La Gita

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  1. La Fenice
     
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    L'autobus si fermò proprio dopo 3 ore e mezza di viaggio precise davanti ad un autogrill piccolissimo e senza quasi nessun viaggiatore al suo interno. Scendemmo e ci avviammo al suo interno per ristorarci e dare libero sfogo alle nostre necessità di toilette. L'autogill all'interno era ancora più desolato di quanto potesse sembrare dall'esterno, c'erano solo 3 viaggiatori, intenti a bere qualcosa al bar e 2 commessi. Io mi avviai verso il bagno così come fecero i miei amici e le mie amiche. Avevo trattenuto così tanto l'urina che avevo il cazzo in tiro, capita soprattutto quando si rimane per troppo tempo seduti senza potersi alzare. Nel momento in cui entrai nel bagno senti un coro di ragazze, un coro di parole arrabbiate. Dalle loro parole capì che il bagno femminile era guasto. Allora entrò un nostro professore nel WC maschile e ci disse di non perdere tempo ed uscire, in modo da poter fare utilizzare il gabinetto anche alle ragazze. Noi ragazzi ridemmo e uscimmo senza ulteriori commenti. Nella mia mente perversa si generò un desiderio immane di poter guardare tutte le mie amiche abbassarsi i pantaloni tutte insieme e potermi masturbare alla vista delle loro giovani fichette. Dopo circa dieci minuti le ragazze uscirono dall'autogrill per mangiare e fumarsi una sigaretta. Io non avevo ancora avuto modo di svuotare la vescica, dato che non era ancora entrato nel bagno e quindi mi avvivai al suo interno, deserto. Negli autogrill sono solito evitare di utilizzare il WC classico ed usare l'orinatoio (o pissoir, molto più ascoltabile !). Il bagno era ad L, era un corridoio dove sulla destra erano collocate le cabine WC ed i lavandini ed alla fine, sulla sinistra c'era uno spiazzo per gli urinatoi, disposti sia a sinistra che a destra. Avevo ancora il fallo in tiro, quindi dopo aver urinato, rimassi con il cazzo in mano e cominciai a "giocarci", in quel momento sentì la voce di Simona, la mia compagna di classe avvicinarsi alla stanza, di colpo lei entrò. Sapevo di quanto fosse porca e quindi non mi preoccupai di smettere di masturbarmi, anzi, la mia perversione mi diceva di continuare, perchè a in lei, una vista così le avrebbe provocato solo eccitazione. Senza farmi vedere mi spostai all'ultimo urinatoio a destra, ovvero quello più vicino alla cabina. Le entrò, era vestina con una felpa rossa della Nike e un jeans aderente blu scuro che le metteva in risalto il suo magnifico culo. Lei mi vide e all'inizio non notò nulla di strano e mi disse "Oh, scusami, non sapevo ci fosse qualcuno dentro, faccio in un attimo e vado via", io le risposi, con una voce che dava poco spazio alla fantasia di non preoccuparsi, che avrei finito per prima io. Detto questo lei notò il cazzo tra le mie mani, alzò le sopracciglia e sospirò di piacere, dicendo "Lo credo !" e si avviò verso la cabina. Pensavo che il gioco fosse finito lì, invece la porca aveva voglia di continuare a stuzzicarmi, infatti dopo aver finito di parlare si sbottonò il bottone e la cerniera dei jeans, lasciano intravedere la sua mutandina blu. Io godevo come un matto e lei lo vedeva dal movimento della mia mano sempre più lento. Fatto questo si avviò verso il bagno e poco prima di entrare si abbassò i pantaloni, lasciandosi guardare il suo corpo stupendo coperto solo dalla felpa e dalle mutandine. Ma questo non le bastò, rimase anche con la porta semi-aperta, così da potermi far vedere quello che lei stava facendo, si tolse completamente i pantaloni e li fece rimanere per terra, come uno straccio, e si tolse anche il reggiseno da sotto la felpa, dicendo "Va bene così, guardone?", io non ce la feci più, mi fiondai nella cabina, lo tirai fuori e comincia a scoparle la bocca, velocemente, mentre le strizzavo i capezzoli e le dicevo "Succhia puttana, adesso avrai quello che volevi!", infatti dopo neanche 2 minuti ebbi un orgasmo devastante nella sua bocca, tanto che lei non potette inghiottire tutto in una sola volta. Fece per andarsene, ma io la fermai tenendola per le mutandine, gliele strappai e comincia ad allargarle le gambe ed infilarglielo dentro la sua fichetta estremamente bagnata, lei emetteva dei gemiti come solo una porcona sa fare, io la stavo penetrando sempre di più e sempre più velocemente il suo buchetto, le venni dentro e, dopo essermi fatto pulire la sborra con la lingua cominciai con il suo culetto, ci spogliammo completamente e lei con le mani appoggiate sulla parete mi offriva una posizione perfetta, dopo circa 5 minuti di godimento le riempì l'ano di sborra caldissima, e dopo ricevetti il medesimo trattamento di pulizia. Dopo esserci sfogati a dovere, raccogliemmo i nostri vestiti (e quello che rimaneva dei suoi) e ci avviammo verso l'uscita. Incotrammo una professoressa che ci disse "Ma dove eravate finiti" Simona le rispose che io non mi ero sentito bene, io annuì e salimmo sul pullmann. Sentivo i miei amici che si lamentavano della pessima qualità dell'autogrill, io risposi semplicemente "Bhà, a dire la verità, i bagni non erano tanto male"
     
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