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Kenta93.
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Avrei dovuto capirlo fin dall'inizio ma proprio non ero in me quando conobbi Anna.
Lei era lì, ad aspettare il treno che avrei dovuto prendere io, militare di leva nel Veneto, ma non era della mia città, me lo sarei ricordato.
Io guardavo e lei ricambiava lo sguardo.
Il vento gelido di dicembre si faceva sentire e, notando che il treno avrebbe fatto un notevole ritardo, mi avvicinai a lei e le chiesi se voleva bere qualcosa di caldo.
Lei accettò e ci presentammo.
Parlammo bevendo una tazza di cioccolata caldo e prendemmo il treno insieme. Con estrema sorpresa scoprimmo che aveva parenti nella mia città natale e che io facevo il militare a pochi km dal suo paese natale: avremmo fatto il viaggio insieme!!!
Sul treno, lento come una tartaruga, dovevamo starci per 4 ore.
Lei mi fece segno di andare nel corridoio a parlare e io, felicemente, la seguii.
Appena usciti dallo scompartimento si avvicinò al mio orecchio:
"Ma quando mi dai qualcosa di caldo?"
Non aspettò la risposta e si diresse verso la testa del vagone. Io, senza capire nulla, la stavo seguendo come un cagnolino e lei, con uno sguardo malizioso, entrò nel bagno e lasciò la porta socchiusa per invitarmi ad entrare.
Stavo correndo con l'immaginazione? No, era chiaro cosa voleva da me e il mio pene duro ed eccitato mi stava dicendo "Entra stupido!!!"
Chiusi la porta di quel bagno piccolo e sudicio.
Lei alzò la gonna e notai le sue calze autoreggenti che, anche se non ce n'era bisogno, mi fecero arrapare ancora di più.
"Leccami!" ordinò. Obbedii senza fiatare.
Lei mugolava dal piacere senza curarsi di eventuali persone che poteva passare fuori dal corridoio e io, preso ancora di più, lo tirai fuori invitandola a leccarmelo. Non dovetti chiedere. Si gettò avidamente sulla mia verga e il solo ricordo mi eccita ancora. Era bravissima: la lingua seguiva quei 22 cm di carne arrivando in cima con la punta della lingua. Mi stringeva le palle massaggiandole quando toccava la punta del pene.
Riuscii a mettere le mani nel suo fiore e lo trovai fradicio: era pronta ad essere penetrata.
Lei si girò mettendosi con la faccia sullo specchio e le mani sul lavandino. Inarcò la schiena offrendomi tutto il panorama del suo lato B.
La cavalcai con foga, eccitato da morire anche per la paura che fuori qualcuno potesse sentire. Lei riuscì a capire che stavo venendo e, tirandolo fuori dalla sua vagina, si girò con una piroetta e si accovacciò prendendo tutto lo sperma in bocca. Lo bevve avidamente, leccò pulendo tutto il mio pene e, dopo essersi rimessa a posto, uscì dal bagno lasciandomi con i pantaloni abbassati e Adv il mio amico moscio.
Non parlò fino all'arrivo tanto che il mio cervello elaborò mille motivi: non ero stato bravo? Ero durato poco? Peggio ancora, non era quello che voleva?
Appeni scesi dal treno lei mi prese la mano e, senza dire ancora nulla, mi portò davanti ad un albergo.
"Ora andiamo a scopare sul serio..." mi disse.
Cavolo come facevo? Dovevo andare in caserma.
Presi il telefono lì vicino, infilai un gettone e chiamai il tenente al corpo di guardia:
"Ho perso il treno....arrivo tardi"
Ci credette.
Ci infilammo in quell'alberghetto dove la signora manco ci guardò in faccia. Prese i documenti e ci dette le chiavi.
Il tempo di chiudere la porta e lei era sul letto completamente nuda nel chiarore delle luci di fuori.
"Leccami, ti prego leccami tutta!!!" si dimenava sul letto toccandosi in mezzo alle gambe.
Non me lo feci ripetere due volte.
Arrivai tardi in caserma e fui punito.
Ero stravolto tanto da sembrare un tossico.
Lei diventò la ragazza che mi saziò sessualmente per due anni....
il resto ve lo racconterò in un'altra puntata, OK???
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fedelisssimo.
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Sei proprio fortunato. Lo sai che però una ragazza vogliosa non la puoi contentare da solo. Certe lo vogliono fare fino ad otto volte al giorno. Ti ci vuole un'amico. Se è giovane Io mi offro. Scrivimi a [email protected] e mi raccomando...non fare l'ingordo! .
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Conosco la ragazza ninfomane |
