analisi Gabbiani di Vincenzo Cardarelli

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  1. __kiko
     
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    ciao
    qualcuno mi puo aiutare ad analizzare questa poesia di vincenzo cardarelli?
    il titolo è "Gabbiani"

    Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
    ove trovino pace.
    Io son come loro,
    in perpetuo volo.
    La vita la sfioro
    com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.
    E come forse anch'essi amo la quiete,
    la gran quiete marina,
    ma il mio destino è vivere
    balenando in burrasca.

    grazie
     
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    Vincenzo Cardarelli
    Gabbiani

    Ancora una volta, in Cardarelli, è lo spettacolo della natura ad essere un pretesto per iniziare una meditazione esistenziale. Il poeta guarda il volo dei gabbiani e pensa alla propria vita, paragonando se stesso a quel vagar perpetuo degli uccelli. Cardarelli non conosce la meta dei gabbiani, li vede sempre in movimento : " Non so dove i gabbiani abbiano il nido/ove trovino pace".
    Il volo senza sosta degli uccelli è incredibilmente simile a quella che è la sua vita: i gabbiani, quindi, come simbolo, metafora, di se stesso.
    La lirica testimonia la dolorosa condizione di chi si avvicina alla felicità, senza afferrarla mai concretamente :"La vita la sfioro/ com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo."
    La propria esistenza è come il mare: inafferrabile ed instabile.
    Il grido di Cardarelli è quello di chi vorrebbe vivere con serenità il proprio cammino, ma : " Il mio destino è vivere balenando in burrasca".
    E' quindi la forza bruta e misteriosa del destino a vincere quelli che sono i suoi desideri. Negli ultimi versi Cardarelli evidenzia la differenza che c'è tra lui ed i gabbiani: " E come forse anch'essi amo la quiete,/la gran quiete marina ,/ma il mio destino è vivere/ balenando in burrasca" .I gabbiani, infatti, rispondo ad una necessità puramente vitale, mentre il poeta si sente condannato ad una condizione di precarietà.
    In questi versi racconta l'ansia della sua vita, il suo vagar alla ricerca della serenità.
    Il linguaggio adottato è limpido, i periodi brevi e concisi. Il metro usato è composto prevalentemente da endecasillabi e settenari. "Gabbiani" è tratto da "Poesie", del 1942.


    Vincenzo Cardarelli

    Vincenzo Cardarelli nacque a Corneto Tarquinia nel 1887. Il suo iter di studi si fermò alla licenza elementare, ma in lui era grande la voglia di apprendere, per questo approfondì il suo sapere da autodidatta. Fuggito a Roma, intraprese la carriera giornalistica collaborando con grandi quotidiani come " La voce", " La fiera letteraria"( di cui fu il direttore) e "La Ronda" ( di cui fu il fondatore). La sua vita fu caratterizzata da disagi economici. Esordì nel 1916 con la raccolta "Prologhi". Ma sono anche altre le sue opere, tra queste : " Viaggio nel tempo", " Favole e memorie", " Il cielo sulla città" e "Il viaggiatore insocievole" . L'opera poetica di Cardarelli è stata raccolta in unico volume: " Poesie", del 1942. Il Nostro fu protagonista anche di alcune battaglie culturali condotte dalle pagine de " La Ronda". Egli cercò di far capire l'importanza di una misura classica relativa all'arte, con particolare riferimento alla dignità formale. Caratteristica della prosa di Cardarelli è l'intonazione lirica adottata nelle pagine di evocazione e di viaggio, mentre nei versi rende un'ispirazione dolcemente sensuale. Il Nostro morì a Roma nel 1959.
     
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  3. Recluta90
     
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    Non ci sono figure retoriche?
     
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  4. sexynurse
     
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    iiiiiiiiiiiiiiiii
     
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    CITAZIONE (sexynurse @ 16/9/2007, 09:59)
    iiiiiiiiiiiiiiiii

    ...Cos'hai?? :rolleyes:
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  6. lugia the best 95
     
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    grazie
     
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  7. pirlotto
     
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    non è solo quello...c'è di più, è il vagare dell'anima in pena che non trova pace o ristoro, come i gabbiani, costretti a volare senza riposo. Sfiorare l'acqua per catturare il cibo e non potervi trovare pace è la condizione di chi vive senza serenità, senza pace interiore e si deve accontentare delle briciole che rimangono per sopravvivere. La mancanza di pace preclude l'amore e la gioia, e la quiete marina a cui anelano i gabbiani e l'uomo è preclusa dalla condanna a dover vivere sempre balenando in burrasca.
     
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  8. giulia de vincentis
     
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    CITAZIONE (<geniv> @ 17/4/2006, 20:19) 
    Vincenzo Cardarelli
    Gabbiani

    Ancora una volta, in Cardarelli, è lo spettacolo della natura ad essere un pretesto per iniziare una meditazione esistenziale. Il poeta guarda il volo dei gabbiani e pensa alla propria vita, paragonando se stesso a quel vagar perpetuo degli uccelli. Cardarelli non conosce la meta dei gabbiani, li vede sempre in movimento : " Non so dove i gabbiani abbiano il nido/ove trovino pace".
    Il volo senza sosta degli uccelli è incredibilmente simile a quella che è la sua vita: i gabbiani, quindi, come simbolo, metafora, di se stesso.
    La lirica testimonia la dolorosa condizione di chi si avvicina alla felicità, senza afferrarla mai concretamente :"La vita la sfioro/ com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo."
    La propria esistenza è come il mare: inafferrabile ed instabile.
    Il grido di Cardarelli è quello di chi vorrebbe vivere con serenità il proprio cammino, ma : " Il mio destino è vivere balenando in burrasca".
    E' quindi la forza bruta e misteriosa del destino a vincere quelli che sono i suoi desideri. Negli ultimi versi Cardarelli evidenzia la differenza che c'è tra lui ed i gabbiani: " E come forse anch'essi amo la quiete,/la gran quiete marina ,/ma il mio destino è vivere/ balenando in burrasca" .I gabbiani, infatti, rispondo ad una necessità puramente vitale, mentre il poeta si sente condannato ad una condizione di precarietà.
    In questi versi racconta l'ansia della sua vita, il suo vagar alla ricerca della serenità.
    Il linguaggio adottato è limpido, i periodi brevi e concisi. Il metro usato è composto prevalentemente da endecasillabi e settenari. "Gabbiani" è tratto da "Poesie", del 1942.


    Vincenzo Cardarelli

    Vincenzo Cardarelli nacque a Corneto Tarquinia nel 1887. Il suo iter di studi si fermò alla licenza elementare, ma in lui era grande la voglia di apprendere, per questo approfondì il suo sapere da autodidatta. Fuggito a Roma, intraprese la carriera giornalistica collaborando con grandi quotidiani come " La voce", " La fiera letteraria"( di cui fu il direttore) e "La Ronda" ( di cui fu il fondatore). La sua vita fu caratterizzata da disagi economici. Esordì nel 1916 con la raccolta "Prologhi". Ma sono anche altre le sue opere, tra queste : " Viaggio nel tempo", " Favole e memorie", " Il cielo sulla città" e "Il viaggiatore insocievole" . L'opera poetica di Cardarelli è stata raccolta in unico volume: " Poesie", del 1942. Il Nostro fu protagonista anche di alcune battaglie culturali condotte dalle pagine de " La Ronda". Egli cercò di far capire l'importanza di una misura classica relativa all'arte, con particolare riferimento alla dignità formale. Caratteristica della prosa di Cardarelli è l'intonazione lirica adottata nelle pagine di evocazione e di viaggio, mentre nei versi rende un'ispirazione dolcemente sensuale. Il Nostro morì a Roma nel 1959.



    Ci sono figure retoriche nella poesia di Caldarelli ( il gabbiano )
     
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7 replies since 17/4/2006, 19:57   31924 views
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