Il perizoma rosso

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    Sono dovuta scendere di corsa dal letto perché non ce la facevo più. Dovevo raccontarvi assolutamente questa storia che è successa l’ultima sera di lavoro prima di Natale. Nel frattempo la mia fica è deliziosamente torturata dalle mie dita della mano sinistra. Mi chiamo Marta e ho 35 anni, sono abbastanza alta e ho un folto cespuglio di capelli ricci fin sulle spalle tinti di biondo con la ricrescita naturale castana, un seno normale e un corpo non male, anche se al lavoro uso abiti che nascondono completamente le mie forme. Sono separata da due anni e non ho avuto più rapporti, e come disse tempo fa un mio collega, visto il mio nervosismo, dovrei prendere un po’ di cazzo o trombare un po’. Come dicevo, la sera dell’anti-vigilia, mentre lavoravo, la mia collega Fabiana mi portò un pacchetto regalo che aprì più tardi davanti a lei e alcuni colleghi, verso le 19. Era un perizoma rosso e Fabiana disse che era nella speranza che qualcuno me lo sfilasse la notte di Capodanno. Intanto mi resi conto che qualcuno era entrato: ebbene sì, il mio capo che fece dietrofront senza commentare. Scoppiammo tutti a ridere e io diventai rossa per l’imbarazzo, visto che è un uomo di oltre mezza età e all’apparenza di modi all’antica. Un’ora dopo ero rimasta sola con Ramando, un 22enne che non aveva niente di speciale se non per il fatto che al lavoro mi ha salvata molte volte il culo, nonostante sia apprendista ne sa più di me che sono lì da quasi 10 anni. Intanto mentre scrivo ho raggiunto un orgasmo a forza di sfregarmi la passera e ho bagnato tutta la sedia, ma sono infoiatissima e ho una voglia matta e adesso ho appena preso il vibratore dal cassetto e me lo appoggio sul buchetto del culo, mentre di mano lavoro sempre sulla patata. Successe così una cosa che non mi aspettai da lui, visto che è un ragazzo educatissimo e timido allo stesso modo; mi chiese di fargli vedere come mi stava il perizoma indosso, tanto non c’era nessuno, eravamo rimasti solo noi due a fare straordinario. Come prima reazione volevo dirgli di andare a fanculo, ma poi iniziai a ragionare con la figa e allora accettai l’idea. Mi tolsi il pantalone e invitai Ramando a girarsi, in modo che potessi sfilare le mutande e mettermi il perizoma rosso, mentre ero seduta e comunque se avesse sbirciato non mi avrebbe visto la topa perché tra lui e la sorca c’era il tavolo che faceva da barriera. Mi alzai in piedi e gli chiesi di girarsi per ammirarmi. Lui rimase attonito, poi disse che avevo delle belle gambe e un bel sedere che Adv già un po’ di volte avrebbe voluto palpare, specialmente quando portavo quei pantaloni rossi di una tuta che risaltavano le mie forme sode delle chiappe. Notai che si era messo una mano nella tasca dei jeans e che praticamente si toccava l’uccello in evidente erezione trasversale per via degli indumenti. Gli chiesi allora di mostrarmi come stava lui in boxer e, dopo vari tentennamenti, riuscì a convincerlo a rimanere in mutande. Il suo cazzo era ancora duro e a quel punto non riuscì a fare a meno che arrossire per l’imbarazzo, mentre io mi misi a ridere e gli dissi che gli piacevo, altrimenti non si sarebbe eccitato. Dopotutto mi sentivo in debito con lui, allora gli dissi che avremmo fatto una cosa veloce, e gli chiesi cosa preferiva fare. Lui senza esitazione disse un pompino, non aveva mai avuto un rapporto fino a prima e quella era la cosa che aveva sempre sognato. Io come una porcellina mi avvicinai a lui che salì sul tavolo e strappò letteralmente via le mutande facendo balzare un randello di quasi venti centimetri che mi colpì la guancia. Ridemmo, ma l’eccitazione era tale che risultarono risatine isteriche e brevi, per cui non persi altro tempo e cominciai subito a succhiare quel magnifico pene circonciso, lo lavorai per bene con lingua, mani e bocca. Riuscì a raggiungere le palle e lo tenni in gola per una decina di secondi, fancendolo andare in estasi, quasi non si reggeva in piedi, visto che era vergine. La fichetta però mi bruciava, proprio come adesso, ma al contrario perché esigeva attenzioni, mentre in questo momento ne ha anche troppe visto che col dito mi strofino il clitoride, ho completamente infilato in culo il vibratore (è piccolino) e faccio su e giù con un cazzo finto nella fessura tra le grandi labbra. Quindi non persi altro tempo, lo feci sdraiare sul tavolo e cominciammo un fantastico 69, e nonostante tutto ci seppe fare a succhiarmela. L’eccitazione per lui era troppa ma anche per me, e venne meravigliosamente sul mio viso e in bocca. Succhiai per quanto più possibile la sborra ripulendogli l’uccello e le mie mani con la lingua. Anche lui succhiò i miei umori e disse che erano molto buoni. Dovevamo ancora lavorare un po’, quindi ci ricomponemmo velocemente e finimmo in una mezz’ora. Ci salutammo con un bacio sulle guance e un forte abbraccio, dove lui mi fece sentire sulla coscia il suo cazzo nuovamente duro e io le mie tette coi capezzoli turgidi sul suo petto. Rimanemmo così per un minuto e quel momento fu il più eccitante di tutta la mia vita, fu meglio del sesso, capì che lo amavo e che me ne fregavo che fosse più giovane di me e penso che per lui sia la stessa cosa. Ora mentre mi masturbo penso sempre a lui e a questa esperienza incredibile con la certezza che dopo la Befana, quando si rientrerà dalle ferie, faremo altro straordinario e mostrerò di nuovo qualcosa di rosso… magari un reggiseno o delle calze a rete.
     
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