Bella, ricca e sfondata a Capodanno

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Kenta93
     
    .

    User deleted


    Fino a pochi mesi prima era una modella internazionale, adesso la russa Natasha era la giovane e bellissima moglie di un ricco imprenditore, con affari nell'est dell'Europa. 24 anni lei, più del doppio lui: la differenza di età era probabilmente colmata dal lusso sfrenato a cui si concedeva, indossando gioielli e pellicce con estrema disinvoltura. Bionda con i capelli lunghi, occhi verdi, 1.78 su una taglia 40: uno sballo solo a vederla in jeans! Ma Natasha era amante soprattutto di abiti e di lingerie firmata, una lingerie a volte persino estrosa ed estrema, come ad esempio quel perizoma di oro e di diamanti che aveva voluto a tutti i costi dal suo Robert. Alla festa dell'ultimo anno, un invito a cui certo non poteva rinunciare, si era vestita con un mini abito in pelle, aderente, stivali lunghi fino alla coscia, truccatissima e ingioiellata per oltre 300 mila euro tra anelli e bracciali. Tutti gli invitati uomini la guardavano con desideri che si possono facilmente immaginare, le donne come si può guardare ad una gran puttana. Se la bellissima Natasha rappresentava l'attrazione fatale ed era quella sera, la regina incontrastata e desiderata della festa, a sorpresa, mentre gli invitati si erano accodati intorno ai luminosi tavoli di cristallo richiamati al ricco buffet e dallo spettacolo di vedere Natasha in piedi, un ospite inatteso era giunto al cancello della villa. Il campione in carica dei pesi massimi Abdullah Omar Abat, il pugile che faceva sognare tutti gli africani, più volte campione nazionale del continente nero, una montagna di muscoli d'acciaio su un metro e ottantacinque d'altezza. Se gli uomini continuavano a guardare il buco del culo di Natasha e il suo string di oro e diamanti, adesso le signore degli anta, avevano lo sguardo piantato sugli addominali e sulle spalle di Abdullah che si era presentato alla festa con una canotta bianca di raso luminoso fermata solo da un bottone in basso, chiuso apposta per lasciare in vista le montagne a forma di tartaruga. Le braccia, due tronchi di albero, completamente tatuate di strane figure sataniche, tipo demoni e serpenti. Impressionante.
    La scienza del caos, con il suo calcolo combinatorio, si era messa in mezzo. Nelle stesse febbricitanti ore in cui Robert aveva deciso di partire solo per Mosca, Abdullah aveva ricevuto la notizia che il suo incontro del 6 gennaio sarebbe saltato, con un poderoso rinvio fino alla primavera inoltrata. Da tre mesi senza sesso scaricava l'adrenalina con i costanti allenamenti ma adesso era saltato tutto, ed era molto contrariato. L'addetto alla cucina della villa, senegalese anche lui, si era preso la licenza di invitarlo, sicuro di far cosa gradita a tutti e Adv di aiutarlo a ritrovare il buon umore. E difatti, subito tutti si erano fatti intorno, nemmeno il tempo di dieci minuti che erano già partiti una ventina di autografi e tanti convenevoli. Ma Omar era stato chiaro per telefono: - voglio una donna, devo farmi una donna - gli aveva chiesto. - Ce ne era una
    che ne valeva dieci -, si era sentito rispondere al campione dei
    massimi era venuto duro. Quando poi gli fu detto che sarebbe stata senza il marito, a quel punto il bestione africano aveva accettato. Vedendo la folla intorno al pugile campione, la stessa Natasha chiedeva, incuriosita, chi fosse. A lei non interessava il pugilato, ma la curiosità aveva preso il sopravvento. Infine decise anche lei di avvicinarsi per chiedere un autografo per il marito. Abdullah, appena Natasha gli si fece incontro così bella e sexy, sovrastandolo per l'altezza dei suoi tacchi a spillo, ebbe subito un sussulto dentro i pantaloni, che si gonfiarono. Il cazzo gli venne duro come il marmo: da 3 mesi non scopava e non aveva mai visto una donna così bella e provocante. Lei
    disse: - Salve, sono Natasha, la moglie del Dr. Robert Dany. Potrei avere un autografo per mio marito? - L'enorme africano, che non aspettava altro, rispose: " Solo se mi promette che più tardi ballerà con me ". Colta di sorpresa, Natasha ci pensò un attimo. Nessuno mai, d'altronde, aveva avanzato una richiesta così, conoscendo il marito. Ma Abdullah non era uno qualunque: se lei era la regina della serata, adesso l'africano sarebbe stato il re. Forse fare coppia sarebbe stato anche divertente pensò, avrebbe potuto averlo ai suoi piedi e trattarlo come uno schiavo al servizio della sua regina. Uno schiavo nero molto elegante, lui vestito di raso bianco, lei in pelle nera. Sarebbero venuti bene nelle fotografie, ed in fondo, era anche il più giovane della compagnia.
    - Volentieri - rispose Natasha - è la festa dell'ultimo dell'anno - con qualcuno devo ballare e lei me l'ha chiesto per primo.
    "Diamoci del tu - per favore - non farmi sentire vecchio". Natasha sorrise e disse "D'accordo Omar, a dopo allora". " Sì Natasha e lasciami dire che sei bellissima, questi gioielli che indossi non potrebbero stare così bene ad un altra donna. ". Natasha sorrise ancora, la sua bocca carnosa cominciava a fare qualche simpatica piega. "Grazie Omar. A presto. Ciao.". E mentre la festa andava avanti, tra ostriche, caviale e fiumi di champagne, Omar non smetteva di guardare Natasha. Quando anche lo sguardo di Natasha s'incontrava con il suo, lei sorrideva compiaciuta al campione, confermandogli la disponibilità per quel ballo così atteso. Tutti ormai erano brilli mentre la mezzanotte era sempre più vicina. Anche Natasha aveva bevuto molto e cominciava a non stare più in piedi su quei lunghi tacchi a spillo. Poi qualcuno nella sala si alzò con il calice in mano, ancora un Don Perignon d'annata e proruppe: "Signori apriamo le danze, e che tra uomo e donna che ballino questa sera possa succedere di tutto! Di là ci sono le stanze, chi vuole un pò d'intimità può portare lì la sua donna". Natasha aveva sentito ma non aveva capito cosa voleva dire. Era intenta a finire il suo Don Perignon e a rifarsi le labbre rosse. Le luci si erano spente, c'erano sole alcune candele ad illuminare la grande sala e i bagliori ed il luccichio dell'oro e dei diamanti sui suoi gioielli. Omar si avvicinò nel buio ma Natasha non vedeva niente, solo la luminosa canotta bianca di raso che avanzava dietro una gigantesca figura tutta nera. Prese dalla borsa il suo J'Adore, lo spruzzò dapprima sui polsi e poi sul collo. Se ne mise tanto così non si sarebbe sentito quello dell'alcool. Ma adesso sarebbe stata ancora più arrapante per quel bisonte negro che non scopava da 3 mesi e ce l'aveva già grosso e duro. Natasha si alzò in piedi e mosse un passo per andare incontro ad Omar ma quasi cadde di traverso, ormai completamente stordita dallo champagne. Omar gli si mise davanti e non perse l'occasione: gli cinse le braccia lungo i fianchi, stringendola forte a fargli sentire subito il cazzo durissimo.
    Lei avvertì quanto lui fosse eccitato e sorrise, sorrise ancora e poi alzò le braccia, le fece ricadere sulle spalle di Omar, la mano sinistra sulla nuca, la destra ad accarezzare più in basso la camicia di raso. Cominciò il ballo che già sembrava un amplesso, lui la stringeva sempre più forte e lei continuava a fare su e giù con le mani sulla schiena, a lei piaceva quel tocco sul raso e lui si ecitava a sentire quei bracciali che tintinnavano, sbattendo tra di loro sulle sue spalle. Erano in prossimità della suite, la camera più bella della villa che era stata riservata proprio a Natasha, in fondo al corridoio. Era mezzanotte meno dodici minuti. Entrarono che lui ormai era duro come il ferro: gli era cresciuto forse fino a 30 centimetri. Aveva preso ad annusarle il collo e a baciarla sotto il gozzo, poi sotto le orecchie: il profumo che lei si era messa addosso lo arrapava furiosamente Natasha aveva bevuto troppo e forse non si rendeva conto per intero di ciò che stava accadendo, né di dove fosse. Non temeva quel King Kong in miniatura che invece era ormai impazzito di lei: se le sue mani si muovevano sulle spalle del bestione erano solo per il suo piacere, per accarezzare il morbido raso della canotta. Al contrario, per la bestia era una provocazione che lo eccitava di più, l'eccitazione di una gran puttana troia, bellissima, ricca e molto zoccola, che lo sfidava apertamente. La regina giocava con il suo schiavo negro, ma lo schiavo voleva scoparsi di brutto la sua regina, la super strafiga della festa. La girò e gli fece sentire il suo lungo cazzo ormai durissimo strofinarsi tra le chiappe del suo magnifico buco del culo, Natasha sorrise e volse il capo ancora più all'indietro, perchè lui continuava a baciarla sul collo, eccitandola. Per Natasha era ancora un gioco, non pensava che Omar potesse arrivare a tanto, conoscendo l'importanza del marito e quella di sè stessa.
    Ma Omar l'afferrò per il collo con una forza inaudita, lo fece con entrambe le mani, la costrinse a chinarsi in avanti fino a farla inginocchiare ai piedi del letto e qui glielò piantò subito dentro, con forza, sfondandogli il culo. " Puttana- zoccola - troia - stai zitta adesso, non fiatare" ma Natasha non poteva farlo perchè entrambe le mani le afferravano la gola, sul collier da 150 mila euro. La furia selvaggia di Omar era su di lei, spingeva sempre più forte, un cazzo di 30 centimetri lungo e grosso come una mazza da baseball. Natasha era tutta passiva, si sentivano solo i rumori dei suoi braccialetti che sbattevano l'uno contro gli altri, mentre la bestia nera gli allargava il buco del culo sempre di più. Poi glielo sfilò, la girò davanti, lei era rimasta con le gambe allargate a mezz'aria, il capo rivolto all'indietro come in stato d'incoscienza. Era davvero arrapante in quella posizione involontaria e ingenua. Lui prese un pò di ricorsa, fece un balzo e glielò infilò dentro praticamente con un tuffo sopra di lei, nemmeno il tempo di urlare dal dolore perchè gli fu addosso di nuovo con le mani piantate sul collo, come per strozzarla. E forte la penetrò con movimenti decisi e netti, le braccia di Natasha a penzoloni come quelle di una morta, il rumore dei braccialetti che sbattevano tra di loro era diventato più forte, perchè ancora più forte era il movimento di Kink Kong che la spaccava con il suo cazzo durissimo.
    Era mezzanotte ed erano cominciati i fuochi d'artificio. Dalla finestra, un pò aperta, si sentivano i botti che eccitavano ancora di più il pugile negro, al culmine dell'orgasmo. L'afferrò per i capelli e gli mise il cazzo in bocca, glielo spinse giù fino alla gola e se lo fece succhiare avidamente prendendola ancora per il collo, con una sola mano lo passava parte a parte, toccandosi con le dita. Poi ancora l'alzò, la portò vicino alla finestra, l'aprì e la trascinò fuori sul davanzale. I botti di fine anno si erano fatti più consistenti ed il cielo era illuminato dai fuochi d'artificio. Un panorama bellissimo. Natasha era ormai in balia del suo Don Perignon e allungò le braccia lungo una parete, per sorreggersi. Lui gli fu sopra che le divaricò le lunghissime gambe con gli stivali alla coscia e la montò di nuovo. Glielo mise nel culo a forza, questa volta prendendola in piedi. Era durissimo e spingeva dal basso verso l'alto, alzandola, mentre lei continuava a restare appoggiata con le mani alla parete. Due o tre minuti ancora in cui gli sfondò
    completamente il culo, un buco largo e rosso aveva preso il posto dello string di oro e diamanti. "Zoccola Puttana Troia, adesso ti svuoto le palle dentro Puttana!" urlava che nessuno poteva sentire perchè il frastuono dei botti di capodanno copriva tutto. Se la inculò davvero a sangue, selvaggiamente, furiosamente, fintanto che proruppe in un orgasmo prolungato. La inondò di sborra: il bel fondoschiena di Natasha era adesso cosparso come da una pennellata di vernice che gocciolava nel buco del culo allargato, dove lo string di oro e di diamanti era stato pennellato dallo sperma caldo di un grosso cazzo lungo 30 centimetri.
     
    Top
    .
0 replies since 23/3/2010, 16:40   16296 views
  Share  
.