Il Fauno Nero prima parte

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  1. La Fenice
     
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    Tu, comprare.., io fare prezzo buono, solo venti euro...! Era da un bel po che Xavier, senegalese, venditore ambulante, tentava di venderci la sua merce. Anellini, amuleti, pietre semipreziose di giada, ambra e altre chincaglierie, non era bastato l'acquisto dei giorni precedenti, lui puntuale verso le dieci e trenta, c'è lo trovavamo davanti alle nostre sdraio ad assillarci..., ma era molto simpatico e non ci disturbava. Stavo trascorrendo le ultime ferie con mio marito e mia nipote Daniela anch'essa col marito e la bimba di due anni, a Palau, splendida località della Sardegna. Daniela scartava tra gli oggettini, li provava e col suo modo di fare tratteneva il ragazzo di colore più del necessario, sembrava che tra loro ci fosse simpatia e forse esagero, attrazione. Certo, Xavier era indubbiamente un bel giovane, alto un metro e novanta, snello e nero come la pece, Daniela coi suoi venticinque anni, bella bionda e bona..., un bel bocconcino, anche se era già mamma. Quella mattina, mentre il marito Gino, giocava con la bimba sul bagnasciuga, lei propose a Xavier se poteva passare dopo pranzo alle due e trenta, perchè ora non aveva i soldi con se, il giovane accettò e la rassicurò. Mi venne spontaneo da pensare, annotai tra me, a quell'ora di solito il marito schiaccia il pisolino insieme alla bimba, sulla spiaggia non c'è quasi nessuno ed in giro c'è una tranquilla e invitante situazione....! Non mi aspettavo che mia nipote volesse la mia presenza per quell'ora, semplicemente per paura dell'insolito, mi chiese di starle vicino. Daniela era in buona confidenza con me, sapeva anche che non ero una santa, e soprattutto di poter contare sulla mia discrezione, giacchè anch'io avevo scheletri nell'armadio. Me lo disse pudicamente che era disposta a scopare con Xavier, se questi l'avesse voluto, gli piaceva e voleva provare per la prima volta con uno di colore. Da zia fù doveroso dirle che stava per tradire il marito, e tutti i rischi connessi, ma lei mi citava come esempio..., godereccio, per cui mi somigliava e quindi.., tale zia egual nipote..! Alle due e quindici scendemmo in spiaggia, deserta e assolata, ci sedemmo sulle sdraio togliemmo il reggiseno, per prendere il sole, e da lontano scorgemmo il senegalese, che si avvicinava verso di noi. Xavier già ci aveva visto in topless, per cui non fù una sorpresa, ma dalla faccia si capiva che...., aveva capito...! Stavamo quà per scopare, io veramente non c'entravo, ero in veste di accompagnatrice, ma se richiesta..., non mi sarei tirata indietro, Daniela già aveva individuato un posticino tra alcuni scogli, al riparo da sguardi, poco lontano. Pochi sguardi di intesa, tra loro due, poi mia nipote si alzò, mise il reggiseno, prese il telo da spiaggia e a testa bassa si incamminò, il negro la seguì a debita distanza ed io per ultima seguivo loro due, dando l'impressione che non ci si conoscesse. Daniela, senza voltarsi scese tra gli alti scogli e si fermò su quel piccolissimo lembo di spiaggia, circondato ai lati dagli scogli e davanti un passaggio per l'accesso al mare, formando quasi un cerchio riparando dalla vista anche da chi passava per mare. Xavier la raggiunse, mentre io mi fermai un po prima, a qualche metro di distanza, in modo da poter vedere se si avvinava un estraneo. Mi sedetti su un grosso sasso, accesi una sigaretta fissando incuriosita i due piccioncini che intanto avevano iniziato a pomiciare. L'una di fronte all'altro, mani nelle mani si guardavano negli occhi sorridendosi, come due innamorati, non si baciavano, ma le mani di lui, cominciarono a tastare i fianchi di lei, pian pianino, salivano dietro la schiena, fermandosi al gancetto del reggiseno. Daniela si lasciò slacciare l'indumento, che finì a terra, docile e fremente, a seno scoperto fù attratta con vigore dall'uomo e le tette, belle sode si schiacciarono sul petto virile di Xavier, protetto dalla soffice camicia, non solo anche il ventre pressò sul bacino, a dalla smorfietta di piacere sul viso di mia nipote, capii che aveva avvertito la "mazza" dura del negro. Nel fumare nervosamente la sigaretta, non distoglievo gli occhi dai due, stavano incollati, Xavier essendo molto alto, le baciava la fronte, mentre con le grosse mani sul sedere la attraeva sempre più a se, affondando le dita nella morbida carne del culo di mia nipote. La mia mano, autonomamente si pose tra le cosce, cercando il contatto con la passerina che cominciava a dare segnali inequivocabili. Daniela, strusciando sul corpo del ragazzo, si chinò il necessario per porsi con la bocca all'altezza giusta, mentre continuava a fissare negli occhi il suo amante, armeggiava sui pantaloni di lino bianco. Lui s'era tolto la camicia, ora anche i pantaloni cadevano giù, dal boxer amaranto si stagliava, metà cazzo, tenuto a freno dall'elastico, timidamente o forse angelicamente, Daniela socchiuse le palpebre e strusciò il candido seno su ciò di quel cazzo rimasto fuori dagli slip. Mi stavo eccitando di brutto, non m'era mai capitato di guardare così una coppia di giovani che si amano, la mano si posò sul pube che cominciava a gonfiarsi, spingendo con il dito il tessuto del costume dentro la fessurina. La dolce nipotina, prese in mano il pisello nero, lo guardò per un attimo, poi pose le labbra sul glande marrone chiaro, certamente circoinciso, e lo baciò, un timido e affettuoso bacino seguito da un breve tentativo di prenderlo in bocca, di nuovo gli occhi che incrociano quelli di Xavier. Giù anche il boxer, libero dall'elastico, il favoloso cazzo di ebano nero svettò superbo nell'aria a pochi centimetri dal viso di Daniela, magnifico, visto di profilo, lungo e pieno, incurvato verso l'alto a mò di gancio, attaccato al pube coperto da una folta "pelliccia" di riccioli corti e neri, bello..., veramente un bel cazzo, gioia e dolori per tutte le femmine. La nipotina, lo prese a due mani, cominciò a sbaciucchiarlo dal glande alla radice, apriva istintivamente le labbra pressandolo tra esse, pareva anche volesse morderlo, visto i bianchi denti in contrasto sul corpo nero della maestosa verga. Spettacolo sublime per me, buttato via il resto della sigaretta, misi la mano dentro la coppa del reggiseno carezzandomi la mammella e il capezzolo che s'era inturgidito, mentre con l'altra, scostai il bordo del costume e a mano piena di profilo, la passai tra le labbra infuocate della mia fica. Daniela in ginocchio, "maneggiava" soavemente il grosso affare con piccole e rapide incursioni tra le labbra, non l'ho vista prendere il cazzo in bocca, si limitava a farsi entrare buona parte della cappella, e poi subito fuori, mentre io al suo posto avrei cercato di ingoiarne quanto più possibile. Xavier, la solleva di peso, poggiandola col sedere su un grosso scoglio, a cosce aperte le sfila il costume, e rimane estasiato a guardare da vicino quella fica stretta con pochi peli biondi solo attorno alle labbra, con il pube completamente rasato, e un unica fessurina che si perde e fa tutt'uno con il solco delle natiche. Che bella fichetta ha mia nipote...! Il nero apre delicatamente le labbra con le dita, e la carne morbida e rosa delle labbra interne e della vagina, appare con un piccolo forellino, che neanche un dito all'apparenza potrebbe entrarci, e lui..., il clitoride, piccolino e guardingo fa buona guardia a proteggere l'ingresso di quel delizioso fiore. Non poteva che essere un bacio, un delicato e morbido bacio, con quelle labbra carnose da uomo di colore, ad aprire la danza di succose slinguate che da lì sarebbero seguite. Xavier, tenendole le labbra della fica bene aperte la coprì di baci, con guizzi fulminei a punta di lingua sul "guardiano" e il forellino che pulsando si schiudeva per far entrare ben altro. Daniela, abbandonata a se stessa, con gli occhi chiusi e il labbro inferiore tra i denti, si lasciava fare.., cogliendo e assaporando tutta la gioia che le veniva donato dal ragazzo dalle grandi labbra. Le mie dita conficcate saldamente nella vagina, il pollice che stuzzicava il clitoride, altre dita tormentavano a turno i durissimi capezzoli recettori di brividi orgiastici che trasmettevano all'intera mammella e poi a tutto il corpo, davo così libero sfogo per quelle visioni celestiali e sublime lì, davanti ai miei occhi a qualche metro di distanza. Il giovane negro, si attardava sulla splendida fica che stava "lavorando", mentre la donna fremeva, stringendo le cosce, attorno alla sua testa, quasi a soffocarlo, si vedeva che desiderava altro, i seni pieni, gonfi e voluttuosi, i muscoli dell'addome in continua contrazione, il foro della vagina che si contraeva per i tormenti di una mancata penetrazione, ebbè..., il momento era arrivato. Xavier, capì, si alzò, ritto in piedi ben saldo a terra, puntò il cazzo sulla fica delirante dalla lunga attesa, poggiò le mani sul nudo scoglio vicino ai fianchi della giovane, e si avvicinò col bacino lentamente fino a lambire con la punta della cappella le labbra aperte della passerina. Senza essere guidato con la mano, il superbo cazzo si accostò e aprendo o se si vuole, facendosi spazio piazzò la tonda e violacea cappella, gonfia di sangue ad alta pressione, dentro la vellutata e ansiosa vagina di mia nipote. Daniela emise un gridolino di puro piacere, nell'accogliere dentro di se il caposaldo di un membro degno di una regina, le labbra della passerina si attanagliarono attorno al grande "muscolo" e calibravano lentamente l'entrata trionfale nella vagina. Si toccava e si stringeva da sola le materne mammelle, aspettando che le entrasse tutto il resto, Xavier glielo metteva dentro piano piano, un poco alla volta, si preoccupava di non farle male, lei si lamentava sì..., dal piacere, "ingoiando" centimetro dopo centimetro l'intera asta. Quando le fù tutto dentro, il negro si fermò, lei si passò la mano sul basso ventre, e una piccola smorfietta di dolore apparve sul suo bel viso, era chiaro, la curvatura all'insù del cazzo, dentro, in profondità le dava fastidio, premendo troppo contro la parete della vagina, Xavier comprese e ne tirò un po fuori con sollievo di entrambi, credo. Messole le mani ai fianchi cominciò a pompare garbatamente senza spingerlo più in profondità, lei apprezzava e godeva, mentre io sempre più eccitata, m'ero tolto tutto il costume, e messomi su di un sasso con una protuberanza, incuneatosi tra le natiche mi masturbavo furiosamente avendo un favoloso orgasmo. Riappacificatomi i sensi, dopo la goduta, misi a guardare con invidia i due che scopavano divinamente, la piccola Daniela, aveva già avuto un orgasmo, mentre il nero, padrone della situazione si manteneva ancora. Cambio di posizione, lei scende dal gran sasso..., si gira e si mette alla pecorina poggiando le mani su di un'altro scoglio più a misura, il culetto pieno e rotondo, si distese da solo, favorendo l'apertura delle natiche, con la vagina, stavolta non più un "forellino" ma completamente aperta e slabbrata, non si vedeva il buchetto del culo, ancora custodito e nascosto dalle chiappe. Xavier davanti a quel favoloso culo offertolo, volle toccarlo e baciarlo, le aprì le natiche ed apparve un "nonbuco" talmente era stretto e arricciato, dando modo di far vedere anche me il dolce orifizio della mia nipotina. Anche il culetto coperto di baci e di "punture" di lingua, poi di nuovo ritto, con il lungo cazzo nero poggiato sul sedere e le palle premute contro le chiappe, vidi per davvero la notevole lunghezza, le arrivava ai fianchi..., perciò quando l'aveva dentro s'era lamentata, le stava rompendo le visceri..., povera figlia..., pardon nipotina. Vidi Xavier armeggiare col suo cazzo, tenendolo saldo in mano e aprire contemporaneamente le natiche, Daniela non poteva vedere, s'accorse solo all'ultimo quando si sentì la cappella premere sul buco del culo, che stava per essere presa dietro, capì e si ritrasse, rimanendo sospeso nell'aria il grosso cazzo, guardò in faccia il giovane e con la mano fece cenno di no...! Poi aggiunse a voce: il culo no..., bello mio, fa male e non mi piace...! Chiarito si rigirò mettendosi di nuovo alla pecorina, e Xavier subito la prese, stavolta senza gentilezze, subito glielo schiaffò dentro e senza controllarsi cominciò a sbatterla in fica, lei si faceva male e si ritrasse di nuovo, si stese sulla roccia e avendolo davanti si fece scopare stando attenta alle botte micidiali a cui veniva sottoposta. Finalmente anche il negro giunse all'orgasmo inondandole la vagina di una notevole quantità di sperma, glielo tirò fuori e lei con le mani si aprì le labbra facendo scorrere fuori tutta la sborra ricevuta. Daniela che non aveva fazzoletti, per pulirsi scese in acqua e si sciacquò con l'acqua di mare, rimuovendo tutti i residui, tornò sù, mise il costume, mentre il negro con quella "proboscide" moscia che gli pendeva tra le gambe, impressionante, si rivestiva, mi guardò e mi sorrise, io lo guardai e gli sorrisi, poi come eravamo venuti così andammo via, Daniela a testa bassa, forse per un non meglio specificato senso di colpa.
     
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