Il recupero dell'Hunley sottomarino guerra civile americana

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    Sottomarino H.L. HUNLEY (1863-1864)


    Il piccolo sottomarino Hunley fu costruito da privati a Mobile, in Alabama, nel 1863, basandosi sui progetti forniti da Horace Lawson Hunley, James R. McClintock e Baxter Watson. La sua costruzione fu a spese di Mr. Hunley e supervisionata dagli ufficiali sudisti W.A. Alexander e G.E. Dixon. Dopo le prove nella baia di Mobile, fu trasportato a Charleston, nella Carolina del Sud, nell’agosto del 1863 per operare in difesa di quel porto. Il 29 agosto, mentre era attraccato ad un piroscafo, il sottomarino fu accidentalmente rovesciato su un lato e affondò, facendo annegare cinque membri della sua ciurma. Dopo il recupero marittimo, ebbe un nuovo equipaggio e poté iniziare una serie di test. Comunque, durante alcune prove di immersione, il 15 ottobre del 1863, l’Hunley non riuscì a tornare in superficie. Horace Lawson Hunley, che aveva diretto le operazioni, e il resto dei suoi uomini affogarono.

    L’Hunley fu di nuovo recuperato e riparato. Con una terza ciurma, e il perentorio ordine di operare solamente in superficie, il sottomarino incominciò un’altra serie di tentativi per attaccare le navi della Marina Nordista impegnate nel blocco navale al largo di Charleston. Il 17 febbraio 1864, questi sforzi ebbero successo. Il sottomarino H.L. Hunley si accostò alla corvetta nordista Housatonic e fece esplodere contro un siluro. La nave federale affondò rapidamente, diventando la prima nave da guerra ad essere abbattuta per l’attacco di un sottomarino.

    Comunque, il sottomarino H.L. Hunley , non fece mai ritorno da questa missione, e si ritenne affondato con tutto il suo equipaggio. Il suo destino è rimasto un mistero per oltre 131 anni, fino al maggio del 1995, quando Clive Cussler localizzò il relitto dopo una lunga ed estenuante ricerca. L’ 8 agosto 2000, in seguito ad un approfondito lavoro preliminare, l’Hunley fu riportato in superficie e condotto all’ex-Base Navale di Charleston per agevolarne la conservazione. Adesso, è oggetto di un’attenta opera di salvaguardia che alla fine dovrebbe metterlo in condizioni tali da poterlo esporre al pubblico.



    A Charleston, in South Carolina, si è assistito a quello che molti hanno subito definito “l’ultimo funerale della Guerra Civile”.
    In quell’occasione, infatti, sono stati resi gli onori agli otto eroici e sfortunati membri dell’equipaggio del sommergibile sudista H.L. Hunley affondato misteriosamente dopo aver portato a termine la sua missione di guerra nella notte del 17 Febbraio del 1864.
    Erano il comandante, tenente George Dixon, ed i marinai Arnold Becker, J.F. Carlsen, Frank Collins, Augustus Miller, Joseph Ridgeway C. Simkins e James A. Wicks che s’erano inabissati a bordo di un vascello capace di navigare sott’acqua, simile a quello concepito dalla fervida immaginazione del visionario Jules Verne, dopo aver affondato la nave della Marina Unionista U.S.S. Housatonic, la prima nave da guerra ad avere la peggio con la nuova, emergente ed insidiosa arma sottomarina che continua a preoccupare anche ai nostri giorni.
    L’Hunley aveva avuto appena il tempo di segnalare con orgoglio il proprio successo alla postazione confederata di Sullivan’s Island ed era sparito improvvisamente e per sempre con i suoi uomini nella sua fredda bara liquida. Sebbene l’acqua nel punto dell’inabissamento non fosse profonda il sommergibile era destinato a rimanere nascosto a chi lo cercava con gran fervore ed interesse a causa della spessa coltre di sabbia e detriti depositatasi su di esso. Ma l’oceano che l'aveva tolto, sei anni fa circa, si era finalmente deciso a restituire ai ricercatori il sommergibile confederato ed i resti del suo equipaggio.
    Col ritornare a galla della struttura metallica corrosa dall’acqua e dal tempo, studiando approfonditamente i reperti recuperati, si sono potute accertare le circostanze favorevoli che portarono l’Hunley a compiere la sua missione, mentre rimane ancora il mistero di come tecnicamente si sia potuto verificare il suo affondamento. E’ risultato evidente che gli uomini nascosti all’interno del suo ventre, come i fieri guerrieri greci all’interno del cavallo di Troia, al momento dell’incidente fatale erano intenti nell’esecuzione della loro missione ed inconsapevoli della loro fine.
    Essi, pero’, sapevano pure che un evento del genere era possibile dopo gli altri due affondamenti precedenti subiti dallo stesso sommergibile e che avevano pure causato la morte di un’altra dozzina d’uomini tra i quali lo stesso inventore Horace L. Hunley.
    In ogni caso, in quel momento la loro attenzione era sicuramente polarizzata sul non fallire la missione: distruggere una nave dell’Unione che, a causa del suo blocco sui porti del sud, stava strangolando forse per sempre l’orgoglioso disegno dei Confederati d’ottenere l’indipendenza, separandosi per sempre dagli odiati stati del nord.
    Cominciavano a scarseggiare cibo, armi e munizioni e, a patto che non si riuscisse a spezzare il blocco, la Confederazione era destinata ad essere presa per fame come chiunque nella storia fosse stato sottoposto alla crudeltà di un lungo ed implacabile assedio.
    Dopo l’affondamento dell’U.S.S. Housatonic il sacrificio degli otto della Hunley, nonostante non riuscisse a capovolgere le sorti della guerra che ormai volgeva al peggio per il sud, fece scorrere tra i nordisti un brivido di paura perché non era affatto noto di quanti altri sommergibili, come quello che aveva inferto loro il grave colpo, il sud potesse disporre.
    Adesso ci e’ rimasto d’attendere solo il responso che giungerà dalla scienza e dalla tecnica che sta vagliando con pazienza e minuzia quasi ossessiva ogni piccolo reperto restituitoci dal mare: la moneta d'oro portafortuna del Comandante Dixon, gli effetti personali dei marinai, che riusciamo quasi a visualizzare come Giona nel ventre della loro balena, al lume di candela. Fu forse questa l’ultima cosa che essi videro: la luce che cominciò ad affievolirsi fino a spegnersi del tutto e che col passare delle generazioni e del tempo diventò poi il bagliore accecante dei missili lanciati da altri Hunley, in altre battaglie, d’altre guerre.
    Conflitti che hanno riempito ancora di croci e di lapidi bianche altri giardini di pietra, come a quello di Charleston in South Carolina dove, assieme ai caduti dell’H.L. Hunley, dovrebbero piangersi i caduti del Viet Nam e dell’Iraq e tutti i caduti, diventati ormai troppi per poterne ricordare il nome, di un’inutile, tragica, interminabile guerra.


    I funerali dell'equipaggio


     
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