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AGOSTO 1995. E' sulla riva dello Stretto dove sono nata e dove abito che si è consumata un'esperienza che mi ha lasciata, dapprima estasiata e appagata, ma alla fine turbata e perplessa. Sono Marina, signora di 47 anni, alta, mora, con un bel paio di mammelle dalle larghe aureole violacee con cappezzoli appuntiti, gambe lunghe affusolate, proprietaria di un bel sedere, alto, carnoso e imponente. Sono separata da 11 anni e madre di Flavio, diciassettenne , elemento portante di questa mia avventura. La mia vita sessuale prima del divorzio è stata un inferno, eccetto i primi fatui anni da sposini, mio marito Ernesto era un cultore della fica, ma soltanto per voraci slinguate e sporadiche sveltine e anche questo ha contribuito alla separazione essendo una donna molto esigente e "bisognosa" di affetto. Ho intrecciato diverse storie con uomini più o meno della mia età che mi hanno regalato solo fantastici orgasmi ma poca felicità. Certo non posso dire di trascorrere una vita monotona, in quanto cerco di essere attiva, ufficio, palestra, scuola di ballo (più che al ballo mi dedico ai ballerini), ed era proprio durante una serata in bolera che ho ricevuto una telefonata anonima sul mio cellulare, appena risposi sentii dei gemiti di godimento; seccata, non diedi peso alla cosa in quanto c'era confusione, ma nei giorni seguenti, le telefonate si susseguirono e come rispondevo sentivo rantoli di desiderio e gemiti di godimento, come se una persona sentendo la mia voce, godesse masturbandosi.... Pensai e ripensai su chi potesse essere a rompere, ma niente, in quanto oltre mio figlio e qualche amica nessuno conosceva il numero di telefono. Comunque chi era dall’altro lato, non doveva essere una persona molto grande, in quanto la voce era molto giovanile, quasi di ragazzo, e un giorno appena squillò, sollevai la cornetta e come al solito dall’altra parte sentii ansimare..”Chi sei?” chiesi con voce roca, ma non sentii nessuna risposta, soltanto il solito ansimare di piacere. “Perché non mi dici chi sei?” ripresi con voce dolce, e finalmente sentii una giovane voce rispondere: “Un tuo ammiratore, uno cui piacciono le belle figone come te”. “Ti stai masturbando vero?” continuai, ormai tutta illanguidita..”Si, mi sto facendo una gran sega per te”, così come avevo intuito, c’era un giovane uomo che si masturbava per me; la cosa mi fece provare un enorme piacere e sentii la figa bagnarsi di desiderio. “Dimmi perché fai queste cose al telefono e proprio con me” gli chiesi mentre con la mano libera intrufolata negli slippini mi tintillavo il clitoride. “Percè sei una gran figa, e mi fai tirare il cazzo sempre quando ti penso. Sapessi le seghe che mi sono fatto per te, pensando di chiavarti..”. “Stai venendo caro?” chiesi con voce mielosa, ero in uno stato di libidine violenta, mi masturbai violentemente ed ebbi 3 orgasmi consecutivi. Calmatami momentaneamnente e con i sensi placati pensai a chi poteva essere il mio focoso ammiratore, ma quella voce sembrava di conoscerla, sembrava quella di Luca un amico d’infanzia di mio figlio, ma assolutamente non poteva essere lui, l’ho visto crescere…..Finchè un giorno ne ebbi la conferma, mentre Flavio si faceva la doccia, squilla il suo cellulare, vado per rispondere e rimango di stucco: “Pronto Flavio, ci vediamo alle 21:00 da Sara”, “…sono la mamma, Flavio sta facendo la doccia, riferirò io dopo, ma chi sei?” “Buona sera signora, sono Luca”, mi rispose con tono impacciato il ragazzo, “Ciao Luca…”e i miei sospetti trovarono conferma, il molestatore radiomobile era proprio Luca. Luca si rese conto che potrebbe essere stato riconosciuto e tentò di cambiare tono, ma ormai il dado era tratto. Flavio era pronto per uscire, ero indecisa se dirglielo della trovata del suo carissimo amico, considerando che non era al corrente della telefonata hard, ho preferito rimandaree. Se è vero che la notte porta consiglio, io la passai a fantasticare sulle bramose voglie di un sedicenne. Il sabato mattina lo dedicai alle pulizie casalinghe, anche per sviarmi da quella bramosia proibita, alle 13:00 arrivò Flavio e pranzammo, ma prima che scappasse, lo fermai: ”Flavio, devo parlarti, ma non so come iniziare……” “Mamma, rigurda Luca?” “Sss…si, Flavio, ma perché te ne ha parlato?” “A che proposito, mamma?” “Flavio, il carissimo Luca è all’incirca 15 gg che mi tartassa sul cellulare con telefonate sconcie, insulti, apprezzamenti pesanti, porno.” “Si, mamma lo so, il numero del tuo cellulare gliel’ho dato io, lui è pazzo di te…..” “Ma Flavio cosa stai dicendo! Hai fatto una cosa del genere?” “Si mamma, ma lui mi ha dato quello di sua madre, anche io le ho telefonato, sono pazzo di lei, quei seni enormi, quelle curve sinuose, le belle gambe…..” Per un momento, pensavo di stare sognando, non riuscivo a rendermi conto, delle affermazioni di mio figlio. “Ma Flavio, Giulia potrebbe essere tua madre, epoi pure tu l’hai torturata con quelle telefonate oscene”. “No mamma io non dico porcate, le faccio solo apprezzamenti, eppoi lei ci sta.” Rimasi senza parole, il mio Flavio arrapato per una quarantenne, si, bella, procace, avvenente ma pur sempre una quarantenne. La notte non riuscì a dormire, mi immaginavo Flavio tra le braccia di Giulia, no, no non può essere vero, dovevo metterlo alla prova, per vedere se c’era qualcos’altro sotto. Iniziai a girare in casa con prendisole aderenti, senza reggiseno, che mettesse in risalto le mie generose forme. Flavio mi osservava, ma non sembrava più di tantro interessato, cercavo di accavallare il più possibile le gambe per far vedere che ero senza mutandine, ma niente, l’interesse era tiepido, eppure fisicamente ero più attraente di Luisa. Mentre facevo il bagno gli chiesi di lavarmi la schiena e lui con fare sbrigativo senza osare niente mi accontentò, di scatto mi alzai rimanendo nuda di fronte ai suoi occhi, ma Flavio tranquillamente prese la tovaglie e la avvolse sulle mie spalle senza indugiare troppo. A questo punto tirai le conclusioni, Flavio mi raccontò delle frottole in merito alle telefonate. Ricevevo giornalmente quelle due tre telefonate hard, ma ormai non prestavo più attenzione. Finchè una notte, mentre concedevo la solita razione di sditalinate alla mia figa, sul ciglio della porte intravidi Flavio in mutande, che si godeva lo spettacolo, con un ’abbondante erezione tra le gambe: “Da quanto tempo sei lì Flavio?” “Abbastanza, mamma, ma non ti preoccupare, ti capisco, senza un uomo, è naturale che tu ti smanetta.” E si avvicinò al mio letto adagiandosi di fianco a me. “Mamma, ma perché in questi giorni mi hai provocato in quel modo, son pur sempre tuo figlio, ormai grandicello per rimanere insensibile a certe cose….” E così dicendo portava la mia mano sul suo cazzo. Rimasi di stucco, e con un filo di voce gli dissi: “Cercavo conferme su quanto mi avevi detto sulle telefonate a Luisa, ma a quanto vedo non c’è più bisogno” e ritirai la mia mano dalle sue gambe. Il cuore iniziò a battere forte, “…..da quanto tempo non vai a letto con un uomo…” e portò le mani tra le mie gambe, iniziando un lento massaggio sul clitoride, l’adrenalina era al massimo, mi stavo eccitando terribilmente, ero in balia di mio figlio: “……..da tanto tempo Flavio, da tanto tempo…..” e continuò a massagiarmi la figa, e con l’altra mano si faceva strada tra le mie tette, iniziò a tintillarmi i capezzoli ormai turgidi, li leccò avidamente, pizzicandoli con i denti, con la mano si spostò tra il solco delle mie natiche, arrivato sull ’ano vi insinuò il dito. Avevo la figa in fiamme, che sbrodolava, Flavio si accorse e con la lingua scese sul mio pube saettandola dentro. “Noo….no, Flavio smettila non si può, sono tua madre”, e tentai di respingerlo con le mani, ma senza insistere più di tanto, Flavio sembrò di smettere, alzando la testa, ma si smentiva subito, tirando fuori l’uccello e sistemandolo tra le mie cosce, entrandomi dentro. Ebbi un sussulto, Flavio iniziò una poderosa cavalcata, degna di un uomo vissuto, ma dove aveva imparato a scopare così bene? Due orgasmi si susseguirono a gemiti di piacere, le sue mani stuzzicavano ancora i miei capezzoli e la lingua andava cercando la mia ed io in preda alla lussuria, da gran porca, godevo di questo peccaminoso amplesso. Flavio si liberò sul mio stomaco, rantolando di piacere, mentre io cercavo refrigerio accendndo il ventilatore, i nostri sguardi si incrociarono, la libidine serpeggiava nei nosttri occhi, non avevo il coraggio di dirgli niente, cosa avevo combinato? Flavio mi baciò stranamente sulla guancia e si sdraiò al mio fianco, quasi vergognosamente portai la mia mano tra le cosce e mi girai dando le spalle a mio figlio, ero esausta, ma nello stesso tempo soddisfatta. “Mamma, mamma, scusami, sono un perverso, non dovevo……” mi disse scoppiando a piangere. Mi sentì un verme, una mamma indegna e girandomi cercai di consolarlo, accogliendolo nel mio petto “..la colpa è tutta mia Flavio, sono stata io a superare il limite, ma non ti preoccupare, questo sarà il nostro segreto, non sentirti in colpa, sei stato fantastico, un vero uomo, il mio bambino….” A quelle parole, Flavio si calmò, continuando a tenere la testa tra le mie tette, quasi con gesto istintivo, presi il mio seno e lo avvicinai alla sua bocca, che lo accolse e iniziò a succhiare avidamente. Ma come, mio figlio stava piangendo per quest’orgia incestuosa ed io per consolarlo gli davo in pasto il mio corpo? In quel momento ero la donna più porca e perversa del mondo. Flavio aveva preso gusto, e con fare disinvolto mi fece sdraiare e mettere supina, con il suo ginocchio si insinuò tra le mie cosce e le divaricò, e con due dita mi oltraggiava l’ano. Mi irrigidì ma dopo un paio di assalti a mano nuda l’eccitazione mi trapassò e Flavio mi infilò il suo cazzo in culo, dapprima incontrando qualche ostacolo e facendomi male, ma subito dopo, rompendo ogni ritegno mi sfondò. Sentivo un forte bruciore, e mi agrappai alle lenzuola, ilk piacere vinse ogni resistenza, mio figlio mi stava cavalcando come una bestia, le sue mani mi cingevano i fianchi, dando colpi secchi, sembrava uno stantuffo. Il senso del proibito aumentava il piacere, finchè stremata gettai un urlo liberatorio, l’ennesimo orgasmo mi inondò seguito dal getto caldo di Flavio. Esausti dalla foga e dal caldo trovammo refrigerio nel ventilatore. Senza risentimento, né inibizione, stavolta Flavio mi sorrise: “Mamma sei una vera porca………grazie”. “Mi sei venuto proprio bene tesoro, a mia perfetta immagine e somiglianza, ma questo che non diventi un’abitudine, sono troppo grande per te………ORGOGLIO DI MAMMA”.
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