la sorella che non ti aspetti, incesto, storia vera

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    Questa che vado a raccontarvi è una storia reale, autentica.
    E' una storia che vede me e mia sorella come protagonisti. Non sono uno scrittore, non sono uno che sa usare bene le parole per far rimanere l'user col culo sulla sedia. Quello che però posso fare è raccontarvi una storia vera, e spiegarvi come tutto è cominciato.
    Molti vedono l'incesto come un taboo, altri lo schifano

    Mi chiamo Marco, ho 22 anni, e ho una sorella più piccola, Sara, di 20. La storia risale a 3 anni fa, quando cioè è iniziato tutto questo.
    Sara ha un bel corpo. Una quarta misura, un corpo tonico e asciutto, un gran bel fondoschiena alto e sodo. Era il suo pezzo forte, e sin da quando eravamo più piccini la schiaffeggiavo lì, senza malizia ovviamente.
    Crescendo però avevo iniziato ad apprezzarla come donna, non come sorella. Spesso e volentieri immaginavo di vederla nuda, anche perchè, in biancheria intima la vedevo di continuo, e la voglia cresceva.
    Un pomeriggio di settembre i miei genitori partirono causa matrimonio di un cugino, noi due rimanemmo a casa perchè io 2 giorni dopo avrei dovuto sostenere un esame. Lei non aveva tanta voglia di partire, causa fine vacanze, e decise di tenermi compagnia.
    Eravamo sul mio letto che guardavamo la tv, io in pantaloncini, lei con mutandine e magliettina.
    Arrivò lo spot pubblicitario e lei comincio, come al suo solito, a saltarmi addosso e a fare la solita vocina da bambina. Quando mi salì sopra poggiando la testa sul mio basso ventre, si mise in una posizione tale che io riuscii a intravedere l'aureola del suo capezzolo che sbucava dal reggiseno che non aveva ancora levato.
    La reazione fu un accenno di erezione. Lei se ne accorse, lo sentiva sulla parte posteriore della testa e mi guardò un pò smarrita. Senza dire nulla, mi misi seduto sul letto e per farlo la testa di sara strusciò contro il mio pene che continuava a svegliarsi dal suo torpore serale.
    Lei fece per alzarsi dal letto, e io mi alzai con lei. Mentre cercava le sue ciabatte in terra, era carponi sul letto, io la sbilanciai così da farla quasi cadere.
    L'afferrai per le spalle, e questa volta il suo fantastico culo poggiò contro il mio pene.

    L'erezione cresceva proprio mentre avevo il suo fantastico sedere poggiato sul mio pene.
    Ormai aveva capito che non ero indifferente a quello che era diventata.
    Scivolai con la mano dalla spalla al gomito, poi al polso. Avvicinai la sua mano al mio pene. Lei iniziò a stringere. Il primo passo era fatto.

    Mi levai i pantaloni, e spostai il pene da sotto i boxer. Presi la sua mano, e la rimisi sul pene che lei cominciò a toccare e a stringere con più veemenza. Si scostò per un attimo, quasi come se avesse ragionato per un attimo sul fatto che eravamo fratello e sorella.
    Subito però io le afferai un fianco, e la baciai. Lei si sciolse.
    Iniziò a baciarmi, levo la maglia, e inziò a masturbarmi forte.

    La coricai di schiena, e le levai il reggiseno. Mentre lo facevo, il mio pene era all'altezza del suo volto. Ma invece di proporle una sessione orale, iniziai a 'martellare' il suo seno e i suoi capezzoli. Fu lei a riprenderlo in mano e metterlo in bocca.

    Non aveva mai fatto cose simili, ne ero sicuro. Mentre lo faceva era timida e vogliosa, una reazione che non avevo mai riscontrato in altre ragazze. Continuò a leccarmi lungo l’asta, fino a fermarsi alla cappella. Li mi bacio, mi leccò, e rimise di nuovo tutto il pene in bocca.

    Dopo un po le dissi che volevo fare altro, e lei rispose che non voleva far sesso. Si voleva preservare per un fidanzato, non per un amante, un fratello. La girai di schiena, iniziai a leccarle il sedere, poi con un dito prima, con due poi, iniziai a stimolarle l’ano. Lei mi guardò stupita e con gli occhi sbarrati, perché solo dopo realizzò cosa volevo fare.

    Mi disse “No! Ma che ti viene in mente! Siamo fratelli e non animali!” ma io non sentivo ragioni, non c’era spazio per ricordare il legame di sangue che ci univa. E le rimisi il pene in bocca. La cosa si faceva meno piacevole per lei, e me ne resi conto anche io. Mi fermai, ma fu lei questa volta a spingermi e a sistemarmi con la schiena sul letto. Mi salì sopra, prese il preservativo che stavo per infilarmi, me lo mise, e si fece penetrare dal mio pene, che ormai aveva raggiunto il massimo dell’erezione.

    Non era convinta, o forse le faceva male, ma andava piano, e a saltelli. La afferrai dai fianchi e diedi una forte spinta verso l’alto. Il mio pene scivolo per intero nel suo culo. Gridò e mi graffiò. Ma la cosa mi eccitava ancor di più, ed eccitava anche lei.

    Il suo buchino era stretto, e sentivo le pareti pulsare sul mio pene. Era una sensazione unica, nel culo di mia sorella. E lei apprezzava. Andammo avanti per quasi mezz’ora in quella posizione, prima piano, e poi sempre più forte. Il suo culo ormai accoglieva il mio pene che dava e riceveva piacere.
    Lei mi disse nell’orecchio alcune parole che non scorderò mai – “Sbattimi più forte” – ero stupito.
    Sentirsi dire quelle parole da mia sorella mi facevano venire ancor di più voglia di provocarle piacere misto a dolore. La vedevo una bambina, ma non nascondo che quelle parole evocarono in me la figura di una facilona più che di una sorella.

    Allora ribaltai la posizione, misi LEI sotto, con la faccia sul cuscino, e iniziai a penetrarla facendole sentire ogni singolo cm del mio pene pieno d’amore. Lei gemeva, e mi accorsi che aveva gli occhi lucidi. Solo dopo mi spiegò che era per il dolore iniziale.
    Era completamente bagnata, e il suo bacino sembrava muoversi per conto suo, ignorando il resto.
    Mi afferrò le mani, e me le portò sul seno. Le sue mani erano sopra le mie, e stringevano, quasi graffiavano.

    Durante tutto ciò la stimolai anche ‘davanti’ e si aiutò anche lei. Ebbe un orgasmo. Stavo per venire pure io e le chiesi “dove vuoi che venga?” e lei senza farmi finire mi sfilò il preservativo, prese il pene in bocca e diede altri 7 8 colpi di testa e mi fece venire sul suo seno.
    Sempre con il mio pene in mano, strofinò lo sperma sui suoi seni.
    Tutto ciò sembrava uscito da un film, ma era reale. E mi era piaciuto.
    Le volevo chiedere se aveva intenzione di non fare mai più ciò che avevamo fatto, ma la prima cosa che mi disse lei appena si riprese fu “Andiamo a fare la doccia…”

     
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  2. Sserpentelo
     
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    o.O che sorella
     
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    CITAZIONE (HF123 @ 23/3/2010, 17:55) 
    Questa che vado a raccontarvi è una storia reale, autentica.
    E' una storia che vede me e mia sorella come protagonisti. Non sono uno scrittore, non sono uno che sa usare bene le parole per far rimanere l'user col culo sulla sedia. Quello che però posso fare è raccontarvi una storia vera, e spiegarvi come tutto è cominciato.
    Molti vedono l'incesto come un taboo, altri lo schifano

    Mi chiamo Marco, ho 22 anni, e ho una sorella più piccola, Sara, di 20. La storia risale a 3 anni fa, quando cioè è iniziato tutto questo.
    Sara ha un bel corpo. Una quarta misura, un corpo tonico e asciutto, un gran bel fondoschiena alto e sodo. Era il suo pezzo forte, e sin da quando eravamo più piccini la schiaffeggiavo lì, senza malizia ovviamente.
    Crescendo però avevo iniziato ad apprezzarla come donna, non come sorella. Spesso e volentieri immaginavo di vederla nuda, anche perchè, in biancheria intima la vedevo di continuo, e la voglia cresceva.
    Un pomeriggio di settembre i miei genitori partirono causa matrimonio di un cugino, noi due rimanemmo a casa perchè io 2 giorni dopo avrei dovuto sostenere un esame. Lei non aveva tanta voglia di partire, causa fine vacanze, e decise di tenermi compagnia.
    Eravamo sul mio letto che guardavamo la tv, io in pantaloncini, lei con mutandine e magliettina.
    Arrivò lo spot pubblicitario e lei comincio, come al suo solito, a saltarmi addosso e a fare la solita vocina da bambina. Quando mi salì sopra poggiando la testa sul mio basso ventre, si mise in una posizione tale che io riuscii a intravedere l'aureola del suo capezzolo che sbucava dal reggiseno che non aveva ancora levato.
    La reazione fu un accenno di erezione. Lei se ne accorse, lo sentiva sulla parte posteriore della testa e mi guardò un pò smarrita. Senza dire nulla, mi misi seduto sul letto e per farlo la testa di sara strusciò contro il mio pene che continuava a svegliarsi dal suo torpore serale.
    Lei fece per alzarsi dal letto, e io mi alzai con lei. Mentre cercava le sue ciabatte in terra, era carponi sul letto, io la sbilanciai così da farla quasi cadere.
    L'afferrai per le spalle, e questa volta il suo fantastico culo poggiò contro il mio pene.

    L'erezione cresceva proprio mentre avevo il suo fantastico sedere poggiato sul mio pene.
    Ormai aveva capito che non ero indifferente a quello che era diventata.
    Scivolai con la mano dalla spalla al gomito, poi al polso. Avvicinai la sua mano al mio pene. Lei iniziò a stringere. Il primo passo era fatto.

    Mi levai i pantaloni, e spostai il pene da sotto i boxer. Presi la sua mano, e la rimisi sul pene che lei cominciò a toccare e a stringere con più veemenza. Si scostò per un attimo, quasi come se avesse ragionato per un attimo sul fatto che eravamo fratello e sorella.
    Subito però io le afferai un fianco, e la baciai. Lei si sciolse.
    Iniziò a baciarmi, levo la maglia, e inziò a masturbarmi forte.

    La coricai di schiena, e le levai il reggiseno. Mentre lo facevo, il mio pene era all'altezza del suo volto. Ma invece di proporle una sessione orale, iniziai a 'martellare' il suo seno e i suoi capezzoli. Fu lei a riprenderlo in mano e metterlo in bocca.

    Non aveva mai fatto cose simili, ne ero sicuro. Mentre lo faceva era timida e vogliosa, una reazione che non avevo mai riscontrato in altre ragazze. Continuò a leccarmi lungo l’asta, fino a fermarsi alla cappella. Li mi bacio, mi leccò, e rimise di nuovo tutto il pene in bocca.

    Dopo un po le dissi che volevo fare altro, e lei rispose che non voleva far sesso. Si voleva preservare per un fidanzato, non per un amante, un fratello. La girai di schiena, iniziai a leccarle il sedere, poi con un dito prima, con due poi, iniziai a stimolarle l’ano. Lei mi guardò stupita e con gli occhi sbarrati, perché solo dopo realizzò cosa volevo fare.

    Mi disse “No! Ma che ti viene in mente! Siamo fratelli e non animali!” ma io non sentivo ragioni, non c’era spazio per ricordare il legame di sangue che ci univa. E le rimisi il pene in bocca. La cosa si faceva meno piacevole per lei, e me ne resi conto anche io. Mi fermai, ma fu lei questa volta a spingermi e a sistemarmi con la schiena sul letto. Mi salì sopra, prese il preservativo che stavo per infilarmi, me lo mise, e si fece penetrare dal mio pene, che ormai aveva raggiunto il massimo dell’erezione.

    Non era convinta, o forse le faceva male, ma andava piano, e a saltelli. La afferrai dai fianchi e diedi una forte spinta verso l’alto. Il mio pene scivolo per intero nel suo culo. Gridò e mi graffiò. Ma la cosa mi eccitava ancor di più, ed eccitava anche lei.

    Il suo buchino era stretto, e sentivo le pareti pulsare sul mio pene. Era una sensazione unica, nel culo di mia sorella. E lei apprezzava. Andammo avanti per quasi mezz’ora in quella posizione, prima piano, e poi sempre più forte. Il suo culo ormai accoglieva il mio pene che dava e riceveva piacere.
    Lei mi disse nell’orecchio alcune parole che non scorderò mai – “Sbattimi più forte” – ero stupito.
    Sentirsi dire quelle parole da mia sorella mi facevano venire ancor di più voglia di provocarle piacere misto a dolore. La vedevo una bambina, ma non nascondo che quelle parole evocarono in me la figura di una facilona più che di una sorella.

    Allora ribaltai la posizione, misi LEI sotto, con la faccia sul cuscino, e iniziai a penetrarla facendole sentire ogni singolo cm del mio pene pieno d’amore. Lei gemeva, e mi accorsi che aveva gli occhi lucidi. Solo dopo mi spiegò che era per il dolore iniziale.
    Era completamente bagnata, e il suo bacino sembrava muoversi per conto suo, ignorando il resto.
    Mi afferrò le mani, e me le portò sul seno. Le sue mani erano sopra le mie, e stringevano, quasi graffiavano.

    Durante tutto ciò la stimolai anche ‘davanti’ e si aiutò anche lei. Ebbe un orgasmo. Stavo per venire pure io e le chiesi “dove vuoi che venga?” e lei senza farmi finire mi sfilò il preservativo, prese il pene in bocca e diede altri 7 8 colpi di testa e mi fece venire sul suo seno.
    Sempre con il mio pene in mano, strofinò lo sperma sui suoi seni.
    Tutto ciò sembrava uscito da un film, ma era reale. E mi era piaciuto.
    Le volevo chiedere se aveva intenzione di non fare mai più ciò che avevamo fatto, ma la prima cosa che mi disse lei appena si riprese fu “Andiamo a fare la doccia…”
     
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