Il tajeur

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  1. Kenta93
     
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    Come già detto, nella mia città mia madre gestisce un negozio, per la precisione è di abiti (soprattutto femminili), nel quale io dò il mio contributo quando non ho da dare esami o non devo uscire.
    Una sera mia madre dovette allontanarsi dal negozio per roba di fatture, tanto che rimasi io nel negozio da solo (per mia fortuna l'orario di chiusura era vicino e poche persone vengono a quell'orario).
    Proprio mentre penso a cosa potrà prepararmi la mia mammina, dopo aver chiuso il negozio, ecco che sento i campanellini alla porta che tintinnano e palesarsi una figura femminile davanti a me. Ci metto alcuni secondi a riprendere la concentrazione e studiare la donna che è davanti a me: non troppo alta, diciamo 1 e 60, capelli mori lunghi fino alle spalle e lisci, un bel seno però accompagnato da un corpo un pochino cadente (sapete il classico filo di pancetta).
    Senza troppi indugi sorrido e dico: "Buonasera posso esserle utile?" con fare ovviamente cortese e mellifluo (sapete come siamo noi commercianti). La signora sembra spaesata e si guarda attorno aspettando alcuni secondi per rispondermi: "Ma Caterina (mia mamma ndr.) non c'è?" domanda quasi impaurita allora io scuoto lievemente la testa e sempre gentile le dico: "No è dovuta uscire e non so quando torna ma io sono il figlio e in fatto di gusto non sono inferiore alla maestra" in tono semi serio. lei mi guarda e ride subito dicendo: " Va bene va bene io sono Giulia e vorrei qualcosa per una cena che ho con dei colleghi -mi guarda seria- sà sotto natale" io allora annuisco e mi dirigo subito verso dei vestiti da sera non troppo impegnativi e di colori che potessero risaltare gli occhi color verde smeraldo di Lorenza e intanto aggiungo: "Sono vestiti semplici molto carini che però fanno la loro figura" però lei scuote la testa e mi dice: "non ho l'età per questi vestiti" io controbbatto dicendo "a 40 anni non si ha l'età per i vestiti?" dico sbalordito, dandole un'età che andava dai 40 a massimo 45 anni. Lei ride di nuovo e fa: "non scherzare su, ne ho almeno 15 in più" rimango alcuni secondi impietrito per poi affermare: "va bene anche se le starebbero bene mi è venuta in mente una cosa che è arrivata oggi e che le calza alla perfezione". Infatti in giornata erano arrivati dei Tajeur veramente carini con lo spacco sulla gonna, cose serie ma che l'occhio gradisce molto. Gliene faccio vedere alcuni e, sotto mio consiglio ne prova uno nero con una camicetta verde con pizzo e particolare (non tinta unica, con un motivo in nero particolare, quasi tribale).
    Uscita dal camerino dico spontaneo: Adv "Le calza perfettamente e se mette delle scarpe col tacco, anche decoltè, e non le fanno apprezzamenti me lo dica che li picchio personalmente" ride di nuovo e si avvia allo specchio e convinta mi dice raggiante: "va bene prendo questo".
    Pattuito il prezzo le faccio lo scontrino e mentre mi paga mi guarde e dice:" se devo farti i complimenti che nome devo dire a tua madre" io senza indugio: "gli dica il suo figlio preferito-facendole un occhiolino e aggiungendo- apparte scherzi sono Paolo e se le serve ancora una mano basta che chiede a mia madre".
    Dopo Lorenza non è entrato più nessuno così chiusi il negozio e me ne andai a casa.
    Passarono alcuni giorni fino a quando un pomeriggio, entrando in negozio, mia madre mi sventola una busta delle lettere in faccia e mi dice: "Per te", allora la prendo e la apro. Dentro vi è un biglietto in bella calligrafia recitante: Domani sera sei invitato ufficialmente in via dei xxx per una cena alle ore 20.30 suonare il campanello.
    La mia faccia è tutta un programma anche se fugo i dubbi di mamma con un laconico "niente"; tali dubbi rimangono sia quel giorno che quello dopo però la curiosità vince e mi preparo sia psicologicamente che fisicamente (doccia, barba, profumo, gel ecc ecc.) per la fatidica cena.
    Preso in mano il biglietto mi reco alla via indicatami dallo stesso. Il tempo in macchina non passa più e l'ansia mista alla paura inizia a diffondersi finchè non arrivo al numero civico di una villetta ben curata e tipica delle famiglie benestanti.
    Sono le 21 meno qualche minuto quando mi presento (in pantalone blu e camicia bianca) alla porta della villetta. Altri lunghi ed inesorabili attimi prima che la stessa si aprisse e apparisse la signora Lorenza con il "mio" tajeur. Io stupito dissi:" ma è lei signora?" lei sorridendo annui e aggiunse: "non mi dare del lei che mi fai sentire ancora più vecchia".
    Entro e subito noto un arrademento classico con un piano terra formato da salotto (megadivano, televisore, mobiletto bar), una cucina ampia (dove c'è la tavola imbandita per due persone con candele e luci soffuse, in più vi sono un bagno e un ripostiglio. Lorenza, poi, mi dice che invece al piano superiore c'è la sua camera più altre due e un bagno.
    Iniziamo a cenare con antipasto di mare preparato da lei accompagnato da del buon vino. Nel mentre mangiamo mi spiega come la cena sia stata annullata e vista la mia gentilezza e la generosità nell'aiutarla.
    Arrivati ad un primo di mare le mie domande si infittiscono per carpire altre cose della sua vita. Infatti Lorenza in realtà abbia 57 anni, è divorziata oramai da una decina da anni e vive sola da 6-7 mesi visto che il figlio più piccolo se ne è andato a vivere lontano da casa e quella più grande è già sposata; lavora come segretaria in un ufficio contabile e ama vedere i film soprattutto romantici.
    Il secondo è fatto da fritto misto di mare e qui si parla invece di me e le spiego perchè aiuto mamma e in cosa vorrei laurearmi.
    Arrivati al dolce oramai ci conosciamo abbastanza e ridiamo e scherziamo. Finita la cena si alza e inizia a mettere apposto le cose e io mi offro di aiutarla ma lei mi dice: "Sei mio ospite non azzardarti" facendo finta di picchiarmi ma io sono testardo e così ci ritroviamo con il grembiule indossato a lavare i piatti a mano. Le chiacchiere continuano finchè ad un certo punto la mia mano destra va a strusciare sulla sua sinistra; proprio in quel momento i suoi occhi versi penetrano nei miei e una scossa ci attraverso tanto che le nostre bocche si trovano unite e le lingue guizzano insieme. Le mani seguono il movimento delle lingue e inziia un lungo consocersi a tatto che dura dei minuti fantastici.
    Solo dopo essersi staccati lei dice:"non possiamo potrei essere tua madre o tua zia" ma io non voglio sentire questi discorsi e abbracciandola le dico: "mi piaci e siccome non sei ne mia mamma ne mia zia non facciamo nulla di male. Ora ti chiedo- le dico guardandola negli occhi- ti va di vivere dei momenti emozionanti con me? se si dimmi dove si va per il letto" lei guarda in basso e una lacrima le scende, io con il mio pollice l'asciugo. I suoi occhi fissano il pavimento prima di rincontrare i miei e far si che sia lei a baciarmi ora. Come scosso la prendo in braccio e la porto in camera da letto.
    Lasciata i piedi sul pavimento ci baciamo ancora mentre lei inizia a spogliarmi e mi dice: "stasera sei il mio re e voglio il tuo scettro" gli occhi verdi indugiano nei miei mentre mi denuda completamente. Continua a guardarmi mentre mi inizia a baciare il petto, il tronco, l'ombelico, il pube e poi sento una calda sensazione sulla punta del mio pisello. Inizia un fantastico pompino mentre le mani soppesano gli scroti. Sarà stata l'eccitazione, o il semplice fatto che Lorenza era veramente piacevole in quella situazione che i primi sentori dell'orgasmo mi sovvengono. Per rispetto le dico:" Lorenza sto venendo non voglio che tu faccia cose che non ti senti" ma sembra non sentire e continua a leccare e lappare finchè una scarica elettrica mi parte dal cervello e mi fa uscire 4-5 potenti fiotti dal mio arnese che dritti vanno nella gola di Lorenza.
    L'eccitazione continuia così la faccio alzare e sono io ora a spogliarla mentre la bacio e el dico: "tu stanotte sarai la mia regine e voglio bere dalla tua fonte sacra" così appena nuda le faccio allargare le gambe e mentre rimane in piedi vado a lappare il vlitoride gonfio e penetrarla con due dita. La mia lingua disegna tutte le lettere dell'alfabeto mentre il movimento a pistone delle dita è continuo. Solo mugolii escono dalla bocca di Lorenza ma sento che è vicina all'orgasmo allora continuo a leccarla fermandomi solo per sdraiarmi per terra e farmi mettere la fica in faccia da lei così che possa godersi appieno il trattamento. Passano alcuni secondi prima che un caldo liquido invade la mia bocca.
    Riniziamo così a baciarci finchè i nostri corpi giacciono uno sopra l'altro sul letto. Lo scretto non riposa perchè vuole entrare direttamente dalla fonte sacra. Le apro le gambe e piano le infilo il mio arnese in quel meraviglioso buco caldo. Il ritmo è lento e dolce mentre abbracciati ci baciamo, il ballo da lento si tramuta in un rock sfrenato dove le unghie di Lorenza sono conficcate nella mia schiena e il mio ancheggiare è poderoso. La possiedo come un re possiede la sua regina. La sua fica inizia a stringere piano il mio cazzo mentre il mio ritmo diviene sempre più forsennato. Finiamo il nostro amplesso che la fonte abbraccia saldamente lo scettro come una guaina fa con la spada per poi rilassarsi all'unisono. Nessuna parola esce dalle nsotre bocche, solo respiri affannosi mentre i nostri corpi continuano a scambiarsi calore.
     
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0 replies since 23/3/2010, 16:42   4457 views
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