CASA :ECOLOGIA E RISPARMIO

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    Eco lavatrice
    La lavatrice: un sogno diventato realtà



    Se ricerca seria s'ha da fare, allora bisogna essere onesti. Inutile demonizzare la lavatrice e i detersivi:
    niente farà più incaponire l'ominide in noi di qualunque gesto o parola che ventili di fare a meno del mitico oggetto frutto dell'evoluzione della specie.
    Ritengo quindi sia utile partire da quà : inutile convincerci che la lavatrice è un aggeggio del diavolo e i saponi sono i suoi accoliti. Se si vuole fare passare un bio messaggio costruttivo e consapevole in noi stessi e negli altri, bisogna rendersi conto che abbiamo tutti bisogno di lavatrice e detersivi, e li teniamo in gran rispetto. Farci sentire in colpa e classificarci come terroristi dell'ambiente servirà solo a rinforzare il bisogno di tutti di chiudere gli occhi sul disastro ambientale che produciamo. Anzi ci sentiremo ancor più bisognosi di allontanarci da qualunque strumento di risveglio ecologico. Una strategia di questo genere opera un "rinforzo negativo", una strategia sbagliata produce l'esatto contrario di quello che vorremmo....
    S'ha quindi da farsi furbi... Lo sappiamo tutti che la pubblicità è l'anima del commercio, o no????

    QUALE IL PUNTO DI PARTENZA PER PASSARE DAL DIRE AL FARE ?


    Dobbiamo essere aiutati a trovare delle vie di mezzo, per il momento.
    Vie che facciano da ponte tra tradizionale e biologico, tra dire e fare, tra creazione e distruzione.
    Un buon inizio è capire che pur utilizzando detersivi tradizionali & Co, possiamo imparare dei trucchi, degli accorgimenti, delle attenzioni che cambiano di molto l' impatto degli stessi sull' ambientale.

    Cominciare con poco si può e si deve.

    I DETERSIVI



    Sia che si usino detersivi tradizionali che biologici, bisogna stare molto attenti alle quantità.
    Alcuni tipi di detersivo cambiano nel tempo composizione e indicazione di dosaggio. Per questo motivo bisogna ricordarsi di leggere con attenzione le prescrizioni in ogni ricarica di fustino acquistata.

    NON SPRECARE è la regola aurea, principalmente per l' inquinamento, secondariamente per l'economia. Inoltre una eccessiva quantità di detersivo non riesce a sciogliersi e di conseguenza a lavare. Il risultato è che i panni non sono puliti e rimangono intrisi di residui di detersivo.
    I detersivi tradizionali inquinano tantissimo quindi bisogna imparare ad usarli con accortezza.
    I detersivi biologici costano di più e bisogna usarli in maniera altrettanto attenta, anche perchè essendo detersivo puro, non riempito di sostanze inerti che facciano volume, va usato veramente in quantità minime, rispetto al chimico.
    In effetti poi, essendo i biologici detersivi concentrati, la differenza di prezzo tra un detersivo tradizionale pubblicizzato e un ottimo biologico concentrato, non è eccessiva come appare.
    Anzi, è vero che se usato PERFETTAMENTE nelle quantità, il detersivo biologico costa uguale o poco più (a seconda delle marche) di un detersivo chimico pubblicizzato.
    Per crederci bisogna proprio provare ed esperimentare.

    Il modo più logico ed efficace per imparare ad usare bene qualunque tipo di detersivo, è leggere attentamente le istruzioni, e pesare con precisione il quantitativo, almeno fino a che non si è capito esattamente quanto usarne.
    Non siamo abituati a pesare. Invece è il gesto più importante da imparare, con qualunque detersivo.
    E' l'unica maniera per sapere esattamente quanto si consuma.
    Non fidatevi di indicazioni tipo "una tazzina da caffé è pari circa a 50 ml", qualcuna di noi ha esperimentato per mesi con una tazzina da caffé di 90 ml, precisi precisi, senza saperlo e sprecando detersivo.

    Non siamo abituati nemmeno a pesare i panni. Le indicazioni di uso del detersivo, si riferiscono a tot chili di panni asciutti. Bisogna imparare a pesare anche i panni, prima che ci si abitui l' occhio.
    Usare la giusta quantità di detersivo permette che venga eliminato il più possibile durante il risciacquo. E' importante per non inquinare l'ambiente, ma anche per non inquinare noi stessi: il detersivo depositato sui tessuti che indossiamo è una delle tante sostanze irritanti che teniamo a contatto della pelle. Quindi ancor di più è preferibile utilizzare detersivi con materie prime vegetali, più affini alla nostra pelle delle molecole petrolchimiche.
    Inoltre le lavatrici a risparmio energetico di nuova generazione, risparmiano proprio sull'acqua. Pensate che fino 10 anni fa una lavatrice consumava 100-110 litri d’acqua a lavaggio, oggi siamo scesi a 45! Nei panni sciacquati con poca acqua rimangono più residui di detergenti.
    A maggior ragione è necessario non mettere detersivo in sovrappiù, che rimarrebbe nei tessuti.
    Per ovviare a questo problema si può inoltre usare la funzione che aumenta l'acqua nella lavatrice,
    o ripetere il risciacquo.

    Sembra difficile capire che i residui di detersivi sui vestiti sono dannosi per la salute. Ecco allora un esempio che chiarisce perché insistiamo su questo aspetto: avete presente quanti farmaci vengono somministrati attraverso la pelle per mezzo di cerotti? Cerotti per farmaci cardiaci, cerotti per somministrazione di ormoni, cerotti antinfiammatori.

    La nostra pelle ASSORBE le sostanze con cui viene a contatto, di qualunque tipo esse siano. È quindi importante usare correttamente il detersivo, valutando anche il genere di carico che si fa. Alcuni carichi di panni hanno uno sporco leggero, sono per lo più da rinfrescare; si può quindi usare il detersivo liquido che lava meno, ma è utilizzabile a temperature inferiori ai 40° e lascia minori residui sui capi.
    Inoltre, pretrattando le macchie, il detersivo ad hoc è già speso dove serve.

    A seconda della durezza dell’acqua della propria zona, varia tantissimo la quantità di detersivo che va usata. Per durezza dell’acqua si intende la quantità di sali di calcio e magnesio presenti nell’acqua. Se l’acqua è dura molte molecole del tensioattivo sono “impegnate” dagli ioni calcio e magnesio e quindi non lavano; serve allora più detersivo, se ne spreca parecchio e l’inquinamento aumenta. La durezza dell’acqua provoca la formazione di incrostazioni nelle tubazioni di distribuzione, negli impianti interni e negli apparecchi utilizzatori (scaldabagni, caldaie, lavatrici ecc.).

    Per conoscere la durezza dell’acqua della vostra zona, informatevi tramite l’azienda che la fornisce. Sul sito di Assocasa, trovate un motore di ricerca che consente di ottenere informazioni sulla durezza dell'acqua in 5.600 Comuni italiani. Per capire meglio cos’è la durezza dell’acqua e conoscere i valori di riferimento leggete nella Sitografia.

    La soluzione principale al problema dell’acqua dura sta nel montare dei decalcificatori che la rendano dolce. Oltre al vantaggio sull’uso dei detersivi, si ottiene il grande vantaggio che i macchinari e le tubature dell’acqua non vengono rovinati dal calcare.
    Attenzione però: l’acqua trattata con un addolcitore a sali o a scambio ionico non è indicata per il consumo umano, a causa degli ioni sodio che vengono ceduti all’acqua al posto degli ioni calcio e magnesio. Da tenere presente anche che un addolcitore consuma (cioè versa direttamente nello scarico senza che ve ne accorgiate) in media 200/300 litri di pura, buona acqua potabile ogni 3 o 4 giorni per rigenerare i sali. Non è eticamente il massimo.

    COSA ABBIAMO PROVATO E SCARTATO
    Ausili magnetici



    Dovrebbero servire per magnetizzare l’acqua e pulire senza detersivi. Li abbiamo studiati a lungo e non abbiamo trovato nessun dato oggettivo che certifichi la loro efficacia. Né sui libri, né nelle discussioni del settore e nemmeno nel lavandino di casa.

    Noci del sapone



    Segnalate da molti come efficaci e del tutto naturali, le noci del sapone hanno suscitato vari dubbi sulla loro affidabilità nei vari tipi di bucato. Il dott. Fabrizio Zago sul sito Promiseland.it dimostra che i risultati sono gli stessi della semplice acqua calda.
    Le nostre prove domestiche confermano questi risultati.

    Palline e ausili fantadetergenti



    Ne esistono in commercio di vario tipo: magnetici, in plastica o in ceramica, con anima d’argento ecc. Possiamo solo raccomandarvi di essere consapevoli che il mondo pullula di ecotruffe.

    L’unico effetto reale che abbiamo riscontrato è che le palline e i dischi in ceramica o in plastica –. che non si attaccano al cestello, ma ce ne sono anche del tipo che aderisce – esercitano la stessa azione sfregante e districante della pallina dosatrice. Siccome l’acqua calda ha già di per sé un effetto lavante, sembra che la pallina o il disco abbiano “lavato”: in realtà hanno solo potenziato l’azione dell’acqua calda.

    Bisogna anche dire che spesso tali ausili vengono consigliati in aggiunta al detersivo o al percarbonato: in questo caso è d’obbligo domandarsi se l’azione lavante non sia stata svolta da acqua calda e detergente e se l’impressione di pulito non derivi dal fatto che, come abbiamo visto, la metà del detersivo dà già un buon livello di detersione.

    Si aggiunga anche che le “prove” di lavaggio vengono acquisite con macchie fatte sul momento e si sa che le macchie fresche sono facili da pulire. Prove effettuate con macchie “vecchie” hanno dimostrato, al contrario, l’inefficacia di questi ausili.

    Visto il loro costo, è certamente più logico e conveniente usare palline da tennis o da bucato.

    Perché caschiamo nelle truffe?


    Gli ausili detergenti descritti sopra e altri, vengono venduti e prendono piede perché quasi nessuno si rende conto di quanto l’azione dell’acqua calda di per sé stessa sia efficace nella pulizia.

    Succede quindi che si usano palline magnetiche, noci del sapone e altre invenzioni, senza aggiunta di detersivi. Si valutano i risultati e si rimane stupiti del fatto che i nostri panni, le stoviglie e i pavimenti, siano puliti! Nel nostro modello di pensiero non è contemplato il fatto che senza detersivi si possa pulire lo stesso. Ecco perché ci caschiamo.

    La prova del nove per gli scettici (l’abbiamo usata anche noi) è ripetere lo stesso tipo di lavaggio con sola acqua calda, e valutare i risultati.

    Ecofurbate



    Ce ne sono a bizzeffe.


    Una in particolare vogliamo segnalarvi: da un po’ di tempo a questa parte, ciò che fa arricchire le case produttrici è affermare che i propri prodotti sono etici.

    Tutto diventa etico, in teoria, e le multinazionali cercano di strapparsi i clienti a suon di prodotti legati a progetti umanitari, tipo: “Per ogni fustino di detersivo sarà devoluto 1 euro per tale missione”, o peggio: “Per ogni confezione di acqua minerale acquistata (in bottiglia di plastica) sarà trivellato un pozzo per l’acqua nel Sahara!”. State attenti e valutate. L’etica non si inventa dalla sera alla mattina.

    Un’altra grande furbata è che scritte come “tensioattivo di origine vegetale” non garantiscono affatto che la sostanza originaria sia rimasta vegetale: può essere stata combinata con molecole di origine petrolchimica. Ne sono un esempio i tensioattivi etossilati, nel cui nome il TH finale indica un tensioattivo al quale è stata “attaccata” una frazione (dal 30 al 70%) petrolchimica (tipo Sodium Coceth Sulfate, tensioattivo etossilato derivato dall’olio di cocco).

    È importante anche sapere che moltissime scritte che inneggiano alla natura, all’ecologico, sono solo specchietti per le allodole, permesse dalla mancanza di una legge specifica.
    Ricordate che l’utilizzo del termine “biologico” è consentito solo ad aziende certificate da appositi enti, solitamente riconoscibili dal loro marchio. Inoltre, disposizioni nazionali ed europee obbligano i produttori a dichiarare nei loro siti web gli ingredienti (INCI) dei propri prodotti, che perciò si possono controllare.
    Ecosorpresina!

    Attenzione anche alle scritte “biodegradabilità al 100%”. Il metodo analitico che misura la biodegradabilità di un tensioattivo, e solo di un tensioattivo, ha un margine di errore del +/- 10%. Non è quindi matematicamente possibile dichiarare un prodotto biodegradabile al 100%.
    Viceversa è possibile affermare che esso è “facilmente, rapidamente e completamente biodegradabile” secondo normativa OECD.

    In ogni caso, per la legge italiana, quando si parla di biodegradabilità ci si riferisce solo ed esclusivamente ai tensioattivi e in ambiente aerobico (in presenza di ossigeno).
    Non viene testata la biodegradabilità anaerobica (in assenza di ossigeno) e ciò permette l’utilizzo di tensioattivi che si accumulano nei fanghi dei fiumi e dei laghi.

    Per tutti gli altri ingredienti non sono previsti test di biodegradabilità.
    Sapone di Marsiglia in scaglie come detersivo per lavatrice

    Altro capitolo su cui ci siamo spesi parecchio in teoria e pratica. Siamo giunti alla conclusione che le scaglie di Marsiglia sono un metodo antiquato, non compatibile con la tecnologia odierna. L’unico vantaggio è che sono altamente biodegradabili se composte di vero Marsiglia, ma lavano poco e male i tessuti, e i loro sali reagiscono con gli ioni calcio e magnesio contenuti nell’acqua formando composti insolubili che si depositano sulla biancheria, rendendola grigia. Qualsiasi “sapone”, duro, in fiocchi, in scaglie o diluito, deposita questi sali sulla lavatrice e sulla biancheria, se non accompagnato da opportuni sequestranti, cioè sostanze in grado di “catturare” gli ioni calcio e magnesio e di ridurre la durezza dell’acqua.

    Viene ripetuto spesso che le nostre nonne lavavano col solo sapone di Marsiglia. Quale tecnica usavano, però? Prendevano il sapone, trovavano la macchia e cominciavano a strofinare e sbattere più volte concentrando la forza lavante solo nel punto preciso dello sporco. Cosa volete che lavi un pugno di scaglie di sapone di Marsiglia disperso in 45 litri d’acqua?

    Al contrario il sapone di Marsiglia si è rivelato utile per pretrattare le macchie prima del lavaggio perché agisce localmente.
    Lisciva, ranno e altre soluzioni dalla cenere

    Ne parliamo più diffusamente nella sezione A scuola di pozioni. Riteniamo che non siano adatti ai tessuti moderni e soprattutto alla lavatrice. Abbiamo sperimentato che spesso formano una patina sul cestello, per questo nutriamo il dubbio che alla lunga siano dannosi sia ai tessuti che all’elettrodomestico e l’impatto economico e ambientale di doverli comprare nuovi è sicuramente superiore al risparmio in detersivo.

    SBIANCANTI



    Come sbiancante si dovrebbe usare il percarbonato (si trova facilmente in internet, se non lo trovate in altro modo), da non confondere con il perborato. Ecco un elenco per chiarimenti:

    * Perossidi e sbiancanti: gli sbiancanti hanno il ruolo di decolorare le macchie, avendo la capacità di alterare la struttura delle sostanze colorate che divengono così più idrosolubili.
    * Gli sbiancanti a base di cloro innescano una reazione secondaria che porta alla formazione di composti organici del cloro particolarmente tossici.
    * L’uso del perborato, malgrado la sua capacità di liberare ossigeno e svolgere azione sbiancante, è da evitare. Senza l’aggiunta di un attivatore denominato TAED non riesce ad agire con temperature inferiori ai 30°. Ma soprattutto è stato scientificamente riscontrato il suo effetto teratogeno (provoca gravi malformazioni al feto).
    È quindi da preferire il percarbonato che libera ossigeno attivo senza avere effetti sull’uomo e sull’ambiente, ha una soglia termica più bassa del perborato, quindi comincia ad agire già a 35/40°C, per raggiungere una maggiore azione a 50 °C, senza attivatori.

    Attenzione: negli scaffali dei negozi e supermercati si trovano
    sbiancanti-igienizzanti consigliati per disinfettare il bucato dei bambini,
    che contengono sbiancanti ottici.
    Allergie in agguato!


    Un discorso a parte meritano i numerosi smacchiatori o gli sbiancanti nelle scatoline rosa attivi contro 100 macchie ecc.

    Si tratta in realtà di detersivi concentrati; leggendo l’etichetta si scopre che non contengono solo dell’ottimo percarbonato (qualcuno contiene ancora il perborato) ma anche altri ingredienti quali tensioattivi, enzimi e sbiancanti ottici. Vanno usati quindi con cautela per non aumentare il carico inquinante delle nostre lavatrici, senza contare l’incidenza sul costo/lavaggio, visto che ne consigliano un cucchiaio ad ogni lavaggio!

    L’utilizzo di tali additivi si è reso necessario a causa delle inferiori prestazioni lavanti dei detersivi moderni rispetto a qualche anno fa. Per dirla tutta, per mantenere un prezzo basso, alle moderne polveri per lavatrice sono stati ridotti gli “attivi” che costano, sostituendoli con “inerti” dal basso costo che riempiono il sacco o il fustino, ma che non hanno alcuna capacità lavante. Si compensa così la minor efficacia consigliando l’aggiunta “ad ogni lavaggio” di un cucchiaio di “detersivo concentrato”! Riportiamo per dovere di cronaca la dichiarazione dei componenti in base al Regolamento CE 648/2004 del 31 marzo 2004 di uno dei più diffusi smacchiatori convenzionali in commercio:

    Sodium Sulfate , Sodium Carbonate Peroxide , Tetraacetylethylenediamine (TAED) , Sodium C10-14 Alkyl Benzene Sulfonate , Sodium Silicate , Sodium Tallowate , Sodium Silicoaluminate , Sodium Accrylates Copolymer , C12-15 Pareth-7 , Tetrasodium, Etidronate , Cellulose Gum , Parfums , DISODIUM BISETHYLPHENYL TRIAMINOTRIAZINE STILBENEDISULFONATE , Subtilisin , Amylase[alpha] , Lipase(triacylglycerol) , Cellulase , Benzyl Salicylate , Butylphenyl Methylpropional



    Come dicevamo sopra, si tratta in realtà di un detersivo concentrato, infatti troviamo percarbonato, TAED, tensioattivi, saponi animali, acrilati antiridepositanti, fosfonati, sbiancanti ottici, enzimi e conservanti.

    È a questo punto consigliabile cercare buoni detersivi in polvere che, già correttamente miscelati, non necessitino di additivi. A prima vista sembreranno costare di più, ma confrontando il costo di una dose di detersivo + additivo con il costo di una dose di detersivo correttamente formulato si scoprirà che si risparmierà e si rispetterà anche l’ambiente.
    Sbiancanti ottici
    Ovvero l'arte di nascondere le macchie sotto i tappeti

    Gli sbiancanti ottici sono sostanze che agiscono sull’occhio e non sulla sostanza (lo sporco). Lungi dall’adoperarsi in qualsiasi azione di lavaggio e sbiancamento, si producono in una mirabolante illusione ottica che viene giust’appunto definita, con un notissimo slogan, “bianco che più bianco non si può”.
    Funzionano in questa maniera: la luce che colpisce un capo di abbigliamento riflette verso il nostro occhio una parte di radiazione visibile e una parte invisibile (ultravioletto). Gli sbiancanti ottici modificano la lunghezza d’onda della radiazione ultravioletta rendendola visibile; quindi, aumentando artificialmente la luce riflessa, il capo diventa “illuminato” di un bianco azzurrognolo. Inoltre le macchie spariscono, nascoste e coperte dalla patina dello sbiancante ottico. Ecco quindi che gli sbiancanti ottici non lavano, bensì sporcano: ricoprono i tessuti, nascondono le macchie ed entrano a contatto con la nostra pelle!
    Infatti quando si iniziano a usare detersivi ecologici privi di sbiancanti ottici, a volte sui capi si vedono comparire macchie che non si sa da dove siano arrivate: sono le macchie che nei precedenti lavaggi con sbiancanti ottici erano state coperte e ricoperte...
    Ricordate che in base al Reg. CE 648/2004 è reso obbligatorio riportare in etichetta la presenza di sbiancanti ottici nei detersivi..
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    DETERSIVI LAVATRICE : POLVERE O LIQUIDI? BIANCHI O COLORATI?



    La polvere lava molto di più del liquido. E' indicata per il bucato più grosso e sporco. . È efficace anche a basse temperature
    Spesso è arricchita di sbiancanti, va quindi bene per i bianchi e bisogna controllare non sia controindicata per i colorati e gli scuri.
    Stesso discorso vale per i detersivi liquidi: impariamo a leggere se sono indicati per chiari o scuri : sbiancanti ottici e sbiancanti chimici vanno bene solo per i bianchi.
    Il detersivo in polvere è meno solubile (quindi va usato con acqua calda) e tende a depositarsi sui tessuti: si può ovviare al problema facendo un doppio risciacquo.
    Ideali ed un po' più ecologiche sono le polveri concentrate, anche se chimiche. E' indispensabile però imparare ad usare l'esatta quantità, per evitare di sprecarle e inquinare.
    I detersivi in formulazione concentrata sono moderatamente ecologici per due motivi:

    * non sono riempiti di sostanze inerti che inquinano e servono solo ad aumentare il volume
    * richiedono un imballaggio più piccolo e leggero.

    Il liquido è meno potente, quindi indicato per un bucato meno sporco, e più delicato. Ha il vantaggio che è molto più solubile, quindi si può usare in acqua fredda e più difficilmente ristagna sui tessuti lavati. Tende a non avere gli sbiancanti ed è quindi adatto ai capi colorati: controllare nelle indicazioni.
    Presenta degli svantaggi sul fronte ecologia; secondo alcuni articoli di Altroconsumo i detersivi liquidi per lavatrice inquinano di più, per due motivi:

    * i detersivi liquidi richiedono più ossigeno per biodegradarsi.
    * gli imballaggi sono di plastica e contengono meno dosi del fustino di detersivo in polvere, soprattutto se concentrato.

    Un' indicazione importante è la data di produzione, perchè dalle prove di laboratorio risulta che l'efficacia del detersivo diminuisce col passare del tempo. I prodotti riportano sulla confezione la data, ma è scritta all' interno del lotto che comprende anche altri codici. Questo ne rende difficile la lettura

    PALLINA DOSATRICE



    È molto efficace utilizzare la pallina dosatrice nel cestello: innanzitutto perché i detersivi si sciolgono direttamente nel bucato senza creare problemi di incrostazioni a monte, nella vaschetta.
    Poi perché in fase di lavaggio la pallina esercita un’azione districante e meccanica, separando i capi e aumentandone lo sbattimento e lo sfregamento; potenzia perciò l’efficacia dei detersivi e ne favorisce lo scioglimento, limitando la presenza di residui nei tessuti.

    Le lavatrici che hanno migliore performance, a parità di detersivo, sono quelle che “sbattono” di più i capi. Prove ripetute hanno dimostrato che la pallina dosatrice, migliorando la performance, permettere di ridurre fino a un 20% il dosaggio del detersivo.
    Inoltre in fase di risciacquo l’azione districante della pallina favorisce la circolazione dell’acqua e l’eliminazione del detersivo.

    Per questi motivi si consiglia di usarne una o meglio due, sia con il detersivo in polvere che con quello liquido.
    In alternativa si possono anche usare due palline da tennis, possibilmente bianche.

    SPRUZZINI SMACCHIATORI



    Al posto degli spruzzini smacchiatori si può usare il sapone di marsiglia per panni, è meno pratico, ma costa molto meno ed è ecologico.
    Attenzione, i saponi di marsiglia del supermercato difficilmente sono vegetali; visto il costo limitato e la grande durata di un panetto, varrebbe la pena comprarlo vegetale.
    Quelli realizzati con grasso animale si riconoscono perché tra gli ingredienti compare il Sodium Tallowate.
    In caso di macchie grasse si può utilizzare in alternativa qualche goccia di detersivo liquido per i piatti direttamente sulla macchia.

    AMMORBIDENTE



    Quando si lava, a mano o in lavatrice, di solito succede questo :

    * se l'acqua di casa è dura, rimane una pellicola di calcare che indurisce le fibre
    * le fibre rimangono caricate negativamente per opera dei detersivi e quindi sono meno “gradevoli” per la pelle.

    Un ammorbidente convenzionale è composto principalmente da esterquat (molecola ammorbidente) che può essere di origine vegetale o animale e una serie di ingredienti di origine petrolchimica scarsamente o per nulla biodegradabili (additivi che amplificano l’efficacia dell’esterquat, profumi di sintesi, perlanti, addensanti, antischiuma, coloranti, conservanti). Si forma quindi una “pellicola” che si fissa sulle trame dei tessuti e che spesso è causa di dermatiti e allergie.
    Un ammorbidente ecologico, composto solo da esterquat, profumo e acido citrico non forma nessuna "pellicola": semplicemente, con la sua carica positiva, neutralizza le cariche negative a cui i tessuti sono stati esposti durante il lavaggio con tensioattivi anionici (i normali detersivi per bucato hanno un pH molto elevato, oltre 9 ma più spesso 10 – 11).

    :( Tra le molecole utilizzate negli ammorbidenti convenzionali vi sono i quaternari che sono forti antibatterici ma sono anche scarsamente biodegradabili, come la maggior parte degli ingredienti che li compongono.

    Viceversa gli Esterquat di origine vegetale, usati per fabbricare gli ammorbidenti da alcune aziende bio (ad esempio officina naturae) non sono battericidi o pochissimo e sono altamente biodegradabili.
    Lo stesso dicasi per l'aceto: è efficacissimo usato come ammorbidente perchè ha carica negativa.

    Sì! Per tutti questi motivi riteniamo che sia utile, efficace (e soprattutto economico) usare aceto bianco, 100ml, al posto dell' ammorbidente.
    I panni non prendono l’odore di aceto e conservano il profumo del detersivo rimanendo più morbidi. Inoltre l’aceto svolge un’ulteriore funzione anticalcare. Meglio ancora una soluzione di acido citrico al 15-20%, 100 ml a lavaggio.
    Aceto e acido citrico, usati da soli come ammorbidenti, favoriscono la degradazione di enzimi e residui dei detersivi, contribuendo a eliminare il loro potere allergenico. L’acido citrico rende i panni più facili da stirare e quindi più belli.
    In alternativa all’aceto e all’acido citrico è preferibile usare un ammorbidente ecologico.

    ANTICALCARE IN LAVATRICE



    Se l'acqua di casa vostra è dolce, il problema calcare e relativo anticalcare non si pone.
    Se l'acqua è dura e non avete il decalcificatore collegato all'impianto idrico, il calcare arriva nella lavatrice e nei tubi di scarico.
    Normalmente si consiglia e pubblicizza l'uso di anticalcare: ennesimi soldi, ennesimo inquinante, ennesimo residuo chimico sui tessuti.

    Abbiamo studiato a lungo questo problema e siamo giunti a questi risultati:
    Da un articolo di Altroconsumo (Prodotti anticalcare per lavatrice - 01/09/1999) e relativi test di laboratorio, appare evidente che i prodotti decalcificanti sono superflui se in lavatrice si usano detersivi chimici o bio di nuova generazione.
    Il motivo è semplicissimo: i detersivi chimici ed ecologici per lavatrice in commercio oggi contengono già sostanze (dette complessanti) che impediscono la formazione di calcare (zeoliti, citrati, pocarbossilati, silici lamellari ).
    Quindi gli anticalcare sono del tutto inutili.
    Anche nei detersivi biologici sono presenti complessanti che hanno la funzione di addolcire l'acqua.

    Vediamo meglio una scheda di chiarimenti sui complessanti chimici e biologici:
    COMPLESSANTI ( sostanze anticalcare )

    I complessanti si legano agli ioni calcio e magnesio presenti nell'acqua che altrimenti si legherebbero ai tensioattivi (quelli che "catturano" lo sporco) riducendo le loro proprietà. Hanno quindi le funzioni di addolcimento dell'acqua, rafforzamento del potere lavante nei tensioattivi, miglioramento del processo di rimozione dello sporco ed evitano che lo sporco rimosso si ridepositi sulla biancheria o sulle superfici .
    Nei detersivi convenzionali si utilizzano:

    * l’EDTA che non è biodegradabile e rimette nel circolo vitale i metalli pesanti accumulati nei fanghi dei depuratori e dei fiumi (vedi sequestri di tonno per l’elevata concentrazione di mercurio nelle carni);
    * l’NTA che è tra le sostanze più dannose insieme a policarbossilati, tiourea, poliacrilati, zeoliti, gli ultimi due insolubili in acqua.

    Sono quindi da preferire i fosfonati che sono fotodegradabili e non sono di origine petrolchimica e le silici lamellari che sono completamente solubili in acqua.
    Entrambi diminuiscono la durezza dell’acqua permettendo ai tensioattivi di lavorare al meglio.

    ZEOLITI



    In quasi tutti i detersivi pubblicizzati e biologici si trovano le zeoliti in percentuali variabili dal 15 al 30%.
    Minerali presenti in natura ma sintetizzati in laboratorio per lo specifico uso creano grossi problemi agli scarichi e alle fosse biologiche essendo totalmente insolubili!

    Costituiscono quella polverina bianca che rimane sui capi e rende difficoltoso lo scorrimento del ferro da stiro.
    Praticamente ogni volta che fate un lavaggio con una polvere lavatrice versate dai 15 ai 30 grammi di “sabbia” negli scarichi!

    Esistono molti studi che indicano come la zeolite sia in grado di alterare il pH dei terreni e quindi di danneggiare la normale flora del suolo.
    La quantità di zeolite immessa nell’ambiente ogni anno tramite i detersivi si aggira sulle 120.000 tonnellate. Questa enorme quantità di “sabbia” riveste il fondo dei fiumi e dei laghi impedendo alla flora di riprodursi.

    SILICI LAMELLARI



    Le silici lamellari funzionano come un pettine dalla sottili lamelle attraverso le quali l’acqua passa e nelle quali le cariche elettriche imprigionano gli ioni calcio e magnesio.
    Il silicio è l’elemento più diffuso sulla crosta terrestre e le silici lamellari sono completamente solubili.
    L’elevato costo ne rallenta la diffusione a favore delle molto più economiche zeoliti o dei policarbossilati.

    POLICARBOSSILATI



    I policarbossilati svolgono la funzione di sequestrare gli ioni calcio tramite formazione di complessi. Sono scarsamente biodegradabili per via aerobica e non lo sono per nulla per via anaerobica; negli impianti di depurazione vengono trattenuti nei fanghi.

    CONCLUSIONI

    Aggiungere un prodotto anticalcare a un detersivo normalmente in commercio non serve, se non in casi di acqua estremamente dura. I moderni detersivi già contengono ingredienti atti a ridurre la durezza dell’acqua.
    Un detersivo che si vuole definire ecologico, alla luce di quanto sopra riportato, deve contenere silici lamellari o citrati. Per la salute degli scarichi e dell’ambiente bisogna evitare prodotti che contengano zeoliti o policarbossilati.

    ATTENZIONE: SE USATE ANTICALCARE



    Se si usano anticalcare, bisogna ricordare che rendono più dolce l'acqua: è quindi necessario diminuire la dose di detersivo e usare la quantità consigliata per acque dolci.

    Perciò i casi sono due:

    * si usa detersivo in quantità adatta ad acqua medio dura o dura. E basta!
    * si usa il prodotto anticalcare e si diminuisce la dose di detersivo, tarandola sulla quantità per acqua dolce.

    In entrambi i casi, l'effetto anticalcare sarà identico. Però nel caso di uso detersivo + anticalcare aumenta il costo a lavaggio.
    E' invece errato e inquinante usare l'anticalcare e il detersivo nella quantità indicata per acque dure.

    RIMEDI ANTICALCARE FAI DA TE



    Per quanto riguarda i rimedi anticalcare fai da te, abbiamo studiato vari sistemi. In alcuni siti e nella letteratura sull’argomento si trovano consigliati tre prodotti naturali: bicarbonato, sale, aceto.
    I primi due non sono validi come decalcificanti, il bicarbonato è valido come blando ammorbidente, ma – sorpresa delle sorprese – il sale non ammorbidisce!

    Tutti gli acidi sciolgono il calcare: più sono forti, più lo sciolgono. Aceto, acido citrico e limone rientrano tutti nella categoria degli acidi.
    L’aceto, quindi, è il giusto prodotto per decalcificare.
    L’acido citrico è un acido molto dolce, cioè non aggressivo come il cloridrico o il solforico. Reagisce con il calcare e forma dei citrati solubili. Il calcare non è più in circolo e quindi i tessuti sono più morbidi e gli elettrodomestici funzionano meglio.
    I prodotti acidi non vanno usati insieme ai detersivi, che sono basici, altrimenti ne annullano l’effetto. Vanno invece usati nell’ultimo risciacquo.
    Il modo più semplice di decalcificare la lavatrice è lanciare un programma lungo con temperatura alta, 60°, versando nel cestello vuoto un litro di aceto.
    Utilizzando una dose di aceto da 100 ml o anche meno nella vaschetta dell’ammorbidente, l’aceto funziona sia come ammorbidente che come anticalcare. Così facendo la funzione anticalcare avviene dopo il lavaggio, nella fase di risciacquo.

    L’acido citrico può essere usato anche:

    * in lavatrice come ammorbidente: versare 100 ml di una soluzione al 15-20% nella vaschetta dell’ammorbidente (per sapere come preparare la soluzione vedi il capitolo dedicato alle ricette);
    * in lavatrice come disincrostante (in case con acqua particolarmente dura): ogni mese versare 1 litro di una soluzione al 15% direttamente nel cestello vuoto e avviare un programma ad alta temperatura.

    DETERSIVI LAVATRICE PER CAPI NERI



    Ovviamente, un detersivo di questo genere si trova solo tra i prodotti convenzionali: è una delle tante trovate
    commerciali per spingere il consumatore a comprare l’ennesimo prodotto inquinante.
    Se si legge la composizione di uno di questi detersivi, non si rilevano differenze rispetto a un normale detersivo liquido delicato, a parte la presenza di un enzima – cellulase – che ha la funzione di “tagliare” i pelucchi che tendono a ingrigire un capo nero.
    Però, “tagliando tagliando”, il capo si consuma più velocemente.
    Con i capi scuri noi preferiamo usare un detersivo liquido delicato, privo di sbiancanti.


    DETERSIVI ECOLOGICI A 20 GRADI



    Sono appena entrati in commercio dei nuovissimi detersivi che “lavano a 20° in modo perfetto” con la seduzione pubblicitaria di risparmiare corrente e favorire l’ecologia.

    Sono l’ennesima ecofurbata: quello che risparmiano in energia lo potenziano in inquinamento. Questi detersivi funzionano a basse temperature grazie al forte aumento di enzimi e candeggianti (percarbonato) nonché degli attivatori degli stessi (TAED o altri più moderni, v. Sitografia). È vero che si risparmia energia nell’immediato, ma si inquina molto più di prima, senza alcuno scrupolo da parte dei produttori, orientati esclusivamente a sbaragliare la concorrenza, in una corsa che aumenterà sempre più l’inquinamento ambientale.

    D’altra parte tale offerta rispecchia la domanda di mercato di abbassare le temperature di lavaggio: la media italiana è di circa 42 °C – in calo – ma in Spagna la temperatura è già “fredda” cioè sotto i 30 °C per oltre l’85% dei consumatori. Gran parte delle macchine lavatrici spagnole nasce senza la resistenza. Il meccanismo alla base è che il lavaggio a freddo richiede, per gli stessi risultati, una dose doppia del detersivo impiegato a 40°. Quindi lavare a basse temperature non fa risparmiare e inquina di più.

    Ecologico è semplicemente imparare a selezionare i capi, lavando a freddo e con detersivi liquidi il bucato che va lavato a freddo, delicato o poco sporco, e a caldo, con detersivi in polvere, il bucato resistente e più sporco. Ecologico è anche lasciare i panni in ammollo per qualche ora – quando i colori dei capi lo permettano – così da effettuare lavaggi più corti e altrettanto efficaci.


    ALTRI RITROVATI MIRABOLANTI


    Di giorno in giorno assistiamo all’invenzione di nuovi “indispensabili” coadiuvanti del bucato, foglietti assorbi-colore e altro. Non potendo analizzarli tutti, soprattutto quelli che verranno inventati dopo l’uscita di questo nostro lavoro, invitiamo a una riflessione:

    * – I capi di jeans che ho lavato per 30 anni con il detersivo universale, hanno proprio bisogno di un detersivo apposito per i prossimi 30?
    * – I capi che ho sempre messo in lavatrice separati per colore, devono essere messi improvvisamente tutti insieme con l’“indispensabile” foglietto acchiappacolore?
    * – Eccetera.
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  3. grigiodaniele
     
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    GRAZIE MOLTO INTERESSANTE
     
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  4. OscarMine
     
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    molto interessante, grazie per le info
     
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3 replies since 11/4/2010, 19:22   1185 views
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