ho ritrovato il mio primo amore..

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  1. Kenta93
     
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    questa storia ha inizio molti anni fa quando , da ragazzo, andavo in vacanza al mare con i miei genitori. crescendo quel luogo per noi ragazzi era diventato il più bel paese del mondo . ci ritrovavamo ogni anno , la nostra era la compagnia più allegra e burlona di tutta la spiaggia. se una ragazza nuova voleva aggregarsi alla compagnia, doveva accettare la nostre regole: tutti i maschietti dovevano dare un voto scritto e segreto a pancia, pancia intesa come figa, tette e culo. le vacanze in quel paradiso ci rendeva felici. con il passare degli anni e crescendo, si formarono delle coppie e quando andavamo in spiaggia o a fare il bagno le coppie si appartavano: i primi baci, le prime toccate reciproche. la mia ragazza si chiamava alberta. bionda, molto carina, simpatica sempre pronta ad organizzare scherzi e passeggiate. la famiglia di uno della compagnia aveva una villa in collina e per i 18 anni del figlio, i genitori ci permisero di usare il seminterrato per ballare e festeggiare ferragosto. alberta, con la solita fantasia, ci fece lavorare per costruire dei piccoli festoni di carte colorate che appendevamo sul soffitto. con una colletta comprammo cibarie, bevande e proprio perchè era ferragosto potevamo ballare fino alle 2 di notte . quella notte, complici le libagioni, in giardino feci ad alberta il suo primo ditalino. mi sembrava di toccare il cielo con un dito e poi far scorrere la lingua sulla fighetta…al primo tocco si ritrasse. ”ti ho fatto male“ – “no è stato bellissimo ma mi sono sentita dentro un forte fremito“ ripresi a baciargliela aumentando sempre più le leccate …ero senza saliva ma volevo continuare fino farle raggiungere l’orgasmo. si muoveva scompostamente, il suo addome sussultava, spalancò le cosce e la mia lingua raggiunse il tanto sospirato bottoncino. la sentivo godere, smaniare e tutto il corpo era scosso da fremiti incontrollabili che la fecero urlare dal piacere “ti piace alberta“ e scossa dal piacere “non sapevo, me l’aveva detto un’amica” ebbe un altro orgasmo che la lasciò senza forze…la lasciai un po’ tranquilla a rilassarsi ma avevo il cazzo duro da spaccare i sassi. glielo misi in mano “gigi com’è caldo, grosso e pulsante“ le guidai la mano per masturbarmi e quando sentii la sborra pronta per il lancio
    “avvicina la lingua e leccalo“ quando la sborra le schizzò sul viso fece una faccia schifata. si allontanò piangendo e dicendomi che ero un porco a trattarla così “come fossi una puttana“. le chiesi scusa in mille modi ma la nostra storia fini così. tornato in città Adv cercai di contattarla ma inutilmente. Oggi diremmo per un semplice pompino… l’estate successiva la grande delusione. alberta era in un altro bagno con il moroso. erano passati ormai molti anni .. mi ero laureato, sposato avevo fatto carriera, mi ero separato da mia moglie, a volte mi dicevo che facevo proprio una vita del cazzo, l’unico diversivo era la mia segretaria. i primi anni ero talmente arso dal desiderio di far carriera che la ignoravo. una sera avevamo fatto tardi in ufficio. si avvicnò accarezzandomi e dicendomi
    “gigi non ti sei accorto che esisto anch’io?“ quelle parole me la fecero guardare …avevo vicino una creatura che si dedicava a me, anima e corpo enon perché ero il suo capo. allora era la mia donna. una volta eravamo andati insieme in ferie in un villaggio turistico in marocco …che spettacolo il mare e l’entroterra. eravamo sempre nudi non so quante volte al giorno abbiamo fato l’amore. una notte l’avevamo fatto in riva al mare, fino allo sfinimento. purtroppo tutto ha una fine, il suo moroso l’aveva messa incinta ed ero rimasto lì come un pirla. alberta era sempre nei miei pensieri concludendo amaramente che la sua dolcezza mi avrebbe fatto fare una vita più serena e tranquilla.
    un pomeriggio di luglio ero uscito presto dall’ufficio. tra il caldo ed i lavoro ne avevo pieni i cogl… camminavo distrattamente, l’asfalto sembrava attaccarsi alle suole delle scarpe. ero accaldato, sudat , incazzato con me stesso imprecavo. vidi davanti a me un bel culo sculettante, mi è venuto il classico tuffo al cuore …quel culo lo conosco... ”ciao alberta“ si voltò contrariata ”lei chi crede di essere“ poi arrossendo “gigi sei tu come hai fatto a riconoscermi “ ci abbracciammo scambiandoci un bacio sulla guancia e l’invitai a prendere qualcosa di fresco. ci sedemmo ad un tavolino e parlammo a lungo. le confidai il mio desiderio di scusarmi per quello che aveva provocato la fine della nostra storia tanti anni prima. ci raccontammo cosa era successo nella nostra vita da allora per quanto riguardava l'amore. mi disse che si era sposata poi suo marito si era ammalato seriamente e non avevano avuto figli. le cose si erano sistemate e adesso stavano bene. ammetto che la cosa mi fece piacere. le raccontai della mia vita e mi accorsi che lentamente si era avvicinata a me. volevo darle un bacio sulla guancia. quando fu l'ora di alzarsi facendomi coraggio, le sussurrai "ti andrebbe di recuperare un po' del tempo perduto?" restò per um momento impassibile, mi aspettavo un rifiuto "a me va bene, ormai la mia giornata è finita" c’infilammo in un androne di un palazzo. alberta si avvinghiò e mi baciò appassionatamente "sei pazza?" e lei sorridendo “chi vuoi che ci conosca” stava calando la sera e con la mia macchina andammo verso il lago di como. Durante il viaggio alberta allungò una mano e mi stuzzicava l'uccello, tanto che dovetti dirle di smetterla perché diventava pericoloso. Ci fermammo al primo albergo che trovammo. Non avevamo nemmeno chiuso la porta che lei mi saltò addosso, mi baciò di nuovo e mi disse "Dove sei stato tutti questi anni" la spogliai lasciandola in reggiseno e slip. mi allontanai ammirandola e le dissi: "completa lo strip tease, voglio vedere se sei bella come tanti anni fa“ si spogliò con movenze sensuali… era ancora bella ma mi chiedevo se avesse gustato tutte le gioie del sesso. Il mio slip era gonfiato dall’erezione. la strinsi tra le braccia baciandola. il cazzo premeva sul suo pancino. con una mano lo palpava quasi timorosa ma mi piaceva “hai imparato ad usare la bocca?" In un attimo il mio cazzo turgido sparì tra le sue labbra lo leccava di gusto, lo lavorava da esperta …si fermò un momento "e tu non fai niente?" vidi davanti agli occhi la scena che ci aveva diviso: una leccata di figa. la strinsi baciandola e le sussurrai in un orecchio “ti ricordi cosa ci ha fatto allontanare?“ le accarezzi la vagina…”se ti chiedo di baciartela scappi ancora?“ si sdraiò su letto, il suo viso sembrava dirmi “prendimi , sono tua“ e cominciai a slinguarle la fighetta, cercai il clitoride e le provocai un orgasmo che le squassava tutto il corpo spruzzandomi il suo dolce nettare. Quei violenti orgasmi ci lasciarono senza fiato e stesi sul letto ricordammo i bei tempi della spensierata gioventù “ Hai mai provato a fare il 69?“ arrossì dicendo un timido no…”è come fare insieme un pompino ed una bella leccata di passerina“. era impacciata, ìla misi bene in posizione e questa volta me lo lavorò di bocca e mi stimolò a leccargliela con tutta la passione possibile. veniva a ripetizione, la sentivo ansimare e sotto di me si dimenava godendo, agitandosi. quando sfiniti ci sdraiammo uno accanto all’altro, il suo viso era sudato ma sorrideva felice. le asciugai il sudore. la coccolai e mi venne a cavalcioni per baciarmi, mi piaceva sentire il suo corpo caldo sul mio. con le mie gambe allargai le sue e con un “ timido” ditino visitai il suo culetto. la scosse un brivido. fece la faccia scura da offesa “questo proprio no al solo pensiero mi sembra di sentire un dolore insopportabile” non l’ascoltai continuando a lavorarglielo con due dita…alternavo leccate di figa a stimolazioni del buco oscuro. non capita tutti i giorni un bel culo da sverginare. a furia di leccargliela l’avevo fatta venire una prima volta e mi disse "vieni dentro ma non farmi male" e così facendo si allargò le grandi labbra. non me lo feci ripetere due volte. la stavo chiavando come una furia. raggiunse presto un secondo orgasmo, il suo corpo era tutto un brivido caldo, le strizzavo i seni poi tirai fuori il cazzo grondante di umori dalla sua figa e le dissi:
    "Girati prova il piacere anale" aveva goduto così tanto da essere frastornata e si mise alla pecorina. inumidii due dita nella sua fighetta le lubrificai il buco del culo e appoggiai il cazzo. “rilassati fai un bel respiro e vedrai che ti piacerà“ e tenendo ben aperte le chiappe appoggiai la cappella introducendola sempre un po’ di più. poi con un colpo secco lo spinsi tutto dentro. sentii un gridolino sommesso di dolore ma io non mi fermai. lo sfilai solo un poco per poi affondarlo ancora…intanto le accarezzavo la figa infilando un dito. dopo questo delicato servizio il suo culo cominciava a dilatarsi. mi fermai baciandole la schiena
    “ti ho fatto male?“ scrollò la testa
    “all’inizio mi sembrava un dolore insopportabile, adesso mi piace sentirmelo dentro“ con molta pazienza continuai a dilatarglielo. i suoi gemiti di dolore si trasformarono in mugolii di godimento e cominciò a dirmi di non fermarmi, di continuare a possederla nel culo “mi piace, è un piacere nuovo continua mi stai facendo impazzire da tanto godo“ il terzo orgasmo arrivò poco dopo con una scarica di movimenti convulsi. Si dimenava come un'anguilla, credo che non godesse così da chissà quanto tempo. Ormai anche il mio cazzo era arrivato alla fine “alberta non ce la faccio più sto per venire ti sborro dentrooo“ non riuscii a finire la parole che le scaricai nell’ano una calda ed abbondante sborrata… la mia sborra le impiastricciava le chiappe e scendeva sulla figa. il suo corpo era una scarica di orgasmi che la scuotevano “ti senti male alberta“ - “nooo mi hai fatto godere come non ho mai goduto in vita mia“ si sdraiò sul letto, aveva il viso sudato ed il respiro affannato che le faceva sobbalzare i seni . con un asciugamani le asciugai il viso. le baciavo i seni, le succhiavo i capezzoli turgidi, mi accarezzò il viso “da un male quasi insopportabile ad una serie di orgasmi che non riuscivo a controllare“ era ora di cena e dopo una salutare doccia cenammo. l’ammiravo, il suo viso era felce e rilassato, da sotto il tavolo cercava il cazzo con un piede. le chiesi se non aveva goduto abbastanza e mi rispose che non vedeva l’ora di provare altre e più intense emozioni.
    la serata era fresca ed uscimmo passeggiando sul lungolago. in una gelateria gustammo un maxi gelato. dopo esserci alzati mi prese per mano dandomi un bacio sulla guancia “se ti dicessi che ho voglia di fare l’amore“ accelerando il passo tornammo nella nostra camera. ci abbracciammo baciandoci come degli ossessi, con le mani le palpai il culo e accarezzai la figa. la sua manina cercò il cazzo “non ti fa male così duro?“ e le sussurrai “a te piacerebbe un cazzo molle?“ lasciammo accese solo le abatjour, in quella luce fioca i suoi occhi sembravano ancora più belli. la presi in braccio, l’adagiai sul letto per baciarle la figa...che bella fighetta rosa e morbida. a colpi di lingua entrai fino a raggiungere il clito. al primo tocco il suo addome sobbalzò “sììì gigi sììì, sei magico succhiamelo bene voglio una notte di solo sesso“ il suo corpo si muoveva al ritmo delle leccate e quando strinsi tra le labbra il clito torturandolo si contrasse con un rantolo sordo e prolungato “gigi, gigi mio il paradiso continua fammi venire è da troppo tempo “ la voce le si spense in gola continuando a godere e spruzzandomi tutto il suo piacere. le scostai le gambe ed infilai il cazzo. dentro era un solo fremito che le faceva stringere il cazzo convulsamente. più la possedevo e più reagiva alle mie violente penetrazioni alzando l’addome per gustarsi il cazzo. si dimenava in modo scomposto ma riuscì a dire “giriamoci lo voglio sentire tutto dentro“ si mise a pecorina…che cavalcata amici conclusa con una bella sborrata. e finchè il cazzo non si smollò stimolò i muscoli vaginali per spremerlo. era ormai notte fonda, eravamo felici ma distrutti dal piacere. mi stesi si accoccolò su di me e baciandomi con dolcezza “grazie amore“ ci svegliammo che il sole era già alto. alberta era ancora stesa su di me e dormiva…o fingeva di farlo. le feci scorrere un dito nel solco anale , sorrise felice “amore mi fai il solletico“ un’abbondante doccia fatta insieme ci tolse lo sporco e la fatica della notte. mi ero steso sul letto, la vedevo nuda in bagno davanti allo specchio, si pettinava…il mio cazzo fece la sua parte alzando la testolina. mi alzai, andai alle sue spalle accarezzandole i seni “ sei bella come tanti ani fa“ mi diede un bacio sulla guancia, le socchiusi le gambe appoggiando il cazzo sulla figa. vidi nello specchio un bel sorriso e disse “la finiamo in bellezza?“ si piegò per farsi penetrare. mi muovevo in lei lentamente con lunghe e lente penetrazioni ma ci pensava le ad arretrare prima lentamente e man mano che godeva sempre più velocemente “dai fammi godere e lasciami un bel ricordo”. era ormai ora di tornare in città. parlammo poco in macchina, ogni tanto alberta mi regalava un bacio sulla guancia ed al momento di lasciarci ci scambiammo il n° del cell. fu un saluto triste ma così è la vita. “alberta ti ho ritrovato, cerchiamo di non perderci di vista come tanti anni fa e vediamoci ancora se mi vorrai “ e lei con gran sorriso
    “scemo“.



     
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0 replies since 23/3/2010, 16:27   3822 views
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