Racconto erotico: tradimento.

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  1. ntepac
     
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    Stavamo insieme da anni, ma la passione tra di noi era sempre sfavillata alla grande.

    A causa del lavoro ci vedevamo poco, ma tutte le volte che avevamo un po’ di tempo libero lo passavamo insieme in giro per la capitale o a fare l’amore.

    A marzo una collega mi aveva chiesto il turno di venerdì, in cambio di un remoto mercoledì di fine mese che a me interessava ben poco. E proprio per quel fortuito caso, avevo deciso che si, dato il sole, potevo prendere l’aereo e fargli una sorpresa.

    Mi tolsi al volo il tailleur triste che avevo infilato la mattina, buttai poche cose nella ventiquatrore rosa e comprai il biglietto su internet.

    Siccome il volo partica verso le cinque del pomeriggio, mi concessi un lungo bagno caldo.

    Mi lasciai scorrere il getto della docca sul clitoride, fino a farlo diventare fiammeggiante di desiderio, poi senza raggiungere il culmine dell’eccitazione mi asciugai il corpo e mi spalmai l’olio di rosa.

    Infilai un tubino nero lungo e aderente, e scelsi i tacchi a spillo più comodi che avessi nell’armadio: non troppo alti ma molto sexy.

    In aereo riscossi parecchio successo: l’uomo accanto a me, tra le occhiate ammirate, si presentò e cominciò a chiacchierare. Il volo durò come al solito un paio d’ore, e verso l’atterraggio sapevo già perecchie cose di lui.

    Non era un “bellissimo”, ma affascinava con quello sguardo profondo e quella bocca morbida e rossa. Faceva lo psicologo e a veva un tono di voce melodico ed estremamente piacevole.

    Sul pullmino dell’aeroporto mi dette il suo biglietto da visita, e ci salutammo al volo, prima che io mi fiondassi in un taxi al settimo cielo.

    Chiamai Alex per sapere dove fosse: come al solito mi disse di essere ancora a lavorare nella banca del centro.

    Il taxi mi accompagnò fino lì davanti. Nel mentre mi passai una generosa dose di rossetto scarlatto sull bocca e cominciai a pensare al suo sguardo stupito ed eccitato alla mia vista.

    Invece fui enormemente sorpresa nello scoprire che il banca non c’era.

    Il giovane ragazzo della reception si disegnò in volto un’espressione preoccupata, e per quel motivo chiesi a lui dove fosse il mio fidanzato.

    “Non so se dovrei dirglielo, signorina, ma credo che Ale sia nell’hotel qui di fronte…”

    Un tuffo al cuore mi colse alla sprovvista. Verificai che il mio fidanzato fosse effettivamente lì con un chiamata. Era proprio lui, ed era in compagnia di una dolce donzella.

    Fu a quel punto che ebbi un colpo di genio.

    Telefonai allo psicologo conosciuto poco prima e gli proposi un aperitivo veloce.

    Durante quei pochi minuti feci di tutto per accenderlo: prima sguardi velati ma intensi, poi la mano che sfiora la sua, infine un ben poco innocuo piedino sotto il tavolo.

    Quando vidi che il suo pacco si gonfiava sensibilmente sotto il completo blu, gli proposi di salire con me in albergo: proprio quello di fronte alla banca.

    Mi feci assegnare la camera a fianco a quella di Alex e mi lasciai trascinare dalla passione che covavo da giorni.

    Mi fermai solo un attimo. Presi il cellulare e scrissi “Camera 261, sentirai cose che non hai mai immaginato”

    Poi cominciammo le danze.

    Davide, come si chiamava il mio amante psicologo, si dedicò a me interamente.

    Prima mi penetrò furiosamente e mi sbattè sul divano con ferocia: ebbi un orgasmo dopo pochi secondi, allagando le lenzuola candide.

    Poi mi aprì le cosce con dolcezza e cominciò una lunga danza di sesso orale, con la lingua puntata sulla mia perla di carne.

    Orgasmai una seconda volta urlando ancora più forte: volevo che quel bastardo mi sentisse bene.

    Con la scusa del bagno interruppi un attimo la sex session appena intrapresa e lessi la risposta del mio fidanzato interdetto “Cosa vuoi dire??” e una lunga serie di chiamate. Risposi solo un “Non parlare, ascolta bene al di là della parete”.

    Poi ricominciammo.

    Presi il suo sesso tra le mani e lo masturbai molto lentamente: il mio partner aveva una resistenza pazzesca…!

    Serrai il ritmo e alle mani aggiunsi la lingua… Lui cominciò a gemere ad altissimo volume, ma non venne.

    Fu allora che gli montai a cavallo, col sesso spalancato che inghiottiva il suo, mi aggrappai alla spalliera del letto e cominciai il gioco sul serio: il letto sbatteva contro la parete, Davide urlava sommesso con un cuscino schiacciato sulla bocca, e io godevo ansimando un po’ per la fatica un po’ per l’orgasmo che stava per sommergermi.

    Fu a quel punto che sentii battere alla porta, con violenza. “Apri! Amore apri subito questa porta o la prendo a calci”.

    Sarà stato quel casino, o il mio incredibile amante, ma dopo pochi secondi venimmo insieme in un orgasmo super.

    La sua voce era soffocata dalle coperte, la mia invece esplodeva nella camera semi vuota…

    In quel momento i pugni diventarono più mesti e deboli, e Max se ne andò.

    Dopo aver spiegato a Davide quello che era successo, lui mi sorrise e mi disse che gli aveva fatto piacere aver preso parte ad un simile spettacolo, con una donna come me.

    Max lasciò un solo messaggio a terra, su carta semplice, con scritto “scusa”.

    Verso le dieci lasciammo la camera e ripescai il cellulare dalla borsa. Cancellai il milione di chiamate che lampeggiava sul display e lo chiamai: “ci vediamo davanti alla banca, come avrebbe dovuto essere”.

    Alle dieci e mezza lui usciva dall’ufficio con l’aria più normale che riusciva ad avere. Io lo abbracciai e scoppiai in lacrime.

    Da quel momento nel nostro rapporto non è più entrato nessuno…

     
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  2. 666Asdervan666
     
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    bello
     
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  3. carabina30-30
     
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    veramente carino
     
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  4. <kikkina>
     
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    CITAZIONE (ntepac @ 25/2/2009, 12:31)
    Stavamo insieme da anni, ma la passione tra di noi era sempre sfavillata alla grande.

    A causa del lavoro ci vedevamo poco, ma tutte le volte che avevamo un po’ di tempo libero lo passavamo insieme in giro per la capitale o a fare l’amore.

    A marzo una collega mi aveva chiesto il turno di venerdì, in cambio di un remoto mercoledì di fine mese che a me interessava ben poco. E proprio per quel fortuito caso, avevo deciso che si, dato il sole, potevo prendere l’aereo e fargli una sorpresa.

    Mi tolsi al volo il tailleur triste che avevo infilato la mattina, buttai poche cose nella ventiquatrore rosa e comprai il biglietto su internet.

    Siccome il volo partica verso le cinque del pomeriggio, mi concessi un lungo bagno caldo.

    Mi lasciai scorrere il getto della docca sul clitoride, fino a farlo diventare fiammeggiante di desiderio, poi senza raggiungere il culmine dell’eccitazione mi asciugai il corpo e mi spalmai l’olio di rosa.

    Infilai un tubino nero lungo e aderente, e scelsi i tacchi a spillo più comodi che avessi nell’armadio: non troppo alti ma molto sexy.

    In aereo riscossi parecchio successo: l’uomo accanto a me, tra le occhiate ammirate, si presentò e cominciò a chiacchierare. Il volo durò come al solito un paio d’ore, e verso l’atterraggio sapevo già perecchie cose di lui.

    Non era un “bellissimo”, ma affascinava con quello sguardo profondo e quella bocca morbida e rossa. Faceva lo psicologo e a veva un tono di voce melodico ed estremamente piacevole.

    Sul pullmino dell’aeroporto mi dette il suo biglietto da visita, e ci salutammo al volo, prima che io mi fiondassi in un taxi al settimo cielo.

    Chiamai Alex per sapere dove fosse: come al solito mi disse di essere ancora a lavorare nella banca del centro.

    Il taxi mi accompagnò fino lì davanti. Nel mentre mi passai una generosa dose di rossetto scarlatto sull bocca e cominciai a pensare al suo sguardo stupito ed eccitato alla mia vista.

    Invece fui enormemente sorpresa nello scoprire che il banca non c’era.

    Il giovane ragazzo della reception si disegnò in volto un’espressione preoccupata, e per quel motivo chiesi a lui dove fosse il mio fidanzato.

    “Non so se dovrei dirglielo, signorina, ma credo che Ale sia nell’hotel qui di fronte…”

    Un tuffo al cuore mi colse alla sprovvista. Verificai che il mio fidanzato fosse effettivamente lì con un chiamata. Era proprio lui, ed era in compagnia di una dolce donzella.

    Fu a quel punto che ebbi un colpo di genio.

    Telefonai allo psicologo conosciuto poco prima e gli proposi un aperitivo veloce.

    Durante quei pochi minuti feci di tutto per accenderlo: prima sguardi velati ma intensi, poi la mano che sfiora la sua, infine un ben poco innocuo piedino sotto il tavolo.

    Quando vidi che il suo pacco si gonfiava sensibilmente sotto il completo blu, gli proposi di salire con me in albergo: proprio quello di fronte alla banca.

    Mi feci assegnare la camera a fianco a quella di Alex e mi lasciai trascinare dalla passione che covavo da giorni.

    Mi fermai solo un attimo. Presi il cellulare e scrissi “Camera 261, sentirai cose che non hai mai immaginato”

    Poi cominciammo le danze.

    Davide, come si chiamava il mio amante psicologo, si dedicò a me interamente.

    Prima mi penetrò furiosamente e mi sbattè sul divano con ferocia: ebbi un orgasmo dopo pochi secondi, allagando le lenzuola candide.

    Poi mi aprì le cosce con dolcezza e cominciò una lunga danza di sesso orale, con la lingua puntata sulla mia perla di carne.

    Orgasmai una seconda volta urlando ancora più forte: volevo che quel bastardo mi sentisse bene.

    Con la scusa del bagno interruppi un attimo la sex session appena intrapresa e lessi la risposta del mio fidanzato interdetto “Cosa vuoi dire??” e una lunga serie di chiamate. Risposi solo un “Non parlare, ascolta bene al di là della parete”.

    Poi ricominciammo.

    Presi il suo sesso tra le mani e lo masturbai molto lentamente: il mio partner aveva una resistenza pazzesca…!

    Serrai il ritmo e alle mani aggiunsi la lingua… Lui cominciò a gemere ad altissimo volume, ma non venne.

    Fu allora che gli montai a cavallo, col sesso spalancato che inghiottiva il suo, mi aggrappai alla spalliera del letto e cominciai il gioco sul serio: il letto sbatteva contro la parete, Davide urlava sommesso con un cuscino schiacciato sulla bocca, e io godevo ansimando un po’ per la fatica un po’ per l’orgasmo che stava per sommergermi.

    Fu a quel punto che sentii battere alla porta, con violenza. “Apri! Amore apri subito questa porta o la prendo a calci”.

    Sarà stato quel casino, o il mio incredibile amante, ma dopo pochi secondi venimmo insieme in un orgasmo super.

    La sua voce era soffocata dalle coperte, la mia invece esplodeva nella camera semi vuota…

    In quel momento i pugni diventarono più mesti e deboli, e Max se ne andò.

    Dopo aver spiegato a Davide quello che era successo, lui mi sorrise e mi disse che gli aveva fatto piacere aver preso parte ad un simile spettacolo, con una donna come me.

    Max lasciò un solo messaggio a terra, su carta semplice, con scritto “scusa”.

    Verso le dieci lasciammo la camera e ripescai il cellulare dalla borsa. Cancellai il milione di chiamate che lampeggiava sul display e lo chiamai: “ci vediamo davanti alla banca, come avrebbe dovuto essere”.

    Alle dieci e mezza lui usciva dall’ufficio con l’aria più normale che riusciva ad avere. Io lo abbracciai e scoppiai in lacrime.

    Da quel momento nel nostro rapporto non è più entrato nessuno…

    modifica e emtti la fonte ;)
     
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  5. anfetaminac
     
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    sui racconti la fonte nn serve mi hanno detto
     
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  6. Twister9
     
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    mi è piaciuto molto...
     
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  7. : L :
     
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    Bello ...
     
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  8. scapestrato
     
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    nnt di ke...
     
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  9. dargheon
     
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    ne avevate pochi ma buoni
     
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    che tristezza s'è cancellato anche lui! :(
     
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9 replies since 25/2/2009, 12:31   27438 views
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