Cosa non si farebbe per una vacanza

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    Delle tre settimane di vacanza, Paola mi aveva chiesto di andarcene per due al mare. Non era esattamente quello che avrei voluto. “Due settimane ti prego” mi ripetè mia moglie”la terza dove vuoi tu”. Non avrei ceduto tanto facilmente.”ti prego- insistette Paola- in cambio chiedimi quello che vuoi”. Certo la proposta non avrebbe potuto essere più allettante. Ci pensai.” Tutto quello che voglio?” Mi fece cenno di si col capo..”Qualunque cosa ?Posso chiederti qualunque cosa? E tu la accetterai senza opporti?” Disse un si convinto. “…qualunque cosa io ti chiederò durante la vacanza tu la farai .e l’ultima settimana scelgo io dove andare.” conclusi. “Va bene” ridisse ancor più convinta. In fondo cosa avrebbe avuto da perderci. Già ma io cosa le avrei potuto chiedere di tanto piacevole da farmi vincere l’avversione per il mare? Lasciai a mia moglie la scelta della destinazione. “mar Egeo…Creta…ti va bene”. Qualunque posto, ma la mia mente era altrove. Cosa le avrei potuto chiedere? Poi una brillante illuminazione una sera sfogliando una rivista insieme comodamente seduti sul divano. Una modella con un ridottissimo bikini su una spiaggia assolata. Un triangolino di stoffa che copriva a malapena le due tette e come slip un microtriangolo legato con laccetti sottili. I miei apprezzamenti si contrapposero con i suoi. Per me un costume stupendo per lei un’indecenza. “Credo che ti starebbe benissimo indossato”. “Ma stai scherzando è come andarsene in giro nuda”. Trovai quel suo pudore eccitante, così come era eccitante l’idea di vedermela in spiaggia con indosso quel mini bikini. I suoi costumi da bagno erano castigatissimi forse per quel motivo mi eccitava moltissimo il pensarglielo indosso. La disquisizione sul costume però finì li.



    Armando era disperato. Un divorzio alle spalle e i figli da mantenere ed ora senza più una prospettiva per il suo nuovo lavoro.LA società con il suo socio sarebbe saltata. Il direttore della sua banca non era più disponibile a concedergli il prestito per aprire il negozio. Invero il negozio era un porno shop e anche se lo avrebbe aperto alla periferia di Milano era certo che gli avrebbe reso. Già ma non aveva nessuno che potesse garantire per lui. Forse per questo si ricordò di me. “Tua moglie non lavora in banca?” . Di certo io non avrei potuto essergli d’aiuto,non ero di certo il proprietario della banca.”già ma tua moglie potrebbe trovare una soluzione, non come quella stronza della direttrice della mia banca”.Gli promisi che gliene avrei parlato e che ci saremmo risentiti. Poi come due vecchi amici ci lasciammo andare a chiacchiere, confidenze e ricordi dei tempi passati.
    Così finii per confessargli di quanto fossero cambiati i tempi, di come una volta sposato avessi perso di vista le amicizie e di quanto mi mancasse il sesso visto che ormai con Paola era routine, nel solito letto, allo stesso modo. Armando invece mi fece invidiare quel suo essere di nuovo single. Mi raccontò della sua relazione con Silvia una nostra vecchia amica comune. “Ma non era sposata con …”
    Mi sorrise. Non potevo crederci, ma non solo era la sua amante, ma una sorta di giocattolo sessuale l’esatto opposto di quello che faceva apparire. “Quando aprirò il sexy shop, se lo aprirò, unirò l’utile al dilettevole, tu non immagine neppure quanta perversione si nasconda dietro a facciate apparentemente normali.”
    “E così ti fai Silvia?”
    Armando tolse dalla tasca una foto. Era Silvia vestita in modo più che indecente . Lei la signora sempre così seria mai un capello fuori posto, sempre vestita con abiti rigorosi. Vederla in minigonna e stivali a mezza coscia con un maglietta semitrasparente era sicuramente una sorpresa.
    “ e ti lascio immaginare il resto.” Come era riuscito a trasformarla in quel modo? “te l’ho detto c’è un punto debole in ogni donna, basta trovarlo e trasformi la più insospettabile signora in una straordinaria vamp”.Immaginai Paola vestita in quel modo. Mi sentii turbato. Con Armando non c’erano segreti . Gli raccontai quanto avessi provato ad usare ogni possibile strategia per convincere mia moglie a lasciarsi andare, ma senza risultato. Ripensai alle future vacanze e raccontai l’accaduto ad Armando. “E’ fatta, è nelle tue mani. Ma non fermarti al costume. In vacanza non darle tregua, non permetterle di indossare i soliti insignificanti vestitini” .
    Il suo suggerimento mi intrigava molto. Paola in vacanza avrebbe dovuto trasformarsi nella mia amante e come tale non rifiutarmi nulla.
    “Ti ha dato carta bianca, ti ha detto o no ,fai di me quello che vuoi , altro che amante sarà la tua schiava, ti rendi conto della fortuna che hai avuto?” . Le parole di Armando sembravano inebriarmi.
    “ti dico io cosa fare”. Restai ad ascoltarlo. “Non credo che Paola potrebbe arrivare a tanto”.
    Armando era pronto a scommettere tanto era sicuro. “ Se perdo ti lascio scopare Silvia” Già ma se invece lui avesse avuto ragione? La sua richiesta : “ mi mandi le foto di Paola nelle sue nuove tenute supersexy”
    Restai sconcertato per quella richiesta. Armando insistette “ Se mi ascolti io mi godo la vista della tua signora completamente trasformata, ma tu te la godi per tutte le vacanze e magari le puoi proporre qualcosa di più perverso e tenerti la settimana che ti resta per una vacanza, che ne so ad Amsterdam e li potrei suggerirti …”
    Lasciò la frase in sospeso. Se fossi stato dotato di buon senso mi sarei fermato, ma l’opportunità era ghiotta. Concordammo tutto e Armando iniziò a consigliarmi una boutique dove acquistare il costume da bagno che avrebbe fatto allo scopo. “troverai anche vestiti un po’ osé, datti da fare, la commessa, Milù è una mia amica e ti saprà consigliare.


    “O metti bikini come quello o al mare non ci andiamo” dissi categorico. Paola provò a dissuadermi sottolineando il fatto che ormai si era già prenotato. “Niente se e, niente ma; abbiamo fatto un patto, qualunque cosa ti chiederò la dovrai fare ed acquistare un bikini come quello è già parte della vacanza”.
    Paola dovette cedere. Trovammo il negozio che Armando mi aveva indicato. Già dalla vetrina un invito alla lussuria. Non un abito con un minimo di decenza. Paola rassegnata non cercò neppure di opporsi. All’interno una sola commessa,un fisico da pin up , delle tette sicuramente rifatte. Non nego che mi mi creò un minimo di imbarazzo ed immaginai quanto ne stava creando a Paola. Le spiegai il tipo di costume che stavo cercando. Con una abilità estrema, ci mostrò una scelta di alcuni costumi.” Credo sia quanto state cercando per vostra moglie, io sono Milù” disse con insospettabile complicità. Paola se li passò tra le mani. “Con la coppa un po’ più grande-disse indecisa- ho molto seno”. “il bello è proprio in questo , più è piccolo il triangolo del reggiseno più potrete mettere in mostra il seno, è così bello che non dovreste vergognarvene, lo provi”.
    Paola mi guardò perplessa. La mia curiosità di vederla con indosso quel micro bikini mi stava eccitando. Glielo passai in mano con il sotto. Mi accorsi che era un tanga e a stento mascherai la mia forte erezione. Paola entrò nel camerino. Solo qualche minuto, poi mi chiamò. Restai senza parole. Era una dea. Le tette straboccanti , il culo nudo con il laccetto del tanga che le passava tra le chiappe. “Non vorrai davvero che vada in spiaggia in questo modo? E’ indecente”. La commessa si affacciò dietro di me. “Le sta benissimo, venga” la prese per mano e trascinò fuori dal camerino spingendola davanti ad uno specchio. Paola era inebetita. Milù le strinse il laccetto attorno al collo sollevandole ancora di più le tette. Scorsi i suoi capezzoli inturgidirsi sotto la stoffa.
    “Aspetti”. Recuperò tra gli scaffali un paio di scatole. Tolse degli zoccoli rossi con un tacco che ad occhio avrebbe potuto essere di un 13 centimetri. Glieli fece indossare. Su quelle zeppe il culo si plasmò ancora di più slanciato sopra le sue stupende gambe e le tette si spinsero ancora di più in fuori. Spudoratamente la commessa le sistemò il triangolino del tanga,facendole notare che con quel costume sarebbe stato necessario una piccola depilazione per quei peli antiestetici che ne fuoriuscivano. Paola non proferì parola. “Qua dietro c’è un’estetista, è una mia amica, se vuole può approfittarne”. Paola balbettò qualcosa “ Ci penserò, magari”. Ero tentato di sostenere la sua scelta , ma sapevo che non sarebbe capitata un’altra occasione come quella: “Dai vai, ti posso aspettare e poi mi sembra che con questo costume non si possa fare diversamente”. Paola rassegnata si avviò verso il camerino “va bene”. “non si cambi-la fermò la commessa- la faccio passare dal retro ed entrerà direttamente dalla mia amica”. “ma, ma sono seminuda”balbettò Paola.”
    Milù aprì una porta “è subito qua dietro, deve attraversare solo un violetto e non c’è nessuno”.
    Paola sempre più interdetta guardò la porta. Fui io a prenderla per mano mentre la ragazza ci faceva strada. Dietro il corridoio, una finestra ed una porta. Guardai dalla finestra che dava in un cortile. “lei ci aspetti qua, non posso portarla dentro un estetista per signore”mi disse Milù. Paola si bloccò sulla porta, guardò nel cortile e la seguì. La guardai attraversare il cortile seminuda con il suo culetto ondeggiante obbligata dai piccoli passi fatti sui tacchi a spillo che non era abituata a portare. Bussarono ad una porta. Paola si girò verso di me chiaramente impacciata. La porta si aprì e dopo aver scambiato quattro parole, mia moglie entrò da sola e Milù, tornò da me.
    “Fatto – mi disse – Armando aveva ragione a sostenere che sarebbe stato semplice convincerla”. Incredulo , Milù mi spiegò che Armando le aveva raccontato tutto e che anzi sotto suo consiglio aveva scelto non solo i costumi, ma immaginando che io mi sarei limitato a scelte ancora troppo pudiche , lui stesso aveva scelto l’intero guardaroba che Paola avrebbe dovuto utilizzare durante le vacanze. Ero curioso di vedere cosa le avesse acquistato, ma Milù mantenne il segreto concordato con Armando. “Passerà lui a ritirare il tutto il giorno che preparerete le valigie, almeno così mi ha detto”.
    Con una velata insistenza cercai di rubarle il segreto. Milù però era una tomba.
    “Non credo che Armando abbia scelto qualcosa di diverso da quello che avrei potuto scegliere pure io”.
    “Forse si, visto che non è sua moglie non si è posto alcuno scrupolo”.
    Cercai di spiegarle come Paola indossasse sempre vestiti sobri che difficilmente avrebbe potuto indossare qualcosa come quello che trovavo nel suo negozio.
    “Allora sarà ancora più sorpreso nel vedere cosa le ha acquistato, ed ancora di più quando lo vedrà indossato da sua moglie”. Estrasse da sotto il banco un mini abito di strech e mi disse “Come questo ad esempio”
    Restai perplesso però in fondo Paola aveva detto che in queste vacanze non mi avrebbe rifiutato nulla “credo che non sarà così semplice” dissi a Milù. “Non avreste mai pensato che sareste riuscito a farle indossare quel costume eppure non solo l’ha fatto, ha messo quei sandali e si è lasciata trascinare nel cortile mezza nuda fino dalla mia estetista”.
    “ma ora aspettatevi qualcosa di più?” Mi fece avvicinare alla porta sul retro; il cortile si era improvvisamente affollato. Extracomunitari che si accalcavano in tutti gli angoli. Aprì la porta. Passando dall’aria condizionata al calore estivo il respiro mi si bloccò in gola o la paura di sapere che il percorso che ora sarebbe spettato a mia moglie diventava quanto mai pericoloso.
    “Armando lo aveva previsto ed ora spetta a vostra moglie scegliere come fare per ritornare in negozio: il cortile o la strada sull’entrata”.
    Sarebbe bastato andarle in contro portandole i suoi vestiti, ma una perversa voglia di esibirla seminuda mi stava facendo girare la testa. Milù telefonò all’estetista e si fece passare mia moglie. “sto per chiudere negozio e suo marito la sta aspettando in auto lungo il viale, l’aspetto, se vuole può passare dall’esterno o dal cortiletto interno, tanto la strada la conosce.”
    Appese senza lasciarle il tempo di rispondere. Rifece un numero “il tuo amico è qui….si è come avevi detto….te lo passo”.
    “Armando diavolaccio che cazzo mi combini?”
    Mi ricordò la scommessa. “Sono certo che tua moglie passa dal cortiletto facendo lustrare gli occhi ai neri li fuori. Se ho ragione hai perso tu la scommessa ,le scatti qualche foto con il tuo telefonino e ovviamente me le spedisci”.
    Ero eccitato alla sola idea di vederla in spiaggia con quel costume indossato ma questo era ancora più di quanto potessi pensare. Milù mi chiamò . Buttai lo sguardo nel cortile. Paola era uscita. La vidi persa, accelerare il passo e venire verso di noi tra gli schiamazzi di quel pubblico improvvisato. Milù mi prese il cellulare ed iniziò a scattarle qualche foto. Era seminuda in un cortile malfrequentato . Mi stava facendo impazzire vederla esibita così impudicamente. Stava per raggiungere la porta ma Milù la blocò con il piccolo catenaccio. Ero dietro la porta, Paola non mi poteva vedere. Dalla finestra vidi alcuni ragazzotti di colore avvicinarsi. Paola supplicò Milù “Mi lasci entrare, la prego, faccia infretta”.
    “Mia cara devo uscire un attimo –le rispose piena di ironia-approfittane un momento,dietro di te ci sono dei cartoni per terra sdraiati e approfittane per prenderti un po’ di sole”.
    La rassicurò “nessuno ti farà niente “vero ragazzi- si rivolse come se li conoscesse ai due che le erano ormai vicini. Le chiuse la porta in faccia vincendo le resistenze di mia moglie. La spiai dalla finestra. Senza nessuna via d’uscita si avviò verso i cartoni per terra . Di spalle era ancor più eccitante. Si inginocchiò e poi si stese di schiena come se fosse su una spiaggia. Alcuni ragazzi le si avvicinarono. Milù Aprì la finestra e ne chiamò uno per nome. Lui la raggiunse, si dissero qualcosa e poi lei gli consegnò un barattolo di crema abbronzante. “Ti spalma un po’ di crema “gridò Milù a Paola. Il nero si avvicinò a mia moglie. La mia eccitazione faceva a pugni con la mia gelosia. Il nero le fece scivolare la crema sulla pancia ed iniziò a spalmarla senza che Paola cercasse di opporsi. Le mani correvano sul corpo. Il triangolo di stoffa del reggiseno traballava sotto il peso delle tette che non riuscirono ad essere trattenute. Il massaggio continuava. Paola chiuse gli occhi e una mano furtiva le slacciò il reggiseno lasciandola con le tette completamente scoperte. Milù scattò qualche foto. Ma anche da quella distanza vidi i suoi capezzoli tendersi. Le mani pratiche scivolavano ora sui fianchi. Una mano di mia moglie cercò di fermare quella del nero ma non servì e con una cura inaspettata le sfilò il tanga facendole saltare il laccetto sui fianchi. Paola si coprì d’istinto il sesso, ma il ragazzo le allontanò le mani. Della sua folta peluria era restato poco o nulla se non un piccolo ciuffetto. Il ragazzo si alzò e venne verso la nostra postazione consegnando a Milù il costume. Paola ora se ne stava sdraiata in mezzo a quel cortile completamente nuda. Due ultime foto con il mio telefonino e Milù me lo riconsegnò. “di certo non si può dire che Armando non abbia vinto la scommessa. Sono sicura che apprezzerà le foto”. Milù prese il miniabito “Ora sarà meglio che io vada a riprenderla e farla rivestire prima che non riesca più a controllare i ragazzi” Mi chiese di uscire dal negozio ed aspettare mia moglie in auto. “ah mi raccomando le foto ad Armando” si premurò di aggiungere. Uscii dal negozio e risalii in auto. Ero riuscito ad ottenere qualcosa che mai avrei immaginato. Feci ripassare le foto con profonda eccitazione.Ne scelsi un paio tra le meglio riuscite e non potei fare altro che spedirle.

    Avevo spedito le foto ad Armando come mi aveva chiesto Milù ammettendo di fatto che aveva avuto ragione , forse le donne le conosceva meglio di me. Avevo perso la scommessa, non avrei scopato Silvia, ma avevo scoperto un aspetto di Paola che valeva mille scopate con Silvia.
    Mi sarei aspettato un SMS di conferma di Armando.
    Al contrario di quanto potessi aspettarmi dal negozio uscì proprio lui. Scorse la mia auto e mi raggiunse salendo direttamente in auto lasciandomi sorpreso. Ancor prima che gli potessi chiedere delle spiegazioni mi disse “hai un gran culo amico, non immaginavo che fosse così fica tua moglie” quella sua frase mi lasciò sorpreso visto che da sempre nella nostra compagnia era lui che si faceva le strafighe. “ti volevi fare la Silvia, ma hai un capitale nelle mani, te l’avevo detto o no che ogni donna ha un punto debole basta trovarlo e trasformi la più insospettabile signora in una straordinaria vaccona”.
    Così mi raccontò che quando me ne ero andato Milù era corsa in cortile a recuperare Paola perché sarebbe bastato poco che quei negri se la facessero.
    “diciamo che ora hai il culo di godertela nelle vacanze come ti pare e non concederle tregua ricordati che ormai è nelle tue mani e le potrai chiedere qualunque cosa,sarà la tua puttana privata”
    Le frasi di Armando erano forse troppo forti ma sicuramente eccitanti, non solo ma sfacciatamente mi chiese che cosa ci avrebbe guadagnato lui che mi aveva di fatto organizzato tutto . Innanzitutto gli spiegai che non sarebbe stato scontato che Paola si lasciasse andare come pensava lui. “ dici? – mi rispose – credo che sarà esattamente l’opposto e al tuo ritorno e sarai tu a cercarmi per chiedermi cosa d’altro fare con lei”.
    “per esempio?” gli chiesi .
    “Ti ha dato carta bianca, ti ha detto o no ,fai di me quello che vuoi , altro che amante sarà la tua schiava, ti rendi conto della fortuna che hai avuto, e se vuoi, potresti affidarla a me e ti farei vedere di cosa è capace la tua illibata mogliettina”
    Una strana sensazione mi stava corrompendo come se fossi li li per cedere alle sue proposte “ma che dici?”
    Quel mio amico era più perverso di quanto mi aspettassi e del resto se era riuscito a trascinare la seria Silvia in quel vortice di passione che mi aveva raccontato non mi riusciva difficile immaginare che avrebbe potuto riuscirci anche con Paola.
    “Porto lei nel mio sexy shop appena lo apro, e credimi solo poco fa ho avuto la certezza che la mia direttrice di banca non si opporrà di certo, così che ti faccio vedere, trasformo la tua mogliettina in una docile schiavetta disposta a tutto. Vedrai che non si opporrà a nulla anche se tu le dovessi dire che la vuoi affidare a qualcuno che la possa educare più severamente”
    Impossibile gli risposi. Mi chiese il cellulare. Glielo affidai senza protestare.
    “Da ora sarai la mia schiava, amante e puttana e lo sarai per tutta le vacanze vero?” Mi chiese il numero telefonico di mia moglie. Lo guardai divertito e curioso di sapere la risposta di Paola e senza battere ciglio glielo diedi. Pochi minuti e la risposta non si fece attendere. Un sintetico si. Armando sorrise . “Segui tutte quello che ti dirà Milù” scrisse su di un altro sms e l’inviò.
    Gli chiesi che cosa avesse in mente. “ormai è la tua schiava fra un’ora Milù te la farà riportare belle che pronta per il suo ruolo “
    Mi chiese di avviare l’auto e raggiungere un luogo della periferia. Era eccitante,un po’ azzardato ma eccitante. Mezz’ora d’auto per arrivare ad un ristorante egiziano della periferia. Entrati, il mio amico sembrava di casa. Ci sedemmo per l’aperitivo. Sostenne che avrei dovuto ringraziarlo per quello che avrei visto di li a poco. Mi convinse che non avrei avuto difficoltà , di dimenticare le mie gentilezze nei suoi confronti e di trattarla come se fosse realmente una schiava.
    “A fine cena te la riporti in auto le spieghi che non ti potrà rifiutare nulla e che al vostro ritorno se vorrà la potrai realmente cedere ad un padrone come una schiava”
    Mi spiegò cosa avrei dovuto fare dopo cena, sempre che ne avessi voglia anch’io. Lui mi avrebbe aspettato ma la decisione ultima sarebbe stata mia. “tra poco sta per arrivare” mi disse, si alzò ed uscì.
    Restai solo in quell’angolo di mediooriente con il sole già al tramonto. Bevevo sorseggiando senza immaginare di certo quello che avrei visto.
    Mi girai e restai senza parole.

    L’inizio della vacanza

    Davanti a me Paola come non l’avevo mai vista. Una gonna di pelle, corta, nera, una pachima che teneva come uno scialle coprendosi le trasparenze di una camicetta nera con il davanti di tulle estremamente leggero e semitrasparente;sotto un corpetto con un reggiseno nero tipo "carioca", di quelli che lasciano i capezzoli semiscoperti. Le gambe fasciate da un paio di calze anch’esse nere, velate con la riga, sandali argentati con tacchi a spillo vertiginosi . Una catenina argentata con un lucchetto alla cavaglia . Era come l’avevo sempre sognata, ma fino a che punto mia moglie si sarebbe spinta e fino dove io avrei avuto veramente il coraggio di mettere in atto quello che Armando mi aveva proposto? Ero tanto eccitato dalla situazione che mi sarebbe stato difficile fermarmi.
    Mi piaceva vederla così .Una donna lasciva non darà mai il gusto del proibito quanto vedere trasformata una irreprensibile borghese in una “femme fatale”:sexy a casa non è male ma fuori è ben meglio e poi il gusto proibito di farla sentire un po’ puttana era troppo eccitante ma assaporare quella sua disponibilità a sottomettersi completamente come una schiava andava oltre ogni mia aspettativa

    L’aria si impregnò subito di un profumo dolciastro che Paola aveva indosso e mai avrebbe mai scelto spontaneamente. I capelli biondi raccolti le scoprivano completamente il viso ed i due orecchini ad anello enormi, che Milu le aveva imposto, sembravano volerle accentuare ancora di più il trucco reso pesante con ombretti neri e un rossetto rosso fuoco. Non avrei mai immaginato che si sarebbe lasciata trascinare fino a tanto eppure mi sentivo eccitato della sua completa trasformazione. “Milu è stata gentile?”. Paola annuii abbassando la testa “mi sono un pò vergognata ” disse con un filo di voce allungando la mano a raggiungere la mia. Ammirai le unghie laccate di rosso. Un senso fugace di eccitazione la percorse interamente e fu ancora più intenso quando accarezzai la procace tetta scorgendo un piccolo tatuaggio che si era lasciata fare con una decalcomania da Milu. “Quando ho capito cos’era sarei sprofondata ,ma ormai era tardi” sembrava volersi rimproverare. Guardai meglio il disegno, un fallo eretto ben visibile sulla tetta di Paola ed alla sua base due lettere, due altre lettere A S. Non ci dicemmo altro. Dietro di lei il proprietario del ristorante si affacciò ammirandola. Anche se avevo già permesso che Paola venisse esibita nuda in mezzo a degli estranei ed anche se ora era vestita, mi sembrò che in quel modo fosse più nuda di quanto non lo fosse stato realmente nel pomeriggio. Paola era irriconoscibile, quella trasformazione e la mia eccitazione la facevano sentire si ancor più desiderata ma al tempo stesso chiunque vedendola avrebbe avuto la certezza di trovarsi di fronte una battona, una puttana di lusso.

    “Potete accomodarvi nella sala pranzo”. Ci invitò a seguirlo.

    Per mantenere un giusto equilibrio, i sandali la obbligavano ad un’innaturale andatura, almeno per lei abituata a calzature basse, imponendole un flessuoso movimento di anche. La guardavo ammirato e mi sembrò di non riconoscerla, era una donna che non avevo mai visto. La gonna non riusciva a nascondere quelle gambe che forse per la prima volta anche Paola sembrò notare quanto fossero belle, perfette. Il cambiamento era radicale non c’era più traccia della donna che qualche ora prima era uscita da casa per comprarsi un costume da bagno. Paola era come impietrita e rientrando nella realtà non mi sapevo capacitare di come era potuto accadere che ci fossimo fatti trascinare fin li

    Il locale con luci soffuse e tavoli ben distanziati e separati da fiori finti che riuscivano a garantire la privacy dei clienti. Paola si teneva ben stretta la sua pachima . Un cameriere avvicinò tentò di togliergliela. Lei si ribellò trattando il cameriere in malo modo. Le sorrisi rassicurandola “siamo al tavolo soli” invitandola a lasciarla nelle mani del cameriere. Quando se la lasciò sfilare si sentì nuda in quei pochi centimetri di stoffa ed ancora di più sentendosi addosso le occhiate indiscrete del giovane cameriere. Il locale era pieno. Attraversando il locale si sarebbe sentita nuda e sapeva benissimo di offrire uno spettacolo indecoroso, ma in fondo non aveva fatto nulla per evitarlo. Si era fatta trattare e aveva accettato di vestirsi come una puttana ed ora camminava tenendo gli occhi bassi vergognandosi di essere vista così. Una camicia trasparente che metteva oltremodo in evidenza il reggiseno e le tette sparate in su. Del resto non sarebbe mai passata inosservata. I clienti la guardavano sorridendo e non potevano fare a meno di notare le tette quasi completamente esposte. Le gambe inguainate dalle calze nere, e la gonna troppo corta lasciava notare per bene dove finiva la calza ed iniziava la pelle nuda. Togliendo ogni dubbio era ben evidente che stava indossando un paio di calze con il reggicalze. Non le aveva certo risparmiato nulla, Armando voleva che la sua sensualità esplodesse

    Vedendola così docilmente calata in quel ruolo la proposta di Armando per quanto estremamente indecente aumentò la mia eccitazione. Ora sarebbe arrivata la parte più hard della serata e nell’attesa di rivedere il mio amico avrei dovuto spiegarle qualcosa che avrebbe potuto mettere a rischio il nostro rapporto. Armando era certo che non sarebbe stato così visto anche il modo con cui si era esposta a degli sconosciuti nel cortiletto di Milù.
    Ci sedemmo.
    Con la mano scivolai sotto la gonna verso l’alto, vincendo la resistenza delle sue cosce che si strinsero solo per un attimo.Con sorpresa passai dalle cosce inguainate dalle calze alla pelle nuda e poi più su fino al suo sesso nudo . Lei restò immobile con la testa bassa. Il suo sesso era caldo ed emanava una forte eccitazione. Paola tremava,guardava verso il locale timorosa che quella sua posizione indecorosa potesse essere spiata, ma non si ribellò . Balbettò “ho fatto come mi ha chiesto Milù…. Come hai voluto tu”.
    “sei nuda sotto una gonna così corta, non l’avevi mai fatto; non avrei mai immaginato che l’avresti fatto.” Lei come rapita teneva gli occhi chiusi. Se la donna che conoscevo così pudica e riservata si era lasciata trascinare a tanto sarebbe stata disponibile ad abbandonarsi ai miei più perversi desideri durante la vacanza ed ancora di più alle richieste di Armand.
    “allora vale ancora il nostro patto?”
    “Cosa vuoi fare ancora?” chiese titubante “lo sai , schiava per tutta la vacanza” risposi spavaldo
    “ma partiamo domattina – fu la sua risposta ingenua – ceniamo e torniamocene a casa”, “Al ritorno dalle vacanze deciderò se non sarà il caso che la mia schiava venga educata da un padrone più severo ed esigente” pronuncia quelle parole con un piglio autorevole quasi non avesse scelta.
    Mi guardò “stai scherzando, vero, stiamo solo giocando”.
    “dimenticavo –aggiunsi- per domattina all’aeroporto io passerò da casa a prendere il mio bagaglio , mentre per il tuo ha già provveduto Milu seguendo delle indicazioni precise”
    “ma per chi mi prendi , sono tua moglie non la tua puttana” Le passai il cellulare con le foto che le avevo scattato. “Se hai cambiato idea cosa mi dici di queste?” Paola si azzittì. Ormai con curiosità ed un certo desiderio, aspettava di vedere come la serata si sarebbe evoluta, ma era evidente che nascondeva una evidente apprensione. In fondo non aveva scusanti per come si era lasciata esibire

    Cenammo tranquillamente.”Mi guardano tutti, mi sento nuda, osservata” .“Dovrai abituarti, ti voglio vedere sempre così sexy e provocante“ risposi pronto cancellando ogni tentavo di replica da parte sua.
    “mi vuoi vedere come una puttana?”
    “lasciamo tempo al tempo “ sorrisi. Aspettavo solo l’ora di tornare all’auto e far ritorno a casa per scoparmela.
    Il locale si stava vuotando quando vidi Paola sgranare gli occhi e subito dopo abbassare la testa quasi cercasse di nascondersi .
    In fondo al locale Armando si dirigeva verso di noi e Paola sembrava sempre più imbarazzata . Il perché l’avrei capito al ritorno delle vacanze. Armando, contrariamente a quanto avevamo concordato ci aveva raggiunti ed arrivò al nostro tavolo.
    “sono sicuro che ti è piaciuto- le disse Armando - infondo non era poi così difficile sembrare una puttana. “
    Vedendola così docile calata in quel ruolo restai ammutolito senza protestare per la volgarità del mio amico. Non capivo ma la cosa mi eccitava ancora di più la docilità di Paola di fronte a quelle volgarità.

    "spero di non essere in ritardo? " disse Armando.Abbozzai ad un tentativo di presentazioni.
    ” le presentazioni suppongo siano inutili, lei è la schiava, l’educanda, la puttana la tua sgualdrina, insomma tutto quello che si potrebbe desiderare da una moglie”
    Paola incrociò il mio sguardo piena di imbarazzo soprattutto per il modo con cui la guardava. Ma soprattutto l’aveva imbarazzata il fatto di farsi trovare vestita in quel modo. Solo un attimo e vedendo lo sguardo di Armando arrivato verso il basso Paola si accorse che l’orlo della gonna era risalito irrimediabilmente e lasciava ben trasparire il bordo delle calze. Anche se cercò di accomodarlo tirandolo in basso non riuscì a coprirsi più di tanto. Lo sguardo del mio amico la penetrava impudicamente e aggiunse rompendo il silenzio “E’ un peccato coprire due belle gambe come le tue per giunta rese ancor più affascinanti da calze e reggicalze.”
    Poi riprese “per il lavoro che fai sotto i tuoi tailleurini nascondi una sensualità così perversa. Dovresti andare al lavoro sempre così, così a chi ti chiede un mutuo e non lo concedi almeno si diletta per quello che vede” .Paola restò senza parole così pure io che non capivo cosa c’entrasse il suo lavoro. Ma non mi importava non mi sembrava vero di averla li di fronte in quella tenuta tanto volgare quanto eccitante e soprattutto la sua docilità mi eccitava esageratamente.
    Armando si sedette di fianco a Paola ; il suo sguardo non si staccò un attimo dal seno di Paola appena velato dalla camicetta che lasciava comunque un’ampia scollatura lasciando il solco delle tette ben evidente. Questo aumentava ancora di più il suo imbarazzo. Paola non sapeva più dove girarsi e Armando ancor più impertinente riprese lo stesso discorso “Hai delle tette meravigliose ed il reggiseno a balconcino le rende ancor più onore.” I suoi capezzoli per uno strano destino erano tesi contro il pizzo
    “Vedo che ami i tatuaggi –riprese- il tuo direi che è perlomeno provocante ma riflette quello che sei – aggiunse facendola vergognare ancora di più.
    Armando mi guardò “è solo un disegno ma durante la vacanza fallo tatuare definitivamente”. Mi girai verso Paola. “anche se si vede benissimo che non è definitivo,una pelle come la tua meriterebbe di essere - lasciò una pausa in cui Paola era ancor più confusa- ... marchiata definitivamente magari con le iniziali di un padrone a cui essere affidata ”
    Sembrò persa ed anch’io ebbi la strana sensazione che non fosse un caso Non disse altro e girandosi verso il cameriere che stava arrivando Armando appoggiò sul tavolo il suo portafoglio su cui facevano bella mostra le sue iniziali A.S ; solo in quel momento realizzai e presumibilmente anche Paola che ebbe un sussulto. A.S Le stesse iniziali tatuate sotto il membro stampato sulla sua tetta. Sembrò persa . Vidi la sua pelle accapponarsi ed i capezzoli puntare sotto il tessuto Intanto il cameriere non smetteva di guardarla mentre armeggiava con il secchiello del ghiaccio e una bottiglia di champagne, ne versò un flute ciascuno e si allontanò. Armando alzò il flute " Alla trasformazione della tua signora” "Quale trasformazione?” chiese Paola "Vedi tu hai detto che se ti avessi portata al mare avrei potuto chiederti in cambio quello che avrei voluto e tu lo avresti fatto. Sei qui perché hai accettato di diventare la mia amante, schiava, puttana”
    “ ma cosa stai dicendo , sei pazzo, -guardò Armando – mio marito sta farneticando. Non ti permetto di continuare di fronte ad uno sconosciuto”.
    Le dissi che con Armando eravamo amici da parecchio tempo e non avevamo mai avuto segreti. Paola si azzittì. “E’ stato lui a suggerirmi l’idea , è lui che ha provveduto al tuo guardaroba per le vacanze ed anche il modo con cui Milù ti ha preparata è stata una sua idea “
    Paola taceva,la vedevo tesa, scossa da piccoli tremori. Vedendola così ero sul punto di fermare tutto. “Se non vuoi però …” lasciai la frase in sospeso.Intervenne Armando e solo col tempo avrei capito quale sottile stratagemma mise in atto per convincerla “Se non vuoi, ha ragione tuo marito, è giusto che non si vada avanti….. ti ringrazio comunque per le belle foto che ho di te nuda in mezzo a quei ragazzi di colore diciamo che sono un buon investimento….quasi un mutuo” .Sorrise, io non capii l’allusione ma quando ci sarei arrivato qualche tempo dopo sarebbe stato troppo tardi per fare scelte diverse.
    Paola tremante alzò il bicchiere “Non volevo fermarmi…volevo solo sapere…”
    Ero al settimo cielo, mia moglie si stava lasciando convincere.

    Intanto il locale si era quasi completamente svuotato
    “Quello che ti ho detto prima è vero. Ho perso una scommessa ed al nostro ritorno ti dovrò affidare ad Armando perché completi la tua trasformazione e ti trasformi nella docile schiavetta disposta a tutto che mi hai detto accettare di diventare”
    Paola sgranò gli occhi. Armando la prese per un polso. Lei si divincolò. Lui mi guardò, “ho pensato a qualche piccola variante”
    “domattina Paola parte da sola , tu ed io la raggiungiamo il giorno dopo”.
    La richiesta di Armando mi sembrò assurda. Poi per quale motivo avrebbe dovuto esserci pure lui? Paola non disse parola.
    “All’aeroporto ci verrà accompagnata dall’amichetto negro di Milù , lo stesso che tra poco verrà a riprenderti per portarti da lei per tutta la notte”
    Le richieste di Armando stavano diventando eccessive e glielo dissi. “Ammettilo ti stai eccitando all’idea “ disse sornione Armando “Chissà da quanto tempo avevi cercato di spingerla a superare certi tabù senza mai riuscirci, forse adesso sarà più facile, è una schiava e per questa sera la offriamo lei, bianca, in pasto a dei neri”.
    Paola stava ad ascoltare allibita .
    “Su non vergognarti, vieni siediti in braccio a me” le chiese vincendo una mia iniziale gelosia. Paola cercò di reagire “ma chi ti credi di essere”
    Armando ritornò alla carica “Dalle tue foto di oggi non avrei immaginato una tua resistenza. “ Paola mi guardava come un agnello votato al sacrificio. “Tu non c’eri – si rivolse a me- ma Milù ha anche delle foto in cui il nero che l’accompagna le palpa il culo e le tette senza che lei dica niente”
    La guardò con piglio severo e si tirò indietro con la sedia . Con gesto plateale le indicò di sedersi in braccio a lui. Paola restò al suo posto.

    Vista la sua resistenza Armando riprese con più pacatezza “avrai capito che è anche quello che vuole tuo marito: trasformarti in una perfetta ed ubbidiente schiava. Ma purtroppo se ha perso una scommessa la deve pur pagare, mi ha detto che lavori in una banca, ecco immagina di essere un tuo cliente che chiede un mutuo e tu non puoi far altro che concederglielo “. Paola lo guardò quasi implorante “non avrei scelte?” chiese ma non capii al momento la sua frase.
    “ Per questo tuo marito non dovrà mai interferire sulle scelte che io riterrò adatte per te per questa tua trasformazione. Devi proseguire perché io voglio la tua trasformazione che completeremo definitivamente quando aprirò il mio sex shop, è questione di tempo dopo che avrò ottenuto un finanziamento che credo mi sarà facilmente concesso, come tu ora ti concederai alle mie richieste”
    Paola si alzò, si stirò la gonna e si sedette sulle ginocchia di Armando.

    Armando mi guardò sorridendo “Trovi il tutto eccitante ma probabilmente hai ancora qualche scrupolo. Sei tentato di smettere? Forse non avresti dovuto iniziare con quelle foto così impudicamente esibita”
    “cosa ne dici – mi chiese – avresti mai pensato ad una situazione come questa. Tua moglie offerta ad un tuo vecchio amico perché come in "histoire d'O " vorresti vederla eroina del sesso disposta ad accettare tutto ciò che le verrà ordinato, per essere trasformata alla fine in una docile ed obbediente schiava. Ed il tutto per una scommessa”

    Mentre parlava giocherellava con i bottoni della camicetta tanto delicatamente che neppure ci accorgemmo che glieli stava slacciando ad uno ad uno mettendo in mostra due tette solo in parte coperte dal reggiseno dal quale si affacciavano, come da un balcone i capezzoli e soprattutto quell’infame tatuaggio.
    Scivolò una mano sulla sua tetta, lei con un minimo di pudore gliela allontanò.
    Paola lasciò che dopo averle palpate le facesse scivolare fuori dalle coppe incurante del luogo. Ma non solo ormai succube lasciò che dopo averle palpato il seno passasse ad accarezzarle i fianchi.

    “Mi attendo la tua assoluta disponibilità a diventare una schiava ma mi serve però anche il consenso di tuo marito – mi fissò- sarai tu che dovrai decidere se proseguire in questa sua educazione o smettere. In tal caso io non accamperò nessun diritto e vi restituirò tutte le immagini postribolari”
    E rivolgendosi a lei “ ovviamente tu non potrai che accettare passivamente, come del resto gli avevi già promesso , quello che lui deciderà.Lo potrai implorare di smettere e la cosa sarà più eccitante”

    Paola si alzò di scatto “ora basta”. Si divincolò da Armando per fare ritorno al suo posto, ma alzandosi si sentì sprofondare nella vergogna La camicetta era completamente sbottonata, i seni nudi con il reggiseno ridotto ad una striscia di stoffa arrotolata, la gonna a terra sul pavimento le copriva le scarpe. Non si era resa conto di essere stata completamente svestita. Rossa di vergogna si risedette velocemente Era ammutolita, non aveva la forza di fare nulla.

    “Quello che mi ha fatto intravedere non mi basta, voglio vederti completamente nuda qui in questo locale. Tuo marito potrà ancora rifiutarsi, ma se sarà sicuro di volerti affidare alla mia educazione deve accettare che tu possa essere esibita completamente nuda in mezzo ad una strada od essere affidata ad uno sconosciuto .Sei nelle sue mani la decisione ultima spetta a lui. “

    Armando si alzò. “Tocca a te decidere – mi ammiccò – Se vuoi la devi spogliare integralmente e mandarla nei bagni la in fondo facendole attraversare nuda il salone. Solo dopo aver saldato il conto ci raggiungerai pure tu. In questo modo vorrà dire che sei disposto ad accettare che io prosegua ad educarla senza condizioni, come pattuito, solo anticipatamente da quanto avevamo previsto. A quel punto la ammanetterò e la consegnerò all’amichetto di Milu perché sia preparata per partire domattina.”
    Non avrei mai pensato che Armando avrebbe potuto arrivare a tanto ma era troppo eccitante, rivivere una serata come fossi l’amante di O che consegna a sir Stephen. La vedevo ammanettata uscire dal locale risplendere della sua sottomissione.
    Armando si accomiatò da noi.
    Mi feci più vicino a lei , la accarezzai, la bacia sul collo e le sollevai la gonna, iniziando a toccarle il sesso umido.
    “sei stata eccitante ora ce ne usciamo, ma prima spogliati”. Paola era sconvolta
    Le dissi che l’aveva fatto anche prima ed ora non c’era più nessuno; il gioco si faceva pesante ma le piaceva.Non si ribellò Tolse velocemente la gonna e la camicetta rimanendo solo con le calze e il reggiseno, e le sfilai le braccia dalle spalline del reggiseno lasciandola,in quell’angolo dove nessuno poteva vederla, con le sole calze e il reggicalze,. Guardai il tatuaggio “sei stata stupenda ma ho ancora qualche sorpresa per te” . Era tesa dai brividi, si sentiva diversa, volevo scoparla li sui due piedi ma era arrivato il momento più atteso della serata.”domani partiamo per il mare ma voglio che tu segua quanto ha chiesto Armando “ Paola sembrava eccitata “le iniziali del tatuaggio sono le sue, no, non andiamo avanti , fai tutto tu, ti ubbidirò”
    “Ora o dopo le vacanze non fa differenza ,ti avrei comunque consegnata a lui diventerai la sua schiava ed io starò ad assistere a questa tua trasformazione“aggiunsi. Paola raccolse la pachima avvolgendosi interamente e offendimi per un attimo la visione del suo generoso didietro. La fermai. “vai in bagno”.
    “ma sono completamente nuda e c’è lui “ cercò di protestare. Paola restò pensierosa un attimo. Armando le aveva detto che l’avrebbe aspettata là. Ma ci sarebbe stato realmente? “mi vergogno, ma ti rendi conto dove vuoi spingermi?”
    “non mi sembravi tanto ribelle oggi pomeriggio in mezzo ai negri, anzi hai dato l’impressione che ti piacesse” Dissi con un moto di stizza spingendola verso il bagno che era dalla parte opposta della sala. Abbassò il capo. La fermai trattenendola per la pachima “Voglio che tu ci vada nuda” lei si oppose debolmente
    "Non ti vede nessuno, attraverserai la sala come ti è stato chiesto completamente nuda” Abbondò la stretta delle sue braccia e le sfilai quell’ultimo indumento. Obbedì. Attraversò la sala e entrò in bagno senza coprirsi, Li c'era Armando che l’aspettava. Paola cercò di coprirsi ma aveva ormai capito che non avrebbe avuto scampo.
     
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