Le nuove esperienze di mia sorella

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    Dopo le avventure mie e di mia sorella Claudia che vi ho già raccontato in passato, la nostra relazione sessuale proseguiva speditamente anche se dovevamo sempre adottare mille precauzioni per non essere scoperti e, anche più semplicemente, per non destare sospetti né in casa né fuori.
    La fortuna ci venne in soccorso: ormai eravamo entrambi iscritti all’università ed avemmo la geniale idea di fare domanda per uno scambio di 6 mesi con un’università estera.
    Mentre tutti gli altri studenti si candidarono per atenei di grandi città nelle quali abbinare allo studio (poco) il divertimento (molto), noi scegliemmo una facoltà del nord Europa talmente poco ambita che le richieste furono soltanto due: la mia e quella di mia sorella.
    Due mesi dopo partimmo ed al nostro arrivo, alcuni giorni prima dell’inizio dei corsi universitari, iniziammo a cercare casa.
    Naturalmente la nuova avventura fu festeggiata la prima notte nella nuova città con tanto sesso: mia sorella si sentiva libera, senza timore di essere scoperta e così si donò a me interamente. Fece indigestione di sborra, in bocca, nella fica, nel culo. Non le bastava mai e a me non bastava mai quella che lasciavo nei suoi orifizi. Era una vera macchina per il sesso, la sua vagina inghiottiva il mio cazzo fino alla base ed i suoi gemiti rimbombavano nella stanza d’albergo.
    Dormimmo pochissimo ma la mattina eravamo pronti alla ricerca del nostro nuovo nido d’amore e di sesso, chiesi però a Claudia un ennesimo gesto d’amore nei miei confronti. Visto che dovevamo camminare parecchio, avrebbe dovuto ficcarsi nella vagina alcune palline che l’avrebbero deliziosamente torturata durante le visite agli appartamenti.
    Non vi dico le scene. Sull’autobus Claudia raggiunse il suo primo orgasmo mentre dopo ogni due – tre chilometri la vedevo rallentare mordersi le labbra e chiudere gli occhi in preda all’estasi. Dopo il quarto orgasmo mi chiese se poteva togliersele perché si sentiva mancare ma la costrinsi a tenerle fino al termine della giornata quando ormai le labbra della sua vulva erano rosse come un peperone e il clitoride paonazzo. In tutto questo tormento per mia sorella trovammo la casa: un bilocale perfetto con un solo letto matrimoniale e uno studio dove alternare studio e sesso.
    La sera, rientrati in albergo, volevo scoparmi Claudia ma lei non voleva perché aveva una forte irritazione tra le gambe ma insistendo si concesse. Vidi mia sorella che per la prima volta soffriva nel farsi montare ma il suo era un misto di sofferenza e di piacere, prolungai il più possibile l’amplesso proprio per capire quanto era capace di reggere ma dopo circa venti minuti mi supplicò di smettere. In effetti aveva due labbra gonfissime e rosse. Mi sbrigai a venirle dentro e le Adv permisi di riposare. Salvo poi incularla la mattina successiva tanto per darle in buongiorno.
    Per alcuni giorni evitammo di fare sesso vaginale perché l’irritazione non le consentiva di godere ma gli altri due buchini erano pur sempre ospitali e graditi.
    Dopo una settimana dal nostro arrivo ci trasferimmo in casa nuova e Claudia si rivelò una vera donna di casa: cucinava, puliva ed era sempre disponibile a soddisfare le mie voglie. Non per questo io era da meno: spesso lei aveva il desiderio di una bella leccata di passera e io non mi lasciavo scappare l’occasione di bere un po’ di umori della mia sorellina.
    In quel periodo scopavo spesso mia sorella a pecora ficcandole contemporaneamente un vibratore nel culo, mi venne così un’idea un po’ folle ma eccitante da morire.
    Nel nostro corso di studi c’erano due ragazzi di colore, simpatici ed atleticamente ben messi. Una sera all’insaputa di mia sorella li invitai a cena a casa nostra. La serata si svolse in modo allegro e spensierato ma vedevo che entrambi osservavano il fisico di Claudia che portava un paio di pantaloni bianchi attillati che consentivano di intravedere il perizoma sottostante. Mentre mia sorella era in cucina chiesi se sarebbe piaciuto loro scoparla e mi sembra superfluo dire che cosa mi risposero. Appena mia sorella tornò la presi in collo ed iniziai a toccarla in modo fin troppo spudorato, lei all’inizio cercò di divincolarsi ma poi capì che quella sera sarebbe stato il suo battesimo con tre cazzi e smise di fare resistenza. E col senno di poi poteri dire e che cazzi!
    I due ragazzi non smentirono le leggende sui peni dei neri: uno di 19 ed uno di 21 centimetri! E per non parlare della larghezza! Quello da 21 era ben proporzionato, ma quella da 19 aveva una cappella che sembrava un fungo! Il mio uccello bianco scompariva rispetto ai loro, ma ci disponemmo tutti e tre in fila e Claudia in ginocchio iniziò a pomparci. La vedevo fare fatica a ingoiare quelle salsicce enormi, poi quando tutti e tre avemmo i cazzi ben ritti decidemmo che era venuto il momento. L’uccello da 19 doveva finire nella fica, il mio nel culo e quello più grosso in bocca. Non vi dico la penetrazione del cazzo da 19! Il ragazzo si distese e mia sorella si andò ad impalare sopra quel palo. La passera di Claudia si aprì oscenamente per farlo entrare e la vedevo ad occhi spalancati trattenere il fiato mentre quell’ariete si faceva strada tra le sue strette pareti vaginali. “Non ce la faccio”…..“e’ troppo grosso”…..“mi sta lacerando”….“mi sta distruggendo”….”oddio, dopo non sentirò più niente, non sarò più in grado di godere”, “mi sta sfondando il collo dell’utero”; questi erano i discorsi che alternava a gemiti e lamenti fino a quando l’altro ragazzo non le piantò in bocca l’uccello.
    La vedevo saltellare su e giù e intanto venive penetrata in bocca da un vero e proprio salame. Decisi di intervenire anch’io penetrandole l’ano. Una volta dentro sentivo dal diaframma che separa la fica dal culo l’asta del nero che le scorreva in tutto il canale. Il mio ed il suo uccello la stavano rovistando fin nelle più remote oscurità delle sue parti intime e lei iniziava a trarne un piacere bestiale, tipico della troia che trae il godimento dall’essere posseduta senza rispetto per il suo corpo.
    Prendemmo il tempo giusto ed andammo avanti per quasi un’ora fino a quando Claudia disse “sborratemi tutti e tre in faccia”. La sua richiesta fu esaudita alla lettera: tre vere fontane di liquido biancastro ed appiccicoso si riversarono sul suo visino rendendolo irriconoscibile.
    Una volta terminato l’aiutammo a rialzarsi sfinita e soddisfatta dalla cavalcata. Non riusciva più a camminare a gambe chiuse ma era felicissima. Mentre lei si stava facendo la doccia i ragazzi si rivestirono ed uscirono molto velocemente.
    Quando tornò in camera Claudia mi disse che la sua fica non si stava richiudendo. All’inizio non capii, poi si distese sul letto a gambe larghe ed allora mi fu tutto più chiaro: vedevo una cosa che fino ad allora avevo potuto osservare solo nei film porno. Le sue labbra non si erano richiuse del tutto e rimaneva aperto un buchino di un centimetro di diametro dal quale si vedeva il buio della sua piccola caverna. Iniziò ad offendermi…”sei uno stronzo”, “sei un maiale”, “adesso mi hanno rotto la fica e non potrò sentire più niente”, “mi hai fatto diventare una vacca”. Quei discorsi mi eccitarono da impazzire e nonostante le sue proteste glielo ficcai nella fica.
    Evidentemente, nonostante fosse ancora aperta, il cazzo nero non l’aveva devitalizzata perché raggiunse uno degli orgasmi più belli della nostra relazione. Dormimmo abbracciati e felici tutta la notte.
    Ci attendevano ancora quattro mesi di sesso sfrenato e di tante altre esperienze che forse vi racconterò un’altra volta.
     
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  2. Sserpentelo
     
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    belloooo me piace sto raconto u.u
     
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1 replies since 22/3/2010, 17:41   9231 views
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