La calda mamma del mio amico

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  1. Kenta93
     
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    Era arrivato improvvisamente un acquazzone, cogliendolo di sorpresa e riducendolo ad un pulcino fradicio. Non potendo trovare un riparo più vicino, decise di fermarsi a casa del suo amico, tra l’altro stava cominciando anche a grandinare per giunta. Fece più in fretta possibile, parcheggiò il motorino davanti al cancello e suonò al citofono. Rispose la voce di una donna che, riconoscendolo, gli aprì immediatamente; aprì la porta e lo vide correre sotto la pioggia completamente zuppo dalla testa ai piedi e tentò invano di raggiungerlo con un ombrello. Fu più rapido lui ad entrare in casa, nonostante scivolò su una pozzanghera piena di fango imbrattandosi i pantaloni e le mani. “Salve signora, mi scusi, questi temporali primaverili ti prendono sempre alla sprovvista!” “Non ti preoccupare… Fulvio non c’è però; adesso è a lavorare e non sarà qui prima delle sette”. Stava sgocciolando tutto sul parquet il ragazzo, pieno di fango e acqua piovana, ma la signora Catrini disse di non preoccuparsi. “Sarà meglio che ti vada a prendere i vestiti di mio figlio, tanto più o meno portate la stessa taglia, e che ti dia degli asciugamani… anzi, è meglio che ti fai una doccia prima che ti venga una polmonite! Tra l’altro fa anche freddo, non voglio mica averti sulla coscienza”. Dapprima Federico non voleva essere così d’intralcio, poi dovette accettare. La signora Catrini lo avvolse con un lungo asciugamano da mare per non bagnare ulteriormente il pavimento che era appena stato lucidato a dovere (“dovrei fartelo leccare goccia per goccia, maiale”) da lei stessa, e i suoi sforzi erano stati vanificati da quel bel fusto di 25 anni, venti meno di lei, mentre stavano salendo le scale a chiocciola per dirigersi nel bagno. La signora Catrini mostrò dove si trovava l’accappatoio del figlio e dove si trovava lo shampoo e la schiuma da bagno e gli diede un panno per lavarsi addosso; “adesso ti vado a prendere i vestiti” Federico fece un cenno di assenso e la ringraziò ulteriormente. Una volta solo nel bagno cominciò a spogliarsi, fino a rimanere completamente nudo, e s’infilò nella doccia. Aprì il rubinetto dell’acqua calda giocando con quella fredda per avere una temperatura ideale e cominciò ad insaponarsi i capelli. “Posso entrare? Sei nella doccia?” “Sì si!” “Te li metto qui sulla sedia i vestiti, d’accordo?” La signora Catrini poteva scorgere chiaramente la silouhette del ragazzo, e gli cominciarono a balenare strani pensieri poco eleganti per una signora sposata, col marito che sarebbe arrivato tra un paio d’ore stanco morto per il lavoro. Elma Catrini era una donna molto attraente, bionda, con un seno molto formoso, abbastanza alta e Adv con gli occhi azzurri. Nonostante l’altezza non indifferente per una donna, non era magra ma ben tornita, anche se non la si poteva certo definire grassa. Insomma era un corpo abbastanza invidiabile, affabile e bramabile sia da donne che da uomini. Uscì dalla porta del bagno e si recò a pianterreno nel grande salone dell’entrata. Passarono venti minuti, Federico si era appena vestito e scese dabbasso in soggiorno dove trovò, seduta su un comodo divano di pelle beige, la signora Carlini intenta a fare un cruciverba. “Grazie tante, mi scusi ancora, come posso sdebitarmi?”. La donna distolse lo sguardo dal cruciverba e lo puntò sul ragazzo, inclinando leggermente il capo all’ingiù in modo da poterlo scorgere bene senza gli occhiali da lettura. “Beh, fai tu, se hai un pisello come si deve dovrei sdebitarmi io poi…” “Com… cosa?” “Dicevo che se mi mostri il tuo cazzo in tiro ed è abbastanza lungo, bello e grosso ci divertiremo, altrimenti va bene così!” Federico era incredulo e imbarazzato, ma l’idea che quella donna, sposata e madre del suo amico, bellissima ed eccitante nonostante un’età non più fanciullesca, potesse avergli fatto certe avance, glielo fece diventare subito duro e in un baleno tiro giù la lampo dei pantaloni e scostò gli slip facendo balzare fuori un membro di almeno venti centimetri. “Oh, oh! Guarda che scherzavo, tesoro! Oh mio Dio, scusa, scusami tanto, ma ti ho fatto davvero questo effetto? Wow, non ci credo!”. Dei rumori provenivano dalla serratura del portone principale, che un attimo dopo si aprì. “Mamma! Che cazzo succede?” Erano le due figlie più piccole, Giuliana di 20 anni e Monica di 17. La madre non sapeva cosa dire, ma poi trovò il coraggio e disse la verità. Federico era rimasto così, col pene ritto e in bella mostra come se fosse la cosa più normale del mondo. “Ragazze, se non foste entrate non sarebbe accaduto niente lo stesso, ve lo giuro, dovete credermi”. Monica era quasi convinta dell’innocenza della madre, ma Giuliana che era un po’ più grande si rifiutò persino di ascoltarla. “Se la metti così allora, tanto vale…” Elma lanciò il cruciverba dietro al divano e si alzò in direzione di Francesco, si inginocchiò davanti a lui e cominciò a giocare con il suo membro, carezzandolo con le mani, tastandolo, passando la punta dell’indice sulla punta dell’uccello, poi prese a lanciarselo contro la guancia destra, facendolo schioccare al contatto con il suo viso, così fece con la guancia sinistra. “Cosa sto facendo di male, eh? Sto solo giocando con un cazzo, non sto mica tradendo vostro padre! È divertente, non voglio certo mancare di rispetto a Federico, ma lui gode da pazzi e io mi diverto solamente, mica mi sto eccitando”. Giuliana lanciò un’occhiata di fuoco a sua madre e prese il cellulare per chiamare suo padre; Elma continuò per un po’ questo giochetto finchè non si stufò e infilò il randello nella sua scollatura, facendolo entrare ed uscire piano senza dover denudare i propri seni enormi. “Ti piacciono molto le mie tette, non è così? Lo sento ancora più duro questo uccello”. Aveva detto che non era per nulla eccitata, ma forse non era così, noncurante del fatto che la figlia stava riferendo tutto al marito, cosa che invece avrebbe dovuto impedire, ma come? Mica poteva ucciderla, preferiva anzi a questo punto che il matrimonio saltasse, non era poi così grave al giorno d’oggi. Non si era accorta nemmeno che Monica aveva preso il cellulare della sorella e lo aveva scaraventato a terra distruggendolo, e che subito dopo si stavano azzuffando e Giuliana fu sopraffatta dalla sorellina. Aveva trovato un modo per salvare il matrimonio dei suoi, e per farlo dovette solo legare Giuliana e prendere il proprio cellulare. Corse dalla madre che stava facendo una spagnola al ragazzo “mamma, presto, basta fare la zoccola per divertimento, o la fai davvero oppure possiamo fare in modo per cui Giuliana non possa parlare e salvare il matrimonio tra te e papà!” Elma tolse il membro dai suoi seni e fu tutta orecchi. Dopo aver spiegato il piano i tre si diressero verso Giuliana “Non ti azzardare a mordergli questo magnifico cazzo perché altrimenti ti faccio inculare a sangue, una figlia non può disubbidire alla propria mamma. Ora, da brava, apri la bocca e fagli un paio di pompe, per favore, tesoro”. Giuliana non voleva essere sverginata a quella maniera, era fidanzata da sei anni e ci teneva molto al suo ragazzo, non voleva perderlo e voleva assolutamente essere sverginata da lui. Mentre il membro entrava e usciva dalla sua bocca, Monica scattò alcune foto con la fotocamera del cellulare. “Guardami, guardami! Così, brava, sorridi, fai vedere che ti piace! Adesso spogliamola e facciamo alcune foto mentre trombano” disse Monica, mentre per Giuliana non vi fu modo che di accontentarle. “Oh cazzo, sto per venire!” “Presto allora, tiralo fuori dalla figa e sborragli in faccia” urlò Elma, e in un attimo gli inondò il viso di sperma, mentre Monica scattava tante foto e Giuliana doveva sorridere forzatamente, come se le stesse piacendo davvero tutto ciò. “Ecco, adesso non dirai proprio niente a papà, a meno che non vuoi che mostri al tuo fidanzato quanto sei porca!” disse civettando Monica, ed Elma invitò alla calma la figlia minore “Non trattare così tua sorella, non è stupida e ha capito benissimo, non serve infierire così! Non ce l’abbiamo con te Giuly, mi dispiace che sia dovuta ricorrere a questo metodo spregevole, ma come ti ho detto non avrei tradito tuo padre” “Ho capito mamma, comunque non è stato poi così brutto in fondo, questa verga mi è piaciuta, ma adesso è meglio che mi vada a ripulire prima che arrivi papà”.Giuliana si recò alla doccia, mentre Monica si accorse che si era bagnata il pube per le scene di sesso appena viste. “Non sono pronta per un cazzo, ma ne avresti voglia di ciucciarmela, sai, ho una gran voglia e non resisto, mi brucia da impazzire” Federico non credeva a quello che aveva appena sentito e guardò Elma. “Coraggio figliolo, ora devi accontentare anche i bisogni degli altri” In un attimo la sua bocca era incollata alla vagina di Monica che era completamente fradicia come lui quando era entrato in quella casa, ma lei lo era di umori. La fece venire un paio di volte finchè non fu abbastanza soddisfatta. La madre si godeva la scena seduta sul divano e fu orgogliosa delle sue figlie. Quando Giuliana tornò in sala Federico aveva già tolto il disturbo, e c’era già papà che abbracciava mamma, ignaro del bordello che si era appena consumato, e si accorse che ebbe una fitta di eccitazione al pube, in fondo era bene che non lo avrebbe mai saputo.



     
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  2. Sserpentelo
     
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    hmmmm belloooooooooo
    mi piace sto racontoo
     
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  3. dargheon
     
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    minkia te li sei passati tutti! chissà quanti segoni mi hai lasciato sul forum :P
     
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  4. Sserpentelo
     
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    ??????

    be diciamo che ho quasi letto tuti gli raconti hahaha xD
     
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  5. dargheon
     
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    hai pulito dopo? image
     
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  6. Sserpentelo
     
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    -.- XD
     
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  7. dargheon
     
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    non pensavo fossi un timido image
     
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  8. Sserpentelo
     
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    io ? hahahahha xD

    agiungimi su msn ... [email protected] XD
    ok ?
     
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    CITAZIONE (Kenta93 @ 23/3/2010, 17:20) 
    Era arrivato improvvisamente un acquazzone, cogliendolo di sorpresa e riducendolo ad un pulcino fradicio. Non potendo trovare un riparo più vicino, decise di fermarsi a casa del suo amico, tra l’altro stava cominciando anche a grandinare per giunta. Fece più in fretta possibile, parcheggiò il motorino davanti al cancello e suonò al citofono. Rispose la voce di una donna che, riconoscendolo, gli aprì immediatamente; aprì la porta e lo vide correre sotto la pioggia completamente zuppo dalla testa ai piedi e tentò invano di raggiungerlo con un ombrello. Fu più rapido lui ad entrare in casa, nonostante scivolò su una pozzanghera piena di fango imbrattandosi i pantaloni e le mani. “Salve signora, mi scusi, questi temporali primaverili ti prendono sempre alla sprovvista!” “Non ti preoccupare… Fulvio non c’è però; adesso è a lavorare e non sarà qui prima delle sette”. Stava sgocciolando tutto sul parquet il ragazzo, pieno di fango e acqua piovana, ma la signora Catrini disse di non preoccuparsi. “Sarà meglio che ti vada a prendere i vestiti di mio figlio, tanto più o meno portate la stessa taglia, e che ti dia degli asciugamani… anzi, è meglio che ti fai una doccia prima che ti venga una polmonite! Tra l’altro fa anche freddo, non voglio mica averti sulla coscienza”. Dapprima Federico non voleva essere così d’intralcio, poi dovette accettare. La signora Catrini lo avvolse con un lungo asciugamano da mare per non bagnare ulteriormente il pavimento che era appena stato lucidato a dovere (“dovrei fartelo leccare goccia per goccia, maiale”) da lei stessa, e i suoi sforzi erano stati vanificati da quel bel fusto di 25 anni, venti meno di lei, mentre stavano salendo le scale a chiocciola per dirigersi nel bagno. La signora Catrini mostrò dove si trovava l’accappatoio del figlio e dove si trovava lo shampoo e la schiuma da bagno e gli diede un panno per lavarsi addosso; “adesso ti vado a prendere i vestiti” Federico fece un cenno di assenso e la ringraziò ulteriormente. Una volta solo nel bagno cominciò a spogliarsi, fino a rimanere completamente nudo, e s’infilò nella doccia. Aprì il rubinetto dell’acqua calda giocando con quella fredda per avere una temperatura ideale e cominciò ad insaponarsi i capelli. “Posso entrare? Sei nella doccia?” “Sì si!” “Te li metto qui sulla sedia i vestiti, d’accordo?” La signora Catrini poteva scorgere chiaramente la silouhette del ragazzo, e gli cominciarono a balenare strani pensieri poco eleganti per una signora sposata, col marito che sarebbe arrivato tra un paio d’ore stanco morto per il lavoro. Elma Catrini era una donna molto attraente, bionda, con un seno molto formoso, abbastanza alta e Adv con gli occhi azzurri. Nonostante l’altezza non indifferente per una donna, non era magra ma ben tornita, anche se non la si poteva certo definire grassa. Insomma era un corpo abbastanza invidiabile, affabile e bramabile sia da donne che da uomini. Uscì dalla porta del bagno e si recò a pianterreno nel grande salone dell’entrata. Passarono venti minuti, Federico si era appena vestito e scese dabbasso in soggiorno dove trovò, seduta su un comodo divano di pelle beige, la signora Carlini intenta a fare un cruciverba. “Grazie tante, mi scusi ancora, come posso sdebitarmi?”. La donna distolse lo sguardo dal cruciverba e lo puntò sul ragazzo, inclinando leggermente il capo all’ingiù in modo da poterlo scorgere bene senza gli occhiali da lettura. “Beh, fai tu, se hai un pisello come si deve dovrei sdebitarmi io poi…” “Com… cosa?” “Dicevo che se mi mostri il tuo cazzo in tiro ed è abbastanza lungo, bello e grosso ci divertiremo, altrimenti va bene così!” Federico era incredulo e imbarazzato, ma l’idea che quella donna, sposata e madre del suo amico, bellissima ed eccitante nonostante un’età non più fanciullesca, potesse avergli fatto certe avance, glielo fece diventare subito duro e in un baleno tiro giù la lampo dei pantaloni e scostò gli slip facendo balzare fuori un membro di almeno venti centimetri. “Oh, oh! Guarda che scherzavo, tesoro! Oh mio Dio, scusa, scusami tanto, ma ti ho fatto davvero questo effetto? Wow, non ci credo!”. Dei rumori provenivano dalla serratura del portone principale, che un attimo dopo si aprì. “Mamma! Che cazzo succede?” Erano le due figlie più piccole, Giuliana di 20 anni e Monica di 17. La madre non sapeva cosa dire, ma poi trovò il coraggio e disse la verità. Federico era rimasto così, col pene ritto e in bella mostra come se fosse la cosa più normale del mondo. “Ragazze, se non foste entrate non sarebbe accaduto niente lo stesso, ve lo giuro, dovete credermi”. Monica era quasi convinta dell’innocenza della madre, ma Giuliana che era un po’ più grande si rifiutò persino di ascoltarla. “Se la metti così allora, tanto vale…” Elma lanciò il cruciverba dietro al divano e si alzò in direzione di Francesco, si inginocchiò davanti a lui e cominciò a giocare con il suo membro, carezzandolo con le mani, tastandolo, passando la punta dell’indice sulla punta dell’uccello, poi prese a lanciarselo contro la guancia destra, facendolo schioccare al contatto con il suo viso, così fece con la guancia sinistra. “Cosa sto facendo di male, eh? Sto solo giocando con un cazzo, non sto mica tradendo vostro padre! È divertente, non voglio certo mancare di rispetto a Federico, ma lui gode da pazzi e io mi diverto solamente, mica mi sto eccitando”. Giuliana lanciò un’occhiata di fuoco a sua madre e prese il cellulare per chiamare suo padre; Elma continuò per un po’ questo giochetto finchè non si stufò e infilò il randello nella sua scollatura, facendolo entrare ed uscire piano senza dover denudare i propri seni enormi. “Ti piacciono molto le mie tette, non è così? Lo sento ancora più duro questo uccello”. Aveva detto che non era per nulla eccitata, ma forse non era così, noncurante del fatto che la figlia stava riferendo tutto al marito, cosa che invece avrebbe dovuto impedire, ma come? Mica poteva ucciderla, preferiva anzi a questo punto che il matrimonio saltasse, non era poi così grave al giorno d’oggi. Non si era accorta nemmeno che Monica aveva preso il cellulare della sorella e lo aveva scaraventato a terra distruggendolo, e che subito dopo si stavano azzuffando e Giuliana fu sopraffatta dalla sorellina. Aveva trovato un modo per salvare il matrimonio dei suoi, e per farlo dovette solo legare Giuliana e prendere il proprio cellulare. Corse dalla madre che stava facendo una spagnola al ragazzo “mamma, presto, basta fare la zoccola per divertimento, o la fai davvero oppure possiamo fare in modo per cui Giuliana non possa parlare e salvare il matrimonio tra te e papà!” Elma tolse il membro dai suoi seni e fu tutta orecchi. Dopo aver spiegato il piano i tre si diressero verso Giuliana “Non ti azzardare a mordergli questo magnifico cazzo perché altrimenti ti faccio inculare a sangue, una figlia non può disubbidire alla propria mamma. Ora, da brava, apri la bocca e fagli un paio di pompe, per favore, tesoro”. Giuliana non voleva essere sverginata a quella maniera, era fidanzata da sei anni e ci teneva molto al suo ragazzo, non voleva perderlo e voleva assolutamente essere sverginata da lui. Mentre il membro entrava e usciva dalla sua bocca, Monica scattò alcune foto con la fotocamera del cellulare. “Guardami, guardami! Così, brava, sorridi, fai vedere che ti piace! Adesso spogliamola e facciamo alcune foto mentre trombano” disse Monica, mentre per Giuliana non vi fu modo che di accontentarle. “Oh cazzo, sto per venire!” “Presto allora, tiralo fuori dalla figa e sborragli in faccia” urlò Elma, e in un attimo gli inondò il viso di sperma, mentre Monica scattava tante foto e Giuliana doveva sorridere forzatamente, come se le stesse piacendo davvero tutto ciò. “Ecco, adesso non dirai proprio niente a papà, a meno che non vuoi che mostri al tuo fidanzato quanto sei porca!” disse civettando Monica, ed Elma invitò alla calma la figlia minore “Non trattare così tua sorella, non è stupida e ha capito benissimo, non serve infierire così! Non ce l’abbiamo con te Giuly, mi dispiace che sia dovuta ricorrere a questo metodo spregevole, ma come ti ho detto non avrei tradito tuo padre” “Ho capito mamma, comunque non è stato poi così brutto in fondo, questa verga mi è piaciuta, ma adesso è meglio che mi vada a ripulire prima che arrivi papà”.Giuliana si recò alla doccia, mentre Monica si accorse che si era bagnata il pube per le scene di sesso appena viste. “Non sono pronta per un cazzo, ma ne avresti voglia di ciucciarmela, sai, ho una gran voglia e non resisto, mi brucia da impazzire” Federico non credeva a quello che aveva appena sentito e guardò Elma. “Coraggio figliolo, ora devi accontentare anche i bisogni degli altri” In un attimo la sua bocca era incollata alla vagina di Monica che era completamente fradicia come lui quando era entrato in quella casa, ma lei lo era di umori. La fece venire un paio di volte finchè non fu abbastanza soddisfatta. La madre si godeva la scena seduta sul divano e fu orgogliosa delle sue figlie. Quando Giuliana tornò in sala Federico aveva già tolto il disturbo, e c’era già papà che abbracciava mamma, ignaro del bordello che si era appena consumato, e si accorse che ebbe una fitta di eccitazione al pube, in fondo era bene che non lo avrebbe mai saputo.
     
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8 replies since 23/3/2010, 16:20   24023 views
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