ORE D’ESTASI

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    La castità prolungata diventa alla lunga un'abitudine, il desiderio si assopisce, l'impulso sessuale si sublima, le sue energie vengono dirottate in attività che gratificano l'uomo, il lavoro, l'arte. . .
    Ma per chi si dedica con passione come ultimamente la calda signora e sopratutto la sua dolce cameriera mi avevano abituato, il sesso diventa una droga la cui astinenza fa provare un forte disagio simile alla sofferenza. Questo stava capitando a me malgrado fossero passati pochi giorni dal nostro ultimo incontro.
    Era quindi con trepidazione che quel lunedi mattina scrutavo la strada aspettando la bella signora, pregustando il piacere che mi avrebbe dato. Con mia sorpresa la macchina apparve venendo dal paese e quando si fermò la signora Pardi abbassò il finestrino e con viso contrito mi annunciò quello che temevo.
    - Non possiamo! Mio marito oggi non é andato in ufficio, ho trovato una scusa per venire ad avvertirti, mi dispiace. . . sapessi la voglia che ho!
    - Silvia, ti desidero follemente, se giri in quella stradina nessuno ci vedrà. Non posso fare a meno di te, lo sai!
    Le donne amano sentirsi dire cose di questo genere e altre roboanti frasi del tipo: 'sei tutta la mia vita', o altre simili; non per nulla sono le più assidue spettatrici di telenovelas e lettrici di romanzi rosa dove frasi del genere si sprecano. Cosa non farebbe un uomo per portarsi a letto una donna! La signora Pardi era fra queste, i suoi occhi si numidirono. . .
    - Resisti ancora amore mio, il notaio é rimasto a casa per prepararsi perché non é abituato ai viaggi; va a Palermo per un rogito, ha paura dell'aereo così deve prendere il treno. L'accompagno alla stazione domani presto, fatti trovare qui alle sette poi. . . avremo tutto il giorno e anche la notte per noi, ora devo andare, ciao!
    Fece manovra all'incrocio della stradina che avevo indicato poi scomparve ritornando al paese lasciandomi esterrefatto e deluso. Mi annoiai tutto il giorno, andai a dormire alle dieci accampando il pretesto di dovermi alzare presto per partecipare ad una gita con amici. Tardai ad addormentarmi e quando finalmente vi riuscii sognai la signora che mi respingeva rifugiandosi nelle braccia della cameriera e entrambe nude si baciavano rotolandosi sul letto mentre mi deridevano.

    Stupenda Silvia
    Dormii pochissimo, l'indomani era con impazienza che aspettavo nel fresco dell'ora mattutina, la signora Pardi sorridendo fermò la macchina facendomi salire e guidando si voltò a metà verso il sedile posteriore dov'ero accovacciato.
    - Ho tanta voglia. . . Sapevi che dopo le mestruazioni le donne hanno il loro maggior desiderio? Se osassi fermerei la macchina e mi farei scopare subito! My ha detto quello che avete fatto giovedì scorso. . . spero che in questi giorni ti sia riposato abbastanza perché non sai quello che ti aspetta!
    - Sono pronto! Dissi con slancio.
    La mia astinenza dopo i giorni infuocati, sopratutto l'ultimo mi aveva messo addosso un desiderio che non vedevo l'ora di appagare.
    - Sono contenta perché non devi accontentare me sola, My ha chiesto il permesso di farci compagnia. . . Per me va bene, tanto più che un giorno e una notte sono lunghi se dedicati al sesso, ha detto che se ce la sentivamo avrebbe fatto in modo che per noi sia solo piacere! Non sono più giovane anche se di voglia ne ho tanta. . . ma lei sa come mantenere sveglio il desiderio amoroso! Ma adesso voglio averti tutto per me! Disse con una risata nervosa.
    My Diem ci aspettava in cima alle scale. Salutò la signora poi si rivolse a me:
    - Buon giorno signore, ha passato un buon week end? Chiese inchinandosi.
    - Si grazie, e tu?
    Se aveva fatto proprio quella proposta, la singolare cameriera non lo diede a vedere. Trovai il suo atteggiamento compassato e rispettoso, stranamente eccitante sapendo quello che era capace di fare. Silvia si intromise:
    - Scusa ma ho bisogno di un bagno. Se nel frattempo vuoi fare una doccia. . . accompagnalo My! Disse sfiorando le mie labbra con un casto bacio.
    Seguii la cameriera nel bagno che avevo usato la prima volta, mi diede un accappatoio di spugna e scomparve silenziosamente. Anche se non ne avevo bisogno entrai sotto il getto tiepido lavandomi accuratamente sapendo quanto fosse importante la pulizia nelle evoluzioni amorose.
    Dopo essermi asciugato indossai l'accappatoio e uscii. Trovai la cameriera seduta su una piccola panca, al mio apparire si alzò e con un leggero inchino mi invitò a seguirla, aprì la porta di quella che riconobbi essere la camera da letto della signora e scostatasi mi fece entrare aspettando sulla soglia gli ordini della padrona.

    - Sai quello che voglio, vero My? Avrai la pazienza di aspettare? Chiese.
    - Certo signora, aspetterò che mi chiami! Rispose l'orientale sorridendo appena.
    Silvia seduta sul bordo del letto nascondeva la sua impazienza fumando, accettai la sigaretta che mi offriva, mentre mi chinavo sull'accendino che aveva fatto scattare, sentii il profumo delicato che emanava il suo corpo. Indossava un negligè vaporoso attraverso il quale potevo vedere le sue forme piene, il petto si sollevava ad ogni suo respiro rivelando la rotondità dei seni i cui capezzoli sembravano sul punto di forare la stoffa leggerissima.
    Mi guardai attorno, nei miei ricordi la stanza era più grande e stranamente non avevo notato gli specchi dell'armadio che occupava l'intera parete. La signora si alzò andando alla finestra, l'indumento ricadendole attorno rivelava in controluce il profilo incantevole del suo corpo lasciando intravedere la forma delle gambe lunghe, delle anche voluttuose, della groppa che sapeva provocante, della curva che faceva raccordandosi con l'inizio della schiena. . . Lasciò uscire una voluta di fumo.
    - Ricordi? Chiese voltandosi.
    Era bellissima, guardai il cespuglio nero appena velato dall'impalpabile indumento, ricordai l'effetto che mi fece quella volta.
    - Come potrei aver dimenticato?
    Era vero, il ricordo del possesso della prima donna é per ogni uomo indelebile; sia essa una prostituta o una compagna di giochi. . . Per me era stata la moglie del notaio ed ero stato costretto a compiere un atto che allora era lontano dai miei pensieri. La donna sembrò leggere nella mia mente.
    - Sono stata la prima, lo so. . . cos'hai provato allora? Chiese.
    - Imbarazzo, paura. . . non so. Risposi sinceramente.
    - Piacere no?
    - Anche piacere. E per te? Arrossì esitando prima di rispondere.
    - Sei il solo col quale abbia tradito mio marito. . . non parlo delle cameriere! Ho avuto rapporti quasi con tutte, anche con Alice. . . è stata lei a proporre. . . lo sai! E quando ho visto che eri eccitato. . .
    - Mi é venuto su appena ti ho visto nuda! Confessai.
    Ebbe uno strano sorriso, si avvicinò e disfacendo la cintura del mio accappatoio lo fece scivolare a terra poi allontanatasi di qualche passo fece scendere il negligé senza neanche sbottonarlo, lo scavalcò e con un calcio lo allontanò. L'effetto fu immediato!

    Avvenne davanti ai suoi occhi, sentii senza vederlo il mio pene gonfiarsi, sollevarsi mentre lei ne seguiva l'erezione passandosi le mani sui seni, le fece scendere al ventre, le portò ai fianchi seguendone la forma fino all'alto delle cosce, le divaricò leggermente poi con una di esse si coprì il cespuglio nero che scoprì poi lentamente e tirando i peli mostrò l'inizio della vulva, il clitoride gonfio. . .
    - Lo vedi l'effetto che mi fai? Disse.
    L'eccitazione della donna mi aveva contagiato e la vista della suo corpo esposto senza veli fece il resto. Silvia non nascose il suo desiderio.
    - E' così che in questi giorni ti ho pensato. . . Vieni!
    Si allungò tendendomi le braccia. Mi distesi accanto a lei e chinandomi sul suo viso risposi:
    - Anche oggi é stata la vista della tua bellezza che l'ha fatto drizzare!
    Stavo per baciarla ma lei sottrasse la bocca e con una smorfia chiese:
    - Abbiamo tutto il tempo. . . cosa mi farai?
    - Tutto quello che può darti piacere!
    - Per esempio?
    - Devi dirmelo tu!
    - Una signora non parla di queste cose ma se le piacciono le subisce. Mi costringerai? Chiese fissandomi intensamente.
    Il suo era un modo per dirmi la sua totale disponibilità.
    - Si, ti costringerò!
    Sorrise mentre mi chinavo nuovamente, questa volta non sottrasse la bocca, suggellando con un bacio la sua accettazione. Appena le mie labbra incontrarono le sue, le aprì alla lingua che attirò avvolgendola con la sua, suggendola prima dolcemente poi mentre il desiderio entrava in lei, avidamente, le sue labbra entrarono nella mia bocca e mi succhiarono come se non fosse la mia lingua che stringevano.
    La mia mano vagava sul corpo liscio, lei non era da meno sentii le sue scendere al mio ventre, afferrare il membro massaggiandolo avidamente. Poi lo tirò talmente forte che mi costrinse a sollevarmi scavalcando con una gamba il suo corpo, lo tirò ancora e quando fu sul suo viso, ridendo vi dardeggiò la lingua picchiettandolo. Poi le sue mani lo lasciarono e furono dietro le mie natiche muovendomi sopra di lei per consentire alla calda sua appendice di percorrere l'intero mio pene.

    - Oh mi piace. . . sei tutto mio! Disse.
    Anche a me piaceva vedere la sua bocca ridente, la sua lingua che inseguiva la verga in movimento facendola sobbalzare, ondeggiare e ricadendo bagnare il suo viso, la sua fronte della saliva di cui la stava impregnando. Dovetti appoggiarmi alla spalliera sentendomi ancora tirare, la bocca calda fu sotto i miei testicoli, incurante dei peli prese a lambirli poi l'aprì larga attirandoli, suggendoli.
    La sua libidine la spinse ad attirarmi maggiormente la sua bocca seguì il gonfiore del membro oltre lo scroto, il suo naso fu fra le mie natiche e la sua lingua. . . Riuscì a spingrla più volte prima che potessi sottrarmi allo sconvolgente titillamento. Rise vedendo il mio sguardo scandalizzato.
    - My dice che anche agli uomini piace! Disse.
    - Silvia, non farlo più! Riuscii a dire.
    - Perché no?
    Questa volta mi tenne fermo. La dardeggiò ancora, era vero, mi piaceva ma trovai la cosa talmente sconveniente che con uno sforzo sollevai il bacino.
    - Ora dammelo in bocca! Ordinò.
    Glielo diedi guardando incantato le labbra rosse salire e scendere lungo la mia verga mentre la donna sollevando e abbassando il capo scorreva su di essa introducendosela fino in fondo alla gola. Ben presto presi a sospirare per la carezza morbida delle sue labbra, per il calore che trovavo nella sua bocca, per la lingua che partecipava all'azione inseguendola picchiettando il punto sensibile sotto la cappella.
    Ora ero io che muovendo le reni scivolavo nella sua bocca, incantato da tanta perfida dolcezza. Mi suggeva fortemente, famelicamente facendo rapidamente salire il mio piacere, tanto velocemente che dovetti sottrarmi.
    - Ti piace quando una donna ti fa un pompino?
    - Immensamente. . . ma se fai così, come farò a resistere fino a domani?
    Rise felice del piacere che sapeva di potermi dare, mi lasciò arretrare seguendo con gli occhi l'ondeggiare del membro e quando col bacino ebbi superato i suoi seni, me li offrì sollevandoli con le mani a coppa. Mi mossi facendo oscillare la verga sopra i promontori gonfi, mi abbassai fino a fargli sfiorare i capezzoli. . .
    Non rideva più la signora ma guardava affascinata il pene che sfiorava appena le sue mammelle facendo flettere i capezzoli ad ogni passaggio. Stavo mettendo in pratica gli insegnamenti di My Diem meravigliandomi dell'effetto che faceva alla donna.

    - Mhhh . . . sai come usare il cazzo!
    Fu con gioia perversa che sentii sotto la verga i suoi bottoncini tendersi maggiormente, farsi duri. Lei non si sottraeva ma sollevava e abbassava i seni stretti nelle mani affinché nei suoi movimenti il pene colpisse solo le punte facendole vibrare procurandole un piacere misto a dolore che eccitava la sua lussuria.
    - Mhhh. . . oh Nico, sei terribile! Mhhh. . . mhhh. . .
    Gemette più forte, ora i capezzoli si erano fatti duri, Silvia strizzando i seni li fece risaltare ancora di più lasciando che li flagellassi ancora poi le mani li separarono e mi invitò:
    - Qui. . . si, mettilo in mezzo!
    Ubbidii abbassandomi. Appena mi sentì nella valle dei suoi seni, li strinse imprigionando il pene in una morsa calda e morbida, li mantenne premuti consentendomi di scorrere strusciandolo fra le mammelle calde, mimando un coito innaturale che avevo già provato, Silvia mi ricordava la signore Bolis superandola in libidine, ne sentivo la bocca sul ventre e la lingua che mi lambiva nei movimenti che facevo. Avrei voluto continuare, tanto grande stava diventando il mio piacere ma volevo che anche la signora prendesse il suo, mi fermai.
    - Cara. . . sei stupenda! La donna allentò la stretta liberando il pene.
    - Il tuo cazzo é stupendo! Dammelo ancora!
    Vedendo che aveva sollevato la testa glielo misi nuovamente in bocca e mantenendo il suo capo sollevato continuai il mio scorrere fra le labbra che teneva morbide negli affondi ma che serrava quando mi ritiravo suggendomi golosamente. Ora rantolavo, il godimento era talmente grande che non avrei voluto smettere; malgrado temessi di lasciare la bella fellatrice inappagata cacciavo con lunghi colpi di reni il mio pene nella sua calda cavità emettendo esclamazioni rauche ad ogni mio immergermi.
    La donna non sembrando rendersi conto dell'effetto sconvolgente che produceva su di me si prodigava nell'accarezzare la verga in movimento con la lingua mentre la suggeva. Ero sul punto di venire e prima che riuscisse a trattenermi mi sottrassi alla sua voracità e arretrando velocemente mi portai ai suoi piedi.

    Lei intuendo le mie intenzioni sollevò alte le gambe, le aprì. Afferrandole alla piega delle ginocchia le respinsi ai suoi lati per chinarmi sul cespuglio nero che ornava il vertice del suo ventre.
    Silvia con un gridolino di gioia portò le mani fra le cosce e le dita ai lati del suo sesso, lo aprì. Vidi appena le carni rosee scintillanti che già mi chinavo. Ricevette la mia bocca con un grido eccitato poi gemette al bacio osceno, lascivo che tributavo al duo sesso, continuò a gemere nel sentirselo lambire.
    - Ahhh amore. . . mhhh aspettavo questo momento! Ahhh. . . la tua lingua. . . oh é meraviglioso! Lo sai che é tua. . . mhhh tutta tua! Si. . . oh leccala amore! Lo senti come sono. . . ahhh. . . eccitata?
    Lo sentivo dagli umori che bagnavano il bel sesso, ne gustavo il sapore con i miei colpi di lingua veloci dapprima, poi più lentamente passandola per tutto il suo meraviglioso taglio separando le labbra brune vicino al clitoride che poi percorrevo saggiandone la consistenza poi scendendo le carni profumate la immergevo nella vagina salutato dalle grida di gradimento della bella signora, dalla carezza delle sue cosce contro le mie guance.
    - Ahhh. . . mi piace. . . mi piace. . . Sospirava fra le grida.
    Sollevai il viso per ammirare la vulva aperta fra le dita della donna, era bellissima con le sue carni luccicanti della mia saliva, con le labbrette turgide, pulsanti, ne seguii il contorno fino all'ingresso del grembo socchiuso come se aspettasse l'omaggio di un pene; vi introdussi ancora la lingua ritirandola pregna del sapore del suo desiderio, la spinsi ancora facendo inarcare la donna.
    - Mhhh. . . ora voglio il cazzo! Oh dammelo. . . dammelo. . .
    Mi sollevai ammirando incantato l'intimità che mi offriva. Una goccia in bilico sul bordo della fessura, scese lenta e superando il pelvo scomparve nell'ombrosità delle sue natiche. . . Ne seguii il sapore e quando la donna sentì la mia lingua sulla sua rosellina squittì di eccitazione.
    - Ihhh. . . ihhh. . . oh sei terribile. . . terribile. . .
    Ma gli piaceva perché portò entrambe le mani ad allargarsi i glutei consentendomi di lambire il suo bottoncino, di tentare di forzarlo. . .
    - Ahhh. . . basta amore. . . mhhh. . . scopami adesso. . . scopami!
    Mi raddrizzai e avanzai sulle ginocchia divaricandole ai lati del suo sedere. Silvia mi guardava, il suo respiro affannoso sollevava e abbassava gli stupendi promontori dei suoi seni, cielo com'erano belli! Le sue mani mantenevano ancora aperte le natiche, si irrigidì sentendo nel loro solco il turgore della cappella che muovevo sull'orifizio bruciante del suo culo.

    - No, no. . . non ancora amore. . . non ancora! Ansimò.
    Fremette sentendo che lo strofinavo oscenamente. Ero fortemente tentato ma sapendo che non avrei resistito alle sollecitazioni dello stretto suo pertugio, lo spostai sull'ingresso del suo grembo, mi sollevai e respingendo le sue gambe ai lati del suo busto, entrai in lei adagiandomi sul suo corpo.
    - Ahhh. . . finalmente! Ahhh amore. . .
    Già si muoveva ancheggiando voluttuosamente come se non gli bastasse la presenza che sentiva nel ventre ma volesse farsi esplorare dal membro per tutta la vagina. L'accontentai ancheggiando come faceva lei, ora che mi ero ripreso gustavo pienamente il lento scivolare del pene nelle carni caldissime beandomi dei lamenti di piacere che da subito si levarono dalla sua gola.
    Ricordai le sue parole, dopo il ciclo le donne hanno il loro maggior desiderio, doveva essere vero perché la vagina stillava in continuazioni i succhi che ad ogni entrare del membro provocavano un rumore bagnato che ritmava il nostro coito.
    Capii che non avrebbe resistito a lungo: il suo desiderio a lungo contenuto e i preliminari amorosi che aveva voluto l'avevano eccitata al punto che era già sull'orlo del godimento, ero felice di poter soddisfare quella femmina stupenda risparmiando le mie forze per altre tenzoni.
    Era lentamente che scorrevo gravando su di lei con tutto il corpo, la sua bocca era calda sotto la mia, il petto premuto sui suoi seni ne percepiva il duro gonfiore. La sua lingua accarezzava la mia nei suoi movimenti, le sue labbra la serrarono risucchiandola, continuando ad accarezzarla premuta al suo palato poi la lasciò dardeggiando la sua nella mia bocca.
    - Hahaaa. . . hahaaa. . . hahaaa. . . Riusciva ad emettere mentre la lingua morbida guizzava e quando riuscii a catturarla me l'abbandonò con un sospiro. Mi sollevai sulle braccia per contemplarla.
    - Come sei bella Silvia! Dissi ammirando il viso che alterato dal piacere aveva la bellezza particolare delle donne quando sono sul punto di godere. Mi immobilizzai, il pene immerso nel suo grembo già percepiva i fremiti che percorrevano la sua vagina, le natiche erano calde sotto i miei testicoli. Gli occhi luminosi della bella signora erano fissi nei miei colmi di gratitudine, li chiuse gemendo quando contraendo i muscoli feci sobbalzare il pene nel suo ventre, li riaprì sorpresa.
    - Ohhh caro. . . é bellissimo!

    Guardandola lo feci ancora, non chiuse gli occhi ma fremette continuando a fremere ad ogni mia contrazione. Ricordai gli insegnamenti della sua singolare cameriera, esultai comprendendo che riuscivo a dominare il piacere della donna! La sua espressione era di dolce attesa, dopo un po rispose al muto appello del mio pene ma solo la sua fica riuscì a serrarne la base! Ne fui deliziato, era come stare in una bocca calda dalle labbra dolcissime, sospirò:
    - Oh amore. . . come fai a muovere così il cazzo? Mhhh. . . fallo ancora. . . ancora!
    - Ecco cara. . . mi piace quello che mi fa la tua fica! E' dolce come la tua bocca!
    La bella rispondeva con un lamento flebile ad ogni sobbalzo che riceveva nel ventre, dopo non molto non ce la fece più a rispondere alle mie sollecitazioni, il suo sguardo si fece disperato.
    - Mhhh caro. . . caro. . . non resisto! Disse con voce lamentosa.
    E sempre stato per me un momento particolare l'orgasmo di una donna, faccio di tutto per fare in modo che preceda il mio per averla completamente alla mia mercé e bearmi del suo godimento. Se poi sento che il mio é ancora di là a venire posso mantenerla nell'attesa dell'evento che brama con tutto il corpo per gioire del suo delirio.
    - Amore. . . mhh cosa aspetti! Ahhh muovilo il tuo cazzo. . . fammi godere!
    Sordo alle invocazioni fatte con voce flebile, lamentevole, mi immobilizzai piantato nel suo ventre e attirato dalle mammelle calai la bocca su una delle punte mordicchiando il bottoncino teso.
    - Ahhh. . . cattivo. . . cattivo. . . oh fottimi ti prego. . . fottimi!
    Cercò di muoversi ma io la tenevo inchiodata mentre la mia lingua giocava col duro capezzolo provocando delle vibrazioni che sapevo per lei irresistibili. La sua vagina si strinse una, due volte ma non era ancora l'orgasmo. Passai all'altro suo seno facendola gemere.
    - Ahhh. . . oh dai. . . non aspettare, dai. . . dai. . .
    Le contrazioni si susseguirono ininterrotte facendomi capire che per la bella signora era giunto il momento. Solo allora mi mossi facendo scivolare lentamente avanti e indietro il membro per tutta la sua lunghezza; le sue gambe si irrigidirono, le liberai, lei le distese mantenendole sollevate alte, aperte, poi le fece oscillare accompagnando lo scorrere del pene mentre con una moltitudine di grida venne delirando:

    - Ah amore. . . oh si. . . si. . . sto godendo. . . sto godendo. . .
    Mi sollevai sulle braccia, una smorfia deformava il suo viso mentre il capo bruno andava di qua e di là sul cuscino. Era bella Silvia nel godimento, erano belle le mammelle che oscillavano ritmando la mia monta. Accelerai facendo sbattere i testicoli nelle calore delle sue chiappe, la signora in pieno orgasmo mosse velocemente le gambe accarezzando con le cosce i miei fianchi, con le strette della fica l'entrare del mio cazzo poi piano piano le sue grida cessarono ma continuò a far oscillare le gambe.
    - Oh amore. . . sai come far godere una donna! Sei stato meraviglioso. . . mi hai svuotata sai? Senti come batte la mia fica. . . oh ho goduto, ho goduto. . . sapessi!
    Mi raddrizzai sedendomi sui talloni, il membro ancora immerso. Un dolce languore aveva invaso il corpo mollemente adagiato, era con tenerezza che mi guardava, la punta dei seni luccicavano della saliva della quale i capezzoli erano ricoperti rendendola ancora follemente desiderabile. Seguì i mio sguardo, vide con quanta cupidigia guardavo fra le sue cosce il pene allargare la vulva bagnata. Il sentirmi ancora duro provoco in lei un mesto sorriso:
    - Non sei venuto, lo so. . . vuoi risparmiarti vero? Chiese.
    - Il mio piacere l'ho avuto nel vedere il tuo. Risposi galantemente.
    Il suo sorriso si fece aperto, anche i suoi occhi sorridevano scivolò all'indietro sulla schiena. Il pene uscendo scattò in alto come una molla, lei si avvicinò sulle ginocchia guardandolo assorta poi sollevò sul mio viso uno sguardo che era di sfida. Con una risata mi spinse scherzosamente all'indietro.
    - Aspetta che ritorni, vedremo se riuscirai ancora a trattenerti! Disse.
    Scese dal letto poi portò le mani a coprirsi il sesso.
    - Oh come mi hai fatto sbrodolare. . . Disse uscendo piena di confusione.
     
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  2. SanBernardo
     
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