Sesso nero

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    Si dice che i negri l’hanno grosso e lungo. Posso dire che è vero.
    Ero in vacanza con Sergio nella più selvaggia delle Isole Eolie: Vulcano. Avevamo preso alloggio in un residence dove ci avevano riservato un bilocale di una villetta bifamiliare. La camera da letto si affaccia su un terrazzo comune con l’altro appartamento e da questo separato da una semplice siepe. Nel terrazzo ci sono tavolo, sedie, sdraio e lettini, tutto per il bisogno del numero degli ospiti affittuari. Per andare alla spiaggia si può andare pure dal terrazzino, basta scendere quattro gradini.
    Accanto a noi una coppia americana di colore, giovani ed entrambi con splendidi fisici da sportivi. Spesso, facendo il bagno, avevo visto dall’acqua che prendevano, nel terrazzino, il sole integrale e, confesso di aver sbirciato molte volte nella speranza di vedere il pene dell’uomo, spinta dalle solite dicerie sui neri. Finalmente un giorno, rientrando dal mare, riuscii nel mio intento. L’uomo era alzato ed ho potuto vedere il pene in tutta la sua potenzialità.
    Sergio ha già dimensioni notevoli, ma quello era veramente esagerato. Più della lunghezza, di per se notevole, mi ha colpito la grossezza. La prima cosa che in quel momento mi venne in testa fu di pensare come doveva averla lei per riuscire a prenderlo dentro.
    A questo interrogativo fu data risposta nel pomeriggio. Infatti stavo prendendo il sole, chiaramente pure io completamente nuda, quando venni attirata da alcuni mugolii. Poiché la siepe di divisione non era omogeneamente fitta e c’era qualche buco tra le foglie mi sono avvicinata ed ho potuto vedere quello che i due combinavano. Lui steso sul lettino e lei che lo cavalcava facendosi entrare tutto il bell’arnese fino alle palle. Sospirava e godeva come una pazza e quando venne si adagiò sul petto dell’uomo come a dormirci sopra. Quando si sollevo il bianco latte gocciolando dalla figa splendeva lucido sul nero ventre dell’uomo. La figa della donna, potei notare, era completamente aperta tanto da farmi intravedere il rosato interno della natura.
    Quello che avevo visto mi aveva eccitato tanto e mi ero bagnata tutta. Di questo se ne giovò Sergio che godette da sballo ma, come sapeva fare lui, mi fece godere otturandomi tutti i buchi che erano infuocati a causa dell’eccitazione.
    La notte fu di fuoco. Avevo il desiderio di succhiare il cazzo del vicino ma mi dovevo contentare di quello del mio uomo. Il pompino che gli tirai fu veramente eccezionale. Me lo disse dopo a chiare note. Glielo succhiai con foga e desiderio. Misi in bocca interamente lo scroto e poi uno alla volta mi gingillai con i coglioni facendolo gemere intensamente. Leccavo per lungo e per largo il cazzo teso e con gli occhi chiusi immaginavo che fosse quello del bel negro. Quando fu sul punto di venire l’uscii dalla bocca e mi feci innaffiare tette e capezzoli. Il bianco latte zampillava sulla mia pelle ed il contatto mi faceva venire intensamente tanto che ho avuto la sensazione che insieme agli umori mi fosse uscita fuori pure della piscia.
    La mattina seguente Sergio usci presto. Era andato in barca a pescare con dei conoscenti. A me la pesca non interessava molto e poi, pur volendo, non sarei stata in grado di alzarmi all’alba, per cui ho preferito restare a letto a dormire e ritemprarmi le membra.
    Alzatami dal letto verso le nove mi sono affacciata nel terrazzino senza niente addosso. Non so come fu ma ricordando quanto visto il giorno prima e quanto fatto nella notte appena trascorsa incomincia a toccarmi. Le mie dita, quasi autonomamente, si erano introdotte nella fenditura alla ricerca del clitoride. L’eccitazione iniziò a crescere ed in breve, distesami sul lettino prendisole iniziai lentamente a masturbarmi nel terrazzo. Mentre mi rialzavo per rientrare mi sono accorta che i due vicini mi stavano spiando da dietro la siepe. Vergognandomene, ho fatto finta di niente e sono rientrata, ma proprio in quel momento mi ha preso un non so che.
    Mi avevano guardata mentre ansimavo e mi toccavo, chissà se si erano eccitati nel guardarmi e che cosa si erano detti o cosa stavano facendo. Uscii silenziosamente e, avvicinandomi di soppiatto al solito buco da cui, il giorno prima io li avevo spiati e ora lo avevano fatto loro, ho guardato. Erano entrambi nudi e in piedi, lei era quasi di fianco a lui alla sua destra, gli parlava sottovoce e, accennando a più riprese con la testa dalla mia parte, con la mano destra gli masturbava lentamente il pene non completamente duro. Stavano evidentemente commentando ciò che avevano visto e la scena aveva un che di perversamente erotico. Era come se lei, un pò discosta, quasi freddamente, lo provocasse a ricordare quello che aveva appena visto. I capezzoli però erano eretti, come se anche lei fosse eccitata ma non volesse farlo vedere.
    Il mio stomaco ha incominciato a frullare, ero ancora languida e la voglia non si era placata del tutto, in più guardavo una splendida coppia che si era eccitata guardandomi. Ho perso completamente la testa. Volevo che mi guardassero, ma stavolta sapendolo anch’io! Mi sono sentita bagnata e toccandomi sono rientrata dentro.
    Mi sono messa un minuscolo perizoma, il reggiseno e infilata una camicia bianca sono riuscita con uno specchio da trucco in mano (di quelli con il manico) facendo rumore nella speranza di attirarli nuovamente alla siepe. Poi, per dargli tempo, ho iniziato a stirarmi voluttuosamente dandogli la schiena. Ho dato un’occhiata distratta nello specchio, fingendo di guardarmi qualcosa sul viso da vicino, e quando li ho intravisti, ho cominciato togliendomi la camicia e rimanendo con il reggiseno. Il mio cuore batteva sempre più forte, lo potevo sentire perfino nelle orecchie, e le mani mi tremavano un pò. Mi stavo bagnando sempre più, e il perizoma era zuppo. Ho buttato la camicia su una sdraio e mi sono pettinata. Mi sono tolta il reggiseno, i capezzoli erano completamente eretti, avevo la pelle d’oca, ma mi sono sforzata di non toccarmi. Mi sono girata verso di loro stirandomi nuovamente ad occhi chiusi e mi sono chiesta se lei glielo aveva già preso in mano e se lo stava stuzzicando guardandomi. Agognavo di masturbarmi per lui, per loro, ma c’era tutto il tempo che volevo.
    Mi sdraiai sul lettino prendisole, alzai in alto le gambe e lentamente mi tolsi anche il tanga. Nella posizione in cui ero potevano vedere nitidamente la figa tra le cosce oscenamente divaricate ed il buco del culo, in quanto mi trovavo dritto di fronte a loro. Stavano guardandomi tutta! La sensazione era incredibile! Mi sentivo completamente fuori di me! Mossi lentamente la mani all’interno delle cosce, mancando di un soffio la mia apertura. Mamma mia! Come volevo ficcarci le dita dentro! Non ne potevo più di aspettare ma invece di toccarmi mi stiracchiai di nuovo. Poi ho riportato le mani alle gambe sfiorandomi il pube. Mi sono guardata con lo specchio tra le gambe, ho pensato agli altri occhi che mi stavano guardando, e ho sentito un brivido. Mi stavano guardando mentre mi muovevo nuda, con la figa gonfia e bagnata rivolta verso di loro. Era tutta aperta e volendo potevano essere in grado di vedere la protuberanza del clitoride. Ormai mi stavo deliberatamente stuzzicando, ed ero al limite di un orgasmo. Mi passai le mani sul corpo, poi sul seno. Appena l’ho toccato, l’orgasmo ha iniziato a scorrere. Non ce la facevo quasi più, ma invece di penetrarmi sono rimasta con le mani sui seni muovendoli e stringendo i capezzoli tra le dita. Seno e clitoride mi sembravano enormi, sul punto di scoppiare. Mi sono sentita il sedere umido. Realmente stavo letteralmente colando. Ho continuato a torturarmi il seno e mi sono accorta che, vicina all’orgasmo, stavo mugolando. Ho sentito un gemito fioco venire dalla siepe. Anche loro stavano per venire? La mano destra mi è volata sul sesso, mi sono penetrata con due, tre dita massaggiandomi il clitoride con il palmo e non potevo credere quanto fosse gonfia, larga e bagnata. In un attimo sono arrivata all’orgasmo mordendomi le labbra per non urlare, un orgasmo infinito, dalla figa alle spalle, e di nuovo giù al ventre. Semplicemente sconvolgente!
    Per un poco ho provato un filo d’imbarazzo poi, inforcati gli occhiali da sole perché non mi vedessero gli occhi, ho guardato verso la siepe. Si erano allontanati ed io, attenta a non farmi sentire, mi sono avvicinata a mia volta. Oddio che scena. Lui era in piedi con il membro enorme (debbo ancora ripetere che un cazzo cosi grosso e lungo mai l’avevo visto) ancora duro e lei era inginocchiata davanti a lui, dritta sulle ginocchia, con la mano a toccarsi e la lingua che leccava il membro che aveva evidentemente eiaculato sperma in abbondanza poiché ne aveva sparso sulle mammelle e sul ventre! E l’aveva fatto guardandomi sicuramente perché ce n’erano alcune tracce sulle foglie.
    Istintivamente mi sono toccata tra le gambe e mi sono scoperta di nuovo bagnata. Ancora? Era già il secondo orgasmo e non mi bastava? Le mie dita hanno iniziato ad aprirla e sondarla. Scivolavano dentro, mi sono spalmata i succhi dappertutto, sui capezzoli, sulle cosce e ho continuato per un pò andando di tanto in tanto a bagnarmi ancora le dita, ho allungato la mano, ho raccolto sulle dita lo sperma di lui dalle foglie e, stupendomi io stessa, me lo sono spalmato sul corpo, sulla pancia, sul seno. Mi sentivo come se mi fosse venuto addosso e ho continuato a toccarmi e a guardare fino a quando lei è venuta.
    Per non rischiare, mi sono ritirata in bagno, non riuscivo a credere di essere stata capace di tanto. Mi ero appena masturbata mentre una coppia mi guardava! Mi sono guardata allo specchio e mi sono vista come l’immagine stessa del sesso più spinto: Gli occhi spalancati, completamente bagnata di me, di sperma dell’uomo negro e del sudore degli orgasmi! Avrei voluto fotografarmi perché Sergio mi vedesse così. E lo fatto! Mi sono piaciuta anzi auto-eccitata! E ho capito che non avevo ancora finito. Ero ossessionata, volevo fare ancora di più! Subito!
    Mi sono risciacquata e, ancora umida, ho indossato una camicia di Sergio appena più lunga del sedere senza nulla sotto e sono uscita per andare a prendere del ghiaccio nel chiosco della spiaggia.
    Tra il caldo, la veloce doccia, ero bagnata fuori e dentro, una vera indecenza, ma il fatto di esserne conscia, anziché fermarmi mi eccitava ancora di più. Si vedeva benissimo che ero nuda sotto la camicia, l’interno delle cosce era bagnato e lucente, i capezzoli puntavano contro il cotone mostrandosi in tutto il loro splendore. Quando sono arrivata al chiosco, ho visto uscire dalla loro villetta il lui della coppia. Ho fatto finta di niente ma ho notato che lui è rimasto interdetto. Mi ha guardata di sottecchi mentre ritiravo il sacchetto del ghiaccio che l’addetto mi porgeva con un sorriso compiaciuto e, quando mi sono girata per rientrare, ha finto di uscire solo in quel momento. Quando ci siamo incrociati, ci siamo salutati educatamente, quasi indifferenti, ma io ho visto che la patta dei suoi pantaloncini di lino era gonfia, decisamente gonfia! Di nuovo un bagno di umori, violento, quasi un orgasmo. Sono rientrata di corsa, ho preso una bottiglietta di Coca dal frigo e l’ho bevuta passandomi il sacchetto del ghiaccio sul viso e sul collo sperando mi calmasse, ma niente! Ho sentito chiaramente l’uomo rientrare e ho ricominciato ad eccitarmi, mi sentivo come drogata, non riuscivo a placarmi.
    Mi stava riprendendo la voglia di farmi guardare, più di prima, volevo farli impazzire, andare oltre, fare qualcosa di sconcio.
    Sono ritornata sul terrazzo sorseggiando la coca con gli occhiali da sole sperando di vederli o sentirli tornare, ma per un pò non successe nulla. Mi sono sdraiata sul lettino e la mente correva a quello che era successo, a quello che avrei fatto se ci fosse stato Sergio con me e a fantasticare di cosa mi avrebbe spinto a fare lui con la bottiglietta di coca cola e l’idea di usarla mi ha travolta.
    Poi li ho sentiti, un sussurro di lei dietro la siepe. Mi sono tolta la camicia e mi sono guardata. Ero fradicia, fuori e dentro, con il seno gonfio e i capezzoli dritti, turgidi e con lo stomaco in subbuglio. Non potevo fermarmi. Dovevo ricominciare. Seduta, con le gambe oscenamente aperte verso di loro, la schiena dritta, mi sono accarezzata il ventre, i fianchi, risalendo verso i seni, con le mani che scivolavano lente sul sudore della pelle. Una sensazione fantastica! Poi di nuovo a scendere verso le cosce, all’interno, fino alle labbra che ho aperto con le due mani guardandomela. Ho sentito di nuovo il sussurro e ho intravisto le loro figure dietro la siepe. Ho tolto gli occhiali, volevo che mi guardassero anche gli occhi perché Sergio dice che in quei momenti cambiano, si dilatano, diventano più luminosi e, secondo lui, si vede che sono eccitata. Ancora le farfalle nello stomaco. Come li faccio impazzire? Come posso essere più porca? Si ho pensato proprio porca! Mi sono alzata carezzandomi apertamente il sesso con una mano, mi sono girata e messa a quattro zampe con il sedere verso di loro facendo scorrere le dita sulla e dentro la fenditura, lentamente, tirandole fuori bagnate perché si vedessero, poi ho guardato la bottiglia di coca. L’ho presa impugnandola come se fosse il membro di Sergio e l’ho portata tra i seni facendola scorrere sulla pancia fino a farla sbucare in mezzo alle cosce e ho iniziato a strofinarla lentamente sulle labbra della figa. Mormorii dalla siepe! Volevo di più! Molto di più!
    Mi sono rialzata girandomi verso di loro, ho sollevato una gamba appoggiando il piede sul lettino e strofinando la bocca della bottiglia lungo le labbra bagnate l’ho spinta dentro. È scivolata con facilità, quasi risucchiata. L’ho mossa ancora fino al clitoride e poi ancora più giù un pò di volte. Ho guardato la bottiglia che si infilava dentro di me, volevo vedermi, capire cosa vedessero loro, ma il solo guardarmi penetrata così mi ha eccitato ancora di più! Mi sono fermata quando vicina ad un nuovo orgasmo, e sono rimasta con la bottiglietta infilata dentro, muovendola lentamente. Poi ho ripreso con più forza, ad ogni colpo la infilavo sempre di più, la volevo più dentro! Era difficile spingerla ancora, in quella posizione, perciò l’ho messa sul lettino e mi ci sono appoggiata sopra, come per fare l’amore con Sergio disteso. I primi centimetri sono entrati senza sforzo, ma la parte larga della bottiglia stentava. Allora ho iniziato sfregarmi il clitoride, mentre mi muovevo su e giù sulla bottiglia ora volevo venire, godere! Quando sono arrivata vicina all’orgasmo mi sono lasciata andare sulla bottiglia con tutto il mio peso sditalinandomi più velocemente e con forza. Mi sono guardata di nuovo. A gambe larghe, la bottiglia quasi dentro, una mano a toccarmi il clitoride e l’altra a tormentare il seno, non riuscivo ad immaginare un’immagine più libidinosa e la cosa che mi ha fatta impazzire è stato vedere i miei succhi che colavano dentro la bottiglietta!
    Non ci ho più visto! Mentre mi pizzicavo i capezzoli con le dita, ho di nuovo messo tutto il mio peso sulla bottiglia, spingendola dentro il più possibile. Un misto di dolore e godimento assoluto. Mi sono pizzicata i capezzoli ancora più forte e ho iniziato a mugolare. Volevo che sapessero che stavo godendo. Una pazza infoiata! Ora volevo l’orgasmo a tutti i costi, mentre la bottiglia mi riempiva completamente. Volevo che mi guardassero mentre mi facevo del male! Ho chiuso gli occhi, mentre le dita correvano velocissime sul clitoride e, di colpo, il sedere mi si è appoggiato sul lettino: era entrata tutta! Li ho sentiti gemere chiaramente, stavano godendo senza più riserve e questo è stato liberatorio. Di colpo, come una valanga, l’orgasmo. Mi sono lasciata venire senza più toccare il clitoride e senza reprimere un mugolio forte, vero, come quando faccio l’amore con Sergio!
    Ho impiegato un po’ a riprendermi, distesa sul lettino, a gambe larghe, con la bottiglietta ancora dentro di me. Quando mi sono riavuta, me la sono sfilata con attenzione, mi sono seduta e, ancora un po’ illanguidita, ne ho assaggiato il collo: aveva il gusto che sento sulla lingua di Sergio quando mi bacia dopo avermela leccata a lungo.

    Sono quasi le 13 quando Sergio rientra. Sono ancora tutta scombussolata. Ho solamente una camicia poggiata sul petto, per il resto sono completamente nuda. Non riesco a capacitarmi come ho potuto comportarmi in modo tanto sfacciato pur sapendo di essere osservata da due sconosciuti. Distesa sul lettino prendisole, ricordando quanto “depravatamente” fatto, mi sovviene un’eccitazione che fa emettere continuamente i miei abbondanti umori femminei. Le cosce bagnate, non solo di sudore, mi fanno intuire che tutto mi è intensamente piaciuto ed avrei voluto fare ancora di più! Molto di più! Ma cosa?
    In questi pensieri mi trova Sergio. É allegro in quanto la pesca era andata bene ed il suo paniere è pieno di bei pesciolini che non aspettano altro che essere cucinati e mangiati.
    Nota il mio stato, mi osserva attentamente e dopo qualche secondo si piega su di me, mi scocca un bacio sulla bocca e mi chiede: dai! Dimmi quello che ti è successo!
    Mi alzo. La camicia cade a terra e rimango tutta nuda. Lui mi osserva e dice: da quello che vedo, se è vero che ti conosco, ho l’impressione che tu l’abbia combinata bella!
    Lo prendo per mano e lentamente lo invito ad entrare. Poi lo guardo e dico: mentre tu cucini io ti racconto tutto. Per raccontare tutto quello che avevo fatto nella mattinata non basta il tempo di cottura dei pesci ma devo continuare pure mentre siamo a tavola e stiamo mangiando. Mangiare e raccontargli le “porcellate” fatte nella mattinata mi eccita.
    Lui mi ascolta attentamente e quando finisco, come a leggermi i pensieri, dice: cosa pensi di potere combinare ancora? Rispondo: ancora non lo so ma non ti nascondo che un pensierino di farmelo ce l’ho. Sappi! che quello che ho visto è un signor cazzo! Un cazzo veramente maestoso! Un cazzo che desidererei tanto potere ospitare nella mia figa!
    Mi guarda e noto un sorriso sornione sul suo viso. Perché ridi gli chiedo? Perché devi decidere come dirgli che vuoi essere scopata da lui! È la sua secca e realistica risposta. Poi mescendo del vino mi invita a brindare: a che i tuoi desideri si realizzino nel migliore dei modi.
    Sergio è favoloso anche per questo. Poi come distratto mi chiede: ma la compagna come è? Una gran femmina da scopare! è la mia sibillina risposta.
    Chiaramente quanto appreso l’ha eccitato e non poco. Posso vedere il suo membro teso attraverso la leggera stoffa dei pantaloncini molto tesa in quel punto.
    Terminato il pranzo avvolgo ai fianchi un velatissimo pareo a fiori e mi distendo sul lettino nel terrazzino con le tette nude. Lui mi raggiunge e si sdraia nell’altro lettino avvolgendosi alla vita un mio pareo per nascondere le nudità.
    Il sole filtra attraverso la tettoia di canne rendendo l’atmosfera più intima e riservata. Sarà il silenzio, sarà la stanchezza per essersi alzato all’alba, Sergio si addormenta quasi subito. Pure io, nella visione immaginaria di essere posseduta contemporaneamente davanti dal vicino e da dietro da Sergio, vengo presa dal sonno.
    Non so quanto tempo è trascorso ma un fruscio dietro la siepe mi fa intuire che pure i vicini sono nel terrazzino. Stanno parlando in francese. Riesco solamente a capire le parole che dice la donna: chiedi loro una busta di the.
    Assorta nuovamente nell’immaginazione della doppia penetrazione, vengo distolta dai miei pensieri dal cigolio del piccolo cancello che si apre. Mi giro verso i gradini e vedo lui, il vicino, che sale lentamente i 4 gradini. Mi sorride e a bassa voce dice: scusate se vi disturbo ma Pat desidera una tazza di the e a noi è terminato. Sergio si sveglia e lo guarda con un’espressione di meraviglia. Tutto si sarebbe aspettato tranne di vedere l’uomo, del quale le avevo decantato il sesso, davanti a lui con un boxer che gli nasconde a stento il grosso affare. Ma come sempre prontissimo nelle reazioni. Si alza porge la mano a quello e si presenta: Sergio. L’altro preso alla sprovvista balbetta scusi: Roger … e … Pat è mia moglie”. Manco solo io all’appello: Milly dico in modo civettuolo e con un largo e sincero sorriso.
    È Sergio che rivolto a Roger dice: la bustina di the Milly te la dà ma dì a Pat di venire qua e prendiamo insieme un buon caffè.
    Solamente ora mi accorgo di avere le tette di fuori ma a questo punto faccio finta di niente. Mi alzo, vado in cucina, sistemo il pareo in modo che mi copra, ma non troppo, le tette e ritorno con in mano un pacchetto con delle bustine di the.
    Non so quello che Roger abbia detto a Pat, nei pochi istanti che sono stata dentro ma la sento dall’altro lato della siepe che dice: arrivo subito.
    Indossa un largo camicione bianco, alquanto trasparente, trattenuto alle spalle da due sottile bretelle. Il suo bellissimo nero corpo, sodo e sinuoso, è ben visibile attraverso la trasparenza della stoffa. Si notano i capezzoli duri e grossi, lo spacco tra le natiche e le possenti cosce con alla confluenza il vasto pube.
    Dopo avere salutato compitamente entra dentro con me e mi fa compagnia mentre preparo il caffè.
    Mi dice: veniamo dalla bassa Savoia e parlo decentemente l’italiano in quanto nell’azienda dove lavoro ci sono moltissimi italiani. Pure Roger parla bene la vostra lingua perché ha studiato per alcuni anni a Perugia.
    Sentiamo i due maschietti che parlano tra loro ma non si riusciamo a capire quello che dicono. Pat avvicinandosi mi sussurra: stamattina sei stata fantastica. Sei molto bella e ti fai desiderare. Il rumore del caffè che esce mi blocca la risposta ma le sue parole mi provocano un brivido di piacere. Metto in un vassoio caffettiera e tazzine ed insieme rientriamo nel terrazzino. Il buon profumo, d’aroma di caffè, pervade l’aria che ci circonda.
    Lo verso nelle tazzine e lo porgo a Roger e Pat. Sergio si serva da solo. Vedo, con piacere, che pure loro lo gustano e mi fanno i complimenti.
    Osservo Pat ed ho la sensazione che il camicione le stia scivolando dalle spalle. Le bretelle le sono cadute sui gomiti e si vedono chiaramente le robuste e turgide mammelle. Si piega in avanti. Il movimento completa l’opera e le sue tette per un attimo sono esposte alla curiosità di chi la guarda. Piegandosi in avanti, incurante degli sguardi, solleva i lembi del camicione e lo ripiega in alto sulle cosce. La pelle delle gambe lunghe e ben tornite, di un bellissimo color mogano, è lucida e liscia ed ella mostra tutto con disinvoltura.
    Vedo Sergio che se la mangia con gli occhi e sento che bisogna fare qualcosa per rompere la situazione di stallo che si è venuta a creare.
    E … la situazione si rompe casualmente. Nel raccogliere le tazzine e caffettiera per portarle in cucina, Pat si alza per aiutarmi, appena messasi dritta il camicione le scivola lungo il corpo e si adagia ai suoi piedi lasciandola completamente nuda.
    Il sospiro di Sergio dà il segno della sua eccitazione. Pat non si scompone. Si abbassa, prende l’indumento, lo piega e lo poggia nella sedia. Si gira verso di me e mi guarda con i suoi grandi occhi espressivi come a chiedermi: pure tu!
    Porto vassoio e tazze in cucina, Pat mi viene dietro, levo il pareo e prima di ritornare nel terrazzino ella mi si avvicina, mi abbraccia facendo aderire il sodo seno al mio, mi scocca un bacio sulla guancia dicendomi: grazie! Divertiamoci!
    I due maschi vedendoci completamente nude si sentono autorizzati a fare lo stesso. Sergio fa cadere il pareo e presenta il membro già pronto per l’uso. Roger toglie il boxer e mi mette sotto il naso il suo enorme cazzo lucido e che sembra tendere verso di me.
    Mi piego sulle ginocchia e lo prendo tra le mani. L’avevo desiderato tanto ed ora quasi non credo di poterlo stringere a me. Il glande, grossissimo, è tutto fuori, stiro la pelle che sale fino al pube. Manca il filetto per cui il corpo del pene è tutto scoperto. Stringo tra le mani lo scroto e sento che ha le palle gonfie. Inizio e leccarlo facendo scivolare la lingua dallo scroto fino alla punta del pene. Un brivido mi percorre la schiena mentre il cazzo pulsa in continuazione tendendosi in alto per poi ritornare al punto di prima. L’afferro con entrambe le mani e vedo che ne occorrerebbero altre due per poterlo cingere tutto.
    Mi solleva e mi porta sul letto dove già Sergio e Pat se la stanno godendo alla bella. Vedo lei che cavalca il mio lui e geme di desiderio mentre le sue tette ballonzolano per il movimento.
    Lasciamo loro e quello che fanno e torniamo a me e Roger.
    Sono sdraiata sul dorso. Lui poggia le mani sulle mie ginocchia. Mi divarica le cosce e lentamente inizia a farle risalire. Prima indugia sulle cosce, poi sull’inguine, poi le sue dita iniziano a carezzare le grandi labbra. Il cuore mi palpita nel petto e posso sentirne i battiti. Emetto un grido sentendo un dito che mi penetra nella fenditura. Prima delicatamente e lentamente poi con più vigoria. Dalle mie viscere riverso sulla sua mano un fiume di secrezione. Gemo e istintivamente mormoro: ancora! Ancora! Trastullami! Cosi! Cosi! Mi piace! Mi fai morire! Sento che ora sono di più le dita che mi violano. Percepisco che mi apre le piccole labbra e sento che un dito preme sulla clitoride. La pressione del dito e lo strofinio successivo mi manda completamente in orbita ed inizio a muovere in modo disarmonico il ventre. Lui capisce che voglio di più e incomincia a leccare facendo scorrere la lingua lungo tutta la fessura. Su e giù per diverse volte. Impazzisco e grido poiché la sensazione è tremendamente forte. Ha la lingua crespata e lo strofinio mi trasmette sensazioni di immenso godimento. Figa, clitoride, membra, tette, tutto il mio corpo è un tremito di immensa eccitazione.
    Gli faccio capire che desidero il suo cazzo in bocca e si posiziona sopra di me nel classico 69. Sono invasata di estrema libidine e stringo il membro come un trofeo. Inizio a leccarlo. Mi soffermo sul buco che è al centro della cappella e sento che pulsa. Inizio a menarlo facendo scorrere in lungo la mano. Lui geme e mi lecca la vagina con più ardore. Lo stesso ardore è in me e cerco di inghiottire tutto quel ben di dio. Apro al massimo la bocca ma riesco a metterne dentro, con sommo dispiacere, solamente poco più della metà. Basta quello per sentirlo fino alla gola. Vengo in continuazione ed ora si fa sempre più invadente il desiderio di sentire il sapore del suo sperma. Lecco e succhio avidamente mentre con le mani meno la parte che non riesco a risucchiare in bocca. Lui inizia a gemere mentre percepisco che il cazzo si è ulteriormente ingrossato. Ancora qualche colpo di lingua e sento il suo caldo liquido che mi riempie la bocca. Ingoio velocemente ma non riesco ad inghiottirlo tutto. Sembra un fiume in piena. Eiacula in continuazione mentre la sua asta rimane dura e palpitante. Buona parte mi scivola sul petto, sulle tette e quando sento che mi si bagnano i capezzoli inizio a eiaculare pure io.
    Faccio uscire l’asta, sempre tesa, dalla bocca, mi sollevo e lui mi fa capire che me lo vuole mettere nella figa. Aspetta! Gli dico. Vado prima in bagno e poi ricominciamo.
    Mi svuoto la vescica. Mi pulisco il petto, le tette e la bocca togliendo i resti dello spacchio che non sono riuscita ad ingoiare. Do una rinfrescata alla figa ed al culo pensando che ora toccherà a loro godere.
    Lo trovo col membro teso e pronto per iniziare a fare godere la mia patonza. Si distende sul dorso e capisco quello che vuole. Mi metto in ginocchio a cavallo del suo pube. Prendo in mano il duro “bastone” e lo dirigo nella figa che non aspetta altro. Lentamente faccio entrare la cappella. Ho paura di farmi male, vista la grossezza e la lunghezza, ma confido nell’elasticità della mia vulva. Pian, pianino lo faccio affondare sempre più. Entra e sento che aderisce completamente alle parete della vagina. Strofina sulla clitoride dandomi sensazioni animalesche. Quando percepisco che le grandi labbra, completamente divaricate, poggiano sul suo pube ho un senso di liberazione. L’ho preso tutto dentro. Quel enorme cazzo finalmente mi è tutto dentro! Tutto dentro la mia figa! Subito inizio la più violenta cavalcata della mia vita. Lui mi strizza tette e capezzoli mentre io ballo sul suo ventre con la sensazione che il cazzo mi voglia giungere fino in gola. Dalla figa alla gola? Pazzesco ma lo penso! Lui si dimena sotto di me e si capisce che gode dalle parole insensate che dice. Pure io non sono più padrona di me e grido come una cagna in calore che vuole manifestare a tutti il suo immenso godimento. Sento invadermi da un caldo schizzo quando lui agitandosi tutto mi rovescia e mi mette sopra di se. Sensazionale ma vero: neppure un centimetro del suo cazzo è uscito dalla mia figa.
    Sono esausta ma lui è ancora molto duro dentro di me. Sembra che invece di un cazzo abbia per sesso un vibratore instancabile. Lo prego di sfilarlo. Lui esce con un rumore che sembra abbia stappato una bottiglia di vino spumante. Contemporaneamente dal mio cratere esce fuori una parte del suo nettare mischiato ai miei succhi che sicuramente saranno stati abbondantissimi.
    Osservo che anche Pat e Sergio sono in pausa ed allora invito tutti a prendere un the. Nel prepararlo Pat m’informa che Sergio l’ha fatta godere moltissimo mettendoglielo sia nella figa che nel culo. Mi dice: desideravo da molto ricevere un bel cazzo nel mio culo. Quello di Roger, per le dimensioni riesco appena a riceverlo nella figa. Hai proprio ragione! Penso tra me e concludo, sempre col mio pensiero, è veramente impossibile prendere nel sedere un tale affaire.
    Dopo avere sorbito la bevanda mi sento rigenerata. Ora voglio godere sentendomi penetrata nei due buchi. Lo chiedo senza reticenze specificando che dietro prendo quello di Sergio. Roger si sdraia e il suo coso è perfettamente perpendicolare al suo ventre. Teso e palpitante è pronto per impalarmi di nuovo. Mi inginocchio ancora una volta su di lui. Prendo con la destra l’enorme verga e la dirigo nella mia fenditura che è oscenamente aperta. Lentamente lo faccio scivolare dentro. La sensazione di prima mi ritorna. Mi riempie tutta, strofina sulle parete della mia vagina che è al massimo della dilatazione e sulla clitoride. Finalmente sento il contatto con i suoi coglioni. L’ho di nuovo tutto dentro! Ancora una volta tutto dentro! Come prima i brividi di piacere agitano le mie membra mentre il mio cuore corre a cento all’ora. Sergio mi fa piegare in avanti. Il mio viso è tra le tette dure di Pat e mi godo il contatto con i suoi turgidi capezzoli. La mano del mio uomo mi carezza l’ano. Sento il fresco del gel che mi entra dentro il buco. Mi metto ancora di più prona. Il cazzo di Roger segue il movimento del mio corpo e fa aumentare la mia libidine. Ora Sergio poggia il suo membro nel mio buco di dietro. Affonda lentamente ma quasi subito sento che si ferma. Pigia ma non può entrare. Percepisco dolore ma non dico niente perché sicura che il piacere supererà il fastidio. Infatti, inizio a gemere mentre inondo con i miei succhi l’uomo che mi sta sotto. Sento: “più che una minchia questo ha un albero”, è la voce di Sergio che ha difficoltà a penetrarmi. Tira fuori il suo membro dal mio buco. Di nuovo le sue dita mi riempiono di vasellina il buco. Sicuramente ne spalma pure sul suo sesso. Di nuovo la pressione. Entra ma si ferma. Pressa con più forza ed inizia lentamente l’entrata. Spinge con forza mentre sbrodo tutta. Quando i suoi coglioni mi sbattono sulle natiche sono venuta almeno otto volte. Gradevolissima la sensazione di goduria nel sentirmi piena sia davanti che dietro. Il dolore provato nell’entrata di Sergio ora è solamente un ricordo. Ora c’è solamente goduria e piacere. Grido come una baccante nel mentre i due muovono i rispettivi arnesi che mi hanno ficcato dentro. Vengo! Vengo! continuamente vengo! Gridando al mondo la mia estasi. E quando esausta emetto l’ultimo grido di compiacimento mi sento inondare di caldo liquido sia il primo che il secondo canale.
    Resto a prendere fiato sdraiata sul letto mentre dai miei buchi continua ad uscire il latte che i due mi hanno generosamente iniettato dentro. Un grido di trionfo mi esce spontaneo vedendo, finalmente, il membro di Roger che si è un poco ammosciato.
    Vado in bagno a rinfrescarmi. Mentre sono sotto la doccia mi raggiunge Pat. Si siede sul water ed urina abbondantemente, io l’avevo fatta nel piatto della doccia. Dopo avere tirato lo sciacquone e fatto il bidet, mi osserva sorridendo, forse ricordando che le avevo confidato che mi sarebbe piaciuto prendere quel bel cazzone nel culo, dicendo: sei ancora disposta a fartelo mettere nel culo da Roger? Manco se mi bastonano! Rispondo. Di sicuro me lo spaccherebbe in modo irreversibile con la sua enorme mazza!
    Ride. Mi aiuta ad asciugarmi. Le sue mani indugiano sul mio sedere. Come è bello rotondo! Esclama. Pure io poggio la mano sulle sue tette. I suoi capezzoli pronunciati e durissimi mi eccitano enormemente. Ne prendo uno in bocca e lo succhio con avidità. È bello sentire quella deliziosa protuberanza in bocca. La sua mano ora risale le mie cosce fermandosi alla confluenza dove inizia l’esplorazione della mia femminilità che al contatto con le sue dita inizia a fremere. La imito. La mia mano si dirige sicura alla sua clitoride. É cosi pronunciata che sembra una piccola minchia. Riesco a fare scorrere le dita e mandare indietro la sottile pelle facendo uscire fuori il delizioso e tenero, pur nella sua durezza, pistolino. Mi è molto vicina e con la bocca cerca la mia. La trova dischiusa, con facilità la sua lingua può penetrare dentro la mia scandagliandone tutti gli antri.
    È un attimo. Dal ventre mi parte una vampa di fuoco che si espande per tutto il corpo fino al cervello. Una sublime eccitazione mi coglie ed è il preludio all’apoteosi di una meravigliosa giornata di sesso.
     
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  2. luigino_e_lei
     
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    :splip: :uff:
    clikka su foto
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  3. Thor_1974
     
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    assolutamente erotico, complimenti
     
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2 replies since 18/2/2011, 21:19   11518 views
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