UNA VITA ANOMALA

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    UNA VITA ANOMALA


    I
    Premessa


    Un saluto a tutti voi che state per leggere questo racconto, un racconto che non mi sarei mai aspettato di scrivere. . . Eppure eccomi qua a parlarvi della mia vita privata, una vita molto diversa da penso tutti gli altri ragazzi miei coetanei. Sino ad una settimana fa passavo molto tempo a leggere racconti come questo inerenti all’ incesto e devo ammettere che ne sono molto attratto, ma non mi sarei mai immaginato che simili cose potessero succedere nella mia famiglia. . .
    In famiglia siamo io, bel ragazzo alto 1m e 80cm circa, capelli brizzolati, occhi chiari, con un corpo magro cui si intravedono le forme toniche degli addominali; poi c’e' mia madre Carmela (M), 42enne alta 1m e 70cm circa, capelli mori con dei bellissimi occhi azzurri e scendendo piu’ in basso, avente una 4° di seno e un sedere altrettanto prosperoso e mantenuto; ancora, mia sorella Cristina (C) che ha 5 anni in piu’ rispetto a me (21) alta si e no quanto mi madre, solo poco piu’ alta, anch’ essa mora con occhi nocciola pero’, avente una 3° di seno abbondante ed un sederino dalle forme graziose che solo alla vista trasmette un senso di morbidezza che spinge chiunque ad accarezzarlo; infine, mio padre Giorgio (G), 45 anni, moro con occhi marroni, alto 1m e 85 cm e con un fisico da chi frequenta regolarmente la palestra.
    II
    Trasgressione


    Finita la descrizione, passo a raccontarvi, finalmente, la storia vera e propria:
    Era mattino e, come mio solito fare, mi accingo a lavarmi. Cio’ che non era solito e’ che lo facevo di domenica, giorno in cui di solito il mattino non lo vedo proprio…
    Mia madre come sempre gia’ sveglia presa dal fare le pulizie di casa, mia sorella che si accinge ad aiutarla, mio padre fuori con gli amici per fare quattro chiacchiere.
    Mia madre portava una vestaglia rosa che raggiungeva le ginocchia con delle ricamature che alludevano al sensuale, seguivano le sue carnose gambe, spoglie; mia sorella portava, invece, un pantaloncino di quelli a jeans e una magliettina sul bianco.
    Li incontro per la cucina e quindi ci diamo il buongiorno:
    M: Come va figliolo? Hai dormito bene?
    Io: Si, grazie mamma, e voi?
    C: Io anche.
    M: Si, grazie a te tesoro.
    M: Vuoi fare colazione?
    Io: No, non ho fame.
    Al che’ io mi dirigo in salotto a guardare un po’ la tv; Girandomi verso di loro scorgo una splendida vista del loro fondo schiena, quello di mama carnoso, morbido e ben visibile per via della vestaglia, quello di mia sorella ben stretto trai jeans, altrettanto bello da palpare.
    Mia madre così incomincia a parlare con mia sorella riguardo alla sua imminente partenza dato che il giorno a seguire doveva presentarsi all’ universita per le sue solite lezioni.
    Mia sorella a tal punto si avvia per la sua camera perche’ si doveva cambiare e io ne approfitto per vedere meglio le forme di mia madre:
    accanto a lei le dico “ma’ non ti fa freddo?” e lei “ormai ho finito, ci metto pocco e mi cambio anche io”, così vado da mia sorella ma mentre apro la porta della sua camera la sorprendo a cambiarsi e in questo modo posso gioire di fronte al suo splendido corpo coperto solo dal bellissimo intimo dal colore chiaro che mi attizzava molto.
    Chiudo e senza farmi notare vado nella stanza di mia madre dove si sta cambiando pure lei:
    Lei e piu’ in confidenza con me e quindi entro senza che debba chiedere il permesso, di certo non penserà che io la voglia vedere nuda, e invece…
    Il suo intimo nero mettava in risalto le sue linee provocanti e sexy, che venivano coperte molto poco, tantoche’ il mio pene ha una reazione ma cerco di calmarmi, allora mia madre si gira e vedendomi lì dentro mi dice “che c’è Marco?” mi avvicino a lei e standole dietro “niente mamma, volevo abbracciarti”, lei sorride e io la abbraccio appoggiando diciamo inconsciamente ( si fa per dire ) il mio pene sul suo sedere, così morbido, così soffice, che il mio pene incomincia a farsi piu’ duro, ma non mi muovo piu’ di tanto per non farmi notare, anche se mia madre noto’ per certo qualcosa che le si era apogia sul di dietro… di certo non penso’ subito lì anche perche’ mi ero attaccato con tutto il corpo a lei per abbracciarla. Si gira e guarda subito verso i miei occhi dandomi un bacio amorevole (di quelli a stampo) e mi abbraccia. E allora il mio pene si appoggia sul suo slip e a tal punto e’ proprio chiara la situazione. Io, si puo’ capire, ero davvero eccitato, era da un po che evitavo le seghe e quindi senza essere molto lucido agivo in quel modo, pero’ lei non era da meno, non fece nulla, fece finta di non capire e allora io preso dall’ eccitazione le palpai il sedere con entrambe le mani e lei mi diede uno schiaffo:
    Io: Scusa, mamma… non volevo…
    M: Vai fuori. . .
    Io: Non posso, Cristina vedra’ la mia erezione.
    M: Ho detto vai fuori!!
    Esco e Cristina mi incontra per il corridoio rimanendo di stucco.
    La sera i miei escono, mia madre continuo’ a fare come se nulla fosse successo, mia sorella fece tutt’ altro…
    Mentre ero a guardare un film in camera mia sento bassissimi rumori che cercava di non fare mentre era in bagno: si stava masturbando. Così sbircio dal buco della serratura ma si intravedono solo i piedi, che pero’ strofina uno sopra l’ altro:
    C: Ah. . . Ah. . . Marco. . . perche'? . . . Perche' eri duro stamane?
    Allora entro aprendo la porta lentamente e lei rimande folgorata, non pensava sarei entrato e non si prese nemmeno la briga di chiudere a chiave.
    C: Marco-
    Io: No. So che lo Vuoi. . . allora prendilo. . .
    Lo tiro fuori e lo posiziono davanti a lei. Con paura ed esitazione cerca di ribellarsi ad i suoi istinti, sapendo che cio’ e’ sbagliato, ma lo stesso apre lentamente la bocca e accoglie il mio pene accarezzandolo con la lingua.
    Ormai era iniziato. Era incesto. Mia sorella aveva incominciato ad accelerare ed io stavo godendo come un matto, sia perche' mia sorella e' un bel pezzo di donna, sia percheè fa dei pompini fantastici, sia perché gia’ il fatto che lei fosse mia sorella rendeva tutto cio’ molto eccitante. Pero’ io non volevo venirle in bocca, non volevo ancora farlo. Anche perché puo darsi che venendo mia sorella avrebbe recuperato un po’ di lucidita’ e avrebbe concepito che non voleva oltrepassare piu’ di la’ quel limite gia’ oltrepassato. Così estraggo il pene e la faccio alzare.
    C: Marco,. Lo sai… non si puo’…e’ immorale…non è nemmeno legale…
    Io: E quello che hai fatto adesso? Non è immorale? E poi, non lo sapra’ nessuno, non devi avere paura… lo so che lo vuoi… perché devi rinunciare ai tuoi desideri?
    E lei “. . .”, guardandomi negli ochi abbasso’ lo sguardo verso il mio pene:
    Cristina mi scosta e si appoggia al lavandino portando all’ infuori il sedere e girandosi, un po’ imbarazzata, a guradarmi.
    C: Facciamolo. Ma fai piano.
    Io: Non e' la tua prima vero?
    C: No, per te e' uguale?
    Io: Sisi, tranquilla, saro’ gentile.
    A tali parole si scioglie un pochettino e io incomincio a prepararmi per penetrare mia sorella. Non credevo a cio’, pero’ stava succedendo, vedevo la sua figa, sentivo l’ odore dei suoi umori, sentivo il suo affanno, la sua eccitazione e lei sentiva anche i miei.
    Con andatura lenta, la penetrai e così gemette per un primo piacere. Andai piano aumentando gradualmente il ritmo.
    C: Ah. . . Ah. . . Marco. . . Lo sento. . . E’ bello.
    Io: Ti amo sorellina. . . amo il tuo corpo. . . la tua figa. . .
    Raggiungendo un ritmo molto approssimato, arrivammo al limite e venimmo quasi fossimo in sincronia. Le venni dentro e godette per questo, ma non ne resto’ molto felice quando si riprese (fortuna che esiste la pillola…). Si giro’ e ci baciammo intrecciando le nostre lingue, e con un sorriso stampato in viso si abbasso’ e pulì il mio pene ricominciando a spompinarmi.
    Io: Cristina, sono di nuovo pronto. Adesso vorrei vederti in viso mentre lo facciamo.
    Allora mi siedo sul bordo della vasca da bagno e mi si siede sopra legandosi a me con le gambe e incomincio a muoverla su e giu’, mi aiuta mettendoci anche del suo. I suoi gemiti sono sempre piu’ continui e si fanno sempre piu’ forti, fino a che’ viene di nuovo:
    C: Marco, due volte e’ troppo, stavolta vienimi fuori dalla vagina.
    Allora lo tolgo dalla sua figa e mi faccio tirare una sega fino a venirgli sul seno.
    Io: E’ stato bellissimo, non pensavo potessi provare emozioni cosi’ forti.
    C: E’ lo stesso per me. Ma non lo deve sapere nessuno, dovremmo non ripetere cio’.
    Io: Adesso non pensiamoci. Facciamo una doccia invece.
    Mia madre durante tutto cio’ passo’ la serata fuori con mio padre e medito’ anche su quello che era successo, pensando a cosa dirmi l’ indomani. Tenendo la porta del bagno sochiusa pero’, proprio lei, mia madre, aveva visto i suoi due figli fare atti immorali proprio in casa sua, sentendosi ferita, stravolta, scioccata, non sapeva cosa pensare, rimase solamente immobile un po’ tremolante e dopo che finimmo ando’ in camera sua, dove c’ era mio padre che l’ aspettava…
    La casa e' grande, percio’ non sentimmo loro rientrare e loro non sentivano noi nella doccia, anche se mia madre ci scoprì, non fu perché sentì inizialmente i rumori, ma perché come era solita fare voleva controllare che stessimo bene e quindi voleva passare per le nostre camere, ma noi gia’ da un pezzo avevamo perso la cognizione del tempo.
    G: Carmela, sei stanca?
    M: Un po’, caro.
    Allora mio padre inizia a sedurla accarezzandola, baciandola sul collo, palpandola con sensualita', lei, distratta, sorregge il gioco erotico e così la notte per loro continuo’, fu una notte di sesso, dove mio padre godette come un matto scopandosi quel bel fiore di mia madre, ignorandone la distrazione, distrazione dovuta al fatto che, mia madre, continuava a pensare a me e mia sorella, nudi, che scopavamo.
    Non, era eccitata, non proprio. Sapeva benissimo che era sbagliato ed era triste tanto da lacrimare durante l’ atto sessuale con papa’, ma lo spaccio’ per conseguenza di coitanto piacere. Meditava su come comportarsi con noi. Che avrebbe fatto? Era questa la domanda di fondo. Non dormì per tutta la notte. Sia per il sesso con papa’, sia per l’ accaduto tra me e la mia dolce sorella.
     
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