Psicofarmaci e effetti collaterali

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    Psicofarmaci e effetti collaterali


    Gli psicoterapeuti cognitivo-comportamentali sono spesso favorevoli all'uso integrato di farmaci e psicoterapia. Per quanto si cerchi di fare a meno delle medicine, ove possibile, in alcuni casi può essere necessario ottenere una parziale riduzione dei sintomi mediante farmaci prima di impostare una psicoterapia efficace; in altri, soprattutto nei casi più gravi, è consigliabile mantenere affiancate le due forme di terapia, quella farmacologica e psicoterapica, dal momento che la ricerca scientifica ha ampiamente dimostrato la migliore efficacia dei due trattamenti associati.
    Si farà un breve cenno alle classi farmacologiche usate con maggior frequenza. I nomi commerciali riportati sono solo esempi dal momento che esistono molti altri prodotti con efficacia paragonabile.

    Gli ansiolitici, i cosiddetti tranquillanti (es. Ansiolin, Valium, Xanax, Lexotan, Tavor, ecc.).
    Gli ansiolitici sono i farmaci in assoluto più usati al mondo, dopo i comuni anti-infiammatori.
    Ansia, attacchi di panico, gravi e persistenti difficoltà a prendere sonno o la presenza di un sonno disturbato da prolungati risvegli notturni, hanno come conseguenza la stanchezza, l'irritabilità, la difficoltà a svolgere il proprio lavoro ed in generale provocano un peggioramento della qualità della vita.
    Il miglior modo di affrontare i problemi di ansia e panico è quello di affidarsi alla terapia cognitivo comportamentali, mentre per superare l'insonnia è bene ricorrere ai programmi non farmacologici di tipo cognitivo comportamentale.
    Moltissime persone, invece, ricorrono ai cosiddetti tranquillanti, farmaci che riducono la quota di ansia libera durante la veglia e facilitano il buon sonno.
    I farmaci più usati sono le benzodiazepine (Tavor, Xanax, Valium, Ansiolin, En, Frontal, Lexotan, Prazene, Control, Lorans, ecc.). Esistono poi alcuni derivati benzodiazepinici (Dalmadorm, Felison, Halcion, Minias, Roipnol, ecc.) e altri farmaci che, pur avendo composizione diversa dalle benzodiazepine, hanno un effetto sedativo (Nottem, Stilnox, Buspar, ecc.). Largo uso viene fatto anche di prodotti "naturali", quali la Valeriana, il Sedatol, ecc.
    Non è da sottovalutare il fatto che questi farmaci provocano, come ogni sostanza psicoattiva, dipendenza fisica e psicologica, assuefazione (= bisogno di aumentare la dose per sentirne gli effetti) e crisi di astinenza.
    A meno che non intervengano gravi effetti collaterali che rendano necessaria una brusca interruzione del trattamento, la sospensione di una terapia con tali farmaci deve essere graduale (il tempo necessario per chi volesse sospendere il trattamento è da calcolare assieme ad un medico che valuti con attenzione le modalità di riduzione del farmaco).
    Infatti una brusca sospensione può provocare ansia, insonnia, irritabilità, nausea, cefalea, palpitazioni, tremori, sudorazione, meno frequentemente dolori muscolari, vomito, intolleranza alle luci e ai suoni e, raramente, convulsioni e una serie di disturbi contrastanti quali: eccitazione, tristezza, delirio, allucinazioni, difficoltà a pensare e ad esprimere le proprie emozioni.

    I sonniferi e ipno-inducenti (es. Dalmadorm, Felison, Roipnol, Halcion, Minias, Stilnox, ecc.).
    L'insonnia è un problema che affligge circa 12 milioni di italiani, ovvero il 15-20% della popolazione. Questa percentuale raggiunge il 40% se consideriamo le persone con più di 65 anni.
    Gravi e persistenti difficoltà a prendere sonno o la presenza di un sonno disturbato da prolungati risvegli notturni, sono spesso seguiti da stanchezza diurna, irritabilità, difficoltà a svolgere il proprio lavoro ed in generale provocano un peggioramento della qualità della vita.
    I farmaci più usati, esattamente come per scopo ansiolitico, sono le benzodiazepine (Tavor, Xanax, Valium, Ansiolin, En, Frontal, Lexotan, Prazene, Control, Lorans, ecc.). Esistono poi alcuni derivati benzodiazepinici (Dalmadorm, Felison, Halcion, Minias, Roipnol, ecc.) e altri farmaci che, pur avendo composizione diversa dalle benzodiazepine, hanno un effetto sedativo (Nottem, Stilnox, Buspar, ecc.). Largo uso viene fatto anche di prodotti "naturali", quali la Valeriana, il Sedatol, ecc.
    Non è da sottovalutare il fatto che questi farmaci provocano, come ogni sostanza psicoattiva, dipendenza fisica e psicologica, assuefazione ( = bisogno di aumentare la dose per sentirne gli effetti) e crisi di astinenza.
    A meno che non intervengano gravi effetti collaterali che rendano necessaria una brusca interruzione del trattamento, la sospensione di una terapia con tali farmaci deve essere graduale (il tempo necessario per chi volesse sospendere il trattamento è da calcolare assieme ad un medico che valuti con attenzione le modalità di riduzione del farmaco).
    Infatti una brusca sospensione può provocare ansia, insonnia, irritabilità, nausea, cefalea, palpitazioni, tremori, sudorazione, meno frequentemente dolori muscolari, vomito, intolleranza alle luci e ai suoni e, raramente, convulsioni e una serie di disturbi contrastanti quali: eccitazione, tristezza, delirio, allucinazioni, difficoltà a pensare e ad esprimere le proprie emozioni.

    I tradizionali antidepressivi triciclici (es. Anafranil, Tofranil, Surmontil, ecc.).
    Gli Antidepressivi Triciclici (ADT) sono composti assai efficaci nel trattamento delle Sindromi Depressive. Vengono inoltre largamente impiegati nella terapia del Disturbo Ossessivo-Compulsivo, del Disturbo di Panico, dell'Anoressia e della Bulimia. La somministrazione è effettuata per via orale o endo-venosa.
    L'effetto antidepressivo di questi farmaci non si manifesta prima di 15-20 giorni; un miglioramento clinico nei primi giorni di terapia è da ritenersi conseguente ad un effetto placebo o alla sedazione dell'ansia, frequentemente ottenuta con questi composti.
    Non tutti i farmaci del gruppo, tuttavia, hanno la stessa capacità sedativa: questa è notevole per l'amitriptilina (Laroxyl), discreta per la clomipramina (Anafranil), scarsa per l' imipramina (Tofranil) e la nortriptilina (Vividyl).
    Alcuni antidepressivi triciclici, quali l'imipramina (Tofranil), la desipramina (Surmontil), la nortriptilina (Vividyl), esercitano la loro azione agendo prevalentemente sul sistema noradrenergico; altri, tra i quali clomipramina (Anafranil) e amitriptilina (Laroxyl), principalmente sul sistema serotoninergico.
    Tali farmaci, per poter esplicare la loro azione, devono essere somministrati a dosaggi efficaci. Il dosaggio terapeutico deve essere mantenuto per un periodo variabile (2-8 mesi) dopo la remissione della sintomatologia. Dopo che questa è stata ottenuta, le dosi potranno essere gradualmente ridotte.
    Gli effetti indesiderati sono legati per lo più all'attività anticolinergica (atropino-simile) propria di questi farmaci. Ricordiamo:
    ritenzione urinaria, anche in assenza d' ipertrofia prostatica;
    secchezza delle fauci;
    disturbi visivi lievi specie dell' accomodazione;
    stitichezza;
    tachicardia;
    ipotensione ortostatica;
    tremori a fini scosse agli arti superiori;
    sensazione di calore e iperidrosi;
    difetto dell' attenzione e difficoltà di concentrazione;
    ritardo dell'eiaculazione a bassi dosaggi, impotenza coeundi e calo della libido ad alte dosi.

    Le controindicazioni assolute all'uso degli ADT sono le stesse di tutti gli altri farmaci ad azione anticolinergica:
    cardiopatie con particolare attenzione per le turbe del ritmo;
    glaucoma ad angolo chiuso;
    ipertrofia prostatica.

    I farmaci triciclici non danno dipendenza né assuefazione.

    Gli antidepressivi non triciclici, i cosiddetti SSRI (es. Prozac, Zoloft, Sereupin, Seropram, Seroxat, ecc.).
    Il gruppo degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) è costituito da 6 molecole principali: Fluoxetina (Prozac, Fluoxerene, Fluoxetina), Fluvoxamina (Maveral, Fevarin, Dumirox), Paroxetina (Sereupin, Seroxat, Eutimil, Daparox), Sertralina (Zoloft, Tatig), Citalopram (Elopram, Seropram) ed Escitalopram (Entact, Cipralex).
    Sono tutte caratterizzate da un meccanismo di azione comune, rappresentato dall'inibizione, a livello dei recettori nervosi presinaptici, del riassorbimento della serotonina. In pratica, nell'arco di qualche settimana, aumenta la disponibilità della serotonina, uno dei principali neurotrasmettitori del sistema nervoso umano, negli spazi deputati alla trasmissione nervosa (sinapsi).
    Tali composti presentano un indice terapeutico (rapporto tra dose letale e dose efficace) assai superiore ai triciclici (ADT) e una notevole riduzione, rispetto agli stessi, degli effetti collaterali anticolinergici.
    Di conseguenza offrono una maggiore maneggevolezza e hanno un indicazione all'impiego anche per quelle categorie di pazienti, quali gli anziani e i cardiopatici, per i quali gli ADT sono sconsigliati oppure del tutto controindicati.
    Non sono comunque esenti da effetti collaterali, come ad esempio perdita dell’appetito, nausea, insonnia.
    Anch'essi richiedono 15-20 giorni prima di manifestare un effetto clinico significativo.
    Riguardo all'efficacia, nonostante numerosi studi indichino una potenza sovrapponibile agli ADT, tali composti sono da considerarsi generalmente di seconda scelta rispetto agli ADT nei casi di Depressione Maggiore e di Disturbo ossessivo-compulsivo.

    Fluoxetina (Prozac, Fluoxerene, Fluoxetina). Molecola dotata di notevole azione disinibente che trova largo impiego nei disturbi depressivi (range terapeutico 20-80 mg.), nel Disturbo Ossessivo-Compulsivo (40-80 mg.), nella Bulimia (60-80 mg.) e nel Disturbo da Abbuffate (60-80 mg.).
    Fluvoxamina (Fevarin, Dumirox, Maveral). Molecola che associa all'azione antidepressiva un effetto ansiolitico. Risulta quindi particolarmente utile nelle forme di depressione ansiosa (300 mg.). Inoltre la fluvoxamina può essere considerata un farmaco di notevole efficacia nella terapia del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (250-300 mg.) e nelle depressioni in corso di psicosi, così come nelle manifestazioni di deficit del controllo degli impulsi.
    Paroxetina (Sereupin, Seroxat, Eutimil, Daparox). Farmaco antidepressivo recentemente introdotto in commercio in Italia che trova indicazione nei Disturbi di Panico e nelle Distimie. Generalmente ben tollerato, può determinare la comparsa di nausea e di tremori a fini scosse agli arti superiori. Il range terapeutico e' compreso tra 20 e 30 mg.
    Sertralina (Zoloft, Tatig). La Sertralina risulta essere estremamente utile, all'incirca nel 70% dei soggetti con Disturbo da Abbuffate e nei pazienti obesi, nel potenziare la sensazione di sazietà e, conseguentemente, nel determinare una notevole riduzione dell'assunzione di cibo, con conseguente perdita di peso. Generalmente ben tollerata, presenta come principale effetto collaterale la nausea, che tende ad attenuarsi dopo i primi giorni di terapia.
    Citalopram (Elopram, Seropram). Il Citalopram è la molecola più recente e, a detta di numerosi studi, la più selettiva e, di conseguenza, quella che presenta meno effetti collaterali. Viene largamente impiegato, data la sua elevata tollerabilità, nelle sindromi depressive lievi e nel disturbo di panico a dosaggi compresi fra i 20 e i 40mg.
    Escitalopram (Entact, Cipralex). L'Escitalopram è l'evoluzione del Citalopram e, di conseguenza, ancora più selettivo e con meno effetti collaterali, almeno in teoria, secondo quanto dichiarano i produttori. Ha gli stessi impieghi del Citalopram.

    Gli altri antidepressivi, con azione noradrenergica (es. efexor, remeron, davedax, ecc.)
    Oltre ai diffusissimi farmaci del gruppo degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI),
    che inibiscono, a livello dei recettori nervosi presinaptici, il riassorbimento della serotonina, vi sono alcuni antidepressivi di nuova generazione che agiscono anche su altri sistemi di neurotrasmissione (es. noradrenergico).
    Anche questi composti presentano un indice terapeutico (rapporto tra dose letale e dose efficace) assai superiore ai triciclici (ADT) ed una notevole riduzione, rispetto agli stessi, degli effetti collaterali anticolinergici.
    Di conseguenza offrono una maggiore maneggevolezza e hanno un indicazione all'impiego anche per quelle categorie di pazienti, quali gli anziani e i cardiopatici, per i quali gli ADT sono sconsigliati oppure del tutto controindicati.
    Non sono comunque esenti da effetti collaterali.
    Anch'essi richiedono 15-20 giorni prima di manifestare un effetto clinico significativo.
    Riguardo all'efficacia, nonostante numerosi studi indichino una potenza sovrapponibile agli ADT, tali composti sono da considerarsi generalmente di seconda scelta rispetto agli ADT nei casi di Depressione Maggiore e di Disturbo ossessivo-compulsivo.

    Venlafaxina (Efexor, Faxine). Molecola molto efficace, che agisce sia a livello serotoninergico che noradrenergico (NSRI), al pari di un farmaco triciclico come la clomipramina. Trova largo impiego nei disturbi depressivi (range terapeutico 75-150 mg.) e, talvolta, nel disturbo ossessivo-compulsivo o in altri disturbi d'ansia.
    Mirtazapina (Remeron, Mirtazapina generica). Molecola con discreta efficacia antidepressiva, adatta nelle forme di depressione lieve. Ha un'efficacia diretta sul sistema noradrenergico e indiretta sul sistema serotoninergico. Per questo motivo, non presenta gli effetti collaterali tipici dei farmaci SSRI, in particolare quelli sul sistema sessuale. L'efficacia antidepressiva, tuttavia, non è sovrapponibile a quella di un buon SSRI. Il range d'azione va dai 15 ai 45 mg. die. Può indurre molta sonnolenza.
    Reboxetina (Davedax, Edronax). Farmaco antidepressivo con azione specifica sul sistema noradrenergico. Non presenta gli effetti collaterali tipici degli SSRI, ma può provocare: secchezza, stipsi, insonnia, vertigini, tachicardia, ritenzione urinaria e impotenza. Il range terapeutico e' compreso tra 8 e 12 mg.

    Gli stabilizzanti dell’umore (es. Carbolithium, Depakin, Tegretol, Neurontin, Rivotril, ecc).
    Fanno parte di tale gruppo un'insieme eterogeneo di composti utilizzati nella prevenzione e nella terapia degli Episodi Maniacali e Depressivi. Riportiamo i più comuni.
    Sali di Litio (Carbolithium). Il Litio trova largo impiego nella prevenzione delle riacutizzazioni maniacali o depressive, come terapia delle depressioni monopolari (come coadiuvante degli ADT), nelle forme farmacoresistenti a queste molecole, nelle Psicosi Schizoaffettive associato ai neurolettici.
    Somministrato quasi esclusivamente come Carbonato di Litio, è disponibile in compresse o capsule da 150 e 300 mg.
    E' fondamentale monitorare i livelli plasmatici del litio (litiemia). Sono infatti riconosciuti come terapeutici livelli ematici compresi tra 0.6-1.2 mEq/l,; al di sotto di questo range la sostanza non ha effetto mentre al di sopra compaiono effetti collaterali e tossici.
    La terapia con il litio, considerate le forme cliniche per le quali viene impiegato, viene assai spesso protratta per vari anni.
    Sintomi da sovradosaggio possono manifestarsi già a 1.5 mEq/l e sono rappresentati da nausea e vomito, diarrea, tremori grossolani, polidipsia e poliuria, cefalea, edemi alle parti declivi, disturbi dell'equilibrio.
    Il litio esercita anche una lieve azione ipotiroidea per cui è necessario sottoporre il paziente ad un controllo degli ormoni tiroidei prima d' iniziare la terapia. Spesso determina un cospicuo aumento di peso, soprattutto nei pazienti in trattamento molto prolungato.
    Carbamazepina (Tegretol). La carbamazepina, farmaco di prima scelta nella terapia delle nevralgie del trigemino e delle epilessie del lobo temporale, si è rivelato un ottimo composto da impiegare sia nella terapia che nella prevenzione delle crisi maniacali, da solo o più spesso in associazione con Neurolettici e Sali di Litio; nella prevenzione delle ricadute depressive in corso di depressioni ricorrente; nella terapia di sindromi psichiatriche e psicoorganiche caratterizzate da deficit del controllo degli impulsi; nella terapia dei gravi stati ansiosi in alternativa alle Benzodiazepine.
    Viene somministrata sotto forma di compresse da 200 e 400 mg. con una dose iniziale di 100-200 mg., per raggiungere un dosaggio di mantenimento compreso tra i 600 e i 1200 mg.. Così come il litio, anche la carbamazepina è dosabile nel sangue. Il range terapeutico viene considerato compreso tra i 4 e i 10 microgrammi/millilitro. Generalmente ben tollerata, la carbamazepina può indurre rush cutanei, leucopenia, piastrinopenia, atassia, diplopia e vertigini. Questi ultimi effetti sono spesso legati a sovradosaggi accidentali o provocati dai pazienti stessi.
    Valproato di Sodio (Depakin). Il Valproato di Sodio, farmaco anticomiziale di prima scelta nella terapia del Piccolo Male epilettico, può essere utilmente impiegato nella terapia e nella prevenzione delle crisi maniacali, così come nella terapia dei gravi stati ansiosi, associati o meno a Disturbi dell'Umore.
    Dotato di maggiore attività sedativa rispetto alla Carbamazepina (Tegretol), è disponibile in capsule da 200 e 500 mg. e viene somministrato in dosi comprese tra i 1000 e i 2000 mg. allo scopo di ottenere dei livelli plasmatici pari a 50-100 microgrammi/millilitro. In caso di sovradosaggio possono comparire alterazioni dello stato di coscienza quali torpore e sopore, evitabili mediante un monitoraggio dei livelli plasmatici del farmaco.

    I neurolettici tradizionali (es. Haldol, Serenase, Largactil, Melleril, Nozinan, ecc.)
    A partire dalla sintesi, nel 1952, della Clorpromazina (Largactil, Prozin), la terapia delle Psicosi ha potuto avvalersi di strumenti farmacologici sempre più efficaci. Essi hanno radicalmente cambiato la prognosi di tali disturbi consentendo, tra l'altro, il progressivo abbandono di strutture di tipo manicomiale, essenzialmente coercitive, e l'avvento di un approccio terapeutico-riabilitativo con risultati spesso assai soddisfacenti.
    I neurolettici, altrimenti definiti farmaci antipsicotici, influenzano l'attività dei sistemi neurotrasmettitoriali dopaminergico, noradrenergico, serotoninergico, colinergico, Gabaergico ed istaminergico.
    In particolare, l'efficacia antipsicotica di tali composti è legata essenzialmente all'azione esplicata a livello del sistema dopaminergico (DA).
    I Neurolettici piu' utilizzati sono:
    la clorpromazina (Largactil, Prozin), la levomepromazina (Nozinam), la promazina (Talofen), la Clotiapina (Entumin), l'aloperidolo (Serenase, Haldol), la pimozide (Orap), la sulpiride (Championyl, Dobren, Equilid), la levosulpiride (Levopraid) e l'amisulpiride (Sulamid, Deniban, Soliad).
    I Neurolettici depot (es. Moditen depot) sono rappresentati da aloperidolo decanoato, flufenazina decanoato e perfenazina enantato. Sono composti che, grazie ad un meccanismo di cessione prolungata della molecola attiva, garantiscono un'azione prolungata del principio attivo che viene somministrato per via intramuscolare mediante iniezioni praticate ogni 2, 3, 4 settimane.
    Gli effetti collaterali in corso di terapia con neurolettici sono relativamente frequenti. E' necessario che il paziente conosca alcuni degli effetti collaterali più importanti sia per il disagio soggettivo che questi arrecano al paziente, sia per l'effettiva necessità di intervento medico.
    Schematicamente ricordiamo:
    parkinsonismo;
    distonia acuta o crisi neurodislettica;
    discinesia tardiva;
    rabbit syndrome: caratterizzata da tremore periorale;
    acatisia: rende difficile o impossibile il mantenimento di una posizione di riposo;
    stipsi;
    ritenzione urinaria;
    eiaculazione ritardata;
    aumento della pressione intraoculare;
    amenorrea, galattorrea, ginecomastia;
    riduzione della libido;
    aumento di peso;
    turbe del ritmo cardiaco;
    ipotensione ortostatica.

    I neurolettici atipici di nuova generazione (es. Risperdal, Zyprexa, Belivon, Seroquel, Leponex, Levopraid, ecc.).
    Per evitare gli effetti collaterali tipici degli antipsicotici tradizionali, i ricercatori hanno sviluppato, negli ultimi anni, una serie di nuovi farmaci neurolettici con azione più specifica e selettiva sul sistema dopaminergico (DA).
    La clozapina (Leponex) è stato il primo farmaco classificato fra gli "atipici", grazie ai suoi scarsi effetti collaterali extra-piramidali (rigidità, parkinsonismo, ecc.).
    La olanzapina (Zyprexa) rappresenta una delle ultime scoperte indirizzate agli scopi di cui sopra.
    Se andiamo a leggere le indicazioni terapeutiche dell’olanzapina, leggiamo che è indicata per il trattamento della schizofrenia, e che nei pazienti che hanno dimostrato una risposta positiva al trattamento iniziale, il proseguimento della terapia permette di mantenere il miglioramento clinico. Alla voce effetti indesiderati ci viene detto che questo farmaco, più frequentemente determina sonnolenza e aumento ponderale.
    Compaiono invece occasionalmente vertigini, edema periferico, ipotensione ortostatica, lievi effetti anticolinergici, lievi aumenti delle transaminasi epatiche e un’ incidenza più bassa di Parkinsonismo, acatisia e distonia rispetto ai pazienti trattati con dosi frazionate di aloperidolo.
    Simili efficacia ed effetti collaterali sono stati riscontrati con il risperidone (Risperdal, Belivon), con la quetiapina (Seroquel) e con il recentissimo Aripiprazolo (Abilify).
    Tutti gli antipsicotici atipici vengono impiegati, oltre che nel trattamento a lungo termine della schizofrenia, come aggiunta agli antidepressivi ad azione serotoninergica, in particolare in caso di gravi disturbi ossessivo-compulsivi.

    L'iperico, valido sostituto degli psicofarmaci nei casi di depressione lieve o moderata
    L'iperico (noto anche come Erba di S. Giovanni) è divenuto famoso da qualche anno da quando alcuni psichiatri americani hanno dimostrato l'utilità di questa erba contro il più attuale dei mali: la depressione. Ma, chi si occupa di medicina naturale sa che le virtù dell'iperico sono conosciute da secoli. La fama dell'iperico procede di pari passo con la storia dei Templari cavalieri misteriosi e leggendari del medioevo. I Templari furono i primi a scoprire che l'iperico, oltre alle ustioni e alle ferite da taglio, era utilissimo per migliorare l'umore dei guerrieri che rimanevano immobilizzati a letto per mesi.
    Tra i componenti dell'Iperico abbiamo un olio essenziale e derivati fenolici, tra cui un pigmento rosso chiamato ipericina; da questo deriva il nome di erba di San Giovanni, in quanto il rosso ricorda il sangue versato dal Santo fatto decapitare da Salomè. La festa si San Giovanni del 24 giugno si rifà ad un rito pagano dei Germani, i quali usavano addobbare con l’iperico fiorito i luoghi dove festeggiavano il solstizio d’estate.
    L’iperico ha indubbiamente una azione rasserenante sull’umore, che si manifesta dopo 2/3 settimane di regolare assunzione ai dosaggi consigliati (generalmente 300mg./die). E’ valido nelle forme ansiose depressive e, combinato con la valeriana, ha un effetto simile a quello di un antidepressivo triciclico. Una serie di studi recenti in doppio cieco, che comparavano gli effetti degli estratti d'iperico con quelli del placebo, hanno indicato come esso sia efficace come prescrizione antidepressiva, pur presentando pochissimi effetti collaterali.
    In pratica, quindi, può essere un efficace sostituto dei farmaci antidepressivi tradizionali, nei casi di depressione lieve o moderata.
    Presenta un’azione fotosensibilizzante, per cui è sconsigliata la lunga esposizione al sole durante l’assunzione. Non sono noti altri effetti collaterali, a parte un certo nervosismo in più durante i primi giorni, compensabile con compresse di valeriana.

    La valeriana, un valido prodotto naturale con dimostrata efficacia sedativa e ipnoinducente
    Tutti conoscono il tipico, penetrante aroma della valeriana particolarmente apprezzato dai gatti. Già gli antichi greci e romani conoscevano la valeriana che fu apprezzata anche come rimedio contro la gotta e le fitte ai fianchi. E’ solo intorno al 1800 che Christoph W. Hufeland scoprì le proprietà tranquillanti e neurotoniche della valeriana. Riduce gli stati di tensione e di agitazione equilibrandoli e conciliando il sonno. E’ la chiave della tranquillità, non causa sonnolenza e non ha effetto narcotizzante come i sonniferi chimici. Considerato che la valeriana conferisce un cattivo sapore quando si fuma tabacco, è pure in grado di aiutare a smettere di fumare.
    Presenta un’attività tranquillizzante, ansiolitica e sedativa sul sistema nervoso centrale, anche se non è chiaro quale sia il principio attivo isolato a cui è dovuta tale attività. La valeriana alle attività sedativa e calmante unisce effetti positivi sulla coordinazione motoria e sulla concentrazione.
    E’ indicata come ipnoinducente e nei casi di ansia, nervosismo, insonnia, cefalea, spasmi gastrici e colici, bolo isterico, palpitazioni, vertigini psicogene.
    Alle dosi consigliate non manifesta effetti collaterali; solo l’utilizzo prolungato a dosi eccessive può provocare cefalea, agitazione, irritazione gastrica. Non diminuisce la concentrazione nella guida. Può essere assunta da bambini e anziani.
    La valeriana non va assunta per periodi di oltre 3-4 settimane, potendo l’uso continuo portare a cefalee e palpitazioni. Ideale è l’alternanza con la melissa. La valeriana rafforza l’effetto dei sonniferi e non dovrebbe essere assunta contemporaneamente con tali medicamenti o solo in dose ridotta.

    I Fiori di Bach, un rimedio naturale a nostro parere non indicato e senza efficacia sperimentalmente dimostrata
    I Fiori di Bach sono essenze naturali dalle presunte proprietà curative, la cui scoperta si deve al Dottor Edward Bach, nato nel 1886, che dedicò buona parte della sua vita all'individuazione di un metodo curativo complementare alla medicina tradizionale.
    La consacrazione del lavoro di Bach è avvenuta quasi un secolo dopo, nel 1978, quando la floriterapia è stata legalmente riconosciuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità come "Medicina Complementare" e il suo utilizzo è stato pertanto raccomandato a tutti gli Stati Membri. Nella sua opera principale, "Guarisci te stesso", pubblicata nel 1931, il Dottor Bach individua 38 rimedi principali, suddividendoli in 7 categorie sulla base delle varie teoriche proprietà curative.
    Le essenze dei Fiori di Bach si possono acquistare in farmacia o in erboristeria e vanno assunte per via orale.
    Ad oggi tuttavia non esiste alcun fondamento scientifico che dimostri l’efficacia dei fiori di Bach, per cui riteniamo che non si possano considerare come una valida alternativa alla medicina tradizionale.
    Ognuno è libero di credere in quello che vuole e, dato che l’effetto placebo è molto potente, è anche possibile che qualcuno possa beneficiare dei fiori di Bach. Tuttavia, pur non potendo dimostrare che siano totalmente inefficaci, riteniamo che sia assolutamente improprio l’uso di questi strumenti “terapeutici”, al posto dei validi rimedi, che hanno un’efficacia scientificamente dimostrata, quali gli psicofarmaci, la psicoterapia cognitivo-comportamentale e, in alcuni casi, anche la fitoterapia, soprattutto per quanto riguarda l’iperico e la valeriana.

    Esistono infine molti psicofarmaci che non abbiamo citato per motivi di semplicità, come non abbiamo considerato farmaci usati in altre branche mediche ma utili in alcuni casi psichiatrici (ad es. ormoni tiroidei o beta bloccanti).
    Quanto scritto è a puro titolo informativo solo un medico specialista può consigliare un farmaco o un sostituto a esso
    Se avete disturbi di questo tipo è pertanto d'obbligo rivolgersi a un medico
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  2. flins
     
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    psicofarmaci=controllo mentale,mai usarli ,fanno molto male, esono pericolosissimi
     
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    solo un medico decide se usarli o no in alcuni casi servono e se prescritti da medici seri vanno presi...
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  4. Paul Simonon
     
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    CITAZIONE (flins @ 22/9/2009, 10:23)
    psicofarmaci=controllo mentale,mai usarli ,fanno molto male, esono pericolosissimi

    In alcuni casi senza psicofarmaci non ne puoi uscire e non è questione di volontà o meno
     
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  5. ~Dodo~
     
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    Speriamo di non doverli mai prendere...
     
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    nessuno li vorrebbe prendere ma in alcuni casi sono indispensabili hanno molti effetti collaterali ma per certe gravi depressioni come potrebbero trovare la forza di uscirne senza aiuto...
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  7. Nekom.
     
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    CITAZIONE (<Cassandra> @ 12/1/2010, 01:12)
    nessuno li vorrebbe prendere ma in alcuni casi sono indispensabili hanno molti effetti collaterali ma per certe gravi depressioni come potrebbero trovare la forza di uscirne senza aiuto...

    hai ragione, però si esce soprattutto con la forza di volontà, gli psicofarmaci servono davvero a poco, e lo dico perchè lo so (non che li abbia usati io, ma un mio amico c'è passato...).
     
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  8. Paul Simonon
     
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    CITAZIONE (Nekom. @ 24/1/2010, 19:12)
    CITAZIONE (<Cassandra> @ 12/1/2010, 01:12)
    nessuno li vorrebbe prendere ma in alcuni casi sono indispensabili hanno molti effetti collaterali ma per certe gravi depressioni come potrebbero trovare la forza di uscirne senza aiuto...

    hai ragione, però si esce soprattutto con la forza di volontà, gli psicofarmaci servono davvero a poco

    Sfatiamo questo mito a volte la volontà non serve proprio a nulla c'è bisogno degli psicofarmaci e senza di essi non se ne esce.
     
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    allora ogni caso è a se generalizzare è sbagliato ma la forza di volontà di solito serve dopo quando una parte di percorso è già fatta ma quando la depressione è al culmine la volontà non c'è, come fai ad avere volontà se non ne hai...
    demonizzare gli psicofarmaci è sbagliato è l'abbuso che se ne fa e se ne fanno certi medici che può essere sbagliato ma le medicine spesso sono l'unica salvezza....

    Edited by <Cassandra> - 27/11/2010, 19:22
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  10. Paul Simonon
     
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    CITAZIONE (<Cassandra> @ 24/1/2010, 20:00)
    allora ogni caso è a se generalizzare è sbagliato ma la forza di volontà di solito serve dopo quando una parte di percorso è già fatta ma quando la depressione è al culmine la volontà non c'ècome fai ad avere volontò se non ne hai...
    demonizzare gli psicofarmaci è sbagliato è l'abbuso che se ne fa e se ne fanno certi medici che può essere sbagliato ma le medicine spesso sono l'unica salvezza....

    Non intendevo generalizzare.Quel che volevo dire è che ci sono certi tipi di depressione in cui si può uscirne per forza con gli antidepressivi altri casi invece si possono anche non utilizzare.
     
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    si non era rivolta a te Saso ma a Nekom.
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  12. Rickyrace
     
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    ciao a tutti, io sono un ragazzo di 32 anni e sono uno tra quelli che prende l'Efexor da 150mg e vi posso assicurare che senza nn sarei riuscito ad uscire da quella grave forma di depressione che avevo anche grazie alla mia ex, e in più per riuscire a dormire prendo l'halcion da 250 microgrammi e il bromazepam che è la stessa identica cosa del lexotan gocce.
    Io volevo fare una domanda, come si può sapere qual'è il dosaggio letale dell'efexor da 150mg?
     
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    perchè chiedi una cosa del genere le dosi che ti hanno prescritto i medici sono la cura più adatta alla tua malattia che senso ha sapere quanta ne serve perchè sia letale
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  14. Rickyrace
     
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    visto che nel bugiardino si parla di coma, volevo capire quale fosse il dosaggio per arrivare a quel punto, cioè mi spiego meglio, loro dicono che con un sovra dosaggio si può arrivare al coma, ma per l'appunto mi chiedevo questo quale sia.
     
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    credo sia impossibile dirlo qual'è il dosaggio che ti può provocare il coma anche perchè non ha solo quello di effetti ti brucia anche il fegato per esempio
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60 replies since 22/9/2009, 07:51   96458 views
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