi la mattinata. Alle 23 ero già a letto e, dico la verità, prima di addormentarmi mi sono chiesto come fosse finita la serata di Veronica.
    La risposta l’ho avuta la mattina alle 8 quando mi sono svegliato, il led del cellulare lampeggiava, mentre realizzavo che a quell’ora non poteva essere che un SMS di Veronica mi accorsi anche di avere una certa erezione, la situazione iniziava effettivamente a stuzzicarmi, inizio a toccarmi con la mano sinistra, mentre con la destra prendo il cellulare. C’erano 2 messaggi:
    3:05 “ho seguito il tuo consiglio. Ha funzionato, al ritorno ci siamo fermati ed è stato particolarmente passionale… ora mi sto preparando per andare a letto mentre lui parcheggia… magari ci scappa il secondo round… hahahahahah”
    4:03 “wow… altro che secondo round… è stato proprio un combattimento… e lui è andato al tappeto… ahahahah… chissà perché te lo dico a te poi? Sarà colpa del vino a cena!”

    Un po’ intrigato ed un po’ preso dall’erezione che intanto, con il lento massaggio, era cresciuta, risposi con la prima cosa che mi venne in mente:
    “se continua così mi dovrete assumere come consulente sessuale di coppia… però dovremmo concordare un “compenso”… ahahahah”
    Subito dopo averlo mandato me ne pentii, poteva essere frainteso e, poi, era troppo presto per risponderle, il marito avrebbe potuto perdere la pazienza. Invece:
    “se il risultati sono questi… considerati assunto!!! per il compenso… l’accordo si trova!!! Ahahahah… ps: Buongiorno, com’è andata la serata?”
    Evidentemente il gioco le piaceva, quindi decisi di giocare:
    “la serata è stata tranquilla, cena e a letto presto. Il risveglio è stato meno tranquillo, a causa di una certa signora, che non trova di meglio che raccontarmi le acrobazie col marito, mi sono svegliato con una certa “voglia”, il che non è il massimo quando ci si sveglia da soli… ahahahah… ps: ma tuo marito non si arrabbia che di primo mattino stai già massaggiando con me?”

    Ora, pensando a Veronica alle sue forme, un fondoschiena ancora sodo con fianchi solo appena allargati dall’età e la gravidanza, il viso rotondo e quelle labbra, ne troppo sottili ne troppo pronunciate, mi stavo lentamente masturbando. La passeggiata si poteva rimandare un po’. Ma, proprio quando mi stavo perdendo completamente nelle mie fantasie, squillò il cellulare. Richiamato alla realtà guardai il display, era lei che mi chiamava, presi il cellulare e risposi con la mano destra, mentre con la sinistra proseguivo il lento massaggio anche se non era certo una finezza masturbarsi mentre si parlava con un’amica, risposi:
    - pronto… ‘chè rompi all’alba???
    - Ahahahahahah
    - che c’è da ridere, allora… tuo marito non si incazza?
    - ahahah… no, è fuori che traffica col giardino.
    - ridevo per il tuo risveglio con le voglie…
    - c’è poco da ridere… tu soddisfi le tue voglie con tuo marito grazie a me, e a me vengono voglie in soddisfabili per colpa tua...
    - ahahahah… già, la si può vedere anche in questo modo…
    - già…
    - comunque ti devo ancora ringraziare per le dritte, in Davide si è risvegliato “qualcosa”, ed era da tempo che non lo facevamo così…
    - aspe’… non vorrai mica iniziare a raccontarmi la tua notte di sesso?
    - che c’è di male, magari ti aiuta a placare le tue voglie, puoi sempre toccarti… ahahahahah
    - se la metti così… sappi che lo stavo già facendo prima che chiamassi… e non ho smesso…
    - …
    Restò in silenzio, forse ero stato un po’ troppo diretto, ma era stata lei a provocarmi e non sarei stato certo io ad arrendermi per primo, per cui:
    - che c’è… ti è mancata la voce? Non mi dire che prima mi racconti i tuoi segreti più intimi… e ora sei scioccata per così poco? Sono un uomo anch’io, non sono fatto di legno…
    - hai ragione, forse non dovrei dirti queste cose, ma con te mi sento libera e… e poi, devo essere sincera, era bello agire senza pensare, seguendo i consigli che mi davi tu… e… non sono scioccata perché sei eccitato, è che mi sono sorpresa ad essere lusingata dal fatto che lo fossi a causa mia…
    - non fare la falsa modesta con me, lo sai benissimo di essere una bella donna.
    - si, forse lo so, ma ogni tanto me lo scordo, e se me lo sono ricordata, e soprattutto se l’è ricordato mio marito è grazie a te…
    - e quindi?
    - quindi mi piacerebbe raccontarti cosa è successo ieri…
    - e se rientra e ti trova a raccontare ad un altro uomo quello che fai con lui?
    - non c’è problema, stamattina si è svegliato “pieno di energie” ha detto, starà in giardino almeno un paio d’ore… vuoi ascoltarmi?
    - perché no?
    - e continuerai a toccarti?
    - a questo punto potremmo anche chiamare le cose col proprio nome, no? si, continuerò a masturbarmi!
    - si, forse hai ragione…
    - allora… che è successo di tanto interessante ieri sera?
    - si, ok, ecco… dopo gli SMS in macchina, lui era proprio arrabbiato, rodeva di gelosia. Ero proprio contenta, mi stava facendo sentire di nuovo bella e desiderabile, come non mi sentivo da tanto. Così durante tutta la cena mi sono ho cercato di fare come mi hai detto tu e di sedurlo. È stata una cena fantastica, lui pian piano si è sciolto ed ha iniziato a flirtare con me come non faceva da anni. Gli facevo piedino sotto il tavolo e ci baciavamo come due fidanzatini. Arrivati al dolce la sua mano era costantemente sulla mia coscia…
    - ti eccitava?
    - si…
    - ti stavi bagnando?
    - sempre diretto eh?
    - non si era detto di chiamare le cose col proprio nome?
    - si…
    - e allora?
    - allora che?
    - ti stavi bagnando?
    - si…
    - dillo!!!
    - si, ero già bagnata!!!
    - ooh… non ci voleva tanto… continua…
    - finito il dolce ci siamo baciati ancora, la sua mano è scivolata sotto la mia gonna, appena ha sentito la mia eccitazione ha subito tolto la mano, ha chiamato il cameriere ed ha chiesto il conto… e con una certa impazienza direi.
    - lo capisco… e tu non hai controllato la sua eccitazione?
    - ahahahah… non al ristorante. L’ho fatto appena siamo arrivati alla macchina, mi ha baciata, mi sono appoggiata alla portiera e lui si è appoggiato a me aderendo con tutto il corpo. La sua eccitazione era evidente. Ahahaha… sembrava addirittura più grande… ahahahah…
    - non è che sia proprio interessatissimo alle sue dimensioni…
    - ahahahah… paura del confronto…
    - me ne infischio dei confronti sulle misure… se mi stai raccontando queste cose è evidente che non sei alla ricerca di centimetri in più… per questo esistono dei giocattoli!!!
    - ahahaha… hai ragione… ancora una volta…
    - comunque… se non inizi a dirmi qualcosa di più interessante, riattacco, e mi riaffido alla mia immaginazione…
    - si, si… ora ti racconto. Appena siamo ripartiti lui mi ha subito messo una mano sulla gamba, e ha iniziato a risalire sotto la gonna sino alle mie mutandine e si è messo a giocare con l’elastico. Io intanto cercavo di arrivare alla sua patta per toccarlo…
    - toccare cosa?
    - il suo coso…
    - ci risiamo?
    - si scusa… il suo pene, cercavo il suo cazzo… così va bene?
    - si, continua pure… poi che è successo?
    - capivo che aveva difficoltà con le mie mutandine, così ho slacciato la cintura, ho fatto forza sui talloni sollevando il bacino e me le sono abbassate sino alle ginocchia e mi sono riseduta, alzandomi la gonna a metà coscia. Lui ha apprezzato parecchio ed ha inziato a frugarmi la cos… la figa…
    - brava, vedi che quando ti impegni ci arrivi da sola?
    - ahahahah… non ci sono abituata, però ci provo…
    - allora…
    - beh, intanto io ero arrivata al suo cazzo, glielo avevo tirato fuori e lo masturbavo… forse con troppa foga, perché ad un certo punto mi ha bloccato la mano. “amore, così vengo” mi ha detto, allora gli ho afferrato la mano con le mie e l’ho guidata verso il mio piacere…
    - una domanda…
    - si?
    - ora sei bagnata?
    - mmm…
    - è facile… si o no?
    - si…
    - perché?
    - come… “perché”?
    - perché sei eccitata… per i ricordi della serata, o perché li stai raccontando a me?
    - mmm… ora che mi ci fai pensare, forse un po’ tutt’e due…
    - e ti stai toccando?
    - certo che no… mio marito potrebbe sempre entrare in casa…
    - lo faresti se te lo chiedessi?
    - forse…
    - per stavolta non te lo chiederò… ma dovrai fare una cosa…
    - cosa?
    - quando chiudiamo la telefonata, dovrai andare da tuo marito e fargli sentire come sei bagnata, vedrai che apprezzerà…
    - ahahahah… ne sono convinta…
    - che è successo quando siete arrivati nel famoso “posto della prima volta”?
    - mi è letteralmente saltato addosso…
    - senza preamboli eh?
    - no, giusto il tempo di spostarci sui sedili posteriori. Non ha voluto nemmeno che mi spogliassi completamente, mi ha presa così, abbassando la spallina del top per farlo scendere ed arrivare ai seni… era molto appassionato, rude, al limite della violenza…
    - i particolari, a te piaceva?
    - si, ero eccitatissima...
    - a che pensavi?
    - non pensavo, mi godevo tutto, l’unico pensiero era che dovevo essere grato a te per tutto quello che stava succedendo…
    - quindi te la godevi pensando a me?
    - si, in un certo senso, si!
    - e poi?
    - poi è andato avanti per un po’, più del solito devo dire, poi mi è venuto dentro… non lo faceva da tanto… forse era talmente eccitato che non ha fatto in tempo…
    - no, ha voluto ristabilire il suo possesso, così facendo ti ha voluto ricordare che sei la sua donna…
    - beh, si… ha una logica…
    - e tu?
    - io cosa?
    - tu sei venuta?
    - si, mi è piaciuto molto…
    - non ti ho chiesto se è stato piacevole… sei venuta o no?
    - non proprio, è stato piacevole. Tutta la situazione lo era… averlo sentito venire dentro di me, mi ha quasi portato all’orgasmo… ma mi mancava qualcosa per venire, forse sarebbe dovuto durare un po’ di più, non so!?!?
    - qual è la prima cosa che ti è passata per la mente mentre lo sentivi venire dentro di te?
    - …
    - allora?
    - avrei voluto chiamarti per raccontartelo…
    - ecco cosa ti mancava!!!
    - tu?
    - qualcuno che capisse il tuo piacere…
    - si… ora ho voglia di toccarmi!!!
    - non lo fare…
    - non riuscirò a raccontarti cosa è successo al ritorno a casa se non mi tocco, sento che potrei impazzire…
    - non lo farai… tutta la situazione è certo intrigante, ma andiamo avanti da quasi un’ora, e il braccio mi si è stancato…
    - vuoi dire che ancora non hai finito di…?
    - di che? Di farmi una sega mentre parlo con te? Se vuoi risposte fai le domande giuste!
    - si, non hai ancora finito di masturbarti pensando a me?
    - no… e non intendo finire… finirai tu dopo pranzo, mentre mi racconti il resto… problemi?
    - ma…
    - niente “ma”… se vuoi continuare a raccontare dovrai farlo qui, ma in cambio ti darò un premio…
    - che premio?
    - prima dimmi se accetti… tanto tuo marito avrà certo qualche partita come al solito… no?
    - si, infatti… allora ok!
    - ok che?
    - ok, verrò a casa tua a masturbarti mentre ti racconto cosa ho fatto stanotte!!! Contento ora? Ma dimmi quale sarà il premio, sono curiosa come una scimmia, lo sai!
    - così va bene. Ti dirò il sistema per venire mentre ti scopi tuo marito!!
    - si… e quale sarebbe il sistema… ti chiamo mentre sento che sta per venire? Così ammazza me e poi anche te!!!
    - sarebbe da verificare chi ammazza chi! Comunque si, più o meno ci hai azzeccato… ora ti metti il cellulare in tasca e vai in giardino da tuo marito e gli fai sentire che sei bagnata e te rientrerai in casa, se non è pazzo ti seguirà. Qui tu dovrai sistemare il cellulare in una posizione dalla quale poterlo tenere d’occhio anche mentre ti fai scopare… scegli la posizione prima di uscire, così poi non perdi tempo… mi stai seguendo?
    - si, tutto chiaro, così tu mi potrai sentire…
    - esatto… farai in modo di farlo venire dentro… così stavolta quando sentirai di volermelo dire, penserai che ti sto già ascoltando e verrai anche tu!!!
    - ahahah… Questa voglio proprio provarla… Ma come ti vengono in mente?
    - tu non ti preoccupare di questo… pensa ai tuoi compiti che non sono ancora finiti…
    - si ti ascolto…
    - ti farai venire di nuovo dentro, ripeto… e quando verrai anche tu… dovrai ringraziarmi!!!
    - e come dovrei farlo?
    - semplice, urlerai tutto il tuo piacere con quanto fiato hai in gola, ricordandoti di ringraziare… tuo marito certo penserà che ce l’ahi con lui… invece tu e io sapremo la verità… un’altra cosa… quando andrai i bagno non ti dovrai lavare. Anzi metterai un assorbente interno e lo terrai sino a che non sarai qua. Tutto chiaro?
    - si, ci proverò…
    - se non ci riesci puoi pure restartene a casa e chiamare il telefono amico se hai voglia di parlare di sesso… la nostra amicizia non è certo in discussione, ma se vuoi che parliamo di sesso detto io le regole… ok?
    - ok… credo di averti capito… ora vado, ho già tolto suoneria e vibrazione… ora metto il cellulare in tasca.
    Non gli ho risposto, continuavo solo a massaggiarmi lentamente mentre ascoltavo, le voci sembravano lontane, ma comprensibili:
    - caro, stai ancora lavorando… non sei stanco?
    - ho quasi finito, che mi prepari per pranzo… lo sai che devo mangiare presto che poi ho la partita…
    - a dire il vero, al pranzo non ci ho ancora pensato… ma…
    - che fai? Sono tutto sudato, lasciami la mano…
    - ma, dicevo, qualcosa pronta per c’è già… stamattina mi sono svegliata così, ripensando a questa notte…
    - ah… però… forse è anche meglio del pra…. ma dove vai ora? Aspetta…
    si sentono i rumori di lei che corre verso casa, uno scorrevole che viene chiuso, del cellulare che viene appoggiato, un tonfo sul divano, di nuovo lo scorrevole che si apre… poi:
    - ma dove scappi? Non puoi andartene dopo avermi fatto sentire come sei… aspetta un attimo… e la tuta che fine ha fatto? E le mutandine?
    - mi davano fastidio… e visto che siamo soli oggi… non aveva senso portarli ancora… no?
    - mi piacciono queste iniziative…
    quello che segue è un susseguirsi, di ansimi, gridolini, e parole indistinte nella confusione del piacere… poi dopo molti minuti… la voce di lei, chiara e forte:
    - siii, lo sento… sento che si ingrossa… ti prego non uscire… vienimi di nuovo dentro… come ieri… ti prego…
    poi un urlo incredibile e, ancora:
    - siii… vengo… grazieeee, grazieee… grazieeee… farò sempre tutto quello che vuoi!!!
    - amore, sei stata fantastica…
    ho chiuso io la chiamata senza aspettare altro… aveva fatto più di quanto le avessi chiesto… mi aveva promesso obbedienza senza che glielo chiedessi.
    Non avevo più alcun dubbio che dopo pranzo avrei ricevuto la sua visita.
    Dopo mezzora circa mi arriva un SMS:
    “avevi ancora ragione, quando ho sentito che lui mi stava vendo dentro, non ho pensato solo che tu mi stavi ascoltando, ed è stato come hai detto tu… sono venuta anch’io… non vedo l’ora di essere lì”
    Ero compiaciuto, tutto si stava evolvendo velocemente. E la situazione prendeva una piega molto interessante. Risposi il più freddamente possibile:
    “ non mi interessa… se vuoi raccontarmi qualcosa vieni qui!!!”
    Ormai era tardi, ho definitivamente abbandonato l’idea della passeggiata, ho spento il cellulare e ho iniziato a darmi da fare per il pranzo, tra una cosa e l’altra, non avevo nemmeno fatto colazione, anzi, non avevo neppure preso un caffè.






    racconti erotici reali - lista migliori racconti erotici - esperienze erotiche - testi erotici - scrivere racconti erotici - racconto erotico la zia - racconti erotici incesti in famiglia - racconti erotici: sorella e fratello - racconti erotici: sesso con la cugina - padre e figlia - sesso tra madre e figlio

    Erano quasi le due del pomeriggio e non avevo fatto un bel nulla, dopo la lunga telefonata con Veronica sono rimasto a lungo nudo mentre giravo per casa o guardavo la tv, almeno fino a quando non era iniziato un programma di cucina e mi sono ricordato che dovevo pranzare. Solo allora ho messo su i pantaloni della tuta, non mi sembrava il caso di mettermi a cucinare nudo (so che molti lo trovano sexy, ma se sei da solo in casa è solo ridicolo, essere sexy per se stessi non ha senso) e poi mi è sempre piaciuta la sensazione che da lo sfregamento del tessuto sulla cappella quando ho un’erezione. Specie se l’erezione è prolungata nel tempo, e oggi erano ore che avevo un’erezione, che non accennava a passare.

    Ora finito il pranzo ero di nuovo seduto sul divano, fissavo la Tv senza guardarla. Ogni tanto sollevavo l’elastico della tuta e mi guardavo compiaciuto il sesso, la punta violacea, ci soffiavo sopra, l’aria fresca mi provocava un piccolo brivido e uno spasimo al pene che, sempre in erezione si ergeva verso la mano che tendeva l’elastico per poi ricadere sul ventre. Stavo diventando impaziente, sapevo che sarebbe arrivata, speravo solo che facesse presto.

    Mi ricordo che il cellulare è spento, ero indeciso se riaccenderlo, se mi aveva chiamato, gli sarebbe arrivato il messaggio che ero di nuovo raggiungibile, e avrebbe potuto scoprire la mia impazienza. “ma chi se ne importa” dissi a voce alta, mentre riaccendevo il telefono, pensasse pure ciò che voleva. La verità era che lei voleva raccontarmi le sue sensazioni, io ero disposto a farlo, me solo se fossi stato io a dettare le regole. Lei aveva accettato, ora doveva stare al gioco. Finito il riavvio mi sono subito arrivate 5 notifiche di chiamate, manco a dirlo erano tutte sue, e un SMS:
    “so che non dovrei scriverti, che dovrei essere già lì, ma ho avuto un contrattempo, lo so che non t’interessa che tipo di contrattempo per cui non te lo dirò… ahahahahah… solo tardo un po’… sarò lì verso le due”
    Non dovevo aspettare ancora molto quindi, ho abbassato la tuta ed ho iniziato a masturbarmi con estrema lentezza.

    Dopo cinque minuti, suona il campanello. Mi sono tirato su i pantaloni e sono andato ad aprire. Era lei. Ho lasciato la porta socchiusa, me ne sono tornato sul divano e l’ho aspettata col telecomando in mano.
    Lei ha scostato la porta, è entrata e ha guardato dietro la porta (forse si aspettava di trovarmi lì nascosto per farle uno scherzo), poi si è richiusa la porta ed è rimasta immobile. Non la guardavo, ma sapevo dov’era perché non avevo sentito alcun rumore di passi. Era titubante, aveva bisogno di un incoraggiamento evidentemente:
    - sei venuta per controllarmi l’ingresso… o per ringraziarmi? Se sei venuta per l’ingresso, lo hai visto e te ne puoi andare… s invece sei venuta per ringraziarmi, sai cosa devi fare!
    Non ha risposto, ma ho sentito il rumore dei suoi passi che si avvicinavano.
    - avevi ragione, non mi interessano i tuoi intoppi…
    - sc… scusa… ma mio mari…
    - non m’interessa ho detto… sei qui per raccontarmi qualcosa e ringraziarmi per il fatto di averti fatto godere mentre scopavi tuo marito o sbaglio?
    - si… sono qui per questo…
    - e allora che cosa aspetti… vuoi che venga io a prendermi il ringraziamento? Non sarebbe carino da parte tua costringermi a questo.
    Si avvicina al divano e mi dice:
    - cosa devo fare ora?
    - come… “cosa devo fare?” sei qui perché volevi parlarmi di come ti ha scopata tuo marito giusto?
    - s… si?
    - ti ho già detto cosa mi succede quando penso a te che fai sesso, no?
    - si, me lo hai detto…
    - e allora? Inizia pure se vuoi. Siediti pure vicino a me e inizia…
    - prima devo dirti che io non voglio tradire mio mar…
    - di tuo marito mi interessa veramente poco. Ora ti ribadisco il concetto. Se vuoi la mia amicizia, ce l’hai già, quindi puoi tornartene a casa e lunedì ci rivediamo a lavoro come se la notte di ieri e questa mattina non ci fossero mai state. Se, invece, vuoi che ti aiuti a godere devi fare quello che ti chiedo… allora… cosa vuoi da me?
    - che mi aiuti a godere…
    detto questo, si è seduta di fianco a me. In silenzio si fissava la punta dei piedi, poi si guardava intorno per tornare a fissarsi sui suoi piedi… dopo qualche istante che prendeva tempo il suo occhi si sono posati sul rigonfiamento della mia tuta…
    - allora… sei qui per parlare o per fissarmi l’uccello da sotto la tuta?
    - è che non so, da dove iniziare…
    - puoi iniziare da quando Davide è entrato in camera vostra stanotte…
    - ecco… si… avevamo fatto sesso in macchina, non lo facevamo da moltissimi anni… mi era piaciuto motlo…
    - bla… bla… bla… questo me lo avevi già detto… se vuoi farmi perdere l’erezione… sai dov’è la porta…
    - va bene… lui è entrato in camera, io ti avevo appena inviato l’SMS, per poco non mi scopre. avrei dovuto fare una doccia, ma non mi andava, volevo sentirmi ancora addosso il suo odore…. Dicevo? Ah si… lui è entrato, io ero nuda, a parte una sua vecchia maglietta che indosso come camicia da notte…
    - che carina… proprio come una ragazzina…
    - non prendermi in giro…
    - non mi permetterei mai… lo sai… ora però continua…
    - allora… lui è entrato, io con la sola maglietta addosso davo le spalle alla porta mentre sistemavo il letto… mi ha spinta sul letto, mi ha sollevato la maglietta sulla testa e mi si è buttato addosso… mi ha preso da dietro… mi ha proprio usata…
    - ah però il maritino… però tu stai solo raccontando… hai intenzione di ringraziarmi si o no?
    - si… ma cosa devo fare esattamente?
    - ok… il mio cazzo è duro… un braccio è ancora stanco da stamattina, l’altra mano mi serve per il telecomando… ora vedi tu…

    è rimasta ferma in silenzio per un attimo, poi ha allungato la mano verso il mio sesso, ce l’ha posata sopra, poi, dopo un mio sguardo interrogativo, ha iniziato ad accarezzarlo da sopra il tessuto.

    - beh?!?! È questo il tuo modo di dire grazie? Non ti va di vedere cosa tocchi?

    Non mi risponde, afferra l’elastico dei pantaloni con tutt’e due le mani e me li tira giù sino alle ginocchia, poi si appoggia con la spalla sinistra a me ed inizia a masturbarmi con foga con la mano destra.

    - non così veloce… più piano… ecco… così… brava, continua ora.

    Mi fissava il sesso, assorta nel suo nuovo compito…

    - cosa dicevo?
    - ti ha usata da dietro… ma dove?
    - come dove?
    - ok, chiamiamo le cose col loro nome… ti ha preso il culo?

    Non si aspettava la domanda, mi ha stretto forte e ha spinto la sua mano fino a schiacciarmi i testicoli, facendomi anche un po’ male…

    - ehy!!! vuoi stare attenta?
    - s… si… scusami… è che non mi aspettavo… sai…
    - ok, non te lo aspettavi… ma non ti ho chiesto giustificazioni, voglio sapere come ti ha presa!
    - eeehm… no, mi ha preso nel modo “normale” diciamo…
    - non ti prende mai nell’altro modo?

    L’argomento la turbava, aveva aumentato il ritmo della mano senza che le dicessi nulla.

    - ti ho già detto di andare più piano… allora? Te lo mette mai nel didietro?
    - eeehm… no… ci ha provato una volta, molti anni fa, ma mi faceva male e non ha insistito…
    - ecco…. Non gli piace conquistarsi le cose proibite eh?
    - ci hai preso in pieno…
    - quando ha finito…. Ti è venuto dentro?
    - no… stavolta è uscito in tempo…
    - e poi… insomma, ti devo interrogare?
    - no, no… ecco, mi ha schizzato sulla schiena… poi… poi si è ripulito sulla mia maglietta…
    - basta parlare di questa notte… dimmi di questa mattina…
    - di quando ci hai spiati?
    - io non spio nessuno!!! Sei tu che volevi essere ascoltata… comunque si… di quando ti sei fatta scopare da tuo marito perché io ti potessi far godere!
    - cosa vuoi sapere?
    - hai fatto quello che ti ho detto?
    - si… dopo mi sono messa subito l’assorbente interno… e ce l’ho ancora…
    - che sensazione ti da?
    - è tutto il giorno che mi sento bagnatissima, e più mi sento così, più mi eccito, e più mi eccito, più mi bagno… indescrivibile!!!
    - avresti voglia di toccarti?
    - si!
    - puoi farlo…
    La sua mano sinistra si è infilata immediatamente sotto la sua gonna, evidentemente non aspettava altro che gli dessi il permesso.

    - così però non è giusto, tu godi e mi puoi guardare… mentre io non posso guardare te!
    - mi devo spogliare?
    - no… basta che ti sollevi la gonna e ti tolga le mutandine…

    lo fa senza fiatare si alza un attimo per abbassarsi gli slip, si risiede stando attenta a piegarsi la gonna in vita… libera un piede dalle mutandine e allarga per bene le gambe.
    Il suo sesso è bello e curato, lascia un ciuffetto di peli ben definito appena sopra la figa…
    Cambia velocemente mano, inizia a masturbare me con la sinistra e se stessa con la destra.
    Inizia immediatamente a provare piacere, il suo respiro si fa più pesante, poi via via più corto man mano ch il piacere sale. Aumenta anche il ritmo con cui ci masturba, tanto che a un certo punto debbo afferrargli il braccio per farla rallentare.

    - ora voglio che, quando stai per venire, ti accucci sul tavolino di cristallo davanti a noi, ti levi l’assorbente e ti lasci andare masturbandoti sino all’orgasmo… mentre lo fai puoi smettere di masturbarmi… ma devi spalancare le gambe di fronte a me… ok?
    - non riuscirò a tenermi in equilibrio e continuare a masturbarti però…
    - quando sarà il momento, potrai interrompere, ma solo per il tempo necessario perché tu raggiunga l’orgasmo, poi dovrai immediatamente ricominciare… capito bene?
    - si… ci sono già!!!

    Non ha aggiunto altro, si è alzata mettendosi nella posizione che gli avevo detto… si è tolta l’assorbente, facendolo cadere sultavolino, ed ha preso a masturbarsi quasi furiosamente con la destra, mentre con la sinistra si reggeva per mantenere l’equilibrio.
    È venuta urlando, mentre sul cristallo gocciolavano i suoi umori misti allo sperma del marito.
    Tremava, perse quasi l’equilibrio e l’ho dovuta sorreggere mentre scendeva. Era frastornata, mi guardava con gli occhi lucidi, quasi piangeva per il piacere appena provato, il suo sesso gocciolava ancora.

    - beh… ti sei già scordata dell’accordo? Potevi venire, ma dovevi subito ricominciare… cosa aspetti?
    - s… si… si… perdonami ti prego…
    - avanti…
    gli ho detto allargando le gambe. Si è gettata in ginocchio ai miei piedi. Mi ha afferrato il pene alla base, poi ha avvicinato la testa e lo ha preso con la bocca. Per carità, l’iniziativa era lodevole, ma non era quello che le avevo chiesto, e io volevo godere come dicevo io. Le ho poggiato il mio piede destro sulla sua spalla sinistra e l’ho scacciata con una pedata.
    - come ti permetti? Mi sembrava di essere stato chiaro, io ti avrei ascoltato, ti avrei detto come godere e in cambio tu avresti fatto per me quello che dicevo!
    - m… ma… ma… io…
    - niente “ma”, era così… o no?
    - si…
    ha risposto abbassando la testa mentre si rimetteva in ginocchio avanti a me…
    - prenderai più di queste iniziative?
    - no… se tu non me lo chiederai…
    - bene, ora puoi ricominciare…
    - grazie… grazie… grazie…
    sorrideva, e mi fissava negli occhi, mentre mi si riavvicinava e ricominciava a segarmi, aveva già appreso il giusto ritmo. Mi gustavo la scena ed il massaggio.
    - perché lo volevi nella bocca?
    - perché avevo goduto tanto, non avevo mai goduto così, e volevo mostrarmi tutta la mia gratitudine…
    - si? E allora perché non hai cercato di scoparmi?
    - non mi sei forse abbastanza grata per farlo?
    - farei tutto per te, ma volevo sentire com’era…
    - aaah… ecco… non ti è bastato godere? Volevi sapere anche com’è? Volevi godere con la bocca?
    - si…
    - piccola egoista vogliosa… ti dato piacere e in cambio ti ho chiesto solo una sega… ma non ti era bastato e hai pensato bene di prenderti ciò che volevi… è così?
    - si…
    aveva abbassato di nuovo la testa, ero riuscita a farla vergognare…
    - se non ti è bastato, puoi pure ricominciare a toccarti…
    - graziee…
    Non aspettava altro, si è subito accucciata, poggiando tutto il peso sulle punte dei piedi, allargando le gambe e ricominciando a toccarsi con la mano sinistra, mentre con la destra non ha mai interrotto il lento massaggio al mio pene.

    Anche io ormai ero prossimo a venire, era passata più di un ora da quando aveva suonato alla porta, e la mia resistenza era ormai al limite.
    - sto per venire…
    e lei istintivamente ha aumentato il ritmo. Per richiamarla all’ordine le diedi uno schiaffetto sulla guancia, e lei mi risponde con una smorfia dispiaciuta come quelle dei bambini che cercano di strappare un sorriso a chi li rimprovera…
    - scusa… è che non vedo l’ora…
    - ok… dovrai stare attenta a non far cadere una goccia del mio seme, lo raccoglierai in una mano…
    - va bene…
    si stava eccitando moltissimo, lo capivo dalla velocità con cui si dava sollievo al clitoride.

    Stavo per venire, sentivo il pene che mi si ingrossava mentre la sua presa si faceva più stretta. Se ne era accorta anche lei, infatti aveva smesso di masturbarsi e inclinato in avanti il mio sesso per mettere il glande in direzione della sua mano destra chiusa a conca, pronta a raccogliere il mio seme.

    Sono venuto trattenendo un grugnito e ansimando, riempiendole la mano, qualche goccia è finita sul pavimento, ed uno schizzo anche sul suo piede. Ero finalmente soddisfatto, per colpa sua ero rimasto eccitato tutto il giorno e l’eiaculazione è stata uno vero sollievo.
    Le ho accarezzato la testa come si fa ad un cagnolino che ti ha portato le pantofole.

    - ora puoi anche assaggiare, te lo sei meritato un premio… ma attenta a non sporcare ancora per terra…
    - grazie…
    - lecca tutto, mi raccomando…
    leccava, leccava, leccava, prima titubante, poi avidamente, nel portarsi la mano alla bocca, per raccogliere le ultime gocce, un rivolo le era colato sul polso fino all’avanbraccio. Ha leccato anche quello…
    - era di tuo gradimento?
    Ha risposto con un gesto della testa mentre deglutiva e sorrideva…
    - guarda le dita del tuo piede, lecca via anche quelle…
    - si si… subito…
    con una mossa quasi da contorsionista si era portata il piede alla bocca e si era leccata le dita…
    - mi hai sporcato tutto il tavolino…
    - ooh… scusa, scusa… se mi dici dove trovo uno straccio…
    - ne hai uno intorno al piede…
    aveva ancora le mutandine attorcigliate alla caviglia. Non ha battuto ciglio, le ha prese e ha pulito completamente il tavolino. Erano zuppe. Si guardava attorno come a cercare un posto dove poterle buttare.
    - stendile sul balcone, quando vai via te le porti dietro, non c’è una discarica per la sborra di tuo marito qui!!!
    - si…
    - poi torna qui, che mi devi ripulire il cazzo, e visto che sei stata bravina… lo potrai fare con la bocca…
    - si si si…
    è andata e tornata in un lampo, non vedeva l’ora di riprenderlo in bocca. Infatti mi si è gettata ai piedi ed ha subito iniziato ad espletare il nuovo compito. Lo scappellava, lo leccava e lo succhiava, me lo voleva far venire nuovamente duro, ma per il momento aveva avuto già abbastanza premi, era stata brava, non si doveva montare la testa, e c’erano molte cose da mettere in chiaro. Così le ho preso il mento, staccandola dal suo “pasto”, costringendola a guardarmi negli occhi.
    - ora dobbiamo mettere in chiaro alcune cose…
    - si? Cosa? Io? Cioè… io non posso abbandonare la mia famiglia…
    - ahahahahah… ma sei scema? Non penserai, che mi metta in una situazione simile? Per una sega poi!!! Ahahahah
    - stronzo… ma dopotutto hai ragione…
    aveva abbassato ancora la testa, stava realizzando l’enormità della situazione a cui andava incontro per una “semplice” sega. Si stava rattristando, era quello che volevo. Doveva realizzare che senza che io facessi nulla ero riuscito a portarla ad annullarsi, e che, forse proprio da questo aveva tratto maggior godimento durante l’orgasmo.

    - ora, abbiamo diverse soluzioni…
    - e quali?
    - potremmo finirla qui, tu te ne vai, non ne parliamo più e facciamo finta di nulla…
    - già…
    - ovviamente ti dovresti scordare orgasmi come quelli di oggi, o meglio dovresti vivere il resto della vita nel ricordo proprio di questi… vuoi questo?
    - no!!!
    - potremmo fare i “trombamici” che di tanto in tanto si fanno una squallida sveltina alle spalle di tuo marito…
    - beh…
    - scordatelo! Non mi piacciono i ruoli da attore non protagonista…
    - allora… se non vuoi che lasci…
    - basta così… la tua voce che non mi parla di sesso mi sta venendo a noia… abbiamo tempo in ufficio per questo… da ora in poi non dirai più una parola… fino a che non te lo chiederò io, se hai capito annuisci… bravissima! ora ti dirò cosa potremmo fare… ti chiederò di accettare prima ancora di sapere quali sono le regole, se non accetterai uscirai sul balcone, prenderai le tue mutandine sborrate ed uscirai di qua scordandoti le ultime 24 ore, se invece accetterai dovrai riprendermelo in bocca e succhiarmelo mentre ti detto le regole. Allora, d’ora in poi sarai mia, solo mia, ti concederò in prestito a tuo marito, ma sarai solo una cosa MIA!!! Allora, accetti?

    Ci ha pensato un attimo. Poi ha abbassato la testa sul mio ventre, con la mano ha ripreso a massaggiarmi il sesso per poi prenderlo in bocca. Aveva accettato allora, ci ha pensato solo un attimo, ma ci ha pensato, per cui la sua scelta non è stata di puro istinto, è stata una scelta meditata. E nonostante questo ha accettato ormai era mia.

    - brava… allora, queste sono le prime regole.
    Uno) Farai solo quello che ti dirò io di fare. Quando sarai davanti ad una scelta ed io non ti avrò dato preventive istruzioni, dovrai chiedere a me… in qualsiasi occasione.
    Due) Sei mia, non solo dal punto di vista sessuale, ma in tutti gli aspetti della tua vita… via via che passerà il tempo sarò io a decidere come ti vestirai, cosa mangerai, con chi parlerai, chi amerai e chi odierai e, ovviamente, con chi e come farai sesso, ecc…
    Tre) Qualsiasi mancanza o rifiuto provocherà una punizione. Le punizioni saranno soprattutto di tipo sessuale, che sarò io a decidere e alla quale tu non ti potrai sottrarre per alcun motivo.
    Quattro) Se io vorrò ti potrò liberare in qualsiasi momento e da allora tu non potrai più cercarmi. Se ti dovessi sottrarre ad una punizione sarei costretto a liberarti.
    Cinque) Se vorrai potrai liberarti in qualsiasi momento, basterà che mi chiedi di liberarti.
    - Hai capito quali sono le prime cinque regole? Puoi rispondere ora
    - si, in pratica vuoi che diventi la tua schiava?
    - no, voglio che tu capisca che SEI una COSA MIA… punto!!! E poi ti avevo detto che potevi rispondere… non che potevi farmi una domanda!!! Quindi alzati, vatti a prendere le mutandine sul balcone e vattene a casa!!!
    Ha alzato la testa, guardandomi delusa, ha aperto la bocca per parlare, ma un mio sguardo contrariato le ha farro capire che era meglio non replicare. Quella era la prima punizione.
    - dov’è il bagno?
    - Non sono certo problemi tuoi… non ti aspetterai di potermi sporcare il bagno, dopo avermi deluso alla prima occasione?
    Si è diretta fuori a riprendersi le mutandine che col sole si erano un po’ asciugate, mettendosele nella borsetta. Si stava riassettando alla bell’e meglio…
    - le mutandine… indossale, le potrai togliere solo a casa, dopo che tuo marito ti avrà toccata in qualsiasi parte del corpo, se non c’è quando rientri lo aspetterai sentendoti bagnata. Capito?
    - Si…
    - Brava… se continui così, la punizione non durerà a lungo!!!
    - Vado allora…
    - Ok, chiudi la porta… aaah… dovrebbe essere ovvio, ma te lo dico chiaro e tondo, se tuo marito vuol fare sesso con te… devi chiedermi il permesso e, in caso te lo conceda, limitarti a fare quello che ti permetto…
    Forse si aspettava un bacio, ma visto che non mi ero neppure alzato dal divano ha capito che non ero in vena di concederle premi, così se n’è andata senza dire altro.
    Erano le cinque, ero di nuovo eccitato e affamato, uno spuntino era obbligatorio. Almeno la fame l’avrei potuta calmare.
     
    Top
    .
0 replies since 19/4/2012, 21:02   3315 views
  Share  
.