Tenere emozioni

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  1. La Fenice
     
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    Volevo che anche tu scoprissi questo lembo di terra Toscana, bello come
    pochi altri al mondo: dolci colline, campi ordinati, prati e boschetti che
    si alternano in un verde dalle mille sfumature. E poi i cipressi in fila, le
    vigne, gli ulivi, i cascinali isolati sulla cime delle alture... luoghi dove
    il tempo ha deciso di fermarsi per non scorrere più.


    Ti ho portato in una camera dai mobili antichi e lucidi, con le lenzuola che
    sanno di pulito e dove il sole, filtrato dalle foglie degli alberi, penetra
    discreto in un giocoso alternarsi di ombre e luci.
    Ti guardo sedere sull'altissimo letto matrimoniale, come se tu ne volessi
    saggiare la consistenza. Mi guardi e sorridi, e anch'io ti sorrido come a
    risponderti che andrà benissimo, che ci dormiremo da dio su quel letto.
    Lasciamo in un angolo i nostri bagagli fatti di fretta e siamo subito fuori.
    L'aia è proprio oltre la soglia, con le galline che becchettano libere
    accanto ad un cane mansueto ed un po' annoiato che ci adocchia appena.
    Sulla sinistra si ergono eleganti e maestosi i cipressi posti a confine
    della proprietà, mentre dall'altro lato è la stalla a chiuder la visuale,
    con le caratteristiche balle di fieno, ordinatamente arrotolate e legate al
    mezzo.
    C'è una brezza leggera e dolce che rende il caldo sopportabilissimo e fa
    venir voglia di camminare. Ti prendo per mano e ci dirigiamo su di un
    viottolo che porta all'esterno.


    Il terreno degrada dolcemente e ci conduce alla vigna, con i suoi colori
    intensi di un verde già ambrato, tra filari ordinati e grappoli formati ma
    ancora acerbi. A contorno ci sono gli ulivi, alcuni secolari. Quelli più
    antichi mi hanno sempre affascinato. Mi piace osservarli, studiarli. Sono
    monumenti viventi, dal tronco tortuoso eppure possente, avviluppato su
    sé stesso, di un colore scuro ed irregolare che contrasta con le foglie
    piccole e dal verde pallido ed argentato. Ma oggi non c'è tempo, ci sei tu
    e voglio camminare tenendoti per mano. Entriamo in un sentiero che
    divide due vigne. Mi sento improvvisamente nascosto e al sicuro e così ne
    approfitto per darti un bacio. Tu ti scosti, perché fai sempre così. Però
    capisco che hai apprezzato. Sorridi, vedo illuminarsi i tuoi denti
    bianchissimi e perfettamente allineati che mi hanno sempre fatto invidia.
    Vuoi solo camminare ed è giusto così. Rispetto la tua decisione.


    -"chissà se è buona quest'uva..."-
    La tua curiosità è anche la mia. Cerco di prenderne qualche chicco.
    Faccio fatica, sono duri, fortemente coesi gli uni agli altri. Forzo un po'
    e ne stacco due. Uno te lo offro. Sono aspri e dolci insieme.
    Come la vita.


    Passeggiamo per più di un'ora, scendiamo per poi risalire, finché ci
    fermiamo su di un punto più elevato. Lo sguardo si apre, siamo circondati da
    colline dolcemente ondulate e su una di queste, la più vicina, troneggia un
    casolare giallo ocra con il tetto di tegole antiche, splendido come un
    castello nella sua solitudine. Davanti a noi, in leggera pendenza, c'è un
    campo di fieno. Non è stato ancora tagliato. Ci sediamo e ci ritroviamo
    immersi nell'erba.


    -"qui non viene mai nessuno... senti che silenzio... ..."-


    -" hai ragione, fa quasi impressione... pensa in che casino viviamo
    tutti i giorni... e manco ce ne rendiamo conto..."-


    Tu mi ascolti distrattamente, poi ti sdrai per guardare il cielo. Il sole è
    basso e si è nascosto dietro una nuvola che frange i suoi raggi in tutte le
    direzioni. L'azzurro è intenso e così terso da sembrare cristallino.
    Mi sdraio anch'io in assorta contemplazione, poi però non resisto e
    volgo lo sguardo verso di te.


    -"posso dirti una cosa Liù?"-


    -"dimmi"-


    -"qui è tutto bellissimo, eppure la cosa più bella... sei sempre tu!"-


    Mi guardi severa come se avessi detto una battuta. Sei la solita, non mi
    credi. Invece sono stato sincero. Sei bella Liù, anzi bellissima. Ma da
    adesso potrò solo pensarlo, visto che non mi credi. Che voglia che avrei di
    abbracciarti qui nell'erba e poi rotolare come facevo da bambino. Mi piaceva
    farlo tenendo gli occhi chiusi, sai? Sentivo la testa girare... ecco... se
    rotolassimo insieme potrei rubarti quel bacio che prima mi hai negato.
    Tenendoti stretta tu non potresti impedirlo...
    Ti osservo. Ora il tuo sguardo si è sciolto in un sorriso dolce ed
    indifeso. Penso al mio bellicoso proposito. Mi intenerisco e decido
    che non posso. Aspetterò.


    Tornando mi accorgo che un piccolo miracolo è già avvenuto. Per tutto il
    tempo non mi hai parlato delle cose brutte, del tuo grande dolore, del senso
    di abbandono che ti pervade. Forse lo hai lasciato in una valigia che hai
    dimenticato a casa. Lo spero intensamente.
    Camminiamo lentamente, non c'è fretta. Ci fermiamo di nuovo per ammirare il
    tramonto che ammanta di rosso l'orizzonte, poi i colori si spengono, la
    brezza cessa ed il silenzio diventa perfetto. I nostri passi, per quanto
    poco rumorosi, sono l'unica cosa che riusciamo ad udire. Non parliamo per
    non infrangere l'incantesimo e ci teniamo per mano. Questa situazione sta
    coinvolgendo anche me che non abbondo certo in spirito bucolico.
    Ma forse è la tua vicinanza a fare il miracolo.


    Torniamo in camera. L'imbrunire l'ha resa perfetta. Sembra la camera
    della nonna, con i mobili di noce scuro, l'armadione ed il comò con i
    cassetti pesanti che non scorrono. L'odore del legno è inebriante e
    l'umidità della sera lo rende ancora più intenso. Forse sono le cere con cui
    lo trattano a renderlo così profumato... è odore di buono, di antico, un
    profumo legato a ricordi di un'infanzia lontana, quasi dimenticata.
    Il bagnetto invece è moderno e funzionale. Piccolo, ma c'è tutto.


    -"dai, facciamo la doccia che poi andiamo a mangiare, mi è venuta una
    fame..."-


    -"ok, chi va prima?"-


    -"si va insieme, scusa..."-


    Non mi rispondi, mi sorridi solamente e lo fai con quel tuo sguardo...
    ineffabile.
    Lo adoro perché è impenetrabile e io non so mai come interpretarlo. Questa
    volta lo scambio per un sì ed infatti non mi sbaglio.


    L'acqua scorre su di te, frangendosi in mille rivoli. Sei girata e io ti
    guardo prima di insaponarti la schiena, non voglio perdermi nulla. Lo faccio
    dolcemente, so quanto desideri questo momento perché una volta, non so
    come, me lo hai confessato. Senza fretta arrivo al tuo fondoschiena.
    Prima di insaponarlo lo scruto attentamente. Sei bellissima, dolce Liù, e lì
    in modo particolare. Come fai ad avere dei glutei così perfetti? Mi
    piacciono da impazzire, sembrano quelli di una ragazzina, vorrei dirtelo,
    ma resto zitto, tanto non mi crederesti. Mi accontento di insaponarli e
    toccarteli con cura. Quando tu ti volti io sono in erezione. Non puoi non
    essertene accorta, eppure fai finta di niente. Mi chiedi di girarmi. Tocca a
    te insaponarmi la schiena. Mi giro e mi guardo il coso. Eppure se mi è
    successo un senso lo avrà o no? Le mie parole possono simulare, mentire,
    nascondere, quell'affare no, è sincero. Ti sta dicendo a modo suo che mi
    piaci. Chissà se lo hai capito.


    Sento le tue mani leggerissime, quasi da fata. Ma come fai ad essere così
    delicata? Il risultato è che là sotto qualcosa si impenna ancora di più...
    Mi gusto le tue carezze e penso a lui. Come sarebbe bello se me lo
    insaponassi tu... in un attimo lo vedresti spruzzare di felicità tra le tue
    mani, con l'acqua tiepida che scorre... uhm... cosa darei...
    Ecco, di nuovo queste assurde fantasie adolescenziali!... cavolo.. è che
    non cresco mai...
    Oggi non è proprio il caso. Mi riprendo alla svelta... Devo darmi un
    contegno.


    -"se vedi un ristorantino che ti ispira avvertimi..."-
    Sei seduta accanto a me. Ti guardo con la coda dell'occhio per non distrarmi
    dalla guida. Cerco di scrutare il tuo viso per capire come ti senti. Sei
    felice? Vorrei chiedertelo, ma poi decido di aspettare. Me lo dovrai dire
    tu, quando veramente lo sarai. Per ora mi sembri serena. Guardi fuori dal
    finestrino, attenta a scorgere un'insegna illuminata.
    Chissà se pensi alla nostra notte. Io non riesco a pensare ad altro. Ma non
    penso di fare all'amore. No. Troppo banale. Per te vorrei qualcos'altro.
    Una trasfusione... sì... un'intensa trasfusione di felicità e di voglia di
    vivere.
    Magari ci riuscissi.
    È che non so come fare. Potrei sbagliare tutto, accelerare troppo, non
    capire i tuoi desideri, i tuoi tempi. Ma non posso neppure aspettare che sia
    tu a prendere l'iniziativa. Sarebbe un messaggio sbagliato, come se io non
    provassi nulla per te. Ci deve essere una via di mezzo. Cavolo, come è
    difficile.


    -" Là... guarda, sembra l'insegna di un ristorante... prova ad
    avvicinarti..."-


    -"ok, vediamo..."-


    Mi avvicino e nel posteggiare già avverto il profumo della carne
    arrostita.


    -"certo che da queste parti con le grigliate non scherzano... beati
    loro..."-


    Io non amo particolarmente la dieta carnea e neanche tu penso, però l'odore
    è molto invitante.
    Entriamo nel locale. È spartano ma a suo modo accogliente. Dal lato opposto
    all'ingresso, oltre i tavoli, vediamo la fiamma di una grossa griglia a
    legna con a lato degli enormi spiedi. È il posto giusto. Per fortuna c'è un
    tavolo libero.


    Ti osservo mangiare. Lo fai di gusto, d'altronde la carne è buonissima. Da
    queste parti usano degli odori azzeccati. La salvia soprattutto, la infilano
    per bene tra un pezzo di carne e l'altro e a me quel sapore piace da morire.
    Abbiamo preso tutte e due lo spiedino di carne mista. Ti riempio il
    bicchiere. Un chianti della casa naturalmente. All'inizio ti devo invitare a
    berlo, poi però vai da sola, d'altronde ci vuole, con questi sapori...
    Inizio a sentirmi bene, intensamente bene. Chissà se è il vino. Mi vien da
    pensare un po' d'alcool alle donne fa bene, almeno per quel che riguarda il
    sesso, le predispone. Agli uomini invece può fare brutti scherzi... i suoi
    effetti su certa muscolatura sono imprevedibili. Beh, qualche anno fa non mi
    ponevo questi problemi. Però questa notte è troppo importante e l'emozione
    si sa... non aiuta.
    Quando usciamo dal locale sento il bisogno di stringerti a me. Tu mi lasci
    fare, ma non mi stringi a tua volta. Chissà perché? Mi lasci sempre sulle
    spine. Mi consolo pensando che da quando ci conosciamo hai sempre fatto
    così. È il tuo modo di essere.
    Vorrei tanto entrare nella tua testa, sentire quello che senti in questo
    momento e soprattutto sapere cosa pensi di me. Vorrei provare quello che
    provi tu. Vorrei capire, sapere, condividere. Io non sono il tuo uomo e
    forse non lo sarò mai perché vivo con un'altra donna che mi ama, magari
    a suo modo, ma mi ama.
    Però mi conosci da tanti anni e sai che di me ti puoi fidare.
    Non ti farei mai del male, dolce Liù.


    Mi stacco solo un attimo per farti entrare in auto e di colpo mi appare
    tutto chiaro.
    La tua diffidenza è una scelta obbligata. Hai alle spalle una brutta
    storia. Anzi, no. Una storia straordinaria, bella come poche, ma
    stroncata all'improvviso, senza una ragione, senza una seconda possibilità,
    senza un barlume di speranza. Lui era tutto ed improvvisamente quel tutto
    ti è mancato.
    Da allora non vivi più. Come in un oscuro maleficio la tua vita si è
    cristallizzata nel momento tragico del suo addio, in una condizione di
    angoscia permanente. Andandosene lui ti ha fatto male, scegliendo un'altra
    donna ti ha umiliata e ferita negli affetti più profondi, Non posso
    chiederti di essere entusiasta né di me, né di questa serata, forse nemmeno
    riconoscente.
    Tutti i gesti dell'amore potrebbero ricordarti qualcosa, sensazioni,
    emozioni, che vorresti dimenticare per non soffrire ancora. Ma sono gesti di
    cui non puoi fare a meno se non vuoi morire del tutto, seppellita da un
    fallimento amoroso che può diventare esistenziale. So che stanotte dovrò
    convivere con il fantasma che alberga in te. Dovrò avere tanto tatto ed
    un'infinita pazienza per non risvegliarlo. Per fortuna ho una notte intera.
    Te la dedicherò finché avrò forze, dolce Liù.


    In camera ci spogliamo lentamente, io da una parte del letto e tu
    dall'altra. A cena abbiamo parlato del tuo lavoro, del mio, dei rispettivi
    progetti e di tante cose in fondo futili. Solo alla fine, quasi senza
    accorgertene, sei ricaduta nel buco nero che ti divora dentro. Mi hai
    parlato di lui e dei tuoi ricordi e di colpo ho intravisto l'amarezza
    che cova dietro ad ogni tuo gesto, ad ogni tuo respiro. Ho visto i tuoi
    occhi spegnersi e diventare lucidi, la tua voce cambiare, lo sguardo
    incupirsi. Come altre volte ti ho ascoltato in silenzio, partecipe, eppure
    assolutamente impotente, aggrappato alla flebile speranza che almeno
    la mia presenza ti stesse recando sollievo.
    Ancora una volta ho balbettato qualche frase senza trovare le parole
    per consolarti. Chissà, forse quelle parole nemmeno esistono.


    Ora che siamo più vicini è il silenzio ad imporsi. Vorrei abbracciarti, ma
    non voglio metterti fretta. C'è tempo. L'eccitazione si mischia all'emozione
    e la paura di sbagliare mi rende insicuro. Rimango con gli slip addosso e mi
    metto sotto il lenzuolo. La finestra è aperta e sento un'aria piacevolmente
    fresca che mi invoglia a coprirmi. Anche tu rimani in mutandine e ti metti
    sotto il lenzuolo.
    Mi giro verso di te, ti sorrido. Ti cerco con la mano. Sento la tua pelle
    liscia. Salgo ed incontro il tuo seno, piccolo e delizioso.
    La voglia sale, ma mi impongo di non accelerare. Le prime sensazioni sono le
    più delicate e non voglio rovinarle con movimenti troppo espliciti. Ti
    sfioro ed è bellissimo. Tocco appena la tua pelle e mi muovo lentamente.
    Voglio farti concentrare, voglio amplificare il tuo senso del tatto. Dovrai
    sforzarti per sentirmi, io ti sfioro appena. Sì, ho deciso che sarà così.
    Tu in risposta chiudi gli occhi. È un buon segno. Che bello, non abbiamo
    spento la luce, così ti posso vedere. Continuo così, poi avvicino le mie
    labbra al tuo seno. Ti sfioro di nuovo, impercettibilmente. Sei immobile, ma
    ti piace, lo sento. Mi sposto e rimango sopra il tuo viso. Le mie labbra
    vicine alle tue. Non le tocco ancora. Rimango così e resisto. Tu ora ti
    aspetti di incontrarle, sai che sono lì perché senti il mio respiro, però
    non arrivano.
    Dovrai desiderarle, lo sai dolce Liù? Questa notte ti farò desiderare ogni
    cosa.
    Ora apri gli occhi. Probabilmente ti chiedi cosa faccio lì immobile a tre
    centimetri da te. Forse pensi che sia diventato improvvisamente scemo.
    Allora mi avvicino. Ti sfioro solo con la punta delle labbra e subito mi
    allontano. Dio, ho sentito anch'io un'emozione intensa! Funziona! Torno
    sulle tue labbra e questa volta le incontro. È straordinario, sono
    morbidissime, la cosa più morbida che possa immaginare. Sì, si muovono, si
    aprono. Finalmente un tuo cenno di risposta. Non sai com'è importante per
    me. Ora sono le punte delle lingue ad incontrarsi. Ti assaggio.
    Sei davvero dolce, Liù, più di un frutto maturo.


    Abbandono le tue labbra dopo averne memorizzato il sapore. Lentamente e con
    dei baci leggerissimi seguo il profilo del tuo mento sporgente e ben
    disegnato fino ad arrivare al collo. Mi fermo. Lo sfioro con la lingua, poi
    disegno una scia umida ed ondulata che arriva al tuo orecchio. Ne assaporo
    il lobo. È tenerissimo, tanto da immaginarne il sapore. Penso ad un lampone
    maturo che si scioglie in bocca, un frutto dolce ma con una punta di
    selvatico. Proprio come te, dolce Liù.
    Lo trattengo tra le mie labbra e lo lambisco con la lingua.
    Tu reagisci con un sospiro, intuisci che sarà tutto così... tenero, ma
    lento, forse estenuante. Non te lo voglio dire, lo capirai da sola. Il
    piacere per te stanotte sarà attesa... e bruciante desiderio.


    Mi sollevo e mi avvicino al tuo seno. Non lo tocco ancora, devi prima
    percepire il calore del mio respiro. Sfioro un capezzolo e poi lo guardo. Si
    muove, si ingrossa, cambia la sua forma. Lo succhio poco, uno o due secondi,
    non di più. Lo riguardo e sorrido. Si è eretto ed è lucido della mia saliva.
    Ha risposto al mio richiamo. Decido di dargli qualcosa di più. Apro la bocca
    appoggiandola su tutto il seno. Succhio e contemporaneamente stringo le
    labbra arretrando finché non mi rimane in bocca che lui, il tuo capezzolo.
    Lo stimolo con la lingua, insisto. Adesso è duro, non si piega, resiste alle
    mie pressioni laterali. È una dolce lotta tra lui e me. Io cerco di
    piegarlo, ma lui resiste. Lo succhio ancora, questa volta con più forza,
    come fossi un bambino alla ricerca del latte. Lo mordicchio dolcemente e
    mentre gioco con lui mi dimentico di te. Mi sposto sull'altro seno e gli
    riservo lo stesso trattamento. I minuti passano. Sento i tuoi sospiri. Non
    c'è fretta Liù, non c'è fretta.


    Col braccio sollevo il lenzuolo che ancora parzialmente ti copre. Mi sposto
    su di te, e mi ritrovo con la testa a livello delle tue anche. Bacio il tuo
    pancino, così minuto e morbido. Benché sia un bacio casto, come quello che
    darebbe un bimbo, tu hai un riflesso istintivo, con una mano mi tocchi i
    capelli. Ormai sei una molla, vibri appena ti sfioro. Chissà cosa volevi
    dirmi con quel tocco. Ti inumidisco passando la lingua intorno all'ombelico.
    Disegno una lenta spirale e mi introduco. Voglio sentire che sapore hai là
    dentro, qualunque esso sia. Infatti è buono. Forse non lo sai, ma il tuo
    sapore non può che piacermi. Mi piace perché è tuo, è un'impronta di te, una
    tua proiezione sui miei sensi eccitati. Non riesci ancora a capirlo vero?...
    forse un giorno ti sarà più chiaro.
    Hai la pelle leggermente salata ed amarognola. Ne voglio sentire di più. Ti
    sto vistosamente leccando, ritorno ai seni, forse esagero. Torno in giù,
    cambiando il percorso e ad ogni passaggio sento un sapore diverso, una
    variazione che cerco di memorizzare.
    Quando mi fermo sul confine delle tue mutandine ho quasi la lingua asciutta.
    L'elastico mi impedisce di proseguire. Cerco nuova saliva e intanto guardo
    il tuo indumento, è bianchissimo e di pizzo. Il ricamo lascia maliziosamente
    intravedere quello che c'è sotto. Quelle mutandine le hai messe per me, per
    questa notte speciale, non è vero? Sono davvero bellissime, grazie. Le
    scosto di pochissimo, e scopro solo qualche millimetro di pelle. La bacio
    dolcemente. Poi un altro millimetro, non di più.
    Ti sento muovere, ti sposti. Non ce la fai, è una sofferenza. Hai deciso di
    spogliarti completamente, di restare nuda per me. Mi scosto e ti lascio
    fare.
    Pieghi e apri un po' le gambe e io ne approfitto per infilarmici con la
    testa. Rimango così, con la bocca appoggiata al tuo interno coscia. Tu mi
    stringi ed io rimango immobile. Voglio lasciarti concentrare su questa
    sensazione. Hai un uomo tra le gambe, là dove un giorno hai sentito
    sbocciare la vita. Ora sono tuo, è come se stessi rinascendo per te.


    Apri le gambe, non mi stringi più. Capisco che lo desideri. Avrai tutto,
    ma non subito. Devi preparati.


    Mi avvicino lentamente con piccoli baci seguendo la breve via che mi separa
    dal tuo pube. Mi fermo là, dove la pelle si fa più crespa e fanno capolino i
    primi peli. Indugio ad assaporarti. Sei leggermente sudata e là il tuo
    salato è forte, ma mi piace e ti assaggio ancora. Sento l'odore del tuo
    sesso. Adesso mi arriva chiaro, inequivocabile. Mi sposto un po', sono a
    pochi millimetri dalla tua rosa. La guardo, sembra davvero un fiore con i
    petali appena dischiusi. Vi appoggio dolcemente le labbra e la bacio
    ripetutamente. È un incontro di labbra il nostro, labbra tenere e diverse,
    fatte mirabilmente le une per le altre. Con la lingua entro appena in te. Tu
    fai un sospiro profondo, vuoi che io lo senta. Lo so, è là che mi vuoi,
    dentro di te, in fondo. Mi avrai dolce Liù, fino a saziarti, ma non ora.
    Separo con la lingua i tuoi petali, assaggio il loro sapore, poi arrivo in
    cima. Bacio la tua minuscola protuberanza, la titillo con la lingua. Ti
    piace, lo capisco perché in cambio mi restituisci il tuo primo vero verso di
    piacere. Grazie dolce Liù, ma non pensare che mi accontenti, ne voglio
    sentire ancora di questi versi, non hai idea quanti, fino a stancarti.


    Oso un po' di più. La mia lingua si intrufola in te. Sei bagnatissima. Le
    tue secrezioni mi entrano in bocca, le sento, sono più dense della mia
    saliva. Affondo per raccoglierne di più. Che sapore che hanno... forte,
    particolare, speziato. Mi pizzicano la lingua fino a sconvolgermi il senso
    del gusto. Sento le papille gustative ribellarsi ed entrare in
    fibrillazione, eppure non mi tiro indietro, anzi, ti cerco ancora. Entro in
    te con più forza, ora il mio mento spinge perché la lingua possa penetrarti
    a fondo.
    Tu inizi a muoverti e i tuoi gesti diventano appena scomposti. L'impressione
    è che ti voglia opporre alla mia dolce invasione. Cerchi di resistermi,
    sento che mi stringi con le gambe nel velleitario tentativo di
    immobilizzarmi. Decido di liberarmi e lo faccio con la forza delle mie mani.
    Sono io il più forte e dovrai lasciarmi fare, vincerò questa dolce lotta
    portando via dal tuo piccolo fiore tutto il suo nettare così gelosamente
    custodito. Devi cedere, non hai scampo.
    Brava, adesso rilassati, mentre io dilago in te e ti bacio con la foga del
    mio desiderio. Reagisci se vuoi, ma solo con i tuoi versi, quelli puoi
    liberarli, purché tu non ti opponga. Io mi sto inebriando del tuo succo e
    più ne raccolgo, più ne trovo. Mi fermo per prendere fiato. Ti penetro con
    un dito. Cerco il fondo della tua apertura separando pian piano le tue
    pareti interne. Tu hai di nuovo un sussulto. Ti piace. Certo, dolce Liù,
    da adesso sarà ancora più bello.


    Ti penetro ancora e poi di nuovo. Poi guardo il mio dito: è coperto dei tuoi
    umori più profondi. Lo assaggio, poi mi avvicino alla tua bocca. Ti bacio,
    voglio che anche tu senta il riverbero di quel sapore sulle mie labbra.
    Nel farlo appoggio il membro su di te. È ancora racchiuso nel suo indumento
    intimo. Rapidamente lo libero lanciando gli slip non so dove.
    Ora i nostri organi sono vicinissimi. Spingo un po' e sento un brivido
    percorrermi.


    -"aspetta... prima mettiti il..."- La voce ti esce a fatica e tradisce il
    respiro corto.


    -" come vuoi... ce l'hai tu?"-


    -"aspetta, lo prendo..."-


    Ti sollevi per raggiungere la borsa che hai lasciato volutamente sul
    comodino. Cerchi nervosamente e io mi fermo a guardarti. Sei bella Liù, mi
    piaci anche messa in questa strana posizione, semi sollevata e piegata di
    lato, con quel tuo visino stranamente serio... non vedo l'ora di mettermi
    quel coso per prenderti e farti mia... cosa aspetti?...


    -" non lo trovo, accidenti... mi sa che è rimasto..."-


    -"dove? In valigia?"-


    -"no, nell'altra borsetta... quella che ho lasciato a casa! Accidenti...
    è colpa tua... mi hai messo una fretta... chissà quante altre cose
    ho dimenticato..."-


    -" Ma Liù... lo sai... questo weekend è stata un'occasione inaspettata, e
    quando capita che posso assentarmi per due giorni da casa?... non era
    programmato... dovevamo per forza fare tutto di fretta... "-


    -"è inutile, non c'è..."-


    Ti abbraccio cercando di consolarti. Ti stringo per qualche istante.


    -" non ti preoccupare, continuerò solo con le carezze e i baci... quelli non
    ti faranno venire il pancione..."- sorrido, ma tu non sembri cogliere la
    battuta.


    Mi sposto avvicinandomi al tuo bacino, ma tu mi trattieni. Mi vuoi vicino a
    te. Mi baci con passione sulla bocca, e intanto mi stringi forte.
    Appena mi libero ne approfitto per parlarti.


    -" Senti... lo possiamo fare lo stesso... ovviamente se ti fidi... starò
    attento, anzi attentissimo... sono allenato, sai?... con lei... ecco, sì...
    insomma, non dovrei dirtelo, ma lo facciamo spesso così e di problemi
    non ce ne sono mai stati..."-


    Tu non rispondi, sembri poco convinta.


    -" e poi ti basterà fare un cenno per interrompere tutto, lo giuro..."-


    Mi sposto su di te. Tu stringi ancora le gambe. Io mi limito a spingere
    leggermente col membro e intanto cerco le tue labbra. Voglio baciarti e per
    fortuna trovo la tua lingua.
    Poi la tua decisione arriva e non servono parole.


    Di nuovo i nostri organi si toccano. Mi concentro e spingo piano. Tutti i
    miei sensi sono ora concentrati lì, in quella parte del mio corpo che sta
    entrando in te. Sì, ora ci sono, è straordinario, mi batte il cuore come se
    facessi l'amore per la prima volta. Questo momento devo averlo
    inconsciamente desiderato come poche altre cose... ora mi è chiaro. Sento i
    nostri organi aderire perfettamente, mi basta compiere dei piccoli
    spostamenti per ricavare delle stimolazione straordinarie. Affondo in te
    finché posso. Tu mi aiuti sollevando un po' le gambe, poi mi abbracci forte.
    Io mi muovo lentamente, cercando il contatto profondo. Tu apprezzi. Lo sento
    dalle tue mani sulla schiena, dalle dita che si contraggono quasi a volermi
    penetrare le carni. Ti do un bacio profondo e spingo ancora. Ora siamo
    uniti, davvero uniti come più non potremmo, vorrei congelare quest'attimo e
    rimanere così, per sempre, se solo potessi...


    Invece il tempo trascorre senza pietà, sento il mio corpo cambiare dentro,
    trasformarsi. Si sta lentamente, ma inesorabilmente preparando al piacere,
    il bisogno di espellere il seme diventa impellente. È una sensazione atavica
    che nasce dall'istinto più profondo, intensa come poche altre, dolce e
    brutale insieme. Non pensavo arrivasse così alla svelta. Devo contrastarla,
    assolutamente...
    Mi concentro su di te, sui tuoi versi ormai a briglia sciolta, sul tuo
    piacere che pian piano sta prendendo la forma dello sfogo. Sì, dolce Liù,
    ora puoi seguire il tuo istinto, sfogarti, liberarti dal peso
    dell'astinenza, puoi prendere tutto il piacere che vuoi, almeno per questa
    notte.


    Ci spostiamo e il tuo corpo è sopra di me. Tu ti allontani per assumere
    una posizione più eretta, cerchi col tuo ventre e con i movimenti del bacino
    la massima penetrazione. Io mi fermo e cerco di non interferire. Ti osservo
    mentre sei impegnata nella danza più antica del modo e mi sembra di
    impazzire. Di nuovo l'impulso ad eiaculare mi assale preceduto da una
    intensa vampata di piacere. Basterebbe pochissimo per esplodere in te, non
    puoi capire quanto lo desideri.
    Ma non posso, devo aggrapparmi al mio autocontrollo, devo essere forte,
    resistere, te l'ho promesso. I minuti passano e mentre tu cerchi la via
    segreta che porta al tuo orgasmo, io lotto contro il mio, che è lì ad un
    passo, vicinissimo, che non aspetta altro che un attimo di distrazione per
    esplodere.


    Interminabile e stupendo il tempo passa finché tu non ti sposti. Ora vuoi
    cambiare posizione. Ok, va bene, io ne approfitto per riprendermi. Non te lo
    dico per non allarmarti, ma ne avevo un disperato bisogno.
    Ti sdrai sul tuo fianco destro. Mi volgi la schiena. La cosa mi lascia un
    po' perplesso, non lo faccio mai in questa posizione, non so come sarà, ma
    provo. Mi avvicino a te. Tu vuoi che ti penetri così, da dietro. Arretri un
    po' il bacino, io mi avvicino ed in un attimo siamo di nuovo uniti. Mi
    piace, sì, mi piace, ma perché non l'ho mai provato prima? Che scemo, è così
    bello! Sdraiato su di un fianco è rilassante, possiamo muoverci tutte e due
    e non ci vuole molto a trovare il giusto ritmo.


    Ora che sei girata non posso vederti il viso. Non importa, mi concentro sui
    tuoi capelli, sulla tua schiena, sulle tue mani calde che incontrano
    nervosamente le mie, sui tuoi respiri profondi e su quei tuoi piccoli
    sussulti che a volte interrompono l'armonioso scorrere dei nostri movimenti.
    Tu hai bisogno di tempo, l'ho capito, rispetterò i tuoi ritmi. Non ti metto
    fretta e cerco di rassicurarti con i miei movimenti costanti e regolari. Ci
    riuscirai, vedrai, anche se questo per me vuol dire resistere chissà per
    quanto.
    Ma la verità è un'altra e faccio di tutto per nascondertela. Sono in un
    equilibrio instabile, mi sento inadeguato e con poche risorse. Pensavo di
    farti morire di desiderio ed invece chi rischia di soccombere sono io.
    Forse questa inattesa debolezza è solo il riflesso del mio ritrovato bisogno
    di te, ma ho paura di non avere le forze...


    Poi qualcosa succede. Percepisco dei forti fremiti che sembrano percorrerti.
    Non sento più i tuoi versi, è come se tu stessi trattenendo il respiro. No,
    non mi sto sbagliando... forse i miei sforzi non sono stati vani, è il
    momento. Sei concentrata, estremamente concentrata, lo intuisco dai muscoli
    delle tue pelvi che si stanno contraendo fino a vibrare sul mio membro.
    Mi impongo di non fermarmi, non devo distrarti, però faccio fatica a
    scorrere in te, ora mi stringi al massimo. Cerco di immaginare la tua
    espressione, il tuo viso in questo momento. Darei qualunque cosa per poterlo
    vedere, lo fisserei per sempre nella mia memoria... è ora...


    Il tuo urlo mi trafigge come una spada, mi attraversa come una scarica
    elettrica, si abbatte come un'onda d'urto sulle mie già deboli e vacillanti
    difese. Lo percepisco come il verso di chi sta per morire o per rinascere,
    forse il segno che il maledetto incantesimo si è spezzato.
    Sì, dolce Liù, quella vita che si era raggelata nel freddo siderale di un
    addio ora può tornare a scorrere in te. Ti prego, lascia che ti attraversi
    come un torrente in piena, non fermarla, godi più che puoi, mondati dal
    dolore, affonda nel caldo mare del piacere per emergerne ebbra di vita e
    carica di energia. Solo il calore di un nuovo amante può scacciare il
    ricordo gelido di un amore tradito... lo devi capire, te lo sto gridando
    dal profondo del mio cuore, dal fragoroso silenzio del mio pensiero.


    Assisto al tuo dolce ed intenso momento e cerco di viverlo con te, nel
    riverbero del tuo piacere che esalta i miei sensi ben più di un banale
    orgasmo vissuto dentro sé stessi. Quello che riesco a provare è
    straordinario e non ho parole per descriverlo, bisogna viverlo, solo
    viverlo.


    Ora ti sento rilassare. Non so quanto tempo è passato, spero tantissimo.
    Prego perché il miracolo si sia compiuto. Vorrei tanto che la forza di
    questo istante abbia creato una cesura temporale, un'invalicabile linea del
    tempo che ti abbia separata per sempre dal tuo dolore e dal tuo mal di
    vivere.
    Aspetto immobile per non rovinare nulla, poi finalmente tu ti giri e il tuo
    sorriso riesce ad aprirmi il cuore. Vuoi baciarmi sulla bocca mentre con
    la mano mi fai sentire tutta la forza della tua riconoscenza. Mi accarezzi
    sapientemente il membro. Intuisco quello che vuoi.
    Sì, dolce Liù, è quello che desidero anch'io. Liberami dal mio bisogno.
    Il contatto tra le nostre labbra è l'ultima sensazione che riesco a
    trattenere prima che i miei sensi entrino in un inatteso blackout. L'orgasmo
    fino ad ora pervicacemente respinto si prende per intero la sua rivincita e
    lo fa sprofondandomi in un piacere parossistico, che mi strappa
    violentemente dal mio sentire. Dura solo pochi istanti, eppure quando
    riemergo mi sento scosso, terremotato dentro, quasi a disagio. Tu mi guardi,
    probabilmente vuoi capire. Sì, ho goduto, dolce Liù. Forse è stato troppo
    strano e breve per essere davvero bello, ma che importa?
    Non te lo dico, ma tu lo capisci ugualmente. Per questo attendi
    pazientemente che il mio membro si rilassi tra le tue mani, tra carezze che
    diventano sempre più leggere e curiose strette a saggiarne la consistenza.


    Mentre sei in bagno io ne approfitto per sistemarmi un po'. Mi accorgo
    che non c'è traccia di seme su di me. Possibile? Eppure... Mi guardo
    intorno. Accidenti, guarda dove è finito... sul cuscino, sulla testata del
    letto e pure sul muro! Ma come ho fatto? E adesso? Mi sento a disagio.
    Appena ti vedo, ti confesso il mio piccolo guaio, e lo faccio con
    l'espressione del bambino che supplica perdono. Tu sorridi, ritorni
    in bagno e te ne esci con un bel po' di carta in mano. Insieme cerchiamo
    di sistemare il possibile. Il letto non è un problema, ma il muro... che
    disastro... massì, chi se ne frega, domani mattina all'alba ce ne andiamo.


    Vorrei addormentarmi stringendoti forte, ma non ci riesco, tu sei girata, mi
    dai la schiena. Io cerco di stringerti comunque, vorrei farti capire che ci
    sono, che ti desidero anche adesso, con i sensi assopiti. Se ti voltassi
    ti bacerei ancora e questa volta i miei non sarebbero baci di piacere.


    Cerco il contatto col tuo viso, ma capisco che a te non va e così non
    insisto. Mi assale una strana sensazione di solitudine che il silenzio pian
    piano amplifica. Che sarà della mia vita dopo questa notte? Il mio è stato
    un tradimento premeditato e senza attenuanti, inutile nasconderlo. Pagherò
    per questo, non so come, ma pagherò. Ho abbandonato un antico equilibrio
    senza intravederne uno nuovo. Dolce Liù, ora il mio futuro dipenderà da te,
    se vorrai tradirò ancora, fino alle estreme conseguenze... ti darò tutto...
    devi solo prenderlo... però tu aiutami... ho bisogno di starti vicino...
    adesso...


    -" ascolta... non mi hai detto che vuoi essere assolutamente a casa prima
    che torni lei? Allora fai il bravo e dormi. Domani dobbiamo alzarci presto.
    Visitare Firenze e gli Uffizi non è uno scherzo, in più c'è il viaggio di
    ritorno... dai, sono stanca... lasciami..."-


    Mi parli senza girarti e io capisco. Vorrei almeno stringerti le mani,
    ma ora non ho più il coraggio di chiedertelo.
    Avverto la tua presenza senza più sentirne il calore.
    Che stupido, oggi dovevo dirti l'unica cosa che mi premeva, ed invece
    ho sempre rimandato. Come al solito mi è mancato il coraggio.
    Adesso è tardi e tu giustamente vuoi dormire. Dolce Liù, ti prego,
    se sei ancora sveglia, ascolta... te lo dirà col pensiero: provo tanta
    tenerezza per te, forse mi sto innamorando ancora, come un tempo...


    Mi abbandono a questo ingenuo esperimento telepatico solo per
    qualche istante, poi desisto.
    A che serve? Non mi è mai riuscito, nemmeno allora, quando per
    lavoro potevo vederti tutti i giorni. Ho avuto mille occasioni per
    pensarlo, per dirtelo, per fartelo capire. Ironia della sorte lo hai fatto
    tu, quella maledetta sera, quando mi hai parlato del tuo amore per
    lui, senza accorgerti dello strazio che mi provocavano le tue parole.
    Eri felice, intensamente felice... che potevo fare?
    Trattenendo le lacrime ti ho incoraggiata...
    No, il mio è sempre stato un sentimento sbagliato. Ora come allora.


    Oggi abbiamo fatto l'amore, ma è stato inutile. E' dura ammetterlo,
    ma è così.
    Sento il tuo cuore più lontano che mai. L'ho perso, forse per sempre.
    Quando tu eri tra le mie braccia, lui ha deciso di andarsene. Sì è così,
    lui si è allontanato perché nulla potesse cambiare in te.


    Il tuo è un cuore ribelle, cocciuto, ostinato, caparbamente aggrappato
    ad una promessa vana e tradita che non riesce, né vuol dimenticare.
    E' il tuo cuore che ti sta portando via, dolce Liù, è lui che ti condanna
    a soffrire. Da domani odierà anche me. Non mi darà un'altra possibilità,
    lo so.


    Nel silenzio sussurrato dei nostri respiri faccio fatica a trattenere le
    lacrime. Stringo le palpebre, non voglio che tu te ne accorga. Ed invece
    come uno sciocco sto bagnando il cuscino. In fondo sono sempre stato un
    amico, solo un amico. È il mio ruolo, a che serve piangere?


    Ancora una volta le nostre vite si sono incrociate senza potersi legare.
    Da qualche recondita parte di questo strano universo deve esserci scritto
    proprio così.
     
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