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Circa dieci anni fa abitatavo con la mia compagnia in un paesino di
montagna, eravamo andati ad abitare in quel posto in quanto avevamo
avuto problemi finanziari, e non potendo permetterci un appartamente
in città, accettammo una casa messaci a disposizione da un parente
della mia convivente Maria Grazia.
Accetai di buon grado anche perché trovai lavoro come contabile in
una azienda agricola del posto, mi garantivano un discretto
stipendio che ci permetteva di vivere dignitosamente.
La nostra vita scorreva normalmente, la nostra vita sessuale
abbastanza buona poiché non avendo gente per casa potevamo sfogarci
ogni volta avevamo voglia, anchè perché la mia ragazza era veramente
bella e insaziabile, come del resto lo ero io.
L’episodio che sto per raccontarvi ha dell’iscredibile, ma vi
garantisco non è frutto di immaginazione, in quanto Maria Grazia ha
ancora oggi i segni di quella performance. Un lunedì mattina mentre
mi preparavo per andare a lavoro Maria mi dice se potevo
accompagnarla da una sua amica in quanto dovevano preparare qualche
cosa per le immenenti festività di fine anno, l’accompagnai con
l’impegno che sarei passato a prenderla al rientro dal lavoro.
La sera finivo di lavorare alle ore sei, ma visto che non c’era
tanto lavoro e anche perché lo gestivo io, verso le cinque decisi di
far rientro a casa, non prima di essere passato a prendere la mia
compagna dalla sua amica Silvia, non avvisai del mio imminente
arrivo parcheggiai la macchina e mi avviai nel viottolo che
costeggiava la casa di Silvia, giunto nei pressi della stalla dove
il marito di Silvia aveva alcuni cavalli, nentii dei lamenti
soffocati, incuriosito mi affaccio a una finestra e vedo una scena
sconcertante, le due donne erano entrambe nude, avendo una giovane
eta avevano un corpo stupendo ben modellato con un culo e due tette
quasi simili, infatti viste di dietro quasi stentavo a riconoscere
chi era l’una o l’altra, erano intente a scambiarsi effusioni
amorose in particolare la mia donna metteva un oggetto a forma di
cazzo nel culo di Silvia, a questa evidentemente non dispiaceva
affatto in quanto mugolava dal piacere, ma quello che stava per
succedere avrebbe segnato per sempre il mio concetto di donna troia,
infatti le due troie si avvicinano a un cavallo maschio, dopo averlo
fatto eccitare con toccamenti vari sia alle palle sia all’enorme
cazzo, Maria Grazia si china sotto l’animale e incomincia a leccare
l’arnese, dall’espressione sembrava dispiaciuta dal fatto che non
riusciva a farselo entrare in bocca, comunque l’uccello del cavallo
raggiunre una lunghezza di circa settanta centimetri, le due donne
oltre a continuare a baciarlo a quattro mani gli fanno pure una
sega, il tutto condito dai nitriti di piacere dell’animale, una
volta raggiunta la massima eccitazione le donne cominciano a
strusciarselo sulla figa e sul culo, e cosa che non avrei mai
creduto, Silvia avvicina una panca la posiziona sotto il cavallo
facendo sdraiare Maria Grazia, quseta troia divarica bene le gambe
si posiziona in direzione del pene e incomincia pian piano a farlo
entrare, con stupore noto che il suo viso è rigato dalle lacrime, ma
la sua espressione non è di dolore ma di eccitazione, riesce a far
entrare almeno trenta centimetri di quell’enorme cazzo, una volta
percepito il tanto che riusciva a contenere, comincia un
andirivieni, mentre l’amica posiziona la sua fica in faccia
facendosela leccare, in breve raggiungono l’orgasmo tutti e tre,
dalla vagina di Maria Grazia escono fiumi di sperma animale, Silvia
alla vista di quel ben di dio incomincia a leccare la figa della mia
convivente procurandole un nuovo orgasmo.
Dopodiché si rimettono addosso i vestiti entrano in casa e si danno
una lavata, non prima di essersi data un bacio in bocca. Mi giro per
tornare all’ingresso e mi accorgo che dietro di me c’era Giovanni il
marito di Silvia, del quale a causa della concentrazione non mi ero
accorto. Mi guarda e mi dice “ hai visto che donne puttane che
abbiamo”, dallo sconcerto non riesco neanche a rispondergli, senza
dire altre parole ci avviamo all’ingresso della casa, entramo e le
troviamo intente come se niente fosse a preparare manicaretti e
dolci per le festività Maria Grazia si alza e mi da un bacio in
bocca, ha ancora l'odore dell'animale, ma faccio finta di niente,
dopo aver conversato un pò Giovanni ci chiede se restiamo a cena,
dopo alcuni tentennamenti accettiamo, non avendo vino in casa
usciamo per comprarlo, una volta in macchina, essendomi ripreso
dall'erotico spettacolo chiedo a Giovanni quante volte le abbia
viste facendo una cosa del genere, mi disse che praticamente ogni
volta che si incontrano si danno da fare, mi dice inoltre che sono
in ogni senso tutte e due amanti degli animali, e che in cascina
hanno provato un pò tutti gli animali presenti, però per
tranquillizzarmi mi dice che non le ha mai viste scoppando con altri
uomini, dopo essermi ripreso dallo stupore comincio a pensare a come
farle pagare il "tradimento", dico a Giovanni come possiamo
organizzare qualcosa per far pagare alle due donne il torto fatoci,
mi dice che ha anche un'asina e che di li a breve deve far montare
da un'altro asino, questo mi dice che glielo avrebbe prestato un suo
amico, mi informa inoltre che l'animale aveva si il cazzo più corto
ma aveva la circonferenza almeno il doppio del cavallo, dovevamo
solo aspettare l'occasione buona, al termine della cena rientriamo a
casa ci mettiamo a letto e devo dire la verità ancora eccitato dalla
visione del pomeriggio faccio capire a Maria d'aver voglio di
scopare, invece lei mi dice che è stanca a causa dei preparativi
effettuati tutto il giorno, deluso mi giro e gli dico che sara per
un'altra volta. Dopo la notte sono passate tre settimane, nonostante
nel mezzo ci fossero le festività natalizie e di fine anno, poichè
come di consuetudine chi non scopa il primo dell'anno non scopa
tutto l'anno, non ho cercato più di trombare con la mia convivente,
nonostante lei di tanto in tanto per non farmi venire sospetti si
proponeva, ma io con una scusa lasciavo perdere. L'occasione tanto
agoniata si presentò a un mese di distanza circa dal fatidico
pomeriggio puttanesco, Giovanni mi chiamò dicendomi che aveva
l'animale in casa, quindi come di consuetudine Maria Grazia si recò
a casa di Silvia, dicendomi che dato che io lavoravo tutto il giorno
sarebbe rimasta a casa sua, e che sarebbe rientrata a casa con la
sua macchina.
D'accordo con Giovanni lavorai solo la mattina, dicendo che sarei
andato di pomeriggio dal commerialista per ritirare della
documentazione, ci incontrammo con giovanni e mi disse che aveva
preparato la trappola, spiegandomi che aveva messo legati
separatamente a distanza i due asini, il cavallo lo aveva portato in
un campo vicino, l'asina era in calore, per cui l'asino sentendone
l'odore si eccitava facilmente, telefono alla moglie chiedendole se
andava nella stalla poichè non ricordava dove aveva dimenticato
l'orologio, dopdichè facemmo passere circa un'ora, e silenziosamente
ci portammo a casa sua, come prevvisto dentro casa non c'era
nessuno, in silenzio ci avviciniamo e farci accorgere scruttiamo
dalla finestra le mosse dele due troie, infatti le due donne erano
nude e stavano pomiciando, alla vista di quello spettacolo ho avuto
una forte erezione cosa visibile anche da parte di Giovanni, dopo
essersi eccitate tra di loro incominciano a toccare l'asino, siccome
l'attrezzo dell'asino è molto più grosso di quello del cavallo non
hanno tentato di metterselo in figa, ma giocavano a segarlo e a
baciarlo, ad un tratto entra il case di razza partore maremano, il
quale evidentemente sentindo l'odore della figa aveva il cazzo al
vento, le due donne a quella vista non hanno resistito e si sono
penetrate, senza tenere conto che il cazzo del cane una volta dentro
di apre ad ombrello, Maria Grazia lo direzione nella figa di Silvia,
dopo vari stantuffi il cane raggiunge l'orgasmo aprendo il cazzo
all'interno, provocando alla donna un misto di dolore e piacere, in
quall'istante faciamo il nostro ingresso, come ci vedono
incominciano a giustificarsi in maniera folle, del tipo che una
delle due si era sentita male e che l'altro l'aveva soccorsa, senza
far finire il folle racconto le mettiamo al corrente che tutta la
loro tresca era di nostra conoscenza, e che avevamo accetato la
situazione in quanto non riuscivamo più a soddisfarle, loro
impietosite ci spogliano e incominciamo a fare l'amore, ci
scambiavamo volentieri le due donne, ma ad un certo punto ecco la
vendetta, proponiamo alle due donne di essere penetrate dall'asino,
sul momento si dimostrano restie, poi dopo aver insitito accetano
incomincia Silvia, che dopo essersi messa alla pecorina, con molta
fatica e lacrime riusciamo a far entrarle dentro il cazzo, dopo è il
turno di Maria Grazia, la quale non immaginando quello che stava per
accaderle si mette a sua volta alla pecorina, dopo averla
lubrificata la teniamo ferma mentre posizioniamo il cazzo in
direzione del buco del culo, dopo una pressione pazzesca riusciamo a
faro entrare l'enorme palo, la donna incomincia a piangere e a
urlare per il tremendo dolore, l'asino dopo aver stantuffato gli
scarica dentro litri di sborra, dopo averla staccata aveva il buco
del culo nel quale poteva entrare senza difficoltà un bottiglione da
due litri, contenti della nostra vendetta io e giovanni ci
rivestimmo e dopo aver detto alle due puttane di prendersi i loro
stracci e andare via di casa siamo andati a feteggiare, a distanza
di tanto tempo ho rivisto la mia ex convivente, come mi ha visto si
è girata ed è andata via, la sua camminata e del tipo camello, in
quanto la nerchia dell'asino aveva dilaniato il diaframma che separa
la figa dal buco del culo.
Adesso convivo con una ragazza alla quale non piacciono gli animali,
stessa cosa ha fatto giovanni.. -
voltaire.
User deleted
mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm . -
Pisello matto.
User deleted
Mamma mia che goduria godurante lol . -
Sserpentelo.
User deleted
hahaha xDDDDDDD . -
.Circa dieci anni fa abitatavo con la mia compagnia in un paesino di
montagna, eravamo andati ad abitare in quel posto in quanto avevamo
avuto problemi finanziari, e non potendo permetterci un appartamente
in città, accettammo una casa messaci a disposizione da un parente
della mia convivente Maria Grazia.
Accetai di buon grado anche perché trovai lavoro come contabile in
una azienda agricola del posto, mi garantivano un discretto
stipendio che ci permetteva di vivere dignitosamente.
La nostra vita scorreva normalmente, la nostra vita sessuale
abbastanza buona poiché non avendo gente per casa potevamo sfogarci
ogni volta avevamo voglia, anchè perché la mia ragazza era veramente
bella e insaziabile, come del resto lo ero io.
L’episodio che sto per raccontarvi ha dell’iscredibile, ma vi
garantisco non è frutto di immaginazione, in quanto Maria Grazia ha
ancora oggi i segni di quella performance. Un lunedì mattina mentre
mi preparavo per andare a lavoro Maria mi dice se potevo
accompagnarla da una sua amica in quanto dovevano preparare qualche
cosa per le immenenti festività di fine anno, l’accompagnai con
l’impegno che sarei passato a prenderla al rientro dal lavoro.
La sera finivo di lavorare alle ore sei, ma visto che non c’era
tanto lavoro e anche perché lo gestivo io, verso le cinque decisi di
far rientro a casa, non prima di essere passato a prendere la mia
compagna dalla sua amica Silvia, non avvisai del mio imminente
arrivo parcheggiai la macchina e mi avviai nel viottolo che
costeggiava la casa di Silvia, giunto nei pressi della stalla dove
il marito di Silvia aveva alcuni cavalli, nentii dei lamenti
soffocati, incuriosito mi affaccio a una finestra e vedo una scena
sconcertante, le due donne erano entrambe nude, avendo una giovane
eta avevano un corpo stupendo ben modellato con un culo e due tette
quasi simili, infatti viste di dietro quasi stentavo a riconoscere
chi era l’una o l’altra, erano intente a scambiarsi effusioni
amorose in particolare la mia donna metteva un oggetto a forma di
cazzo nel culo di Silvia, a questa evidentemente non dispiaceva
affatto in quanto mugolava dal piacere, ma quello che stava per
succedere avrebbe segnato per sempre il mio concetto di donna troia,
infatti le due troie si avvicinano a un cavallo maschio, dopo averlo
fatto eccitare con toccamenti vari sia alle palle sia all’enorme
cazzo, Maria Grazia si china sotto l’animale e incomincia a leccare
l’arnese, dall’espressione sembrava dispiaciuta dal fatto che non
riusciva a farselo entrare in bocca, comunque l’uccello del cavallo
raggiunre una lunghezza di circa settanta centimetri, le due donne
oltre a continuare a baciarlo a quattro mani gli fanno pure una
sega, il tutto condito dai nitriti di piacere dell’animale, una
volta raggiunta la massima eccitazione le donne cominciano a
strusciarselo sulla figa e sul culo, e cosa che non avrei mai
creduto, Silvia avvicina una panca la posiziona sotto il cavallo
facendo sdraiare Maria Grazia, quseta troia divarica bene le gambe
si posiziona in direzione del pene e incomincia pian piano a farlo
entrare, con stupore noto che il suo viso è rigato dalle lacrime, ma
la sua espressione non è di dolore ma di eccitazione, riesce a far
entrare almeno trenta centimetri di quell’enorme cazzo, una volta
percepito il tanto che riusciva a contenere, comincia un
andirivieni, mentre l’amica posiziona la sua fica in faccia
facendosela leccare, in breve raggiungono l’orgasmo tutti e tre,
dalla vagina di Maria Grazia escono fiumi di sperma animale, Silvia
alla vista di quel ben di dio incomincia a leccare la figa della mia
convivente procurandole un nuovo orgasmo.
Dopodiché si rimettono addosso i vestiti entrano in casa e si danno
una lavata, non prima di essersi data un bacio in bocca. Mi giro per
tornare all’ingresso e mi accorgo che dietro di me c’era Giovanni il
marito di Silvia, del quale a causa della concentrazione non mi ero
accorto. Mi guarda e mi dice “ hai visto che donne puttane che
abbiamo”, dallo sconcerto non riesco neanche a rispondergli, senza
dire altre parole ci avviamo all’ingresso della casa, entramo e le
troviamo intente come se niente fosse a preparare manicaretti e
dolci per le festività Maria Grazia si alza e mi da un bacio in
bocca, ha ancora l'odore dell'animale, ma faccio finta di niente,
dopo aver conversato un pò Giovanni ci chiede se restiamo a cena,
dopo alcuni tentennamenti accettiamo, non avendo vino in casa
usciamo per comprarlo, una volta in macchina, essendomi ripreso
dall'erotico spettacolo chiedo a Giovanni quante volte le abbia
viste facendo una cosa del genere, mi disse che praticamente ogni
volta che si incontrano si danno da fare, mi dice inoltre che sono
in ogni senso tutte e due amanti degli animali, e che in cascina
hanno provato un pò tutti gli animali presenti, però per
tranquillizzarmi mi dice che non le ha mai viste scoppando con altri
uomini, dopo essermi ripreso dallo stupore comincio a pensare a come
farle pagare il "tradimento", dico a Giovanni come possiamo
organizzare qualcosa per far pagare alle due donne il torto fatoci,
mi dice che ha anche un'asina e che di li a breve deve far montare
da un'altro asino, questo mi dice che glielo avrebbe prestato un suo
amico, mi informa inoltre che l'animale aveva si il cazzo più corto
ma aveva la circonferenza almeno il doppio del cavallo, dovevamo
solo aspettare l'occasione buona, al termine della cena rientriamo a
casa ci mettiamo a letto e devo dire la verità ancora eccitato dalla
visione del pomeriggio faccio capire a Maria d'aver voglio di
scopare, invece lei mi dice che è stanca a causa dei preparativi
effettuati tutto il giorno, deluso mi giro e gli dico che sara per
un'altra volta. Dopo la notte sono passate tre settimane, nonostante
nel mezzo ci fossero le festività natalizie e di fine anno, poichè
come di consuetudine chi non scopa il primo dell'anno non scopa
tutto l'anno, non ho cercato più di trombare con la mia convivente,
nonostante lei di tanto in tanto per non farmi venire sospetti si
proponeva, ma io con una scusa lasciavo perdere. L'occasione tanto
agoniata si presentò a un mese di distanza circa dal fatidico
pomeriggio puttanesco, Giovanni mi chiamò dicendomi che aveva
l'animale in casa, quindi come di consuetudine Maria Grazia si recò
a casa di Silvia, dicendomi che dato che io lavoravo tutto il giorno
sarebbe rimasta a casa sua, e che sarebbe rientrata a casa con la
sua macchina.
D'accordo con Giovanni lavorai solo la mattina, dicendo che sarei
andato di pomeriggio dal commerialista per ritirare della
documentazione, ci incontrammo con giovanni e mi disse che aveva
preparato la trappola, spiegandomi che aveva messo legati
separatamente a distanza i due asini, il cavallo lo aveva portato in
un campo vicino, l'asina era in calore, per cui l'asino sentendone
l'odore si eccitava facilmente, telefono alla moglie chiedendole se
andava nella stalla poichè non ricordava dove aveva dimenticato
l'orologio, dopdichè facemmo passere circa un'ora, e silenziosamente
ci portammo a casa sua, come prevvisto dentro casa non c'era
nessuno, in silenzio ci avviciniamo e farci accorgere scruttiamo
dalla finestra le mosse dele due troie, infatti le due donne erano
nude e stavano pomiciando, alla vista di quello spettacolo ho avuto
una forte erezione cosa visibile anche da parte di Giovanni, dopo
essersi eccitate tra di loro incominciano a toccare l'asino, siccome
l'attrezzo dell'asino è molto più grosso di quello del cavallo non
hanno tentato di metterselo in figa, ma giocavano a segarlo e a
baciarlo, ad un tratto entra il case di razza partore maremano, il
quale evidentemente sentindo l'odore della figa aveva il cazzo al
vento, le due donne a quella vista non hanno resistito e si sono
penetrate, senza tenere conto che il cazzo del cane una volta dentro
di apre ad ombrello, Maria Grazia lo direzione nella figa di Silvia,
dopo vari stantuffi il cane raggiunge l'orgasmo aprendo il cazzo
all'interno, provocando alla donna un misto di dolore e piacere, in
quall'istante faciamo il nostro ingresso, come ci vedono
incominciano a giustificarsi in maniera folle, del tipo che una
delle due si era sentita male e che l'altro l'aveva soccorsa, senza
far finire il folle racconto le mettiamo al corrente che tutta la
loro tresca era di nostra conoscenza, e che avevamo accetato la
situazione in quanto non riuscivamo più a soddisfarle, loro
impietosite ci spogliano e incominciamo a fare l'amore, ci
scambiavamo volentieri le due donne, ma ad un certo punto ecco la
vendetta, proponiamo alle due donne di essere penetrate dall'asino,
sul momento si dimostrano restie, poi dopo aver insitito accetano
incomincia Silvia, che dopo essersi messa alla pecorina, con molta
fatica e lacrime riusciamo a far entrarle dentro il cazzo, dopo è il
turno di Maria Grazia, la quale non immaginando quello che stava per
accaderle si mette a sua volta alla pecorina, dopo averla
lubrificata la teniamo ferma mentre posizioniamo il cazzo in
direzione del buco del culo, dopo una pressione pazzesca riusciamo a
faro entrare l'enorme palo, la donna incomincia a piangere e a
urlare per il tremendo dolore, l'asino dopo aver stantuffato gli
scarica dentro litri di sborra, dopo averla staccata aveva il buco
del culo nel quale poteva entrare senza difficoltà un bottiglione da
due litri, contenti della nostra vendetta io e giovanni ci
rivestimmo e dopo aver detto alle due puttane di prendersi i loro
stracci e andare via di casa siamo andati a feteggiare, a distanza
di tanto tempo ho rivisto la mia ex convivente, come mi ha visto si
è girata ed è andata via, la sua camminata e del tipo camello, in
quanto la nerchia dell'asino aveva dilaniato il diaframma che separa
la figa dal buco del culo.
Adesso convivo con una ragazza alla quale non piacciono gli animali,
stessa cosa ha fatto giovanni..