La zia Arrapata

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  1. dargheon
     
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    Per motivi di lavoro dovetti trasferirmi a Goito, in provincia di Mantova; lì vi abitava la zia di mia moglie, vedova del fratello di mia suocera. Zia Gisella, donna di 63 anni portati egregiamente, si offrì di ospitarmi con molto piacere; aveva una bella casa con tre camere da letto e ci viveva da sola. Arrivai lì il 15 di gennaio e ci dovevo rimanere almeno fino a luglio; la zia mi mise a disposizione la camera da letto più grande che comprendeva anche una bella scrivania dove poter sistemare il mio PC. La mia missione in quel di Goito consisteva in consulenza presso un’azienda che aveva installato nuove apparecchiature computerizzate per la gestione della produzione.
    Uscivo di casa la mattina verso le 7,30 e vi facevo ritorno verso le 19,00 e trovavo lì la cara zia che aveva già preparato la cena ed aveva apparecchiato la tavola; la salutavo e mentre lei completava i preparativi io mi facevo la doccia per poi cenare insieme; poi qualche volta dopo cena mi facevo una passeggiata fuori per digerire e fumare qualche sigaretta.
    A causa del troppo lavoro, dopo qualche settimana, iniziai a tornare più tardi e quindi trovavo già apparecchiato e la cena pronta in tavola, quindi facevo la doccia in fretta e indossavo direttamente il pigiama; preciso che era mia abitudine non mettere le mutande sotto il pigiama, per comodità.
    La zia mi permise di fumare in casa, tranquillamente, e quindi dopo cena, mentre lei sparecchiava, io mi accomodavo nel soggiorno a guardare un po’ di TV, dove lei mi raggiungeva dopo aver sbrigato le faccende in cucina.
    In una di queste sere, vuoi perché non avevo rapporti già da un mesetto, vuoi per alcune immagini un po’ spinte viste in TV, mi venne una consistente erezione che da sotto il pigiama si vedeva chiaramente; non mi accorsi che stava arrivando la zia e non feci in tempo a mascherarla. Riuscii comunque a coprirmi subito ma la cosa non passò inosservata agli occhi della zia che si soffermò per qualche istante a guardare. Molto imbarazzato e con l’uccello ancora in tiro, camuffandolo con le mani, dissi buonanotte e andai a letto.
    La sera dopo, come sempre, cenammo e poi passai nel soggiorno dove subito dopo mi raggiunse la zia che quella sera era particolarmente gentile e loquace. Prima di andare a letto passai dal bagno per fare la solita pipì e visto che lo stesso era abbastanza illuminato attraverso una finestra che era di fronte ad un lampione, non accesi la luce e quindi si vedeva la toppa della chiave illuminata dalla luce del corridoio ma vidi anche che la stessa si oscurò e rimase tale fino a
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    che non ebbi riposto l’uccello nei pantaloni del pigiama.
    Non sapevo cosa pensare, forse la zia mi spiava?

    Il giorno dopo tornai a casa per ora di pranzo perché era sabato e dopo aver fatto uno spuntino decidemmo con la zia di fare alcuni lavoretti in casa, quando fu buio io andai a fare la doccia mentre la zia preparava la cena; ricordando cosa era successo la sera prima cercai di capire se era stato un caso isolato oppure si ripeteva.
    Si ripeté la stessa cosa, la toppa oscurata fino a quando non indossai il pigiama. Ritornando in cucina mi accorsi che non c’era pronto nulla allora capii che la cara zia mi spiava. Cenammo tranquillamente e poi andai in soggiorno, dove pensando a tutto ciò e visto il perdurare dell’astinenza mi venne una certa eccitazione.
    Mi sdraiai comodo sul divano, con l’uccello in tiro e bene in vista da sotto il pigiama e feci finta di dormire e quando arrivò la zia con gli occhi socchiusi riuscivo a vedere tutto ciò che lei faceva; dapprima abbassò il volume della TV, poi guardando fisso il mio pacco iniziò ad accarezzarsi tra le cosce; facendo sempre finta di dormire cominciai ad accarezzarmi l’uccello e lei continuò con la sua mano ad accarezzarsi la figa; vidi chiaramente quando raggiunse l’orgasmo, in modo molto silenzioso ma intenso, stavo per sborrare anche io ma riuscii a trattenermi; poi lei si ricompose ed io potei far finta di svegliarmi.
    Come se nulla fosse successo, rimanemmo ancora un’oretta a chiacchierare davanti alla TV, poi lei si alzò per preparare un caffè ed io ne approfittai per andare in bagno, avevo la necessità di scaricare tutto il seme che avevo prodotto con la forte eccitazione precedente; quindi mi tolsi il pigiama, mi sedetti sul vaso ed iniziai a segarmi, puntualmente si oscurò la toppa ed io mi eccitai ancora di più, il cazzo mi divenne di marmo e dopo qualche secondo ebbi una eruzione di sborra infinita; rimasi ancora in bagno qualche secondo per lavarmi, poi uscii e il caffè non era ancora pronto.
    La domenica, trascorremmo l’intero pomeriggio davanti alla TV e puntualmente quando io andavo in bagno lei veniva a spiarmi e quando lei andava in bagno io l’andavo a spiare; io mi masturbai due volte, lei molte di più.
    La settimana successiva, trascorse tra innumerevoli spiate, seghe e ditalini; si era creata una situazione tale, che sicuramente, come io sapevo che lei mi spiava, lei sapeva che io la spiavo.
    Arrivammo al sabato pomeriggio ed io rimasi in casa a sbrigare tanti piccoli lavoretti insieme alla zia; quando fu sera, cenammo e come da prassi ci ritrovammo sul divano; io mi stesi con gli occhi socchiusi, con il cazzo ben in tiro e soprattutto ben visibile, quando arrivò la zia, si mise sulla poltrona che era proprio di fronte a me in modo da poter vedere meglio il pacco tra le mie gambe e sebbene con gli occhi fintamente chiusi io potevo vedere altrettanto bene lei; dopo circa cinque/dieci minuti, la zia si alzò in piedi, avvicinò ancora un po’ la poltrona e prima di sedersi, si tirò su la vestaglietta che aveva in modo da rimanere con le cosce scoperte e quindi iniziò a masturbarsi; dopo poco si rialzò e si tolse le mutande, poi si sedette appoggiando le cosce sui braccioli della poltrona; riprese a masturbarsi, ma questa volta in modo più deciso e senza curarsi affatto della mia presenza; a quel punto la mia eccitazione era arrivata alle stelle; riaprii gli occhi all’improvviso, senza darle la possibilità di rendersi conto di ciò che stava succedendo, mi fiondai con la bocca tra le sue cosce, tolsi la sua mano ed iniziai a leccarle la figa, in men che non si dica ebbe un orgasmo esagerato, continuai a leccarla ancora un po’, poi mi alzai e le misi in faccia il mio uccello; senza nessuna esitazione lo prese in bocca ed iniziò un gran pompino; si fermò per un attimo per guardarmi negli occhi e dirmi “ti prego, non venirmi in bocca, non lo sopporto”; ricominciò a pompare fino a che non l’avvisai che ero pronto, cosicché continuò la masturbazione tenendoselo stretto al seno dove dopo vi scaricai tutto il mio piacere.
    Quando ci riprendemmo, fu lei ad iniziare a parlare, tentò di scusarsi, ma io la rassicurai dicendole che avevamo entrambi bisogno di sfogare così si rilassò ed iniziò a parlare: “già da cinque anni prima che morisse mio marito non avevo più rapporti, non l’ho mai tradito con nessuno, mi sono sempre arrangiata da sola; ho avuto, con lui, sempre rapporti classici, ma non ho mai raggiunto l’orgasmo, ripeto, mi sono sempre arrangiata da sola e soprattutto, dovevo farlo di nascosto; le uniche volte che mio marito andava fuori dagli schemi, era quando rincasando ubriaco mi costringeva a prenderglielo in bocca fino a farmi soffocare dal suo sperma, è perciò che non lo sopporto. Sono talmente abituata a provare piacere da sola che anche dopo la sua scomparsa, non ho mai cercato un altro uomo; questa sera è stata la prima volta in vita mia che ho avuto un orgasmo provocatomi da qualcun altro e non da me stessa, Grazie”. Così si alzò ed andò in bagno; dallo scrosciare dell’acqua capii che aveva fatto la doccia; poi ritornò dove ero io, mi dette la buona notte ed andò a dormire. Dopo la doccia andai a letto anche io; ma il mio pensiero fisso era quello di scoparmi ben bene la zia.


    Tratto da EroticiRacconti.it

    Edited by <geniv> - 14/1/2015, 01:32
     
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