Una serata speciale

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  1. La Fenice
     
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    Silvio mi teneva sulle ginocchia, in attesa.
    Io ero bendata, vestita con un vestitino di cotone leggero, non avevo
    reggiseno e slip, come lui mi aveva chiesto.
    Mi disse che sarebbe stata una serata speciale, un pò diversa, che avrebbe
    realizzato alcune mie fantasie.
    Era stranamente eccitato, probabilmente pensava a quello che sarebbe
    successo, probabilmente si eccitava a vedermi così indifesa, pronta a quello
    che lui aveva preparato per me.
    Sentivo la sua erezione attraverso il mio vestitino leggero.
    Era poco che lo frequentavo, ma ogni volta che stavo con lui era una
    sorpresa, mi faceva impazzire, ero totalmente alla sua mercè, poteva farmi
    tutto, chiedermi di tutto.
    Mi aveva fatto schiava con la sua sensualità, per come sapeva usare le mani,
    la lingua e quel fantastico cazzo che ora premeva contro il mio culo.
    Mi accarezzò la testa, come si fa con un cucciolo, sapeva essere
    terribilmente dolce e allo stesso tempo tremendamente eccitante.
    La sua mano calda passò sul mio viso, sfiorò la benda nera che mi aveva
    fatto mettere, si fermò sul collo.
    Sentivo il suo respiro nell'orecchio, mi sussurrava con voce roca che ero
    sua e che quella sera anche lui si sarebbe divertito "sei la mia troietta,
    ma devi avere pazienza".
    Cavolo, mi ero già bagnata, speravo non se ne accorgesse, si arrabbiava
    molto quando succedeva troppo in fretta perchè poi raggiungevo subito
    l'orgasmo e non avevo più voglia di giocare.
    Con un dito mi sfiorò le labbra ed io sentivo che qualcosa si muoveva
    all'interno di quella stanza di motel dove mi aveva portato...il cuore mi
    batteva forte, ma questa agitazione aveva avuto l'effetto di farmi indurire
    i capezzoli.
    Credo che se ne accorse, Silvio si accorge sempre di ogni mio cambiamento.
    Portò il dito indice nuovamente sulle labbra e me lo offrì da succhiare,
    questo lo faceva impazzire. Con la lingua cominciai a fare piccoli cerchi,
    facevo sparire quel dito nella mia bocca, lo leccavo con avidità...ahh se
    avessi avuto il suo cazzo ora nella bocca!
    Lui lo faceva apposta, sapeva quanto mi piacesse.
    Con l'altra mano mi cercò il seno, abbondante sotto il vestitino contro cui
    premevano i capezzoli inturgiditi e vogliosi.
    Fece in modo che una tetta uscisse dal vestito e fosse scoperta e pronta ad
    essere palpata dalla sua mano grande.
    La soppesò, la fece sobbalzare, la strizzò con movimenti ritmici, mentre io
    cieca, mi agitavo dal piacere sulle sue ginocchia.
    Stuzzicò il capezzolo, lo prese fra il pollice e l'indice e lo strinse quasi
    fino a frami male, ma il mio era solo piacere sublime.
    Liberò anche l'altra tetta e da dietro cominciò a palparmi oscenamente, con
    una foga a stento trattenuta, giocava con i miei capezzoli, li teneva ora
    tra indice e medio, come fossero sigarette, li tirava in avanti, li
    torturava.
    Io ero appoggiata con la schiena al suo petto, allargai istintivamente le
    gambe, come facevo a non eccitarmi? Solo il pensiero che lui mi stava
    facendo quello mi faceva bagnare.
    Se ne accorse, infilò velocemente una mano sotto al vestito, frugò tra le
    cosce che io istintivamente richiusi, aiutandosi con l'altra mano me le
    aperse.
    Con due dita mi teneva la figa bella aperta e con l'altra mano mi penetrava,
    un dito solo, su e giù, molto lentamente.
    "Ti vedo e ti sento come stai godendo puttanella" mi sussurrò Silvio
    all'orecchio.
    Eravamo seduti su una sedia di fronte allo specchio sull'anta dell'armadio e
    lui si eccitava guardandomi allo specchio, guardando la mia figa oscenamente
    esposta e le sue dita che mi fottevano e la mia testa che si gettava
    all'indietro per il piacere.
    "Ti avevo detto che dovevi resistere, sei proprio disubbidiente".
    Mi fece alzare e mi fece stendere sulle sue ginocchia. Mi sollevò il vestito
    leggero fino a metà schiena e iniziò ad accarezzarmi le natiche, molto
    dolcemente.
    "Che bel culo che hai, peccato che sei stata un pò troppo frettolosa" diceva
    ridendo "dovrò punirti" aggiunse sorridendo...quella era una scusa bella e
    buona!
    Iniziò a sculacciarmi ed io ero lì, sottomessa al suo volere, mi era
    impossibile reagire se non con mugugni di piacere misti alla leggera
    sofferenza.
    "Sei proprio una troia, guarda come ti sei bagnata, stai godendo eh?"
    Continuava a sculacciarmi il culo mentre con l'altra mano ancora mi
    titillava i capezzoli e mi strizzava le tette che oscillavano a ritmo dei
    suoi colpi.
    Si fermò, era soddisfatto, io mugolavo e lui mi ordinò di stare zitta.
    Ubbidii da brava bambina mentre Silvio con entrambe le mani mi apriva i
    glutei e li palpava.
    "Voglio guardarti" mi disse e iniziò ad esplorare la mia figa con le mani.
    Cercò il clitoride e cominciò a stuzzicarlo con pollice e indice, ero
    bagnatissima.
    Volevo cambiare posizione, mettermi comoda ma lui mi diede uno schiaffone
    sul culo dicendomi di tacere, che dovevo rimanere così, sulle sue ginocchia,
    a culo in su e con la figa bella aperta.
    Inserì nella fessura il pollice, lo bagnò e lo portò fino al buco del culo.
    Instintivamente contrassi le chiappe, ma lui si insinuò nuovamente nel mio
    culo finchè non vi inserì la punta del dito. Premette nonostante i miei
    mugolli e spinse il dito dentro cominciando a muoverlo per allargarmi
    meglio.
    Io stavo impazzendo di piacere, volevo che mi scopasse, volevo il suo cazzo
    come non mai.
    Scivolai giù dalle sue ginocchia e mi ritrovai sul pavimento in ginocchio,
    la faccia tra le sue gambe.
    Alla cieca gli sbottonai velocemente i pantaloni.
    Silvio mi mise una mano sulla testa "so che adesso hai voglia di cazzo,
    succhiamelo!"
    Mi avventai letteralmente su quella cosa meravigliosa che non vedevo ma che
    sentivo fra le mani e avidamente lo presi in bocca subito, senza aspettare.
    Era enorme, duro, la cappella mi ci stava a malapena in bocca, sentivo che
    era turgida e tesa, molto liscia.
    Iniziai a leccare l'asta, partendo dal basso, da dove si inseriscono le
    palle.
    Lì c'è un piccolo avvallamento ed io insistetti in quel punto con la lingua.
    salii lentamente e passai la punta della lingua tutto attorno al glande,
    riempiendolo di saliva.
    Lo presi tutto in bocca e iniziai a pompare con movimenti regolari,
    aiutandomi con l'altra mano che tendeva la pelle così da lasciarmi lavorare
    bene sulla cappella.
    Silvio stava impazzando, impazziva sempre per i miei pompini, ma mi fermò.
    Era in piedi sopra di me, io in ginocchio.
    "Leccami le palle" mi ordinò ed io, sempre più eccitata non me lo feci
    ripetere.
    Iniziai a leccarlo, a premere le mie labbra carnose sulle sue palle, ad
    esplorare con la lingua ogni angolo.
    A un tratto capii che stava godendo di più ma mi sembrava strano che
    accadesse solo per quello che gli stavo facendo.
    Con la mano cercai di prenderglielo in mano ma sentii qualcosa di
    setoso...erano capelli.
    Non capivo.
    Alla cieca esplorai meglio mentre Silvio mi ordinava di non interrompermi e
    di continuare il mio lavoro.
    Continuai a leccare ma con una mano afferrai una caviglia...non era certo di
    Silvio!
    Era sottile e liscia...e c'era pure una scarpa, con un alto tacco a spillo.
    Un'altra donna!!!
    Un'altra donna aveva visto tutto, aveva visto quando Silvio mi puniva e mi
    masturbava, aveva visto il mio culo e la mia figa aperta, ed ora glielo
    aveva preso in bocca unendosi a noi.
    Ero sbalordita, non volevo, ero gelosa.
    Stavo per alzarmi, ma Silvio premette quella mano grande e calda sulla mia
    testa.
    "continua, troietta che non sei altro"
    Sentivo che l'altra glielo aveva preso in bocca e lo stava spompinando a
    dovere.
    Non potevo fare nulla.
    Sentii due dita che mi strizzavano i capezzoli. Era lei.
    La lasciai fare per non indispettire Silvio.
    Tutto si fermò.
    Venni coricata a terra. Silvio appoggiò nuovamente la sua mano sulla testa e
    mi disse di leccarla, di leccare la figa a questa sconosciuta che si era
    messa tra noi.
    Mi indirizzò e mi trovai affondata nei suoi umori.
    Cominciai a succhiare e sentivo che quella godeva, che urlava come una
    vacca.
    E intanto Silvio mi palpava il culo, me lo allargava, me lo schiaffeggiava
    piano incitandomi. Allungai la mano verso la donna e le presi con forza una
    tetta, cominciai a strizzarle il capezzolo e intanto lappavo la sua figa.
    Silvio doveva essere contento di me.
    Ero alla pecorina ed ero bagnata.
    Sentivo le mani di Silvio sul culo.
    Mi aprì con i due pollici la figa, tenendo le grandi labbra ben distanti fra
    loro.
    Fu un attimo.
    Il suo enorme cazzo si appoggiò alla mia fessura ed entrò di prepotenza,
    cominciando a fottermi come si deve.
    Mentre mi montava e stantuffava vigorosamente, mugulava di piacere
    all'unisono con la sconosciuta a cui continuavo ad esplorare la figa aperta
    davanti a me.
    Stavo godendo come non mai.
    Continuò a scoparmi alla pecorina e mi chiese se volevo anche un dito nel
    culo, come prima.
    "Si ti prego" feci io.
    Questa richiesta lo fece eccitare ancora di più, mi allargò le chiappe e
    cominciò a solleticarmi il buco del culo.
    Infilò qualcosa, ma non saprei dire cosa fosse, non era un dito.
    ero frastornata.
    Silvio urlò e mi riempì improvvisamente di sborra.
    Si accasciò un attimo sulla mia schiena e mi ordinò di nuovo "succhiamelo e
    puliscilo tutto adesso!".
    La sconosciuta rideva ed io pensai che sarebbe stata una serata molto lunga.
     
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