Avventura in Palestra

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    Ogni tanto mi piace ricordare qualche piacevole avventura adolescenziale. Avevo 17 anni, ero al penultimo anno di liceo. Si giocava a pallacanestro, ma io ero abbastanza negato, anche per lo scarso interesse che mi suscitava lo sport. Anche la nostra insegnante, severa e austera come non mai, non invogliava molto. Poi per un periodo la professoressa si assenta e viene a sostituirla un'altra. Devo dire che al suo arrivo quest'ultima non suscitò particolare entusiasmo tra noi ragazzi: era sui cinquanta, bruna, alta, formosa ma almeno all'apparenza abbastanza noiosa. Facemmo un paio di lezioni in palestra e certo non diedi il meglio di me con la pallacanestro. Alla fine dell'ora mi prende in disparte e mi dice: "Perchè non t'impegni quando giochi?"
    "Non è mancanza d'impegno" rispondo "è lo sport che non mi piace molto!"
    "Non dire stupidaggini! perchè secondo te i tuoi compagni sono appassionati? Eppure giocano molto meglio! La verità è che non ti ci metti d'impegno!" continua, piuttosto alterata.
    "Guardi, non è vero, io faccio del mio meglio!" insisto, risentito del fatto che quella tizia usasse un tono così poco gentile con me.
    "Dopo scuola vai di fretta?" mi chiede.
    "Perchè?"
    "Io devo trattenermi e dato che dopo la palestra è libera, se ti va di perdere una mezz'oretta, ti faccio esercitare un po'"
    Seccato da quella proposta, ci penso un po'.
    "Vabbè" conclude lei "ora va in classe, se dopo puoi mi trovi in palestra".
    Così ritorno in aula. Un ragazzo mi chiede sorridendo: "Ma che voleva da te quella?"
    "Niente, m'ha detto che ho bisogno di esercitarmi" rispondo ma, chissà perchè, non gli dico dell'appuntamento dopo scuola.
    A fine lezione, mi reco in palestra. L'interno è molto spazioso. All'inizio non la vedo e sto quasi per andare via.
    "Chiudi la porta!"mi fa una voce e riconosco da lontano la donna. Io chiudo, ma lei precisa:"A chiave!" e s'affretta ad aggiungere:"Sai, non si potrebbe usare la palestra in orario che non è di lezione, perciò è meglio stare tranquilli!".
    Giro la chiave nella serratura e vado verso di lei.
    Comincia a farmi palleggiare, poi a tirare al canestro, ma senza fortuna; infine facciamo una piccola competizione.
    "Chi tiene la palla?" chiedo, prima di cominciare.
    "Tienila tu" ridacchia lei "che se si comincia da me non la prenderai mai!"
    Questa provocazione m'indispettisce. Mi concentro. Ho intenzione di tenerla più a lungo possibile. Ma poco dopo lei me la ruba ed io comincio a rincorrerla. Mentre palleggia schivando i miei vani tentativi di riprenderne possesso, mi guarda con un'espressione sorridente, come se si divertisse a prendermi in giro.
    Mi accorgo che sono già una spugna di sudore e anche lei, nonostante tenga in mano il gioco, ha Adv la maglia tutta bagnata.
    "Avanti! fatti sotto!"esclama ed io passo all'attacco, butto la mano per acchiappare il pallone, ma lei si volta all'improvviso scansando il pericolo. E involontariamente le palpo una natica. Ma lei finge di non essersene accorta. Solo in quel momento mi accorgo del suo grosso sedere rotondo che, seppure un po' floscio e sformato, ondeggia in modo provocante mentre il suo corpo si muove palleggiando senza sosta. Finalmente riesco a rubarle la palla, mi muovo in direzione del canestro, tiro e segno un punto.
    "Bravo!" esclama sorridendo "è così che ti voglio quando giochiamo. Credo che per oggi va bene così. E va a docciarti prima che ti prendi una bronchite!". Con me avevo il ricambio. Così vado nel bagno della palestra, mi spoglio interamente e m'accorgo che il mio uccello è bello duro. Dev'essere stato il contatto col suo corpo. Mi metto sotto la doccia e mi rilasso a tal punto, mentre l'acqua scende sulla mia pelle, che per un attimo chiudo anche gli occhi. D'un tratto sento dei passi. Li riapro e mi copro istintivamente l'uccello con le mani, ritrovandomi la professoressa fuori alla mia doccia, ancora vestita e sudata: "Scusa!" mi fa "ma mi sa che questa è l'unica doccia che funziona oggi. Spicciati, che devo usarla anch'io" Così faccio in fretta, mi metto l'accappatoio ed esco.
    "Girati, che devo spogliarmi!" esclama lei e la assecondo. Poco dopo sento il rumore dell'acqua e finisco di asciugarmi. Allora, approfittando che lei sta sotto la doccia, ne approfitto per vestirmi. Mi tolgo l'accappatoio restando di nuovo nudo, prendo lo slip pulito e vado per mettermelo.
    "Aspetta, prima che ti rivesti!" esclama lei dalla doccia" portami l'accappatoio, l'ho lasciato qua fuori!"
    In quel momento non so cosa fare. Mi vergogno di farmi vedere da lei tutto nudo...
    "Ehi, parlo col muro?"insiste, allora prendo l'accappatoio e lo porto nella mano, facendomi così scudo delle parti intime. E in più tengo il viso basso, sembrandomi sconveniente di vedere la mia professoressa nuda. Me lo scippa subito di mano ed io alzo istintivamente lo sguardo e lei, invece di metterselo, lo getta a terra e in quel momento resto a contemplare il suo corpo maturo ma particolarmente attraente.
    "Perchè mi guardi così? non hai mai visto una donna nuda?"
    "Sì" rispondo io "ma non la mia professoressa".
    Lei avanza verso di me schiacciandomi in faccia al muro e guardandomi fisso, mentre sento quella carne premere contro il mio corpo un po' tremante. Avvicina le sue labbra alle mie e per pochi secondi sento la sua lingua nella mia bocca. Poi s'inginocchia davanti a me e prende il mio pene in bocca e comincia a succhiarlo. Non era la prima volta che mi trovavo in una situazione del genere, ma il fatto che lei fosse una mia insegnante rendeva quella situazione ancora più eccitante. Emette dei gemiti mentre mi spompina, come se trovasse tutto ciò molto gustoso e saporito. Poi smette all'improvviso, ritorna in piedi e dice: "Vieni! Torniamo in palestra!" e la seguo molto perplesso, senza capir bene cosa volesse fare. Ci troviamo tutti nudi in quello spazio vuoto e silenzioso. La vedo srotolare uno dei grandi materassini da ginnastica e capisco dove vuole arrivare.
    "Dammi una mano!" mi fa, ed io la aiuto a stenderlo per terra mentre guardo con appetito la sua figa pelosa.
    Una volta sistemato il materassino, lei si corica sopra con le cosce belle aperte e mi fa un cenno con la mano. Io mi calo su di lei, abbraccio il suo corpo e infilo il mio uccello nella sua figa. Comincio a scoparla lentamente. E sento che quella lezione extra di educazione fisica si sta facendo ancora più interessante!

    Continua...


    Ma le sorprese non sono ancora finite. Sento sotto di me il suo corpo in preda al godimento. Il mio piacere sta crescendo. Continuo a spingere il mio pene nella sua figa, mentre con la bocca comincio a succhiarle i capezzoli. E' così piacevole quel momento che spero di prolungarlo il più a lungo possibile. Stanco delle tette prendo a baciarla in bocca, stavolta a lungo, e sento la mia lingua scivolare lentamente sulla sua. Ma d'un tratto sentiamo un rumore. Caccio fuori l'uccello e lei balza in piedi. Il rumore persiste: qualcuno sta cercando di forzare la porta, fortunatamente chiusa a chiave.
    "E chi è?" chiedo io, per nulla impressionato, ma semplicemente seccato da quest'interruzione.
    "Uh, che idiota che sono!" esclama all'improvviso lei: "me n'ero completamente dimenticata!".
    "Di cosa?"
    "Ieri avevo dato già appuntamento a Nunzia!"
    "Chi Nunzia?"
    "Quella di quinta!"
    Per poco non mi viene un colpo: Nunzia era una ragazza dell'ultimo anno, una delle più gnocche della scuola, aveva 19 anni. Io la conoscevo di vista e, pur essendo il sogno erotico di parecchi di noi, non l'avevo mai avvicinata: mi mancava il coraggio di tentare l'approccio con una come lei! Ed ora, all'improvviso, scopro che la ragazza si vedeva con la prof!
    Intanto il rumore continua.
    "Senti" mi fa la prof "ti dispiace se le apro, tanto rimane fra noi!"
    "Ma certo che no, ma siamo sicuri che sia lei?"
    "Sì, chi vuoi che sia!" e va ad aprire la porta, senza nemmeno coprirsi. Spalanca solo uno spiraglio, vede Nunzia che le dice: "Ma come mai ti sei chiusa dentro?"
    "Beh!"esclama lei sottovoce "veramente non sono sola, a te dispiace se siamo in tre?"
    "Dipende, chi c'è?"
    "Forse vi conoscete pure, è un ragazzo del penultimo anno..."
    Avendo ascoltato tutto, mi affaccio anch'io e scorgo i suoi incantevoli occhi verdi: "Ah, sei tu!" esclama, sorridendomi "Avanti, fatemi entrare!"
    E così entra anche lei e la prof richiude la porta a chiave.
    Nunzia indossa una tuta che esalta il suo fisico slanciato. E' piatta di seno, ma ha un bel sedere rotondo e un corpo esile davvero desiderabile.
    “Vabbè” dice “visto che siete già pronti, devo spogliarmi solo io!” e mi viene un tuffo al cuore pensando che tra qualche istante dopo avrei visto la mitica Nunzia interamente nuda! Per tacere il resto, e cioè che di lì a poco ci saremo anche divertiti.
    La ragazza si sfila il pezzo di sopra mostrando due capezzolini turgidi. Poi si cala i pantaloni e resta nel solo slip. Infine si sbarazza anche di questo e assisto allo spettacolo della sua passerina pelosa. Vede il mio pene bello duro, certamente allettato dal suo spogliarello e dice: ”Un momento però! Capisco Adv te, prof, che alla sua età non hai più questi problemi, ma io quel coso lì non me lo faccio infilare: ci manca solo che mi mette incinta!”.
    Effettivamente Nunzia aveva ragione: dimenticavo questo problemino, non avendo con me dei contraccettivi.
    “Per me non c'è problema” rispondo “Volendo possiamo divertirci lo stesso” concludo, contemplando lo spettacolo di quel suo sederino invitante.
    “Mi spiace” insiste lei, arrossendo “ma a me quelle cose lì non mi piacciono!”.
    Dopo quest'ultima obiezione, comprendo che con Nunzia non c'era niente da fare: evidentemente, pur accettando la mia presenza, aveva comunque intenzione di dedicare tutte le sue attenzioni alla prof. Non ci penso più di tanto: in fondo mi rimaneva ancora l'altra!
    Dopo queste chiacchiere Nunzia si stende sul tappetino, spalanca le gambe e la prof, infilando la testa al centro, comincia a leccarle la passera. La ragazza subito si eccita. Io resto un po' a guardare, non vedendo l'ora di prendere parte.
    “Non fare l'asociale!”esclama Nunzia “vieni qui: con la bocca non ho pregiudizi!”. Il che mi dà gran sollievo. Salgo io sul tappetino, m'inginocchio e le metto il mio pisello in bocca. Lei inizia a succhiarlo, mentre la sua figa continua ad essere leccata. Mi fa un bel lavoretto di bocca. Quasi meglio di quello della sua più matura concorrente. Poi si cambia posizione. La prof si mette a cosce aperte ed io riprendo a scoparla con immenso piacere, mentre Nunzia mi sbatte la passera in faccia e mi costringe a gustarla. Mi ritrovo tutti i suoi peli in bocca, ma non è un contatto spiacevole. Contemporaneamente si mette a palpare le flaccide tette della prof, aumentando la mia eccitazione e spingendomi a cavalcare quella maiala con molta più foga. E' bellissimo quel momento. Sono talmente arrapato che ho voglia di non arrivare mai. Ma ovviamente è impossibile e infatti poco dopo eiaculo come un fiume in piena.
    “Adesso scopami da dietro” fa la prof, girandosi sul tappetino e mettendo il suo bel culone grasso in posizione. Ma io non ho intenzione di prenderla subito. Mi metto ad assaporare con leggeri colpi di lingua le sue bianche natiche e comincio a lubrificarle quel bel buchetto in cui fra poco lo avrei infilato. Nunzia intanto si mette a farmi un altro pompino e non so cosa sia stato più eccitante in quel frangente, se il suo impeccabile lavoretto di bocca o il mio affaccendarmi intorno a quelle chiappe d'oro. Finalmente mi decido a penetrarla, mentre Nunzia si inginocchia all'estremità delle sue gambe e comincia a succhiarle le dita di un piede. Mentre scopo il sedere della prof, mi torna in mente il dispiacere di non poter scopare quella bella gnocca dell'ultimo anno, allora senza distrarmi dala penetrazione, le dico: ”Un bacetto me lo dai?”
    “No, troppo intimo” risponde, continuando a giocherellare coi piedi della donna.
    Ma come, penso tra me e me, un pompino me l'ha fatto, anzi due, e poi un bacio è troppo intimo!? Chi le capisce le donne! Del resto, sono sempre stato molto più bravo a scoparle che a capirle.
    Poco dopo ci siamo accorti che si stava facendo tardi e abbiamo dovuto interrompere. Io avrei avuto l'ora di educazione fisica la settimana prossima, così sono rimasto con la prof che ci saremmo visti in palestra quel giorno, alla stessa ora, dopo la lezione.
    Quelle giornate d'attesa sono state d'una noia mortale per me! Non vedevo l'ora che venisse quel benedetto lunedì. Fare lezione in palestra sarebbe stato anche più penoso: dover fingere indifferenza con quella donna che mi ha dato tanto piacere. Ma l'importante è che quel giorno sarebbe arrivato. Ed ovviamente è arrivato. Ma, con gran sorpresa, all'ora di educazione fisica è tornata la nostra vecchia prof. E quell'arrapante cinquantenne che l'aveva sostiuita è scomparsa nel nulla. Mi ha assalito la nostalgia. Ma non per molto. Avevo ancora una carta da giocarmi. Ho incontrato Nunzia, altrettanto triste per l'inaspettata partenza della nostra amata e così, tra una chiacchiera e l'altra, le ho chiesto di uscire. Siamo rimasti che ci saremo visti domani sera. E stavolta non avrei scordato i contraccettivi!
     
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  2. ale110592
     
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    Mi puoi dire la chat qual'è?
     
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