il latte di angela 5

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  1. othersides
     
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    Per due o tre giorni non accadde nulla. Poi, un pomeriggio, verso le 17.00, tornai da una partita di calcetto. Poichè mi ero prodotto un'escoriazione superficiale, anche se vistosa, tolsi subito i jeans non appena fui a casa e applicai sulla ferita uno spray cicatrizzante. Mi distesi sul letto in camera mia e iniziai a vedere la tv. In quel mentre mia madre Angela entrò nella mia stanza. Indossava un golfino leggero di lana, sottile ed aderente, con scollatura a v molto ampia e profonda. "Ah sei tornato?" mi fa con voce un po' impastata, diversa dal solito. Le rispondo in modo frettoloso e generico ma, mentre le parlo, lo sguardo mi cade sulle sue meravigliose tettone che ciondolano placide davanti ai miei occhi.
    "Ti sei fatto male? Fammi un po' vedere" dice la mamma con voce sempre più malferma e inizia a guardare la sbucciatura della pelle che interessa il lato esterno della gamba destra. Con un dito ne esplora lievemente i contorni, poi lievemente avvicina il viso alla ferita e comincia a soffiarvi sopra. In pochi attimi il cazzo mi si rizza come un razzo e tende i boxer fino all'inverosimile, cercando di liberarsi dalla stoffa. Lei guarda il bozzo estasiata, poi mi rivolge un sorriso complice ed afferma "ricordati la promessa...non dobbiamo cedere alle tentazioni impure..." e inizia a massaggiarmi la gamba nuda con le sue meravigliose mani. Ma a mezza voce aggiunge "certo che hai un cazzo meraviglioso, figlio mio!" Io che da cinque minuti le guardo le tettone e sento di avere un incendio tra le gambe, non posso far altro che prendere la sua mano leggiadra e posarla pesantemente sul mio bastone implorandola "Ti prego, mamma, accarezzami ancora, ecco il mio cazzo, è tutto tuo..." lei ha un sussulto, arrossisce in viso, ansima ma non stacca le mani dalla verga turgida e gonfia. "Non possiamo farlo, non possiamo..." ripete automaticamente mentre con le mani mi abbassa velocemente i boxer e liberando finalmente il mio palo di carne da 20 cm. "non resisto, non resisto..." singhiozza a mezza voce, come in trance, poi mi ordina di allungarmi sul letto "dai Marco, mettiti giù, non muoverti e fai il bravo..." io obbedisco e lei si sfila velocemente i pantaloni. Mentre la guardo rapito, ella con foga toglie pure gli slip lanciandomi un'occhiata di fuoco. "non muoverti" mi fa, "ora arrivo" e raggiunge finalmente il letto dove sono disteso. Mi sale in groppa con decisione, divarica le sue belle coscione sode e scolpite da coguara di razza, punta contro la sua fregna rossa e bollente il mio nerchione giovane e vibrante e, in pochi attimi, se lo infila dentro guidandolo con la mano. Appena l'ha inforcato, inizia a cavalcarmi con furia, cedendo all'insano desiderio di scoparmi con sempre maggior trasporto. Io invece ero immobile sotto di lei e mi lasciavo montare selvaggiamente da mia madre, sempre più infoiata, sempre più troia, senza muovere neanche un dito. Solo il mio cazzo, dritto e duro, la soddisfaceva appieno, sul quale la tettona quarantenne saltava alla cavallina o dimenava lascivamente i fianchi per assaporarlo meglio. "Che bellooo! Oddio Che belloooo!" ripeteva la mamma "non posso crederci, non posso.." e intanto mi zompava in groppa lasciandosi schiantare la fica dal mio cazzone giovane ed inesperto. Allora, vedendo le sue sisone che flottavano e debordavano libere dinanzi ai miei occhi, le strinsi con le mani accecato dal desiderio e le palpai vigorosamente impastando la loro massa imponente di carne rosea. Lei sentendosi stringere le mammelle ebbe un improvviso e profondo sussulto "Oooh siii! Ancora Marco, ti prego! Stringile, stringile forte! " Non mi feci pregare ed iniziai a strizzarle quei meravigliosi cocomeri di carne con tutta la forza delle mani, mentre lei mi chiavava come un'ossessa, urlando tutta la sua insaziabile voglia di cazzo. D'un tratto, dai suoi capezzoloni turgidi, zampillarono due getti di bianchissimo latte che mi bagnarono il viso. Leccai quanto colava sulle labbra e assaporai il suo dolcissimo sapore, molto più gustoso del latte che siam soliti bere. Il latte di Angela aveva un gusto divino: era a temperatura corporea e profumava di carne di femmina. Mi ripulii le labbra avidamente con la lingua, poi tornai a stringere i meloni con forza, fino a quando non vidi di nuovo quei vulcani di carne spruzzare il succo bianchissimo e dolcissimo della spremitura. Intanto la mamma, impalandosi sul mio terrificante cazzone ricoperto di vene azzurrognole, gridava "Stringile ! Stringile Finalmente ! Sono gonfie di latte da due giorni!!! Io spalancai la bocca e cercai di raccogliere tutto il suo bianco e dolce succo senza sprecare una sola goccia. Intanto ella ripeteva "siii...che bello...che bello..." In quell'istante venimmo insieme, con un orgasmo lunghissimo che scosse i nostri corpi attaccati con un unico e incontenibile fremito di piacere.
     
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0 replies since 24/2/2010, 14:30   9179 views
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