Una settimana di ritiro 2

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    Capitolo 2 due

    Mi sono addormentata , finalmente, spossata e soddisfatta, dopo che Francesca e’ uscita furtivamente dalla mia camera ed ha esplorato il corridoio , prima di avventurarsi nel buio … per tornare al suo letto. La mattina successiva e’ una giornata splendida, soleggiata e fresca. Dopo la colazione mi sono dedicata ad una salutare passeggiata nei sentieri circostanti il monastero. Dopo pranzo ho trascorso alcune ore leggendo in giardino e dopo cena il mio corpo non sta piu’ nella pelle. So che certamente Francesca tornera’ a bussare alla mia porta. La desidero e la aspetto . Mi sono imposta di non pensare a lei per tutto il giorno, non l’ho neppure mai incontrata nei corridoi dell’antico edificio. Ma ora che la cena e’ stata servita, ora che presto ci ritireremo tutti nelle nostre camere, sento la fica pulsare di desiderio, immagino Francesca nuda , immagino di possederla , e penso a come le insegnero’ a farmi godere . Mi rallegro poiche’ lei ha promesso di venire presto da me …ed avremo la possibilita’ di stare insieme per diverse ore , prima dell’alba e del vespro mattutino. Ci hanno fatti accomodare in giardino, come sempre, per servirci il caffe’ e Francesca , come la sera precedente, e’ spuntata dalla cucina con in vassoio carico di tazze, cucchiaini e zucchero. Si e’ avvicinata al mio tavolo ed ha posato la tazza sul ripiano. Mi ha lanciato uno sguardo carico di sottintesi e di voglia, quasi a farmi capire che lei si sarebbe denudata anche subito, davanti a tutti , se solo ne avesse avuto l’opportunita’. Io sono letteralmente in calore. Ho pensato a cosa avrei avuto a disposizione in camera per farla godere come si meritava , ma …ad esclusione di una boccetta di profumo, non sono riuscita a ricordare nulla che potesse adattarsi ai nostri giochi notturni. La superiora ci ha dato la buonanotte, finalmente, ed io , finalmente , ho potuto dirottare i miei pensieri su cio’ che sarebbe successo tra breve , ora non sono piu’ tenuta a sostenere una conversazione accettabile e sensata con gli altri ospiti; posso finalmente pensare a me stessa , a come poter godere al meglio del corpo di Francesca e del mio. Sono certamente gia’ bagnata quando prendo la decisione di passare dalle cucine per cercare qualcosa …qualcosa che possa essere usato quella notte. A casa mia, in occasioni simili , non amo ricorrere a vibratori o oggetti in lattice. Trovo che sia molto piu’ eccitante aprire il frigorifero, o la dispensa ed …..affidarsi al caso. In cucina Francesca sta riordinando , mentre una vecchia suora e’ china sull’acquaio a lavare i piatti. Francesca mi fissa , con uno sguardo teso , terrorizzato e, al contempo, carico di desiderio. La vecchia suora si gira verso di me e sorride. Reverenda madre,ho ancora un po’ fame, sono abituata a fare uno spuntino a tarda ora, non avrebbe per caso una banana ? La suora mi indica con un sorriso il cesto della frutta. Scelgo la banana piu’ grossa, mentre Francesca china gli occhi ed arrossisce fino alle orecchie. Certamente ha intuito. Mentre infilo in borsa il prezioso trofeo , vedo , su una mensola , un mortaio in marmo. Afferro il pestello , un oggetto lungo,dalla punta arrotondata e tondeggiante e, lanciando a Francesca uno sguardo pieno di intesa, lo infilo in borsa. Mi allontano dalla cucina ringraziando la vecchia suora. Mi chiudo in camera. Mi spoglio e mi infilo sotto la coperta leggera. Sul comodino ho appoggiato la banana e quel grosso membro di marmo , tanto grosso da fare quasi paura. Mi carezzo dolcemente la fica , gia’ oltremodo bagnata, aspettando con ansia quasi morbosa che Francesca venga a bussare. Francesca non si fa aspettare. Sento un lieve toc toc alla porta ed il mio cuore compie un balzo nel petto. E’ aperto ……sussurro piano , per non farmi sentire da nessun altro. Francesca fa il suo ingresso in camera , sembra un piccolo fantasma , nel fluttuare della sua camicia da notte. Ciao signora ….e’ il suo timidissimo saluto. Ciao tesoro, vieni, non avere paura. Siediti qui, vicino a me. Francesca e’ imbarazzata e presto ne comprendo il motivo. Siamo, come sempre, nella semi oscurita’, ma posso notare , fra le sue mani, qualcosa che attira la mia attenzione. Francesca e’ timidissima . Si vergogna di essere tornata da me , ma ancor piu’ si vergogna di cio’ che mi ha portato in dono. Appoggia sul letto due ceri : uno e’ enorme, temo non sia possibile usarlo per i nostri giochi, l’altro e’ una candela dalle dimensioni normali. Maialina….- le sussurro- non bastavano la banana e l’altro giochino? Credevo di fare bene, signora. Hai fatto benissimo tesoro, non avere paura…. E mentre la rassicuro con le parole , le sfilo la camiciola. Francesca,questa volta , non indossa nulla. E’ completamente nuda e si getta sul mio corpo con foga quasi animalesca. Deve avere tanta voglia , questa povera novizia….e deve aver scoperto che il sesso e’ una rinuncia molto pesante, se fatta per tutta la vita. Mi lascio andare alla sua bocca inesperta e avida, che subito succhia i miei capezzoli , li morde, strappandomi sommessi gemiti di lussuria e di dolore. Piano, piano…piccola….abbiamo tutta la notte. Mi abbandono sul letto, ormai certa che la piccola Francesca sapra’ darmi cio’ che mi piace. Ella si tuffa letteralmente sulla mia bocca. Muove la sua lingua in cerca della mia, lascia che la sua saliva si mescoli alla mia saliva. Scende sul mio collo, in preda a una voglia incontrollabile, succhia di nuovo i miei capezzoli. Morde, risucchia, bagna…Si stende sul letto e mi costringe a divaricare le cosce. Fingo di resisterle ma …la mia fica gia’ si contrae al pensiero della sua lingua, che presto raggiunge il mio clitoride. E’ bravissima , la piccola Francesca. Per essere una novizia devo dire che non ha nulla da invidiare alle troie piu’ esperte. Mi apre le labbra vogliose e tuffa la sua lingua dentro di me, simulando un rapporto sessuale in cui la sua lingua e’ il pene. Mi contorco , gemendo , sul minuscolo lettino. La incito sottovoce a leccare ancora, di piu’ e piu’ intensamente. Ma la piccola non ha bisogno di stimoli e , mentre lecca in modo vorace, infila due dita nella mia rorida intimita’, spingendo a fondo e muovendo ritmicamente la piccola mano. Vengo, …..vengo in modo incontrollabile, probabilmente la spruzzo con un getto di liquido. La sento gemere ed ansimare per il piacere. Si ferma, finalmente, donandomi qualche istante di tregua. Ora e’ il suo turno di godere. La accarezzo dolcemente e la invito a stendersi al mio posto. La bacio , lecco con assoluta libidine le sue tettine piccole ,ma dure, assaporo i suoi capezzoli microscopici ed eccitati, scendo a lambire con la lingua il suo ventre piatto. Si apre a me come una puttana, geme, ansima, afferra la mia testa e la costringe ad infilarsi fra le sue cosce. Lo so, vuole essere leccata, vuole godere. Vuole venire. La mia lingua saetta sul piccolo clitoride e lo succhia con avidita’. Francesca mugola in preda a un orgasmo che somiglia a una crisi epilettica. Allungo la mano ed afferro , a tentoni, il pestello da mortaio. Lo succhio, lo riempio di saliva e dolcemente lo avvicino alla sua fica pulsante. Sento la sua voce che implora. Vuole essere scopata, penetrata. Vuole il cazzo. Sono perplessa. Francesca,dunque, non e’ piu’ vergine. Chi avra’ violato questo buchino affamato e bagnato? Un’altra suora? Una consorella? Un maschio in calore? Non voglio pensarci ora. Affondo lentamente il pestello , che penetra agevolmente in quel piccolo lago peloso. Lo muovo avanti e indietro finche’ Francesca smette di respirare e capisco che arrivera’ presto all’orgasmo. La lascio godere e spasimare finche’ percepisco il suo corpo di nuovo calmo e sento il respiro farsi regolare. La notte e’ lunga…. Piccola troia…..hai goduto tanto . Ed ora vediamo come utilizzare quei due ceri che hai portato con te. Io vorrei tanto che tu mi leccassi il culetto e mi penetrassi con quello piu’ piccolo. Magari se tu ti accomodi sopra la mia bocca, potrei farti sentire quanto e’ bello essere scopati da una lingua bollente e una banana…..tesoro, non abbiamo nessuna fretta….la notte e’ lunga e mancano diverse ore all’alba…..
     
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