Giada

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. othersides
     
    .

    User deleted


    A 28 anni mi sono sposata. Sarebbe corretto dire - ci siamo sposati – ma in questo momento mi sto voltando indietro a guardare la mia vita (quella sessuale) cominciando da zero, cioè da quando sessualmente sono nata io, che sono prima di tutto una persona e non una coppia.
    Certo che il matrimonio è importante! Forse in qualche momento ho anche voluto credere che avrebbe rappresentato la fine dei miei tempi irrequieti e l’inizio di una sessualità lineare che facesse i conti con la casa, gli impegni di lavoro e la responsabilità della famiglia. Non è esattamente così … ma questa è un’altra storia.

    Forse è meglio che cominci con un riassunto di me stessa, un panorama generale … poi magari gli episodi al peperoncino calabrese ve li racconto a parte, OK?

    Dall’adolescenza in poi ho cercato di seguire il modella della ragazza seria, quella che resta vergine almeno fino all’esame di maturità. Per quanto riguarda la verginità, ce l’ho fatta, sulla serietà invece humm … qualcuno avrebbe da ridire.
    Insomma, si sa: il sesso orale è il sistema più sicuro per restare vergini. Se una lo fa soprattutto per questo, prima o poi le capita di farlo anche per altri motivi. Nel mio caso niente di grave, però devo ammettere che sono andata ben più in là del petting innocente. Per dirla come va detta, al posto di sesso orale dovrei dire “pompini”, così ci capiamo meglio.
    Quando si è trattato di storielle sentimentali, sono rimasta dentro i confini della normalità seria o della serietà normale … come preferite. I ragazzi del quartiere qualche voce l’hanno messa in giro … ma era gonfiata, perché loro non sapevano proprio un bel niente.
    Quando invece l’ho fatto (il sesso) al di fuori del mio habitat naturale, c’è sempre scappato qualcosa di più XXX, non solo perché le situazioni erano occasionali (quindi mooolto più trasgressive), ma soprattutto perché non avevo nessun alibi sentimentale. Un po’ di curiosità, un po’ di quella trasgressione (a quella età si chiama ribellione) ma soprattutto tanta voglia di esplorare il mondo oltre i confini del quartiere e di apparire interessante alle persone che mi interessavano.
    L’ho fatto con diversi ragazzi e, in una stupida sfida con me stessa, l’ho fatto anche ad un adulto.
    Tutto questo preambolo per farvi capire quello che ho provato quando ho detto ciao alla mia verginità. Lui mi vedeva pura come un angelo e anch’io ero sinceramente innamorata … e così mi sono sentita molto in colpa perchè non ero esattamente l’angelo che lui amava. Non ho avuto il coraggio di aprigli gli occhi e ci sono stata male da cani. Poi, anche se era stato molto bello fare all’amore con lui, ad un certo punto ha bussato di nuovo alla mia porta la voglia di esplorare … e, perché no, di cercare il sesso, quello vero, con degli altri ragazzi … caccia al miglior offerente, senza mezzi termini.
    A quel punto la mia disponibilità sentimentale si è chiusa. Università e lavoretti stagionali mi hanno tenuta lontano da casa e dalle tentazioni di innamorarmi di nuovo. Anche la mia attività sessuale ha seguito un andamento abbastanza stagionale.
    Parecchie storie esotico-estive … sesso sulla spiaggia, bagni a mezzanotte con giochetti hard in acqua … e poi in tenda, in un bungalow, nella cameretta di una pensioncina …in auto (quante volte!).
    Nei mesi freddi invece riuscivo a reprimere il mio lato più ribelle e selvaggio … solo che quello ogni tanto aveva il vizio di scoppiarmi dentro facendomi inciampare in qualche clamoroso scivolone.
    Il termine “scivolone” rende bene l’idea: situazioni in cui ci caschi più o meno volutamente, ma senza averle programmate. Perdi il controllo, ti scappano i freni e li ritrovi … il giorno dopo, assieme a nuovi sensi di colpa che, accidenti a loro, vanno a tormentare la tua normalità seria o serietà normale o come c …o vi pare.
    Cosa avrò mai fatto di così grave?
    Ve lo dico dopo.
    Scrivo proprio per il bisogno di ridimensionare certi episodi (mica ho ammazzato qualcuno!!) oppure per … smitizzarli, perché comunque mi hanno fatto vivere sensazioni molto forti e impossibili da dimenticare …

    Dunque adesso mi sono sposata (quindi la storia è a lieto fine). Lui è una persona fantastica: non potevo non dirgli tutto. La nostra sessualità di coppia è assolutamente normale sul piano del “fare all’amore”. Il nostro lettone è sacro, dormiamo nudi, mano nella mano e dopo averlo fatto cerchiamo il contatto anche nel sonno.
    Tra di noi il sesso invece è un’altra cosa: ci sono di mezzo i miei sensi di colpa, la sua gelosia retrospettiva, il mio desiderio di essere “punita”, il suo bisogno di avere il controllo della “troia” che c’è dentro di me ... si, perchè da qualche parte c'è ... si nasconde ma c'è.
    Abbiamo cercato una nostra strada della trasgressione … ma qui a chi mi legge questo probabilmente interessa un po’ meno. La donna che sono adesso è abbastanza diversa dalla ragazza che vi racconterò … anche se per ciascuno di noi la sessualità è sempre la somma delle esperienze precedenti.
    Vedremo … non ho voglia di parlarmi addosso: se quello che scrivo vi intriga, OK, altrimenti me lo tengo per me come ho fatto finora.
    Ho qualche scrupolo: il fatto è che nel raccontarmi, ho bisogno di essere piuttosto cattivella con me stessa. Ho bisogno di far venire fuori il lato “crudo” delle mie storie, ed è un crudo parecchio hard. Quindi, se non vi va, stoppatemi adesso.
    La casa dei miei sta a Fano, ma sono nata ancora più giù, in Campania, dove ci sono ancora tutti i parenti. Non c’è uno straccio di università decente, né qua né là … perciò sono dovuta venire a Bologna, e la cosa non mi dispiace per niente.
    Ho avuto culo: ho trovato una cameretta in centro. L’appartamento è grande e ci stanno altre quattro ragazze: la Michi, la Titti detta anche Titta o Zizza (indovinate perché), la Daria e la Quinta che fa il paio con la Titta per le gran tette.
    Io sono l’ultima arrivata e mi hanno spiegato subito le regole della casa: i turni per l’acqua calda dello scaldabagno, come ci si regola in cucina, qual è il mio ripiano del frigo e … niente maschi in camera, a parte qualche WE che se si torna tutte-meno-una al paesello, quella meno-una ha la casa libera per scopare come e con chi le pare.
    Uè, mi sono ambientata molto bene: si studia e si sghignazza, spesso si sghignazza più che studiare. Lillo è l’unico maschio abilitato a frequentare l’appartamento. Lui ci chiama sorelline e spesso porta i bomboloni, ma non si sente nostro fratello … almeno da come spettegola, da come si muove e da come è indifferente alle mie magliette senza niente sotto … per lui è normale se entro in cucina senza mutande quando cerco qualcosa nel frigo.
    A dir la verità qualche piccolo screzio c’è con le mie coinquiline (non con Lillo) … loro non gradiscono molto che di mattina, quando mi alzo, io appoggi le mia chiappe nude sulle orrende seggiole in formica e ferro cromato dell’ambiente comune (la cucina appunto). Forse perché io il pelo ce l’ho nero-nero e qualche volta mio malgrado ne lascio qualcuno in giro nel bidè, o magari ne hanno trovato qualcuno proprio sulle seggiole in cucina. Che ci posso fare? Io il pigiama non lo sopporto e neanche i pantaloni della tuta.
    E’ che gli spazi ristretti provocano sintomi di insofferenza: l’altro giorno la Titti mi ha quasi sbattuto la porta del bagno sul naso solo perché non l’avevo chiusa mentre mi infilavo il tampax. E poi aveva avuto da ridire anche sul mio modo di infilamelo, perché lei se lo infilava stando in pedi e metteva un piede non ho capito dove … ma che cacchio me ne frega, io mi accuccio, allargo le ginocchia e me lo infilo dal davanti! Se poi a lei dà fastidio vedermi la spacca, vorrà dire che la prossima volta la chiuderò quel cazzo di porta!
    Ah … la regola del niente-maschi … sì, anche quella è un po’ elastica. Per studiare è tollerato l’ingresso ai ragazzi … poi, se una si chiude in camera sua a studiare ginecologia applicata con qualcuno … si fa finta di niente. La mia sfiga è che sopra la porta della mia stanzetta c’è un finestrino con il vetro rotto da non so quante generazioni, così di là sentono tutto e pure amplificato. Quando ci avevo scopato con Paolo, lui era stato bravo, non aveva fatto casino e pure io mi ero strozzata ma non mi ero lasciata scappare neanche uno dei miei soliti urletti a 100 watt. Infatti le ragazze non mi avevano guardata troppo storto quando Paolo se n’era andato alla chetichella e io mi ero presentata in cucina in preda ad un attacco di fame post-orgasmo.


    Adesso che sono chiusa in camera a “studiare” con Luciano … son cazzi, in tuti i sensi. Lui ha due prosciutti di parma al posto delle cosce, peserà 90 kili . Il suo sesso è una splendida colonnina (mica tanto ina!), più grossa alla base, con la sua bella pelle chiara e le sue vene azzurrine. La testa, quella della colonnina, è un poco più piccola rispetto al corpo, particolare che la rende molto piacevole da succhiare e molto adatta alla gole profonde … che sono una delle mie specialità da lunga data.
    Lui è uno che fa casino di suo, perché il sesso lo diverte, ci trova sempre il lato comico, alla porky’s. Lui ti rigira, ti rivolta, te la lecca, te la magia, ti infila le dita dappertutto … e poi ciack-ciack-ciack … ti sbatte con quegli schiaffetti della pelle contro la pelle … e quelli si sentono anche di là. Lui ha i ritmi del coniglio, l’arnese dello stallone e la resistenza del maratoneta. L’avevo “scoperto” sul sedile della mia twingo … povera twingo. Quella volta l’unico preservativo che aveva in tasca si era rotto nella foga della cavalcata (ma per fortuna me n’ero accorta)… così il discorso più interessante si era interrotto. Chiaramente gli ho dato una mano per farlo tornare a casa tranquillo … una mano, si fa per dire … non solo quella . Diciamo che ero rimasta piacevolmente sorpresa, perché di solito, quando mi impegno con la bocca, ci metto molto poco a chiudere la partita, invece con lui avevo dovuto impegnarmi parecchio. Aggiungete che per motivi di studio ero a digiuno da più di un mese e capirete perché gli ho detto di venirmi a trovare quando voleva.
    Così eccolo qua che mi scopa alla grande e stavolta con una scorta di preservativi al seguito. Non ce la posso fare: non riesco neanche a stare a ranocchio di schiena sotto di lui perché ce l’ha troppo lungo per me ... mi fa male in fondo. Mi tocca di stare con le gambe distese come una suora. Cerco di spalancarle il più possibile ma il bello di farmi sbattere con le gambe rannicchiate contro le tette non me lo posso permettere.
    Il primo orgasmo mi arriva subito, gli altri seguono a cascata. Per darmi tregua, ogni tanto lui si ferma, lo tira fuori e poi lo rimette dentro … solo che durante questa operazione mi entra dell’aria nella vagina e, quando lo riinfila, la passera fa le pernacchie. Accidenti, mi vergogno perché di là le future comari di sicuro le sentono. Però lui se la ride di gusto e allora me ne sbatto.
    Il tempo passa e ormai sono alla frutta. Glie lo chiedo per pietà: basta! Scendo dal letto e mi inginocchio sul pavimento. Lui accetta la mia proposta alternativa, si mette in piedi davanti a me togliendosi il preservativo e buttandolo sul comodino.
    Ho deciso di fargli un bel regalo, se lo merita: metto le mani dietro la schiena e gli offro la mia boccuccia di rosa. Porco com’è lui capisce al volo e comincia a segarsi. Ci mette del tempo ma non ho fretta … faccio solo ricciolino con la punta della lingua per provocarlo … niente da fare. E allora vai, ti faccio una gola profonda anche se a rischio di qualche conato di vomito. L’effetto è quello sperato: la sua faccia comincia a diventare una smorfia. Penso: decidi tu, o me la fai ingoiare o me la schizzi sulla lingua … ma lui fa il jolly pigliatutto. La prima siringa mi arriva in gola (momento di panico, quasi mi va di traverso) … poi si tira indietro e la seconda me l’appoggia sulla lingua, tutto il resto me lo regala come crema per il viso.
    Wowww …
    Quasi mi dimentico del problema coinquiline … stavo per andare in bagno a lavarmi la faccia! Mi fermo appena in tempo … ma dove cazzo ho messo i fazzolettini! In tutto quel casino trovo solo il paio di slip umidi che mi ero tolta e rimedio con quelli.
    Cerco di riprendermi e di mettermi un po’ in ordine, devo essere tutta rossa in faccia. Luciano invece è ancora in orbita: mi abbraccia, mi infila la lingua in bocca nonostante la pompa che gli ho appena fatto. Non è una distrazione, lo fa con libidine, cercandomi con le dita il buco del sedere. Cerco di sottrarmi appoggiando la schiena al muro, ma un brivido mi passa lungo la schiena e come una biscia aderisco al suo corpo nudo.
    - Il culo no – gli sussurro all’orecchio
    - Il culo sì – mi sussurra all’orecchio
    - IL CULO NO – mi scappa a voce alta
    - E’ la prima volta? - Mi sussurra guardandomi dritto negli occhi con la faccia da schiaffi.
    La mia migliore faccia da schiaffi gli risponde di no, e allora mi gira, infila il secondo dito e mi spinge verso il letto.
    - Ti piace nel culo? - kebbastardo! (Il gioco mi intriga …)
    - E chi ti dice che mi piace con te? -
    - E con chi ti piace? -
    - Con Paolo – (non è vero, con Paolo non l’ho mai fatto … non me l’ha mai chiesto).
    - E con chi altro? Sentiamo! – (si sta incazzando)
    - Tu checcentri? Ti ho mai dato l’esclusiva? -
    - Troia – e cerca di farci entrare dentro anche il terzo dito.
    - Fai piano, bastardo! – (ma mi sto rilassando … e allora lui ci appoggia l’uccello)
    - Mettiti il preservati ...aiià mi fai male! - (troppo tardi, è già dentro per metà!)
    - IL PRESERVATIVO ! – mi scappa di nuovo a voce alta per la gioia delle coinquiline.
    - Schhh, ti sentono … vabbè, adesso me lo metto – (invece mi spinge a fondo corsa il randello).
    Uhhhh, soffro ma mi piace, mi piace, mi piace … e mi piace come si muove, tutto dentro e un centimetro indietro, tutto dentro e un centimetro indietro … e poi i preservativi li odio, cazzo!
    - Piano … così … continua …ma poi il preservativo te lo metti, vero? -
    E lui maiale: - Voglio sborrarti nel culo -
    - Perché? - (domanda idiota)
    Si ferma … forse anche lui sta cominciando a capire che è molto più eccitante se mi parla e gli rispondo mentre mi incula.
    - Voglio sapere se sono il primo che ti sborra nel culo –
    - NO! –
    volevo dire “non te lo dico”, ma lui capisce “non sei il primo” e mi assesta un affondo di quelli cattivi.
    - Troia, quanti ne hai presi nel culo? – mi sibila in un orecchio e spinge
    - Aaahhhi … pia-no … tanti ahi-anche più grossi del tuo – mento spudoratamente.
    - Non è vero, sei stretta, scema! –
    - E allora fai piano, scemo … e poi ti ho detto mettiti il preservativo! -
    - Dai, sono sano come un pesce ... dono anche il sangue!
    Riprendo il discorso: - Porco …non l’ho mai fatto con Paolo … e poi lui usa il preservativo -
    - Lo sapevo – ricomincia a scoparmi il sedere, lentamente
    - Come lo sapevi! cosa sapevi! -
    - Me l’ha detto lui che gli piacerebbe scoparti nel culo -
    (Bastardo, se me lo chiedeva …) - e cos’altro ti ha detto?
    - Che fai dei pompini da urlo e che ti ha vista uscire dalla casa del Giangi alle tre di notte! – lo dice tutto stizzoso e tutto d’un fiato.
    - E a te ti eccita sapere che ho scopato anche col Giangi … e col Paolo … e con altri? -
    - Sì -
    Rincaro la dose: - il Giangi è porco più di te ma usa il preservativo -
    - Anche tu sei una troia … andiamo da lui che ti facciamo un bel sandwich, adesso -
    - Te lo puoi scordare – ribatto secca
    - Ti piacerebbe invece – e di nuovo affonda i colpi
    - Ahia vai piano scemo … non ho scopato col Giangi! -
    - Sicura? -
    - Certo che sì … però … lui sotto e tu dietro non sarebbe male! - (che vipera che sono!)
    - Troia, allora ti piacerebbe eh! – e accelera … (lo può fare, adesso sento meno male)
    - Ma … ma a te pia-ce-re-bbe? - Le parole mi escono col ritmo delle sue spinte. Non mi risponde … se non mi invento qualcosa va a finire che il mio culo diventa incandescente.
    - Vo vo-levate fa farmi tu e Paolo assieme? -
    Sento sbattere la porta di ingresso … per me le coinquiline non ne potevano più e hanno tolto il disturbo. Saranno incazzate come dei serpenti a sonagli.
    Anche Luciano si è fermato … se ci ha messo tanto alla prima, figuriamoci alla seconda.
    - Allora mi rispondi? - E lui spinge di nuovo …
    - Guarda che Paolo non c’entra, non me l’ha detta lui la storia dei pompini. - Lo dice col tono di quello che sta facendo marcia indietro e non ha più il coraggio provocarmi ancora.
    - E chi te l’ha detta? - Lo sfido …
    - Gira voce – fa lui vago.
    - Fanculo, allora è una balla. – dico io e lui riprende il suo ritmo in silenzio.
    Qui non finisce più, mi tremano le ginocchia, sono al limite ... ma mi piace troppo provocarlo ... mi sento perversa.
    - Fe fernati … sì bravo, rispondimi, e ti piacerebbe farmi la festa assieme ai tuoi amici? – (capisco di aver centrato il bersaglio perché lui mi assesta quattro colpi da togliermi fiato …)
    - I-in qua … quanti sa … sareste … ma … maiali?
    (e lui zitto)
    - Quattro … cinque … otto ? -
    (niente, silenzio)
    Insisto: - tutti nel culo no però … faccio pompini e scopo –
    (lui zitto e mi incula)
    - OKappa, tutti anche nel culo … posso sapere in quanti siete? -
    Pare che ci pensa … così facendo sento che il suo uccello si allunga … o forse entra solo di più perché spinge molto di più … me lo sento arrivare in mezzo alla pancia, e nello stato semiconfusionale in cui sono scivolata ho la netta sensazione che qualche curva del mio intestino si sia miracolosamente allineata al rettilineo del mio povero rotto retto. E’ fermo, lo sento vibrare … (sì, sì bello, dai dai vieni finalmente finalmeeentee)
    - Vieni VI-E-NII VI-E-NIIIIII AMOREEEEE !!!! – mi sentono fino in strada ma chissenefrega, ho detto anche “amore”!
    Viene eccome … come si faccia a sentire il caldo dello sperma nel sedere rovente io non lo capirò mai, ma io sento proprio un torrente caldo.
    (annebbiamento dello schermo ... ho gli occhi velati di lacrime)
    Flop … finalmente me lo sfila dopo aver soffiato e rantolato.
    Nel contrarsi di nuovo i muscoli anali mi fanno male … lo stretching è durato troppo. Non è la prima volta ma sono distrutta, c’è odore di selvatico … rimango in quella posizione innaturale, con mezza faccia schiacciata contro le lenzuola.
    Per pulirsi lui usa i miei slip di prima, ormai fradici … servivano a me accidenti, perché sento che sto per dare alla luce tutto lo sperma che ho in pancia. Trovo la forza di alzarmi e mettermi una mano tra le gambe per non sgocciolare … esco per raggiungere in qualche modo il bagno.
    - CAZZO, Lillo, cosa ci fai qui dietro alla porta? … non eri andato fuori con le sorelle bandiera? -
    - Sorellina Giada sei un mito – e sfodera una faccia sinceramente raggiante
    Non sa cosa fare … io, sono IO che non so cosa cazzo fare, cazzo! Mi sono partorita in mano mezzo bicchiere di sborra giallina!
    In due salti Lillo va al bagno e torna col rotolo della carta igienica … mi pulisco immediatamente la mano.
    - Cazzo, Lillo cosa fai, sei fuori? – mi sta mettendo un pezzo di carta tra le gambe e pulisce delicatamente.
    - Ti invidio Giada – e i suoi polpastrelli cominciano a controllare cautamente se il mio ingresso B ha riportato dei danni. E’ dolcissimo … adesso so che è gay. Gay … Bo? Bisessuale? … che differenza fa, è dolcissimo!
    Il dito che mi controlla dietro sembra un po’ gay, è vero, ma l’altra mano che mi tocca davanti no, quella sa dove stuzzicare una ragazza.
    - Dai Lillo, un’altra volta … adesso sono distrutta – glie lo sussurro con aria complice.
    - LILLO GIU' LE MANI DA CUBA – gli urla Luciano dalla mia stanza.
    Giù le mani lo decido io, penso, e per sottolinearlo mi tiro dietro Lillo nel bagno.
    - Dai, fai in fretta, puoi leccarmela se ti va - (mizzica ke strega ke sono!)
    Mi appoggio con la schiena al muro, sporgo il bacino in avanti e allago le gambe … lui mi pennella la lingua nella spacca e si decide a infilarmi il dito nel sedere … poi scappa. E’ un attimo, ma ho capito che è andato a cercarsi lo sperma di Luciano.
    Wow Lillo, complimenti, io ti nomino il mio cavalier servente!
    Da un po' di tempo sto studiando parecchio: niente maschi e neanche tante scintille con le mie affezionate coinquiline. Ogni tanto, ma veramente ogni tanto, vado da qualche parte per stare in compagnia e prendere una boccata d’aria.

    Boccata d’aria si fa per dire … sono a casa del Giangi che di speciale ha (la casa, non il Giangi) che in quella palazzina ci stanno solo studenti.
    E’ una sera che c’è un sacco di gente, in cucina, sui letti, per terra, dappertutto. C’è fumo, cazzo, non sopporto chi succhia le paglie una dietro l’altra. Di solito io non mi faccio gli spini … a parte qualche tiro se proprio la canna mi transita sotto il naso. Ne è transitata una due minuti fa ... puah ... sto ancora tossendo, perciò opto per un sano bicchiere di rosso fermo.
    Stasera ce n’è di quello buono, refosco se non sbaglio, e qualcuno affetta salame all’aglio e fette di crescenta, quella con i pezzetti di ciccioli dentro.
    Come al solito io sono stravaccata per terra, con la pancia morbida della Titti per cuscino. Oggi nel nostro appartamento eravamo sole e smaronate io e lei, le altre tutte a casa per il WE. In questo momento è in buona, stranamente, perché di questi tempi è in crisi di astinenza ..di cazzo oviamente. Ha gli occhietti furbi che mi dicono che sta tramando qualcosa. Con le sue dita paffutelle passa continuamente dal tormentarmi le ciocche dei capelli al togliermi le briciole dalle tette … e ridacchia.
    - uè Tittona, dimmela tutta, cosa stai tramando? –
    - c’è Mauro – (mi risponde al volo … quindi è lui che ha in mente la maialona)
    - sì, lo so, me lo trovo dappertutto, è un mese che mi punta –
    - Giada, lui punta a te, ma mi piacerebbe che scopasse con me – e mi guarda con aria interrogativa
    - cosa mi vuoi dire, Titti ??? –
    - se mi dai una mano –
    - cioè lo devo cuocere io per passarlo a te? -
    - zi-zi-zi, proprio cozì – non ho più briciole sulle tette ma lei continua a distrattamente a togliermele una ad una.
    - Titti ti avviso che mi stai palpando … -
    Parlavamo del diavolo e spuntano le corna: arriva il Mauro e, manco a dirlo, si siede per terra vicino a me … la Titti la saluta appena e lei per ripicca mi dà un bel pizzicotto a una boccia facendo finta di prendere una briciola per buttarla per terra.
    - ma la finisci con ste briciole, cazzo! – le dico con la voce della infastidita per finta
    Mauro se la ride e di rimbalzo mi sbriciola sulla felpa il suo pezzo di crescenta
    - volete spazzare tutti le mie tette stasera? – protesto
    Per tutta risposta, lui si mette più comodo … si stende quasi sopra al mio fianco sinistro e si appoggia con una mano per terra e il relativo avambraccio a contatto con la mia zinna destra. Okappa, penso, devo solo dargli corda.
    Lui mi imbocca l’ultimo pezzetto della sua crescenta.
    - pussa via, non la voglio la tua crescenta! passami il vino –
    Mi serve un altro po’ di coraggio e bevo un sorso anche dal suo bicchiere di plastica..
    Lui allora le briciole cerca di togliermele infilando la mano sotto la felpa.
    Lo guardo negli occhi … voglio vedere dove arriva.
    Lui ci arriva , forte del fatto che non ho niente sotto. Lo sapevo … le sfide mi piacciono … lui mi gioca un capezzolo tra l’indice e il pollice … ci sa fare. I miei occhi cercano la Titti e incontrano subito il suo sguardo lampeggiante di gioia.
    - non vorrai mica scoparmi qui davanti a tutti ! – (glie lo dico al Mauro per stopparlo)
    - dove andiamo allora? – fa lui
    Incrocio di nuovo lo sguardo con la mia complice - Zizzzinaa, il tuo letto è libero? –
    - chizzzà … forse – dice facendo esageratamente finta di cascare dalle nuvole.
    Ok, mi alzo, anche la Titti, raccogliamo i nostri stracci e ci avviamo senza neanche chiedergli un parare. Lui è romagnolo, ha la moto come tutti i romagnoli. Noi arriviamo alla twingo mano nella mano, lui ci raggiunge di corsa con il casco in mano.
    - dove hai la moto? - gli faccio … lui indica indietro col pollice … ovviamente è rimasta sotto la casa del Giangi.
    - dai, valla a prendere, ti aspettiamo – (io sulla twingo non ce lo voglio perché ho intenzione di sganciarmi).
    Lui ci segue con la rombante, arriviamo, parcheggiamo … ma come cazzo mi sgancio io non l’ho ancora capito. Il Mauro sta appiccicato a me ... comincio a pensare che proprio non gli vadano a genio le cicciotelle come la mia bella amica popputa.
    Andiamo pur su allora! Entriamo, io punto alla cucina, la Titti va in camera sua … ma il Mauro segue me. Allora vado al cesso, cazzo … non mi verrai dietro anche lì!
    Non mi è venuto dietro ma non si è neanche schiodato dalla cucina.
    Bevo raramente alcolici, però adesso ho bisogno di un altro mezzo bicchiere di coraggio … dai, faccio un colpo di vita. C’è una bottiglia intera ancora da stappare … cavatappi, tre bicchieri, porto tutto in camera della Titti e vediamo cosa succede.
    Oooooh che bello, quando entro lei è già mollemente distesa su un fianco, tutta sciantosa con i capelli sciolti e le tettone al vento … si è solo tirata il lenzuolo sulla pancetta perché si vergogna. Ha anche messo una bandana rossa sulla lampadina per creare l’atmosfera.
    E’ fatta, mò poggio il tutto sul comodino e tolgo il disturbo … col cazzo! Mauro mi branca da dietro e mi soffia sul collo, tutte e due le mie mele normali sono finite nelle sue mani grandi … e ci stanno giuste giuste. Mi rigira di peso, mi sfila la felpa da sopra la testa e mi butta sul letto. La panzetta della Titti mi fa di nuovo da cuscino.
    - IL VINO! Apri prima il vino! – (è il mio ultimo tentativo poco convinto di tirarmi fuori).
    Lui prima mi toglie pantaloni e mutande, mi spalanca le gambe ci si siede in mezzo e solo poi stappa la bottiglia.
    Ok, bevo anch’io, stavolta però per fregarmene di come va a finire la storia.
    La Titti è sveglia … non me l’aspettavo da una friulana cattolica osservante ( … ma è osservante?). Lei ha la scorta di preservativi anche se spesso le manca il supporto per srotolarceli sopra. Stavolta però il supporto c’è che punta dritto dritto al mio sottobosco umido e nero. Incredibile, fa tutto lei … strappa la bustina coi denti, tiene delicatamente il serbatoio tra i polpastrelli di indice e pollice della sinistra, srotola il velo di lattice con indice e pollice della destra ad anello attorno all’arnese di Mauro. (aspido! manco io sono così brava!)
    Un po’ mi dispiace riunciare ... ero pronta.
    E invece no … che … che cazzo mi fa la Titti? L’uccello col vestitino lei se lo sta insalivando come da programma, ma una sua manina morbida cerca la mia pesca sugosa … e la trova ... e mi dà i brividi. Mauro le raccoglie i capelli dietro alla nuca e le spinge la testa tra le mie gambe.
    Tittitittitittiiiììì che cazzo fai … le tue guancie morbide tra le mie cosce, la tua boccuccia carnosa che succhia la mia rosa sugosa … sei molto gentile, curi le voglie mie e poi ti giri a curare le voglie sue.
    O adesso o mai più: mi giro di 180° e mi infilo sotto alla Titti in ginocchio … evvvaii! facciamocielo sto cazzo di sessantanove!
    Schiacciate una sull’altra io mangio la sua, lei mangia la mia … Mauro basito sta dietro alla testa mia e al bel culone della dolce Zizzina-zizzona. Penso … te l’ha messo il preservativo, e allora infilala, accidenti, infilalaaa aahhh
    - INFILALA! – però non lo penso soltanto, quasi lo urlo.
    La Titti sta tremando, non ce l’ha ancora dentro e già miagola slinguettandomi la figa sottovoce. L’uccello di Mauro passa sulla punta della mia lingua e sprofonda nella spacca della mia ciccina-cicciò che reagisce mangiandomi la figa come una dea. Ho il primo piano del ciack-ciack-ciack davanti agli occhi … non pensavo fosse uno sballo vederlo. Mi trattengo a stento dal mordicchiare i ciondoli pelosi del Mauro mentre la Titti urla nella mia vagina. Io non miagolo ... solo perché sono troppo presa dai rumori e dagli odori della chiavata … è una grandissima fantastica maialata quello che sto vedendo e annusando, e non me ne frega niente … per me può durare così tutta la notte!
    Finisce invece … lui accelera, la sbatte con forza che quasi la catapulta in avanti … e soffia tra i denti come stesse compiendo uno sforzo sovraumano

    Adesso le palle glie le posso anche succhiare … così lui si ricorda che sotto ci sono io.
    La Titti mi scende di lato e barcolla in bagno a farsi la sua pisciatina (come la capisco!). Mauro lo vedo sempre alla rovescio … questa posizione la trovo molto erotica …io vicina al suo cazzo e lui lontano dal mio cuore. Ci sfidiamo negli occhi mentre lui si sfila il preservativo farcito. Gli schiocco la lingua per invitarlo, allargo le ginocchia e mi sgrilletto … lui mi sgocciola le ultime gocce nella bocca e me lo lascia da sbaciucchiare.
    Le due gocce di sperma sono per me come gli spinaci per Bracciodiferro …doing! Mi rivolto come un gatto per succhiarglielo meglio, poi la mia lingua gli risale pancia e torace fino a portargli alla bocca il sapore del suo stesso sperma.
    Con la mia fronte contro la sua, gli sibilo – ce la fai a chiavare anche me? –

    Ce l’ha fatta, ce l’ha fatta … e la Titti se n’è stata li buona a guardare, perché io non voglio distrazioni quando qualcuno mi sbatte come si deve.

    E adesso mi sto meritando la mia bella pisciatina a porta aperta … nel bidè, perché di fianco ho il Mauro che la fa nel WC.


    Di questa cosa (la voglia di cazzo appunto) a suo tempo me ne sono fatta una colpa e me la sono vissuta come tale. Come spesso succede infatti, invece che tenerti lontano dal “peccato”, i sensi di colpa ti ci spingono dentro, sempre più dentro.
    Bene, io credevo che tutto questo volesse semplicemente dire che ero una troia, punto e basta.
    Il meccanismo era stato “perverso” ma semplice: avevo fatto pompini quando avrei dovuto essere un angelo, avevo avuto voglia di cazzo quando doveva bastarmi essere innamorata, per voglia di cazzi avevo avevo rinunciato all’amore … quindi ero una troia.
    Secondo l’educazione ricevuta e i principi “morali” che mi erano stati inculcati, essere troia era una colpa … e significava che mi meritavo una qualche “punizione”. Tutto questo succedeva dentro alla mia testa, quindi ero io stessa che cercavo di punire la troia dentro di me.
    Beh … per quelli che hanno il vizio del gioco l’autopunizione consiste nel continuare a giocare e perdere a rotta di collo, per me invece l’autopunizione era far sesso senza complicazioni sentimentali e qualche volta anche … in modo estremo.
    Solo più tardi, quando poi ho cominciato a reagire in modo costruttivo anziché distruttivo, ho fatto delle scoperte molto interessanti: mi si è aperto il mondo di quella che io chiamo la “chimica comportamentale”.
    Ormai anche i sassi sanno che il testosterone sviluppa le caratteristiche della virilità e che gli estrogeni hanno funzioni analoghe nel corpo femminile. Beh, da alcuni anni si stanno scoprendo un sacco di altre sostanze (prodotte dal nostro stesso corpo … attenzione, eh!) con ruoli ben precisi. Le endorfine per esempio, sono quelle che ti danno la sensazione del piacere … l’adrenalina c’entra in molti altri tipi di sensazioni … ma ne stanno scoprendo sempre di nuove, legate alla paura per esempio, e ancora delle altre legate al desiderio sessuale.
    Queste sostanze influenzano molto i nostri comportamenti e sono fatte proprio per quello. Per farvi un esempio: la sostanza chimica della paura serve per tenerci lontano dai pericoli … ok?
    Quando ho scoperto queste cose, ho capito che una persona in grado di produrre una maggior quantità di una certa sostanza tende a sviluppare proprio quel certo tipo di comportamento. Già, perché la produzione di queste sostanze può essere “scatenata” sia da fattori esterni, sia da complessi meccanismi psicologici “interiori”.
    Non solo: anche il “mix” di sostanze diverse genera diversi tipi di sensazioni o aumenta l’intensità di una sensazione ben precisa.
    Per esempio una certa dose di paura può aumentare di parecchio l’eccitazione del desiderio sessuale, il che spiega come mai “la prima volta” è spesso molto più intensa … tanto che in seguito ci si rende conto che è “irripetibile”. Semplice no? …. Questo succede perché la prima volta si ha anche una certa dose di “paura” … giusto?
    Non mi riferisco in modo particolare alla classica prima volta che si scopa … che può pure essere una delusione! In realtà tutte le prime volte cominciano a diventare mooolto più eccitanti quando si accumula un minimo di esperienza (cioè quando la paura non prevale troppo sul desiderio …).
    Voglio dire: c’è la prima volta che fai una cosa mai fatta prima … ma c’è anche la prima volta che, pur facendo qualcosa già fatta in precedenza, la fai con un altro maschio e/o in una situazione completamente diversa. Insomma, di prime volte (per fortuna) ce ne possono essere veramente tante nella vita.
    Ah … per capire sto fatto della paura che fa schizzare alle stelle la sensazione a cui è abbinata … pensate al bungee jumping, sì, il salto con l’elastico … devo spiegare oppure non serve?

    Allora, tutto questo popò di preambolo comincerà ad avere un senso solo se vi dico che la prossima pagina del mio diario parlerà di sesso con più di un ragazzo “contemporaneamente”.
    Nei cosiddetti rapporti multipli, dal punto di vista puramente fisico potrebbe anche valere semplicemente la regola che two o three is meglio che one ... però ridurre il tutto ad una somma aritmetica di più stimolazioni fisiche sarebbe banale pornografia.
    L’esperienza (ma cosa dico “esperienza”) … il fatto, o meglio “lo scivolone”, per me è stato esplosivo soprattutto a causa della disparità di forze in campo.
    Infatti è proprio la disparità di forze quella che ti spaventa, è quella che ti scatena comportamenti che mai avresti immaginato, è quella che ti fa produrre una quantità incredibile di quelle sostanze chimiche che rendono possibili cose altrimenti “impossibili” … sia psicologicamente, ma anche fisicamente, perché per “certe cose” riesci ad essere ricettiva solo se sei veramente in orbita.
    Ed è ancora la disparità di forze in campo che che stabilisce i ruoli: “loro” i cacciatori e tu la preda.
    Ed è ancora la disparità di forze che fa scattare un meccanismo che ricorda in qualche modo la sindrome svedese … che sarebbe quando un ostaggio prova una certa solidarietà (e perfino una sorta di ammirazione) nei confronti dei rapitori.
    Naturalmente lo stupro non c’entra un fico: quello è il più odioso dei reati e chi lo commette è un bastardo criminale … non ci devono essere dubbi.

    Bene … spero di aver introdotto l’argomento quanto basta …
    Magari qualcuno non pensava che la voglia di cazzo fosse una cosa tanto complicata! E’ complicata sì, eccome! Al mercato del sesso conviene far credere che sia una cosa semplicissima, così vi vendono molto meglio tutti i vari surrogati della figa.
    Cervello … il sesso sta nel nostro cervello, anzi: il cranio è la scatola, dentro c’è il software ... e gli organi sessuali sono solo “le periferiche”. Il sesso, quello vero che fai nel mondo reale, lo vai a pescare nel tuo mondo virtuale, pieno di stanze … qualcuna illuminata, ma la maggior parte buie … non sai quello che ci trovi dentro.
    Fare sesso per me è stato aprire quelle porte ed entrare in quelle stanze oscure … scoprire chi cera, cosa si faceva lì dentro e quanto mi piaceva farlo.
     
    Top
    .
0 replies since 28/2/2010, 09:23   5763 views
  Share  
.