Bisex sesso sfrenato con uomini e donne

storie rapporti etero e omosessuali

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. dargheon
     
    .

    User deleted


    Elisa stava davanti alla preside tremando, accanto a lei Amanda, la sua compagna di letto e di stanza, con gli occhi bassi e le mani che torturavano nervosamente un fazzoletto. "Quello che avete fatto non ha nessuna giustificazione, lede la fama e la dignità vostra e di questo collegio” “ma noinoi stavamo solo scherzando..” provò a dire Elisa. “Zitta!Non osare rispondermi. Ho già avvisato tuo zio, gli ho detto tutto. E’ amareggiato e stasera viene a prenderti sei espulsa. Non voglio più vedere te e la tua compagnia. Siete immorali, rovinate le altre!!” Ora uscite da qui.”
    La sorvegliante afferrò Elisa , mentre Amanda ormai in lacrime restava con la preside a subirsi un’altra ramanzina. Elisa fu fatta sedere in portineria, sotto gli occhi duri della sorvegliante. “Questo non ci voleva, mio zio mi ammazzerà.”pensò Elisa.
    Tutto era iniziato quella mattina, quando Amanda l’aveva trovata in bagno mentre con slip calati e gambe aperte si stava accarezzando la vulva. Si era subito coperta ma Amanda invece di uscire le si era avvicinata supplicandola di continuare. Amanda non era una bellezza, un po’ bassa e tarchiata aveva però una bella bocca e seni grandi e sodi, che ultimamente Elisa guardava con invidia e forse con qualche altro sentimento. Elisa allora aveva risollevato la gonna spalancandole le sue gambe lunghe e sottili davanti, il respiro ansimante di Amanda le aveva fatto capire che la sua compagna di stanza non era solo curiosa. Un brivido di eccitazione le era corso lungo la schiena e lentamente aveva iniziato a giocare con le dita tra i peli biondi del pube. “Ti prego fammi toccare” “solo se mi fai giocare col tuo seno.” Amanda si era aperta la camicetta, quindi le si era avvicinata. Elisa finora aveva provato attrazione soltanto per i maschi. Nonostante avesse da poco compiuto 18 anni, Interna in un collegio femminile non poteva tuttavia frequentarne molti e nelle sue masturbazioni solitarie si era sempre immaginata di volta in volta con un ragazzo o da un attore diverso, a volte i suoi “amanti” erano pià di uno e la usavano come un giocattolo. Questa volta però avere davanti Amanda infoiata la portava a desiderare di usare qualcuno. Con forza le aprì la camicettta, tirò su il reggiseno trovandosi davanti due tette grosse e sode dai capezzoli scuri e dritti.Iniziò ad accarezzarle con una mano, poi ne prese una e la srinse forte. Amanda emise un gemito. “Zitta stronza che ci sentono.” La colpì forte su un seno.Ti prego fammi toccare, Amanda avvicinò le sue dita cicciotelle al pube bagnato di Elisa e iniziò ad accarezzarla Il contatto con quelle dita le provocarono un intenso piacere e il liquido umorale le grondò sulle gambe. Amanda si piegò e con dolcezza poggiò le sue labbra in mezzo alle gambe facendola urlare…ahimè, una soevegliante che passava davanti alla stanza in quel momento era corsa in bagno, trovando Elisa a gambe aperte e in mezzo la testa di Amanda. Poche ore ed Elisa, sottile e bionda, vestita con la sua divisa da collegiale, gonna e calzini con ballerine, era già in macchina con lo zio. Elisa era stata affidata allo zio dopo la morte dei genitori, non le piaceva con quell’uomo cupo e severo, dal fisico imponente , lle mani rozze , la barba scura e i lineamenti tarchiati. Con la moglie poi, una donna dai bella ma distaccata non se ne parlava proprio. Elisa temeva le reazioni improvvise dello zio e ne scrutava timorosa il profilo accigliato.
    Senza alcun motivo lo zio girò improvvisamente la macchina su una stradina sterrata in mezzo alla campagna, per poi proseguire in mezzo a campi e macchie “Dove mi stai portando?””Zitta troia” La macchina frenò improvvisa in mezzo a una radura. “Quindi hai fatto la zoccola” “No si sono sbagliate io..” “Scendi o ti meno”,aveva piovuto e la ragazza e l’uomo si ritrovarono con le scarpe bagnate in mezzo a erba e fanghiglia “Ti sei fatta scopare dalle tue compagne “ “No” “Sì invece, scommetto che non sei più vergine. “Non è vero ti prego credimi”la voce le si stava rompendo in un pianto. “brutta troia fammi vedere. Alza la gonna. “ti supplico no, zio ti prego“, lo zio le si mise davanti e con uno strattone le alzò la gonna. “Adesso togliti le mutandine. Elisa piangeva a singhiozzi, La mano dello zio la colpì su una guancia e poi sulla gamba. “Fallo o te le strappo io” Tremando tirò giù le mutandine, “toglitele ho detto.” si dovette chinare pre far passare l’elastico dalle scarpe. “Adesso voglio proprio vedere se sei vergine” Elisa chiuse gli occhi e sentì la mano grossa dello zio che le saliva in mezzo alle coscie. “Aprile e allargale bene” Ubbidiva senza guardare desiderando che tutto fosse finito. Dellle dita tozze e ruvidele si posarono sul pube ed iniziarono ad accarezzarlo lentamente.La ragazza iniziò a sentire un calore mesocolato a paura, temeva lo zio e le sue mani ma allo stesso tempo non poteva far a meno di bagnarsi. Lentamente un dito dell’uomo scivolò dentro la fessurina minuscola della sua figa, e imiziò a muoversi impercettibilmente, poi sempre più forte. Elisa ansimava, sentiva il liquido della sua figa colarle addosso.alle gambe, adesso avrebbe voluto che lo zio continuasse “Ma guarda, che bella zoccoletta vergine , scommetto che scopi con la lingua."
    Con uno strattone tolse la sua mano dalla figa della ragazza, le afferrò i capelli e la tirò giù in ginocchio. Elisa vide davanti a se la patta dei pantaloni turgida e gonfia. “Apri la cerniera e tirami fuori il cazzo, zoccola” ubbidì., il pene di suo zio non era molto lungo ma estremamente grosso, compatto e umido, incorniciato da folti peli scuri.Odorava di sborro e di arrapamento. “Ora leccalo“. Elisa non aveva mai visto un pene in vita sua, ed ora quell’arnese grosso e turgido le si parava davanti allla bocca minaccioso come un randello.Con la lingua iniziò timorosa a leccarne delicatamente la punta, trovandola già bagnata , era eccitata, ormai disposta ad ubbidire a qualsiasi cosa. “Non sei neanche in grado di fare un pompino decente, ora ci penso io a sfondarti la bocca“. L’uomo le afferrò la testolina e gliela spinse ficcandole il suo cazzo eretto tutto dentro. Elisa si sentiva soffocare, ma lo zio iniziò a sbatterla in bocca.come se fosse una figa. “ Sei una puttana, e da tre anni che ti volevo scopare Ora ti chiavo in bocca!!” la sbatteva forte, sentiva le coscie bagnate dai suoi umori e lo zio che le pompava la bocca violentemente a suo piacere, facendolo uscire per poi rificcarglielo. Improvvisamente si fermò: “Ora togliti la camicetta e sdraiati”Ubbidì, la pelle solcata da brividi, i capezzoli dritti, si distese sull‘erba umida e fredda. Lo zio le si mise sopra a cavalcioni e con una mano afferrò il suo piccolo seno stringendoglielo forte fino a farla urlare.”Ma guarda che tettine carine e sode, quante volte te le sei fatte ciucciare“ Ini ziò a mordicchiarle i capezzoli mentre con le mani gliele premeva, lasciandole i segni rossi delle dita.Elisa provava allo stesso tempo voglia e dolore, temeva lo zio ma non riusciva a contenere l‘eccitazione che le rendeva vagina e coscie fracide. Poi l‘uomo si girò di spalle e le rimise il cazzo in bocca, pompandoglielo ancora più velocemente, con le palle turgide che le sbattevano sopra labbra e naso. La ragazza cercava di respirare col naso, mentre l’arnese infuriava contro lingua e la gola otturandola completamente.Poi lo zio SI piegò e lentamente imiziò a passarle la lingua in mezzo alla fessurina. Era troppo, Elisa ebbe un orgasmo che fece scuoterle tutto il bacino. L’uomo ficcò completamente la testa nella sua vulva, leccandogliela e raspandogliela con violenza. La sua barba la raschiava, irritandole la pelle delicata ma oramai era in completa balia di quelluomo che aveva ripreso la trombata a pieno ritmo..“Ora vengo e ti sbrodo addosso” il getto di sborro fuoriuscì abbondane colpendola in bocca, con le mani si afferrò il pene portandolo fuori e irrorandole il volto e i seni. Elisa si sentiva usata e sporca, ma questo invece di avvilirla la eccitava: era un giocattolo da usare ma un giocattolo che gode.“Puliscimi”Le stava di nuovo a cavalcioni sopra le afferrò i capelli costringendola a riprendere in bocca il pene moscio”ciuccia finchè non si indurisce che ti voglio fare il culo“ Sentiva dentro la sua bocca il sapore dello sborro seccato e il cazzo gonfiarsi e aumentare, sapeva che le avrebbe fatto male e che quello era lo strumento della sua tortura ma non poteva fare a meno di ubbidire. Lasua vagina irritata continuava a bagnarsi esigendo sempre di più.. Lo zio sopra la guardava coi suoi occhi duri. “Ti voglio lasciare vergine, ma solo nella figa”Le afferrò le spalle e la stese sul ventre. I fili d’erba le raschiavano i seni “Ti prego zio mi fai male, ti supplico smettila. “L’uomo si sfilò la cintura e La colpì violentemente su una chiappa e poi sull’altra, lasciandole dei segni rossi. Le scesero lacrime di dolore ma questa volta non urlò. Intanto l’aveva messa a quattro zampe, allargandole a dismisura le gambe. Con un dito andava sulla sua fessurina oramai fradicia per prelevare gli umori che poi stendeva intorno al suo sfintere ancora strettissimo e minuscolo. Quindi Introduceva con estrema lentezza il dito bagnato dentroe poi fuori e di nuovo dentro provocandole un misto di dolore e piacere. “Adesso ti inculo a secco, scommetto che hai il culo tenero come il burro” Sentì la cappella posarsi sopra la sua a pertura e iniziare a spingere, a poco a poco la sua pelle si lacerava ed il cazzo entrava di pochi millimetri. “Fa male, ti prego smettila farò qualsiasi cosa mi chieda, te lo giuro smettila.” Lo zio l’afferrò violentemente per i fianchi con le mani e ci si sbattè contro finchè metà del suo arnese fu dentro impalandole il culo . La fitta giunse improvvisa e insopportabile, la ragazza urlava dal dolore, sentiva i suoi intestini lacerarsi ma le sue urla invece di dissuadere lo zio lo eccitavano, ed il cazzo continuava a gonfiarsi e a penetrarla sempre più a fondo. “Zoccola scommetto che era tutta la vita che desideravi essere sfondata in culo.” Con una mano iniziò ad accarezzarle la fichetta che per il contatto continuò a perdere acqua. Quell’uomo era allo stesso tempo il suo dio e il suo carnefice. La torturava e disprezzava ma le sue mani le provocavano un piacere tale da renderla completamente soggiogata. Ora aveva ripreso a pomparla, fino in fondo, il suo scroto gonfio a dismisura le sbatteva contro il sedere, sulle sue coscie scendevano gocce miste di umori femminili e sangue. Elisa non respirava quasi dal dolore, bramava allo stesso tempo la fine della tortura e di essere usata ancora e poi ancora.Lo zio, si divertiva a prolungarle le sofferenze talvolta sbattendola con violenza facendo quasi uscire il cazzo per poi rificcarglielo fino in fondo. altre volte usando il suo culetto come un tamburo. “Brutta troia bruca l’erba, “le afferrò di nuovo i capelli costringendola a piegare la testa in basso e poi spingendogliela forte finchè Elisa non sentì il sapore dell‘erba in bocca. Adesso era piegata completamente impalata sul cazzo con il sedere in alto sentiva ancora più forte l’arnese Era giunta al limite dello svenimento quando doSentì l’uomo ansare e sbatterla in profondità fino a che non venne e il suo sborro le si riversò completamente dentro l’intestino.
    Tirò fuori il cazzo e la spinse per terra. “Ora girati stronza, mi fai venire troppo in fretta“.
    Elisa si girò, i suoi seni e il suo ventre erano sporchi d’erba e di fango. I segni rossi lasciati dall’erba la coprivano dappertutto.
    “ Ora fammi vedere come ti masturbi quella fighetta intatta”. Le prese la mano e gliela pose sul pube, La ragazza iniziò ad accarezzarsi, aveva intense fitte di dolore sul sedere dal quale scendeva copiosamente sborro misto a sangue, ma accarezzarsi di fronte al suo carnefice la eccitava, bagnandola ancora di più.
    “Fatti un ditalino“. Elisa infilò il pollice dentro le labbra bagnate e di nuovo un altro orgasmo la fece contrarre in uno spasimo.
    Guardò sopra di se, lo zio in piedi coi pantaloni calati aveva di nuovo preso in mano la cinghia, il suo arnese prima sgonfio stava di nuovo prendendo forma. Alzati, Ubbedì. Ora piegati sul cofano della macchina. Il contatto della pancia col metallo ancora caldo le diede un attimo di sollievo,”ora vai punita, hai rischiato di perdere la verginità senza aspettarmi, ti piace farti leccare e impalare ma io sono qui per educarti."
    La colpì sui glutei e poi sulle cosce con la cinghia. La ragazza piangeva di nuovo, “vuoi che smetta? “si ti prego” dimmi ti supplico “ti supplico ti supplicoooo!! “Adesso allora meriti davvero una chiavata a secco,” Le aprì i glutei con le mani e violentemente le ficcò il suo arnese fino in fondo per poi iniziare a sbatterla con ritmo lento e costante. “A quante persone l’hai fatto leccare il culo e la figa, raccontami come ti piace prenderli i capezzoli in bocca?” Le afferrò di nuovo i seni stringendoglieli.” Riprese a pieno ritmo, questa volta muoveva il cazzo su e giù portandolo quasi fuori fino a ribatterglielo dentro fino in fondo. La ragazza sentiva di nuovo il dolore lacerante ma il metallo tiepido che strisciava sulla sua vulva le procurava piaceree, ansimava. “Zoccola non sei qui per godere, la sbattè violentemente sul cofano e poi tirandole i capelli le girò la testa, obbligandola a guardare.”Guarda in faccia l’uomo che ti ha sfondato il culo, adesso il tuo buchetto è grosso pronto per prenderne due in un colpo solo. Cazzo godo” questa volta mentre veniva tirò fuori e le inondò il sedere e la schiena. Elisa ebbe un altro orgasmo che produsse una colata di liquidi sulle sue gambe.

    Cadde per terra. Era stata usata ed umiliata fino in fondo ma mai aveva avuto un piacere così intenso.
    Era sporca di fango, sborro e sangue ma avrebbe rifatto tutto cento volte ancora umiliandosi ancora di più pur di poter ricevere un piacere così forte.
    Lo zio si tirò su i pantaloni. “ora rivestiti che torniamo a casa. Tua zia ti aspetta, le ho detto tutto ed è molto, molto arrabbiata…e cattiva”
     
    Top
    .
0 replies since 16/2/2011, 00:14   12538 views
  Share  
.