L'angelo dello sceicco

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  1. LastOfTheWilds
     
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    Angela scosse lentamente il capo, abbassando lo sguardo. Lo sceicco rise e venne a piazzarsi di fronte alla ragazza, tenendole lo sguardo inchiodato addosso, ammaliato dalla sua giovane bellezza e dall'abito che pareva solo un velo luminoso sul suo corpo. La pelle bianca come l'avorio rifulgeva dolcemente al lume delle candele e nel riflesso delle fiammelle dorate lo sceicco vide dinanzi a sé una donna, snella e aggraziata, il seno pieno e tondo, che si riversava generosamente e seducentemente fuori dalla veste. E il seno si sollevava e abbassava lentamente a ogni respiro.

    Le si accostò e con un fulmineo movimento le fece scivolare un braccio attorno all'esile vita, quasi sollevandola da terra; poi posò la bocca su quella della fanciulla, La ragazza vide se stessa come se fosse uscita dal proprio corpo e sentche tentava di penetrare. La resistenza della ragazza sembrò far desistere l'uomo. Lo sceicco fece un passo indietro, sempre sorridendo, ma con un nuovo fuoco che gli ardeva nello sguardo.

    Con gesto repentino le strappò le vesti che caddero in un mucchietto attorno alle caviglie. Fissò l'uomo con gli occhi dilatati, poi si chinò per raccogliere gli abiti, ma le mani dell'uomo la presero per le spalle e la sollevarono. Si trovò così racchiusa tra le braccia dell'uomo. Questa volta lottò aveva in mente di fare. Senza che sapesse spiegarsi come, l'uomo si era liberato delle sue brache e il membro nudo svettava minaccioso. Angela restava senza fiato ogni volta che la bocca dell'uomo s'impadroniva della sua e che i suoi baci appassionati le coprivano il volto e il seno.

    Sentì le mani dello sceicco scenderle lungo la schiena e poi le sue dita che la frugavano nelle parti più intime. Quando un dito dell'uomo si piantò con forza nel suo retto, atterrita, vinta dal panico, spinse con tutte le sue forze e per un attimo riuscì a svincolarsi. Lui scoppiò in una risata più fragorosa di quelle precedenti e noncurante delle lacrime della fanciulla si sbarazzò della camicia, mentre i suoi occhi ardevano di passione godendosi lo spettacolo delle grazie completamente svelate, di gran lunga più incantevoli di quanto avesse immaginato o persino sperato.

    Quella schiava aveva un corpo degno di una Dea. Angela sbarrò gli occhi con orrore vedendosi dinanzi per la prima volta un uomo nudo. Rimase inchiodata al pavimento finché lui non fece un passo avanti, poi con un gride tuttavia implacabile. Lottò , si dimenò, ma ogni suo movimento non faceva che assecondare l'intento dell'uomo. I capelli le si sciolsero, accendendo ancor di più il desiderio dell'uomo. La verga dell'uomo sembrava acciaio rovente. La cercava , la frugava tra le cosce, poi, con un colpo secco, l'impalò. Angela si sollevò di scatto, dalle labbra le sfuggì un grido, e un dolore cocente parve diffondersi nelle reni.

    Lo sceicco si ritrasse bruscamente, attonito per lo stupore, e abbassò lo sguardo su di lei. Le sfiorò teneramente la guancia e mormorò qualcosa con voce bassa e impercettibile, le si accostò dolcemente, baciandole i capelli e la fronte e accarezzandole il corpo con le mani. Poi la penetrò nuovamente a fondo incapace di trattenersi oltre. Angela aveva l'impressione che ogni suo movimento la squarciasse, e le salirono le lacrime agli occhi. Quando le dita dell'uomo le frugarono nuovamente l'ano, involontariamente si inarcò favorendo ancor di più l'inserimento del pene tra le labbra secche della sua vulva.

    Il ritmo dello sceicco si fece cadenzato ed Angela, con ancor più terrore, sentì che la clitoride, insensibile ai richiami della ragione e dell'orrore di ciò che le stava accadendo, reclamava il piacere drizzandosi come uno stelo, e le ghiandole cominciarono ad emettere linfa abbondante come le sue lacrime. Sperò che ciò favorisse la conclusione di quello stupro, ma il membro statuario pareva diventato insensibile bronzo. Non poteva vedere il volto dello sceicco, ma lo immaginava teso nello sforzo di resistere quanto più possibile alla tentazione di eiaculare. Allora lo strinse con le cosce e lo avvolse con le braccia, premendo le mammelle gonfie sul torace dell'uomo.

    Avvertì la verga gonfiarsi in modo pauroso e, nella sua inesperienza, comprese che tra non molto lo sperma di un uomo avrebbe rinfrescato le pareti dolenti della sua vagina. Un ancor più acuto terrore la prese, al pensiero di restare incinta, ma fu incapace di ribellarsi. Il pube fece un movimento in avanti che spinse sino alla bocca dell'utero la punta del membro.

    Come da un abisso infinito, violento, frenetico lo sperma corse a fiotti lungo la canna, lo sentì con le labbra della vulva, finchè l'abbondante getto cremoso la riempì con la sua calda, stupenda vischiosità.

    E dopo uno ne venne un altro, poi un altro, poi un terzo e un quarto e, mentre perdeva ogni energia nel pieno di un orgasmo violento, gridò di piacere e come percossa da un fulmine, si accasciò svenuta ai piedi dello sceicco, mentre l'ultima goccia le cadeva sul bianco ventre perlato.
     
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