Marco e la sua famiglia

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  1. La Fenice
     
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    “Mmmmmhhh……siii….vengo…siii……..ancora…ooooohhh….vengo ancora….amore mi fai morire!!”
    “Vengo piccola……..sborooo……vengo!!”
    “Vieni amore….vieni dentro….siii…voglio sentirti….godooooo!!”
    Sentii i lunghi ed abbondanti fiotti della sua sborra bollente colpire le pareti del mio utero ed ebbi istantaneamente un ennesimo, squassante orgasmo, che quasi mi fece perdere i sensi.
    “Piccola sei stata meravigliosa…..ti amo…..mi vuoi sposare?!”
    Restai li, ansante, a bocca aperta senza poter dire una parola mentre davanti agli occhi passavano gli ultimi sei mesi della mia vita.

    Sei mesi prima, un sabato sera, ero in una discoteca in compagnia di alcune amiche, avevo troncato da poco una relazione sbagliata e volevo un po’ divertirmi.
    Improvvisamente le mie amiche mi diedero di gomito indicandomi un uomo che era appena entrato.
    Lo guardai, alto con un fisico atletico, con due spalle così, capelli neri corti, a spazzola, un bel viso con due occhi scuri e lo sguardo intenso ed una bella bocca sorridente.
    Incrociammo i nostri sguardi e subito mi sentii scrutare nell’intimo.
    Era in compagnia di due amici e di tre bellissime donne molto eleganti e sexy che facevano a gara per avere i suoi favori.
    «E’ un bell’uomo!» pensai «E’ normale che abbia tante belle ammiratrici!»
    “Anche tu Stefania, non sei niente male però!” mi dissi
    In effetti non avevo tutti i torti 24 anni, alta 1.74, magra ma non troppo, andavo fiera del mio seno alto e sodo della terza misura coppa “C” e delle mie lunghe gambe sormontate da un culetto tondo e duro.
    Una lunga chioma castana chiara incorniciava il mio viso ovale in cui erano incastonati due occhi blu acquamarina, il nasino appuntito e le labbra rosse e carnose completavano la mia figura.
    Lo guardai passare e dirigersi verso il privè assieme agli amici.
    Distolsi lo sguardo e tornai alla realtà, iniziando a dimenarmi al suono della musica assieme alle mie amiche.
    Ogni tanto però, senza sapere bene il perché, lanciavo un’occhiata attraverso il vetro che ci separava dal privè in cerca dei suoi occhi ed immancabilmente, ogni volta, i nostri sguardi si incrociavano.
    Stanca mi sedetti sui divanetti e lanciai un’altra occhiata senza però vederlo.
    Improvvisamente mi si materializzò davanti.
    “Ciao……che ne dici di bere qualche cosa assieme!” mi disse mentre mi porgeva la mano.
    Ero oltremodo sorpresa e lui se ne accorse.
    “Tranquilla!!…….solo un drink!!” aprendosi in un sorriso rassicurante.
    Presi la sua mano e mi alzai dirigendomi in sua compagnia al bar del locale.
    “Che ne dici di qualcosa di fresco e frizzante!?”
    «Vuol far colpo con lo champagne» pensai, ma rimasi sbalordita quando sentii cosa ordinava al barista.
    “Giulio….due bei bicchieroni di acqua minerale gassata….con ghiaccio ovviamente!!” disse sorridendo e poi rivolto a me “Devo guidare…oggi tocca a me ed allora bevo solo acqua….ne avrò già bevuti dieci bicchieri……sono quasi ubriaco di bollicine!!” al che scoppiammo entrambi in una sonora risata.
    “Marco…..mi chiamo Marco e tu?”
    “Stefania….piacere di conoscerti!!”
    Restammo tutto il tempo a parlare, a ridere e scherzare e pian piano mi sentivo sempre più attratta.
    Non tanto per la sua indubbia bellezza ma, soprattutto, per il modo di fare, per il suo sorriso, per l’intelligenza che traspariva da ogni poro, per la sua sicurezza e la sua cultura.
    Sembra impossibile che in una discoteca si riesca a parlare tanto come facemmo noi!!
    Alle tre del mattino ci salutammo come due buoni amici e ritornammo io dalle amiche, lui dalle sue belle.
    Neppure per un attimo ci sfiorò l’idea che avremmo potuto trascorrere il resto della notte assieme, eppure era evidente il feeling che si era creato.
    Solo quando rientrai in casa mi resi conto che di lui sapevo solo il nome, Marco, e null’altro.
    Anche volendo non sarei mai riuscita a rintracciarlo.
    Mi diedi della stupida ed andai a dormire piena di rabbia.
    Fui svegliata verso le undici dal fastidioso suono del citofono che non smetteva di trillare.
    “Chi è quello stronzo che rompe i c……..!!” urlai nella cornetta.
    “Ciao Stefania……..dai dormigliona……sbrigati che è una bella giornata….andiamo al lago!!” disse tutto questo d’un fiato senza lasciarmi il tempo di rispondere.
    “Ma….ma chi è……chi…!!”
    “Sono Marco…….su sbrigati…..ti do dieci minuti!!”
    “Marco?” mi svegliai del tutto solo sentendo quel nome “Volo!!” risposi.
    Mi lavai e vestii a tempo di record indossando un completino mutandine e reggiseno, Jeans attillati ed una maglietta “fina”, scarpe da ginnastica, presi la borsetta e giù di corsa dalle scale.
    “Ciao piccola!!....sorpresa di vedermi?!” mi disse salutandomi con un casto bacio sulle guancie.
    “Beh un po’ si…..non mi aspettavo certo di rivederti così presto!!”
    “Vieni Sali…..facciamo ancora in tempo per il pranzo….mia madre è un’ottima cuoca!!”
    “Pranzo?….mamma?.....ma non ti sembra un po’ presto per presentarmi ai tuoi!!!” gli dissi in tono canzonatorio.
    Intanto eravamo saliti sulla sua macchina e Marco era partito a razzo.
    “Presto?....se fosse stato per me ti avrei portata ieri notte dai miei………purtroppo ero in compagnia!!”
    “Ho visto…belle donne…..peccato che sei rimasto con me tutta la sera….avrai perso un’occasione!!”
    “Scherzi?.........la mia occasione l’ho presa al volo quando ti ho invitata a bere!!....quelle non le considero neppure!!”
    Verso mezzogiorno arrivammo a casa sua sul Lago Maggiore,
    Una splendida villetta immersa nel verde dove ad accoglierci c’erano i suoi genitori.
    Pensando alla mamma ottima cuoca mi aspettavo di vedere la classica mammina un po’ grassottella col grembiale ed il papà in carne un po’ stempiato.
    Invece rimasi a bocca aperta nel vedere i genitori di Marco.
    Sapevo che lui aveva 27 anni e che quindi i suoi genitori non dovevano essere giovanissimi, pensavo oltre la cinquantina abbondante.
    Appena arrivati ci venne incontro un uomo bellissimo, in pratica l’esatta copia di Marco solo con qualche ruga in più e le tempie leggermente brizzolate.
    “Eccovi finalmente….ben arrivati!!........tu devi essere Stefania…benvenuta!!”
    “G…grazie….buon giorno!!”
    “Io sono Matteo il padre del giovanotto!!” disse salutando calorosamente anche il figlio.
    Ma la visione della madre di Marco mi lasciò senza fiato.
    Quella che si presentò sorridente era una donna bellissima e molto giovane, alta come me, assomigliava vagamente a Catherine Zeta-Jones, capelli lunghi neri così come gli occhi una bella bocca dalle labbra carnose il seno della terza o forse della quarta. Indossava un semplicissimo vestito leggero piuttosto scollato e corto.
    “Ciao cara io sono Paola!” disse abbracciandomi calorosamente baciandomi sulle guance “Ma che bella figliola…….hai veramente dell’ottimo gusto ragazzo mio!!”
    “Vieni cara…..vorrai rinfrescarti un po’!” mi disse prendendomi a braccetto ed accompagnandomi in casa “Ragazzi!!......ci preparate l’aperitivo?” disse poi rivolta ai due uomini.
    “Sai Stefania…..è la prima volta che Marco ci fa conoscere una ragazza…..credo proprio che tu gli piaccia!!” mi disse strizzandomi l’occhio
    “Veramente non è molto che ci conosciamo……..però….anche lui mi piace!!”
    Chiacchierammo per qualche minuto poi raggiungemmo gli uomini.
    Trascorremmo una splendida giornata, non ricordo di essere mai stata così bene.
    Sentivo di appartenere ad una famiglia e per me che ero rimasta orfana a soli sette anni sentire il calore della famiglia significava molto.
    A tarda sera Marco mi riaccompagnò a casa, restammo qualche minuto in macchina senza che nessuno dei due si decidesse a dire o fare qualche cosa.
    Avrei voluto invitarlo a casa e……..succedesse quello che doveva succedere.
    Invece Marco mi sorprese ancora una volta.
    “Ciao piccola…..sarai stanca e domani si ricomincia a lavorare…..buona notte!!”
    Mi diede un bacio sulle labbra in pratica congedandomi.
    Sinceramente non riuscivo a capire a che gioco stesse giocando ma, in pratica, obbedii ricambiando il bacio e scendendo dall’auto.
    Mi accompagnò alla porta di casa, baciandomi un’ultima volta, e se ne andò quando varcai la soglia.
    Ancora una volta mi resi conto che di Marco conoscevo solo il suo nome e non avevo alcun modo per rintracciarlo.
     
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