chi sbaglia paga

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  1. LastOfTheWilds
     
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    “ti è piaciuto il pompino che ti ha fatto Cinzia?”.
    - dai Vittorio non mi sembra il caso non inviarlo.
    - perché no! M’interessa sapere se Pino ha gradito la tua performance.
    - non ti è bastato vederlo? Non l’hai capito dalla sua reazione, da come si dimenava mentre mi riempiva la bocca di sperma? È superfluo a mio avviso quell’sms.
    - cazzo!
    - che?
    - ho sbagliato a inviare il messaggio.
    - a chi l’hai mandato?
    - a Piero.
    - NO! - mai una volta che mi desse retta e... adesso?
    - più volte ho pensato di cancellare il suo numero dalla rubrica, sono mesi che non ci parliamo. – Piero e Vittorio avevano litigato sei mesi prima il vero motivo non l'ho mai saputo sta di fatto che d’allora non si sono più visti ne sentiti. Speravo che quel messaggio andasse perso, ma due squilli sinistri sul cell di mio marito, mi dicevano che non era così.
    - che significa Cinzia?
    - cosa?
    - leggi! – mi allungò il telefonino sul display c’era la risposta di Piero. “vedo che non ha perso tempo a raccontarti tutto ad ogni modo è stata “fantastica!” Cinzia ha una bocca di velluto e non si è persa una sola goccia della mia sborra ha ingoiato tutto. Spero che questo adesso ci possa far riappacificare poiché mi sono fatta tua moglie. Possiamo considerarci più intimi? Ciao fammi sapere.”
    - allora! È vero? Ti sei fatta Piero?
    - si! Piero ed io abbiamo scopato.
    - che stronza! Dico io, non ti bastano i cazzi che rimedi nel privè o quelli che ti procuro? Proprio da quel verme dovevi farti chiavare? Quando è successo?
    - la settimana scorsa.
    - l’hai fatto venire qua? L’hai chiavato nel nostro letto?
    - no! In macchina.
    - racconta. – la rabbia iniziale stava lasciando il suo viso per fare posto a quell’espressione tipica che ha quando è arrapato.

    - lunedì scorso, mi sono recata al mercato a piedi lì ho incontrato tuo cugino Piero. Subito ho fatto finta di non vederlo, ma lui mi è venuto vicino salutandomi con un doppio bacio sulle guance. Mi ha chiesto di te voleva sapere come stavi.
    - cosa hai risposto?
    - che se gli premeva la tua salute poteva chiedertelo direttamente.
    - e lui?
    - non ha risposto. Siamo andati al bar per un caffè.
    - di cosa parlavate?
    - un po’ di tutto tranne che di te e della discussione che avete avuto.
    - faceva il cascamorto, ti corteggiava?
    - si!
    - in che modo dai, racconta.
    - mi ha detto che ero l’unica cosa che t’invidiava, che per un’ora con me avrebbe dato Adv qualsiasi cosa. “non immagini Cinzia quante volte mi sono segato pensando a te.” Gli ho risposto che non mi ero mai accorta di niente. Allora mi ha preso la mano e l’ha portata sotto il tavolino poggiandola sul suo cazzo.
    - com’era?
    - duro da far paura. L’ho stretto forte, mi sembrava di stringere un sasso. “hai visto che effetto mi fai?”
    - e a te che effetto ha fatto? Ti sei eccitata?
    - non solo per quel pacco che stringevo nella mano, ma soprattutto perché di fronte c’era un vecchietto che ci guardava e a sua volta si toccava.
    - in che bar eravate?
    - in quello della piazza nella saletta interna c’eravamo solo noi due e il vecchietto, che ho voluto omaggiare allargando le cosce.
    - Piero che faceva?
    - non stava nella pelle, non pensava fossi così troia. Mi ha messo la mano tra le cosce. “ sei un lago andiamo a casa tua?”
    - tu cosa gli hai risposto? – Vittorio infoiato come una bestia aveva tirato fuori il cazzo.
    - ho detto a casa no! Che volevo farmi sbattere in macchina, ma prima doveva farmi un ditale lì nel bar fino a farmi venire. – mio marito, si stava masturbando.
    - continua Cinzia va avanti.
    - tuo cugino, si è girato verso di me e mi ha infilato due dita nella vagina satura di umori. Le muoveva su e giù da prima lentamente poi sempre più velocemente. Il rumore che le sue dita producevano all’interno della mia passera zuppa, mi dava alla testa.
    - il... vecchietto cosa faceva?
    - quello che stai facendo te in questo momento solo che non l’aveva tirato fuori, si masturbava attraverso la tasca secondo me era bucata. Chiavami Vittorio non n’è posso più!
    - dopo, non temere; ora voglio sapere com’è andata a finire.
    - ohhh... Piero. Gemevo e non perdevo di vista il guardone che si è alzato ha tolto la mano dalla tasca e poco dopo una grossa chiazza scura è comparsa davanti alla patta dei calzoni. Era venuto stava per uscire ma lo fermai. “aspetta!”. Volevo che restasse ancora a fissarmi ero vicino all’orgasmo. Perché amo, tanto essere guardata? Eh...
    - perché sei vacca Cinzia! Ed io un grandissimo porco, un cornuto, un depravato.
    - non segarti fatti sbocchinare.
    - con la bocca piena non potresti raccontarmi il seguito.
    - siamo usciti dal bar dopo che ho raggiunto più di un orgasmo, secondo me se al guardone non gli è venuto un infarto in quel momento, difficilmente n’è avrà per il resto che campa. Una volta in macchina gli ho tirato fuori il cazzo. Hai mai visto il cazzo di tuo cugino?
    - no! In compenso ho visto la fica di sua sorella.
    - Anna?
    - si!
    - non mi avevi mai detto che ti sei fatto tua cugina?
    - si comincia sempre con qualche parente da bambini, le prime esperienze avvengono tra le mura domestiche dimmi che non lo sapevi?
    - raccontami di Anna.
    - ora no! Più tosto com’è messo Piero?
    - bene molto bene ha un gran cazzo. Sai che ha cambiato auto? Adesso ha un fuori strada molto comodo potevo spompinarlo mentre guidava senza intralciare i suoi movimenti. Che buon sapore aveva il liquido che fuoriusciva dalla cappella, non ho mai visto un cazzo lubrificarsi così copiosamente, sembrava sperma talmente era abbondante e denso. Ci siamo fermati in una stradina di campagna.
    - mettiti sul divano a pancia sotto. – quell’ordine Vittorio me lo diede dopo avermi spogliata. Esegui sapendo cosa mi aspettava voleva farmi il culo, allargai le chiappe.
    - si dolce amore non farmi troppo male.
    - a Piero gli hai dato il culo?
    - voleva, ma era troppo grosso non entrava. – in realtà il cazzo di Piero era nella norma niente di straordinario, esageravo di proposito sapendo che a Vittorio faceva piacere sentire che mi ero fatta un superdotato.
    - e... questo com’è?
    - uhhh... piano adagio non infierire di prego.
    - un po’ di dolore devo dartelo dopo quello che mi hai fatto zoccola.
    - hai ragione ti ho tradito come l’ultima delle puttane e per questo devo essere punita fa quello che devi fare sfondami le viscere ahhh! – era entrato senza un minimo di delicatezza sentivo la sua verga nell’intestino.
    - una volta fermi cosa avete fatto?
    - continuavo a sbocchinarlo, sentivo lo sperma salire lungo quell’asta come l’acqua dentro a un idrante. S’ingrossava sempre di più nella mia gola.
    - cosa diceva lui cagna! – quel bastardo di mio marito, mi stava inculando nel modo più sadico e perverso. Si sollevava fino a farlo uscire quasi completamente poi di colpo affondava la mazza nella mia carne procurandomi un bruciore tremendo e, una voglia di cacare.
    - che sei un... cornuto ed io una mignotta da quattro soldi, una bocchinara. Nel momento che stava per sborrare, mi spinse ancora più giù con le mani la cappella, mi arrivò all’esofago, mi mancava l’aria. Quanta sborra, aveva in quel cilindro di carne. “bevi stronza bevi!” Mi urlava ho mandato giù tutto.
    - ohhh... Cinzia ahhh... quanto tempo ci ha impiegato per farselo venire duro nuovamente. – Vittorio ansimava, più volte si era fermato per non eiaculare si riservava la sborrata alla fine del racconto.
    - è venuto tre volte, senza mai perdere consistenza è rimasto sempre duro – non era vero Piero dopo avermi riempita la bocca non riuscii più a drizzarlo, bestemmiava come un “turco” per fortuna era un linguista instancabile e riuscì a farmi godere.
    - dai Vittorio riempimi le budella del tuo succo... dai si... si spingi affonda.
    - stronza! Lo fai a posta per... ohhh...
    - siii... tutto dentro tuttooo... – era bollente e piena di rabbia la sborra che s’incanalò nel mio intestino.
    Nel cesso seduta sul bidè, massaggiavo con l’acqua fresca l’orifizio anale. Lo sfintere pulsava come la gengiva quando un dente duole. Mi chiese se avrei rivisto ancora suo cugino, gli risposi solo in sua presenza, da sola no. Poi volle sapere se la scopata con Piero era la prima che mi facevo a sua insaputa. Non risposi lo lasciai nel dubbio.
     
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