Prostata prevenzione e cura

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    Prostata prevenzione e cura

    La prostata è un organo fibromuscolare e ghiandolare di cui solo gli uomini sono dotati, delle dimensioni di una castagna, che si trova al di sotto della vescica e circonda l'uretra.

    La Prostata è composta da una zona periferica, una centrale, una di transizione, una porzione anteriore ed una sfinterica preprostatica, tutte poi contenute all’interno di una capsula fibrosa che la isola dagli altri organi adiacenti quali il retto, la vescica ed i muscoli del piano perineale.

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    La Prostata riveste una importante funzione nella produzione del liquido seminale (20-30% del totale dell'eiaculato) poiché fornisce componenti fondamentali alla sopravvivenza e alla qualità degli spermatozoi. Pertanto alcune alterazioni della struttura e dello stato dell’organo possono influenzare la fertilità maschile.

    La Prostata può essere la sede di malattie infiammatorie quali le Prostatiti, l'Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB), e tumori maligni quali l'Adenocarcinoma Prostatico. L'organo trovandosi situato sotto la vescica e intorno all'uretra può influire sul modo di urinare; pertanto ogni volta che insorgano disturbi o alterazioni nella minzione la prostata può potenzialmente esserne la causa. L’Ipertrofia Prostatica Benigna non è assolutamente da considerare una condizione che può precedere il tumore della prostata in quanto non degenera in una patologia neoplastica. Piuttosto le due patologie possono coesistere e trarre origine da zone della prostata completamente differenti tra di loro.


    Per un uomo è sicuramente importante occuparsi e monitorare la propria prostata prima che essa inizi a causare disturbi. E’ inoltre da tener presente che una sintomatologia non molto importante può ugualmente essere un segnale di un cattivo stato del sistema urinario che può con il passar del tempo sempre più peggiorare la propria condizione.

    Dopo i 50 anni è pertanto opportuna una visita urologica a scopo preventivo ogni 12 mesi poichè una adeguata prevenzione permette di scoprire eventuali patologie in uno stadio iniziale consentendo così di trattare le patologie della prostata in maniera sempre più efficace.

    Prevenzione e diagnosi precoce




    Come specialista di riferimento per le vie urinarie e l’apparato genitale maschile, l’Urologo vigila sulla salute dei pazienti in tutte le varie età della vita maschile con una particolare attenzione per gli uomini che hanno superato i 50 anni di età. Tali soggetti sono più esposti a rischi di patologie prostatiche che possono essere colte in fase precoce come l’IPB e il Carcinoma della Prostata.

    E' sicuramente auspicabile che l'urologo venga interpellato e consultato dagli uomini di tutte le età e non solo da chi ha superato i 50 anni. Sia a scopo preventivo e di monitoraggio che qualora insorgano disturbi alle vie urinarie e genitali, l'Urologo è lo specialista a cui rivolgersi per la salute del proprio apparato urogenitale.

    E' indispensabile però che il paziente si affidi all'urologo con fiducia e senza particolari ritrosie o pudori che spesso non fanno altro che ostacolare e ritardare il buon operato del medico.

    Un semplice esame del sangue, un’esplorazione rettale eseguita da mani esperte ed eventualmente un’ecografia prostatica trans-rettale, possono in molti casi essere sufficienti a diagnosticare precocemente le patologie della prostata e migliorarne di conseguenza la terapia e l’evoluzione.
    Soprattutto nel caso di un tumore della prostata una diagnosi precoce può significare una guarigione completa dalla malattia. Pertanto il compito dello specialista non è tanto quello di richiedere il Test PSA, ma piuttosto interpretare il valore di quest’ultimo nel contesto del quadro clinico, dirimendo tra le varie patologie, tumorali e non.
    L’urologo non potrà forse evitare che insorga la malattia prostatica ma può sicuramente fare in modo che sia curata prontamente e nella maniera più efficace!

    Prostatite

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    1. Che cos'è la prostatite?
    La prostatite é una infiammazione della prostata, può essere di diverso tipo e origine.

    2. Quali tipi di prostatite esistono?

    La prostatite può essere:

    * acuta: con febbre elevata, dolore perineale, urinazioni frequenti, dolorose e difficili.
    * cronica: con sintomi che possono essere scarsi o poco significativi; i disturbi possono essere persistenti o ricorrenti e di vario tipo: doloretti diffusi all`uretra, difficoltà urinarie, senso di peso perineale, fastidi ai testicoli etc.

    Esistono anche situazioni intermedie tra quelle acute e quelle croniche.

    3. Che cosa causa una prostatite?
    Le cause di prostatite sono molteplici e non sempre agevoli da identificare.
    Molto spesso dei germi risaliti lungo il canale urinario, o discesi dalla vescica possono raggiungere la prostata causando una infiammazione. Poichè i tubicini della ghiandola prostatica assomigliano a grappoli d'uva che sboccano nell'uretra, é facile intuire che questi sbocchi delle secrezioni prostatiche possono diventare la porta d'ingresso dei germi nella prostata. Inoltre, poiché questi gruppi di ghiandole sono inglobati in un tessuto muscolare e fibroso duro, in caso di infiammazione, essi tendono a strozzarsi e alterarsi a causa del "gonfiore" associato alle infiammazioni. Così avviene che le secrezioni e i batteri ristagnino non trovando modo per uscire, in tal modo la prostatite da acuta tende a durare nel tempo diventando cronica.

    4. Come si diagnostica una prostatite?

    L'urologo scopre una prostatite dalla storia del paziente, dagli accertamenti di laboratorio, dalle immagini dell'ecografia, dagli esiti di una biopsia, dalla visita rettale. Si tratta di una diagnosi che talvolta è difficile; può trattarsi addirittura, in alcuni casi, di una sorpresa positiva in quanto certi quadri di prostatite simulano il cancro della prostata.

    5. Come si curano le prostatiti?
    Le prostatiti si curano con farmaci antibiotici, antinfiammatori, norme di vita e norme dietetiche.

    6. Come si prevengono le prostatiti?
    È importante rivolgersi all'urologo non appena si manifestano i primi disturbi, specie il bruciore urinario, o l'aumentata frequenza delle minzioni. Curare la prostatite nelle sue prime fasi è più semplice rispetto a quando sia già cronicizzata .
    Può essere pertanto molto importante rivolgersi precocemente al medico al fine di mettere in atto rapidamente la procedure diagnostiche opportune.

    7. Ma "io" che ormai, ho disturbi da molti mesi, forse anni, non ho speranze di miglioramento?
    È difficile rispondere a tale domanda. L'esperienza insegna che spesso si possono ottenere dei risultati soddisfacenti anche dopo anni di trascuratezza. Capita però, altre volte, che già dopo poche settimane di disturbo non si riesca più ad ottenere una guarigione completa.

    8. Quando ho la postatite posso fare all'amore?

    Nella fase acuta, ovviamente, sarà difficile avere questo problema, ma nelle fasi croniche nulla vieta una attività sessuale regolare. Nei rapporti bisogna tenere conto che spesso possono essere presenti disturbi della eiaculazione che spesso é precoce rispetto alla norma del paziente. Talvolta l'eiaculazione può essere dolorosa o fastidiosa.
    Questi fatti non devono necessariamente impedire i rapporti. Sono addirittura da sconsigliare l'astinenza prolungata o la "genitalizzazione" dell'attenzione. (Pensare sempre al fastidio dei testicoli, toccarsi il perineo, angosciarsi per ogni bruciorino minuscolo, disperarsi per un rapporto sessuale non "tecnicamente perfetto").

    9. La prostatite può ritornare?
    Certamente é possibile: la forma "acinosa" della ghiandola prostatica favorisce sia la cronicizzazione che il riaccendersi dell`infiammazione.


    Iperplasia Prostatica


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    01. Che cos'è l'adenomatosi prostatica?
    Quando si parla di "Ingrossamento della prostata dei vecchi", si usa quasi sempre una terminologia sbagliata perché:

    * Con l'età non si ingrossa tanto la prostata quanto piuttosto un piccolo gruppo di ghiandole poste a ridosso di quel canale urinario (uretra) che attraversa la prostata. Pertanto "dentro la prostata" cresce una specie di nuova ghiandola che schiaccia la prostata "vera" verso fuori. Solitamente questa "palla" che cresce dentro la prostata é fatta di due parti poste a destra e sinistra dell'uretra; altre volte esiste anche una terza parte in mezzo che cresce verso la vescica ( lobo medio).
    * Dopo anni di sviluppo questa iperplasia prostatica benigna o I.P.B. (per distinguerla dall'adenocarcinoma prostatico maligno) può raggiungere anche le dimensioni di un pompelmo, e la prostata "vera" schiacciata all'esterno come una buccia.

    02. Quando inizia a formarsi la I.P.B.?

    La I.P.B. inizia a svilupparsi molto presto, già dopo i 30 anni, ma non in tutti i soggetti cresce con la medesima velocità.

    03. Che cosa causa la I.P.B.?

    Non si conosce con esattezza la causa della I.P.B. Alcuni ricercatori ritengono che sotto lo stimolo delle urinazioni continue, delle eiaculazioni e delle infiammazioni si verifichino dei microtraumi che liberano dai tessuti prostatici vicino all'uretra una sostanza capace di causare l'accrescimento delle ghiandole vicine. Anche le alterazioni degli equilibri ormonali nei tessuti sono probabili cause.

    04. Quando si cura l'adenomatosi della prostata?

    Non è la dimensione maggiore o minore a rendere necessaria una cura della I.P.B. Bisogna sapere che prostate con piccoli adenomi possono dare molti disturbi e prostate grandi possono anche essere silenti. In molti centri si usa un particolare questionario per capire l'entità dei disturbi di un paziente. Si assegna un punteggio alle risposte dei pazienti, e quanto più elevata è la somma finale, tanto maggiore è la necessità di una terapia.

    05. Chi cura la I.P.B.?
    L'urologo é lo specialista che si occupa di curare la I.P.B insieme, e di concerto col medico curante del paziente.

    06. La I.P.B. può trasformarsi in cancro?
    Solo venti cancri prostatici su cento si originano dalla zona di I.P.B. Non è stato dimostrato che I.P.B. grandi degenerino in cancro più facilmente di quelle piccole. Pertanto non si deve decidere di operare la I.P.B. al fine di prevenire il cancro. Come abbiamo detto, anche dopo aver tolto l'adenoma, la prostata "vera" resta in sede! Infatti chi è stato sottoposto ad intervento di "prostata" deve seguire i programmi di prevenzione dal cancro prostatico come chi non è stato operato. Anzi, una ghiandola "tagliata" per togliere l'adenoma potrebbe anche rendere più agevole, quindi pericolosa, la diffusione di un tumore insorto successivamente nella prostata.

    07. Come si cura la I.P.B.?
    Esistono cure con medicine o cure con operazioni chirurgiche.

    08. Come si scelgono le une o le altre?

    Dipende dall'entità dei sintomi, dalle dimensioni dell'adenoma, dall'età e dalle condizioni generali del paziente e anche dall`esperienza dell`urologo.
    25 Si leggono notizie di medicine che renderebbero inutile l'intervento chirurgico. Che cosa c'è di vero?
    E' vero che negli ultimi anni sono stati commercializzati farmaci estremamente efficaci nel ridurre i disturbi associati alla "prostata". Semplificando al massimo: si tratta di medicine che vanno prese per lunghi periodi e che, con meccanismi diversi, allargano il canale urinario che attraversa la prostata, permettendo perciò un deflusso più agevole dell`urina. La loro efficacia è ampiamente dimostrata. Grazie a tali medicine il numero dei pazienti che devono essere operati si e fortemente ridotto negli ultimi tempi. Non tutti i casi, però, ne beneficiano in eguale misura.

    09. Si leggono notizie di medicine che renderebbero inutile l'intervento chirurgico. Che cosa c'è di vero?
    Certamente é possibile: la forma "acinosa" della ghiandola prostatica favorisce sia la cronicizzazione che il riaccendersi dell`infiammazione.

    10. Quali sono queste diverse medicine?

    Ci sono tre grandi gruppi di medicine per la cura non chirurgica della I.P.B.

    * Farmaci "artificiali" ad azione di tipo ormonale che riducono il volume della prostata e che pertanto riducono la sua strozzatura.
    * Farmaci "artificiali" che agiscono sui muscoli del canale urinario e che li forzano ad aprirsi, allargandolo.
    * Sostanze "naturali" di origine vegetale la cui azione non è completamente nota, ma che agiscono riducendo eventuali infiammazioni e anche mediante un effetto ormonale "locale".

    11. Quali sono le medicine adatte al mio caso?
    Soltanto l'urologo può suggerire al paziente la cura più idonea per il suo caso. La scelta non è sempre agevole e talvolta può essere utile o addirittura indispensabile associare più medicine. Inoltre non tutti i pazienti tollerano questi farmaci altrettanto bene, e non sempre i buoni risultati ottenuti in un primo tempo sono poi mantenuti. Si capisce quindi perché la chirurgia mantenga un ruolo importante.

    12. Che importanza ha la dieta e che altre norme conviene seguire?
    I cibi piccanti e gli alcolici sono da evitare. Bisogna stare attenti agli eccessi sessuali, ed anche ai lunghi viaggi, durante i quali dieta e apporti idrici possono essere irregolari e dove la posizione stessa può favorire congestioni pelviche.

    13. Quali sono gli interventi chirurgici?


    a.) L'adenomectomia chirurgica: è l`intervento tradizionale, che si esegue attraverso l'addome del paziente ed é riservato alle prostate grosse e a pazienti in condizioni generali almeno discrete.

    b.) La resezione endoscopica transuretrale o T.U.R.P.: anche questa é un intervento chirurgico tradizionale, ma si esegue senza "taglio", con uno strumento speciale introdotto nel canale urinario attraverso il pene. Non é un intervento più leggero del precedente, anzi alcune casistiche dimostrerebbero il contrario; viene riservato a prostate medio/piccole.

    c.) Distruzione della prostata con laser: numerosi tipi diversi di laser vengono introdotti attraverso il pene per distruggere il tessuto adenomatoso. Alcuni urologi considerano le tecniche laser sostitutive dei metodi precedenti in quasi tutti i casi, altri sono più selettivi. La chirurgia laser presenta vantaggi rispetto alle tecniche tradizionali: meno pericolosa, permette una degenza più breve, ma ha anche alcuni svantaggi: spesso più dolori nel postoperatorio, una convalescenza più lunga.

    d.) Recentemente sono state proposte nuove terapie alternative mini-invasive. Fra queste particolarmente intererssante è l'ablazione termica prostatica transuretrale con radiofrequenza (TUNA).

    14. E' vero che l'adenoma della prostata può tornare?
    Si, in effetti per ognuna delle tecniche elencate nella risposta n.29 esiste la possibilità che si renda necessario un altro intervento per rimuovere il tessuto adenomatoso residuo o ricresciuto.


    15. Com'è il sesso dopo tali interventi?
    Non dovrebbe esserci impotenza dopo la chirurgia prostatica. Purtroppo però capita in alcuni casi che tale evento si verifichi. Non si conoscono esattamente le cause per tale avvenimento.


    16. E' vero che alcuni diventano incontinenti?

    E possibile un certo grado di incontinenza urinaria dopo un intervento chirurgico tradizionale. Solitamente però, il problema si risolve in poche settimane o mesi.


    17. Qual è la cosa più importante da sapere a proposito della I.P.B.?

    Poiché può coesistere con un cancro della prostata bisogna fare degli opportuni accertamenti prima di operare. Tale eventualità va anche esclusa prima di iniziare una cura con medicine. Operare o senza avere prima escluso che non coesista un cancro espone a gravissimi rischi il paziente. Come diagnosticare in tempo il cancro della prostata sarà descritto nel prossimo capitolo.

    Carcinoma Prostatico

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    01. Che cosa è il cancro?
    Il cancro é una malattia caratterizzata dalla crescita incontrollata di cellule anormali dell'organismo. Il corpo umano é fatto di miliardi di cellule. Le cellule si riproducono dividendosi, in tal modo sono possibili la crescita o la riparazione di una ferita. Talvolta le cellule si moltiplicano in modo eccessivo e originano una massa chiamata tumore. Alcuni tumori sono benigni (non cancerosi), altri maligni (cancerosi). La crescita dei tumori benigni é limitata e mette raramente in pericolo la vita, anche se può interferire con le funzioni normali dell'organismo. I tumori maligni, invece, invadono e distruggono i tessuti normali. Con le metastasi, cellule tumorali si separano dal tumore originario diffondendosi con la circolazione sanguigna o linfatica in altre parti del corpo dove si impiantano e si riproducono dando origine a nuovi tumori. In alcuni casi i tumori maligni crescono e si diffondono rapidamente, in altri casi lentamente. Per questa ragione è talvolta maggiormente favorevole il decorso di un tumore grosso, ma poco aggressivo (si definiscono "ben differenziati"), rispetto ad uno piccolo, ma a crescita incontrollata ("tumori scarsamente differenziati"). Una delle sedi in cui si sviluppano più frequentemente tumori nell'uomo é la prostata. L'opinione generalmente diffusa è che tumore maligno o cancro sia sinonimo di morte certa e imminente é assolutamente falsa. In modo particolare, il cancro della prostata può essere agevolmente diagnosticato in una fase precoce e pertanto guaribile; inoltre, per le sue caratteristiche di lentissimo accrescimento permette una lunga sopravvivenza anche nella grande maggioranza dei casi in cui sia scoperto in uno stadio non più suscettibile di guarigione completa.

    02. Il cancro della prostata è una malattia comune?
    La presenza di cellule cancerose nella prostata é rara prima dei 40 anni (1 %), ma con il progredire dell'età diviene estremamente frequente fino ad interessare quasi il 100% degli uomini di oltre 70 anni. Fortunatamente però, solo in una parte di casi queste cellule si sviluppano dando origine ad un tumore clinicamente manifesto.
    In Italia il cancro della prostata rappresenta la 3a causa di morte tra i tumori, con una percentuale più elevata del 60% nel Nord del paese. Attualmente, ogni italiano con più di 65 anni ha circa il 3 % di probabilità teorica di morire per questa malattia. Nel 1998 si stima che negli USA, 334.500 nuovi casi saranno diagnosticati e che vi saranno 41.800 decessi a causa di questa malattia. Il numero di tumori scoperti con i moderni metodi di prevenzione e screening ha posto e pone ancora una drammatico dilemma: poichè non tutti i tumori scoperti causeranno problemi al paziente, quando è il caso di agire dopo una diagnosi? La diagnosi stessa, quanto e quando è auspicabile ed utile?

    03. Quando come ed a chi devo rivolgermi per non correre rischi?

    Il controllo periodico aiuta il medico a diagnosticare il cancro prostatico in una fase precoce, quando cioè non è solo curabile, ma anche guaribile. I sintomi del cancro della prostata sono assenti o scarsi nelle prime fasi e spesso associati a quelli di una iperplasia prostatica benigna (I.P.B.) coesistente. Entrambe le malattie sono comuni nell'uomo e causano spesso difficoltà minzionali con getto debole e frequente. La I.P.B. è l'ingrossamento di quella parte interna della prostata vicino l'uretra. Come abbiamo detto nei capitoli precedenti essa non è un cancro. Il solo modo accurato per distinguere tra I.P.B. e cancro è l'ecografia prostatica transrettale associata al dosaggio del P.S.A., alla biopsia e alla visita del medico specialista. E' ragionevole sottoporsi a visite dopo i 50 anni o dopo i 40 se vi sono parenti con cancro della prostata.

    04. Che cosa provoca il cancro della prostata?

    La causa esatta del cancro della prostata é sconosciuta. Non si sa ancora perché, in alcuni casi, le poche cellule cancerose presenti nella maggioranza dei soggetti anziani inizino a proliferare dando origine al tumore.
    Nelle sue fasi iniziali il tumore può non dare disturbi, poi, con il passare del tempo, man mano che si accresce, il tumore inizia a premere sulle parti vicine, ad esempio l'uretra. Questo fenomeno ostruisce il regolare deflusso dell'urina dalla vescica. In questa fase della malattia gli uomini urinano più frequentemente del normale (questo é spesso il primo sintomo della malattia); tavolta la minzione é molto difficile, addirittura dolorosa.

    05. Ci sono altri sintomi?

    Altri sintomi sono la presenza di globuli rossi o bianchi nell'urina o nello sperma. E' importante ricordare che il cancro della prostata, specialmente negli stadi iniziali, può non dare sintomi di sorta. Per questo dopo i 40/50 anni si raccomandano controlli specialistici regolari. Quando il cancro della prostata si diffonde ai linfonodi vicini, alle ossa o ad altri organi, molti uomini sentono dolori ossei o articolari.

    06. Perché il cancro della prostata si diffonde?
    La crescita e il normale funzionamento della prostata dipendono da un ormone maschile: il testosterone. Quasi tutto il testosterone é prodotto dai testicoli, una piccola parte dalle ghiandole surrenali. Il testosterone ha il medesimo effetto sul cancro della prostata che la benzina sul fuoco. Fino a quando l'organismo produce testosterone il tumore cresce e si diffonde.


    Diagnosi del cancro alla prostata


    01. Come si fa la diagnosi di cancro della prostata?

    I medici usano molti metodi per diagnosticare il cancro della prostata.
    L'esplorazione rettale é il sistema più usato ed antico. Con tale esame il medico infila un dito guantato e lubrificato nel retto e palpa la superficie posteriore della prostata attraverso la parete intestinale, in tal modo ne valuta la forma e la consistenza. Questa procedura è rapida e causa un minimo fastidio al paziente. Purtroppo quando il medico sente "qualcosa" e questo si rivela essere un tumore, 1 volta su 2 la malattia è già avanzata, e non più guaribile. Questo perché non tutti i tumori hanno forma e consistenza tali da renderli diversi e perciò riconoscibili rispetto al tessuto sano e, inoltre, anche perché molto spesso, sono situati nella parte di prostata che non può essere toccata dal dito esploratore.

    Un'altro test in uso é il dosaggio della fosfatasi acida prostatica ( F.A.P.) nel sangue. La FAP é un enzima prodotto dalla prostata. Quando é presente un tumore, i livelli ematici di questa sostanza aumentano. Questo esame é stato il primo ad essere utilizzato negli anni passati, attualmente viene usato in misura minore poiché si é scoperta un'altra sostanza prodotta dalla prostata in grado di offrire un maggiore aiuto nella diagnosi.

    L'antigene prostatico specifico (P.S.A.) é una proteina prodotta esclusivamente dal tessuto ghiandolare prostatico, sano e malato, la cui funzione biologica è rendere fluido lo sperma.. Questa sostanza aumenta nel sangue quando si sviluppano nella prostata un maggior numero di cellule ghiandolari; le cellule ghiandolari malate, infiammate o tumorali, producono molto più PSA dalle cellule normali. Studi recenti hanno permesso di dimostrare che esiste una relazione tra il volume della IPB e il livello del PSA. Mediante l'indagine ecografica transrettale si può perciò ricavare il valore di riferimento individuale per il singolo paziente (PSAP : PSA predetto ). Quando il PSA dosato nel sangue supera il PSAP é necessaria molta prudenza perché é altamente probabile la presenza di cellule carcinomatose. (I valori di riferimento di molti laboratori di analisi sono molto alti, e pertanto possono generare un falso ottimismo; a volte anche con valori molto inferiori a quelli ritenuti normali possono essere presenti adenocarcinomi significativi della prostata.

    L'ecografia prostatica transrettale é una indagine che permette di identificare il valore del PSAP, le aree sospette, la funzionalità della vescica, la presenza di calcoli prostatici, la struttura della prostata anche nella parte lontana dal retto dove il dito del medico non arriva con l'esplorazione rettale.
    Durante questo esame uno strumento sottile, in grado da generare onde ultrasonore, viene inserito nel retto. Queste onde sono riflesse dai tessuti a seconda dalla loro consistenza generando echi diversi. La stessa sorgente di ultrasuoni é in grado di ricevere gli echi di ritorno, questi echi vengono poi trasformati in una immagine che il medico può vedere su uno schermo televisivo.

    Quando si sospetta la presenza di un cancro della prostata esiste un solo modo per essere certi dalla diagnosi: la biopsia. Il medico può prelevare piccoli pezzetti di prostata mediante un ago sottile. Questi pezzetti vengono esaminati al microscopio in modo da verificare se esistono cellule carcinomatose. Il modo più sicuro e indolore per prelevare i pezzetti di prostata nelle zone sospettate é la biopsia prostatica ecoguidata per via transrettale. Il medico "vede" ecograficamente le zone a rischio e lì esegue i prelievi (tecnica ecografica mirata). Inoltre è possibile prendere pezzetti anche intorno alla prostata per sapere fino a dove arriva la malattia (biopsie stadianti).
    Attualmente la biopsia prostatica può essere effettuata con l’ausilio dell’anestesia locale iniettando un anestetico attorno alla prostata sotto guida ecografica mediante un ago sottilissimo; in questo modo la biopsia prostatica diviene un esame completamente indolore.

    02. Chi cura il cancro della prostata?

    Quando si sospettano problemi prostatici il medico curante può interpellare uno specialista, l'urologo. Questi è un medico e chirurgo preparato a diagnosticare e curare le malattie dell'apparato urinario e genitale. L'urologo capirà se i sintomi di un paziente sono causati da I.P.B. o cancro. In alcuni casi il paziente può essere anche inviato da un oncologo (uno specialista nel trattamento medico del cancro).

    03. Come fare a decidere quale é la cura migliore nei singoli casi?
    Questo scritto non vuole e non può dare risposte complete per ogni singolo problema. Aspetti troppo tecnici sono stati volutamente esclusi. Ad esempio non si é parlato del ruolo della linfoadenectomia laparoscopica di staging, della resezione prostatica distruttiva ecc. L'esperienza porta a dire che ogni possibilità di cura dovrebbe essere quanto più possibile discussa e chiarita tra medico e paziente, senza voler necessariamente escludere i parenti più prossimi. Solo così tutti potranno portare il loro contributo alla cura prescelta in modo tale da trarne il miglior beneficio.

    04. Che cosa mi accadrà?
    E' normale apprendere con ansia, preoccupazione o angoscia di essere portatori di cancro della prostata. Gli stessi sentimenti e pensieri vivranno in parenti e amici. Dialogare con chi ha già affrontato questi problemi può essere un modo per ricevere aiuto e incoraggiamento. L'esperienza insegna che con il passare degli anni il paziente scopre che anche quando non è possibile una guarigione completa, il cancro della prostata è una realtà con la quale è possibile convivere serenamente, conducendo una vita normale. Se lo desiderate potreste chiedere al vostro medico di mettervi in contatto con altri pazienti. I pazienti che afferiscono al nostro gruppo sono incoraggiati a confrontare con altri le proprie esperienze, in modo da poter prendere le opportune decisioni terapeutiche in modo più informato e consapevole possibile.

    05. Quali sono gli stadi in cui si cataloga il cancro della prostata?
    Solo se il medico riesce a determinare lo stadio della malattia potrà instaurare la cura migliore per i singoli casi. Le cure possono variare a seconda delle condizioni generali del paziente, dell'età e dello stadio della malattia. E' importante che il paziente discuta con il medico le diverse opzioni possibili, i loro vantaggi e gli svantaggi. Gli stadi della malattia vanno da T1 a T4, a seconda dell'estensione della stessa. Inoltre sono catalogati in N+ se interessano anche i linfonodi ed M+ se altri organi sono sede di metastasi.

    STADIO T1c
    Il tumore é localizzato all'interno della ghiandola ed é troppo piccolo per essere diagnosticato con l`esplorazione rettale, ma può essere diagnosticato con le altre procedure. In questo stadio il tumore non dà sintomi ed é guaribile. Sono possibili diversi tipi di terapia: la rimozione chirurgica dalla prostata, la radioterapia e la criochirurgia. Per tumori di stadio A, molto piccoli può essere presa in considerazione anche la scelta di una vigile attesa.
    STADIO T2
    Il tumore é ancora localizzato dentro la prostata, ma si estende nella ghiandola e spesso può essere percepito alla esplorazione rettale. Spesso non ci sono ancora sintomi associati. Le possibilità terapeutiche dal cancro della prostata in questo stadio sono ancora quelle di una cura radicale. Le terapie possibili sono le stesse dello stadio T1.
    STADIO T3
    Il tumore é diffuso fuori dalla ghiandola, invade i tessuti circostanti. In questo stadio é frequentemente presente una difficoltà della minzione. Alcuni medici trattano anche questo stadio della malattia con la prostatectomia radicale, ma attualmente é prevalente la scelta della radioterapia, della terapia ormonale o la loro associazione. La crioterapia é ancora in grado di assicurare un trattamento guaritivo in molti casi di diffusione extraghiandolare. Nello stadio T3 si può praticare la terapia ormonale. Con questa terapia si diminuisce il livello del testosterone e, pertanto, si ottiene una diminuzione di volume migliorando i sintomi urinari.
    Ci sono molti modi per ridurre il livello del testosterone.
    STADIO T4, N+, M+
    In questi stadi della malattia le cellule cancerose si sono già diffuse in altre parti del corpo (linfonodi, ossa, altri organi). I sintomi più frequenti in questo stadio sono difficoltà urinarie, dolori ossei, perdita di peso. Questi sintomi non sono sempre presenti, il paziente può non avvertire disturbi anche in presenza di una malattia diffusa. In questi stadi si praticano le terapie descritte per lo stadio T3: terapia ormonale, radioterapia, crioterapia; talvolta può essere praticata anche la chemioterapia. Recentemente la scelta più comune é di non eseguire la prostatectomia radicale in presenza di metastasi dimostrate. Questo atteggiamento contrasta però con l'opinione di altri ricercatori secondo i quali l'asportazione del tumore originario é cosa utile perché riduce il volume totale del tumore; ecco perchè la crioterapia, distruggendo la massa tumorale con rischi ridotti, rappresenta una scelta possibile anche negli stadi T4, N+ ed M+.

    LE 10 REGOLE D'ORO



    1. BEVI CON REGOLARITÀ UN’ADEGUATA QUANTITÀ DI ACQUA;

    È consigliabile bere almeno 1,5 litri d’acqua ad intervalli regolari durante tutta la giornata. Scegli un’acqua oligominerale, leggera, a basso contenuto di sodio e diuretica, che possa facilitare la funzionalità renale, consentendo l’eliminazione di scorie e liquidi in eccesso.

    2. SEGUI UNA CORRETTA ALIMENTAZIONE;

    Si consiglia di limitare il consumo di grassi animali, birra, insaccati, spezie, pepe, peperoncino, alcolici e superalcolici, caffè, privilegiando, al contrario, i cibi contenenti sostanze antiossidanti quali vitamina A (carote, albicocche, spinaci, broccoli, pomodori), vitamina C (ribes, kiwi, agrumi, fragole, mirtilli, cavolfiori, peperoni), vitamina E (olio d'oliva, oli vegetali, germe di grano), selenio (carne, noci, tuorlo d'uovo), zinco (carni rosse, noci, fegato).

    3. CONTROLLA LA NORMALE CONFORMAZIONE E LO SVILUPPO DELL’APPARATO GENITALE NEL TUO BAMBINO;

    Controlla se il tuo neonato ha i testicoli in sede ed il glande scoperto.

    4. EFFETTUA UNA VISITA UROLOGICA NELLE VARIE FASI DELLA VITA: PUBERTÀ, ETÀ ADULTA E TERZA ETÀ;

    Prendi esempio dal mondo femminile: la prevenzione si fa a tutte le età.

    5. PRESTA ATTENZIONE A QUANTE VOLTE URINI E SE AVVERTI BRUCIORE;

    L’aumento della frequenza minzionale e la presenza di bruciore rappresentano i primi segnali di infezione della vescica e della prostata.

    6. RICORDA, NELLA VITA DI COPPIA, CHE L’INFERTILITÀ DIPENDE NEL 50% DEI CASI DAL MASCHIO;

    È consigliabile eseguire un esame del liquido seminale in previsione di una gravidanza desiderata, perché eventuali alterazioni possono mettere in evidenza patologie che sono risolvibili, se trattate in tempo.

    7. PRESTA ATTENZIONE AD EVENTUALI PERDITE INVOLONTARIE DI URINA;

    E’ importante che le donne non trascurino anche il minimo episodio di incontinenza urinaria, sia sotto sforzo che a riposo.

    8. CONSULTA SEMPRE UN UROLOGO SE VEDI SANGUE NELLE URINE;

    Anche un singolo episodio di sangue nelle urine (ematuria) può rappresentare un sintomo precoce di gravi patologie dell’apparato urogenitale.

    9. EFFETTUA, DOPO I 45 ANNI, ALMENO UNA VOLTA L’ANNO UN PRELIEVO DI SANGUE PER CONTROLLARE IL PSA E IL TESTOSTERONE;

    Il PSA è un marcatore specifico della prostata utile per la diagnosi precoce del tumore. Il TESTOSTERONE è il principale ormone maschile e ad esso sono collegate numerose patologie (calo del desiderio sessuale e alterazioni collegate alla sindrome metabolica, quali diabete, patologie cardiovascolari, obesità ed iperlipidemia).

    10. MANTIENI UNA SANA VITA SESSUALE A TUTTE L’ETÀ;

    Una regolare attività sessuale contribuisce al mantenimento di un buon equilibrio psico-fisico.

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  2. pescatore89
     
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    è possibile che già a 20 anni ho problemi alla prostata?? mi alzo dalle 2-3 volte di notte per andare in bagno, non riesco a trattenere la pipì per molto(e nell'ultimo periodo sembra peggiorato sto problema) devo farmi una visita?? ma non voglio farmi infilare un dito nel sedere
     
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    Si devi fare una visita puo' essere anche una infezione alle vie urinarie e non mi sembra il caso di scherzare sulla salute...
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  4. epossido
     
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    CITAZIONE (pescatore89 @ 7/4/2010, 15:18)
    è possibile che già a 20 anni ho problemi alla prostata?? mi alzo dalle 2-3 volte di notte per andare in bagno, non riesco a trattenere la pipì per molto(e nell'ultimo periodo sembra peggiorato sto problema) devo farmi una visita?? ma non voglio farmi infilare un dito nel sedere

    Meglio farsi vedere ora da un urologo che la situazione non è grave, non aspettare altrimenti dopo si possono avere conseguenze peggiori.

    P.S. meglio il dito del dottore che il bisturi (questa era bruttina come battuta)
     
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    una ricerca del Cancer Council Victoria di Melbourne, ha messo in luce una interessante scoperta: la masturbazione fa bene alla prostata e riduce moltissimo il rischio di cancro. L’Istituto australiano è uno dei più rinomati al mondo e la ricerca ha coinvolto ben 1250 persone che si sono masturbate per il progredire della scienza.

    Nessun doppio senso, la masturbazione sopratutto se praticata tra i 20 e i 50 anni, per cinque volte alla settimana, sarebbe il più potente mezzo di prevenzione del cancro alla prostata. L’eiaculazione avrebbe dunque una funzione di protezione della salute di questa importante ghiandola.
     
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  6. redcat!
     
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    A livello alimentare per prevenire l'ipertrofia sono molto utili alcuni alimenti tipo i semi di zucca, l'olio di lino e di girasole spremuti a freddo, i cereali integrali, i legumi, la frutta e gli ortaggi bio.
     
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  7. Luna Scciolla
     
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    Quando si tratta di vitamine... mio padre dopo che il cancro alla prostata è finito, ha mancato tantissime... per lui la megliore alternativa essere di prendere K2 come migliore prevenzione. Quelli che compro per lui si possono trovare qui:]

    Edited by <geniv> - 15/9/2020, 22:09
     
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