Riassunto libro Il cacciatore di aquiloni

aiuto urgente

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  1. sasori93
     
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    Raga entro venerdi avrei dovuto finire un libro.Io avevo scelto il cacciatore di aquiloni ma adesso non lo ho manko iniziato XD.
    Qualcuno potrebbe farmi un riassunto con i momenti chiave del libro?Se voltete vanno bene anke altri libri oltre al cacciatore di aquiloni:
    L'alchimista
    mille splendidi soli
    L'alchimista
    ti ricordi di me?
    l'armata perduta
    lo scudo di talos
    scusa ma ti chiamo amore
    per prendersi una vita
    io uccido

    SE UNO DI VOI HA LETTO UNO DI QUESTI MI AIUTI!!!
     
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  2. • Sbirulino
     
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    Il cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini

    http://it.wikipedia.org/wiki/Il_cacciatore_di_aquiloni
    http://www.wuz.it/archivio/cafeletterario..../8838481725.htm
    http://www.my-libraryblog.com/2007/02/22/i...haled-hosseini/

    La storia dell'Afghanistan degli ultimi decenni è una storia terribile, fosca e tragica, un puzzle d'orrori composto con le tessere di vite spezzate, di esistenze straziate ed umiliate, di infanzie rubate. Il cacciatore di aquiloni (edito Piemme), narrando le vicende di due bimbi, Hassan e Amir, per creare un affresco che rappresenti tutte le vicissitudini che hanno messo in ginocchio quel paese - dall'occupazione russa alla piaga talebana, dai bombardamenti americani alla presa del potere da parte del governo fantoccio dell'Alleanza del Nord - parte da una metafora splendida: c'è stato un tempo in cui nei cieli di Kabul volavano gli aquiloni (sport nazionale afghano), le cui eleganti evoluzioni rappresentavano la libertà del paese. Poi gli aquiloni non volarono più: era iniziata la tremenda odissea del popolo afghano. Amir, figlio del ricco commerciante Baba, vive col padre in una grande, lussuosa villa con giardino; la madre - con grande sconforto del padre - morì nel mettere alla luce il bimbo, cosa che Baba non ha mai effettivamente perdonato al figlio. A far loro compagnia Alì, servitore di Baba da sempre, ed il figlio Hassan, inseparabile ed adorante compagno di Amir: i due, oltre a trascorrere insieme le spensierate giornate dell'infanzia, formano una formidabile coppia nei tornei cittadini di combattimenti tra aquiloni. Il ricco Amir è il "pilota", Hassan il suo "secondo": difficile che il filo svolto dal rocchetto degli avversari riesca a rimanere integro quando si scontrano con questo formidabile duo. In più Hassan, col suo viso da bambola ed il labbro leporino, è il più forte cacciatore di aquiloni di Kabul: quando un filo viene reciso in combattimento e l'aquilone vaga in cielo in preda al vento, lui saprà sempre dove andrà a cadere, facendone una preda di guerra per Amir. Ma l'armonia tra i due ragazzini si spezza quando qualcosa di terribile accade ad Hassan per colpa di Amir: l'atteggiamento di quest'ultimo nei confronti dell'amico muterà, dettato da un'ostilità figlia del rimorso covato nell'ombra della propria coscienza, in un perverso gioco di specchi. L'arrivo dei russi a Kabul porterà alla separazione delle due mezze famiglie: Amir e Baba fuggiranno in America, Alì ed Hassan resteranno chissà dove in Afghanistan. Dopo venticinque anni Amir ha realizzato il suo sogno - sempre guardato con scetticismo dal pragmatico e concreto Baba - di diventare scrittore, si è sposato, ha una buona vita nella sua casa di San Francisco. Ma a sollevare le nebbie faticosamente accumulate su un passato scomodo ci pensa una telefonata dall'Afghanistan, che non gli lascia scelta: in barba alla viltà di cui si è accusato per tutta la vita parte alla volta di Kabul, alla ricerca di Sohrab, il figlio di Hassan reso orfano dalla crudeltà dei Talebani. Ma ad attenderlo a Kabul non ci sono solo i fantasmi del passato: quello che trent'anni prima era il suo paese ora è una landa desolata in cui vagano donne invisibili, dove i marciapiedi sono carichi di relitti umani ammassati gli uni sugli altri, dove avere un padre od un fratello maggiore è un lusso dopo gli stermini talebani, dove gli occhi della gente restano incollati al selciato per timore di incrociare fatalmente lo sguardo sbagliato, dove gli aquiloni non volano più...Terribile e toccante, in particolare nelle ultime centocinquanta pagine - quelle appunto del ritorno - Il cacciatore di aquiloni mi ha fatto venire alla mente un altro capolavoro della letteratura che ho adorato: L'amico ritrovato di Fred Uhlman: una storia d'amicizia, di separazione forzata, causata da eventi fuori dal controllo del singolo, anni di silenzio e poi la chiamata del destino che forza uno dei protagonisti a scavare nel proprio passato per riabbracciare l'adorato compagno di tante avventure, seppur non di persona ma attraverso qualcosa o qualcuno che lo rappresenta... Hosseini scrive in modo magico, in grado di stregare il lettore, di incollarlo alle sue pagine vivendo in prima persona i travagli interiori di Amir, sentendo fischiare i proiettili russi prima e talebani poi sopra alla propria testa, ritrovandosi il viso rigato di lacrime al primo sorriso che Sohrab gli rivolge.


    Titolo: Il cacciatore di aquiloni
    Autore: Khaled Hosseini

    - Riassunto -
    Amir vive con il padre in una lussuosa villa con giardino insieme ai servitori Alì e Hassan. Quest’ultimo è sia il migliore amico, sia il fratellastro di Amir. I due passano insieme spensierate giornate e formano un’infallibile coppia nei tornei cittadini dei famosi combattimenti con gli aquiloni. Ma l'amicizia tra i due ragazzini si spezzerà improvvisamente dopo un combattimento tra aquiloni. Successivamente, con l'arrivo dei russi a Kabul, i due amici si separeranno: da un lato Amir e Baba fuggiranno negli Stati Uniti d’America, dall’altro Alì e Hassan scapperanno da Kabul, ma resteranno in Afganistan. A San Francisco Amir trascorre una vita serena, seppur segnata amaramente dalla morte del padre. Un giorno riceve una telefonata dall'Afghanistan dall’amico Rahim Khan, il quale gli chiede di andarlo a trovare. Così Amir lascia l’America per tornare in Afganistan. Rhaim Khan gli parla della vita di Hassan e del figlio Sohrab, rimasto orfano dopo l’assassinio dei genitori. Rahim chiede ad Amir di andare a Kabul a cercare Sohrab per portarlo via dall’Afganistan. Così Amir torna a Kabul dopo più di vent’anni e, arrivato in città con una guida locale, va all’orfanotrofio, per cercare il figlio di Hassan. Ma Sohrab non si trova all’orfanotrofio: è stato portato via dai talebani qualche settimana prima. Così Amir è costretto ad andare da Assef, il capo dei talebani, e combattere contro di lui. Grazie all’aiuto del bambino, il protagonista riesce a scappare dalla dimora dei talebani e porta il giovane in salvo, lontano da Kabul. Infine Amir e Sohrab torneranno in America, ma questo non basterà per cancellare un passato segnato dalle violenze e dalle paure.

    - Personaggi -
    Amir è il protagonista, un ragazzino docile e piccolo di statura per la sua età. Non ama gli sport, a differenza del padre, ma è abile nello scrivere racconti e nel leggere storie. Per tutta la sua infanzia cerca di conquistare la fiducia e l’orgoglio del padre, il quale vorrebbe Amir più sicuro di sé e più coraggioso. A causa della sua vigliaccheria un giorno non riesce a difendere l’amico Hassan mentre veniva picchiato da alcuni ragazzi, così che si porterà dietro per tutta la vita il rimorso per non aver tentato di salvarlo. Scappato con il padre in California, si sposa con Soraya, ma non riescono ad avere figli. Negli ultimi capitoli Amir sfodera tutto il suo coraggio e la sua tenacia (in particolare nella lotta contro Assef).
    Hassan è il fratellastro hazara di Amir. I due sono legati da una stretta amicizia. Insieme trascorrono lunghe giornate all’ombra del melograno leggendo racconti e insieme vincono la gara di aquiloni. Un giorno però si spezzerà questo legame di amicizia per sempre e anche le due famiglie si divideranno. Hassan rimane in Afganistan e ha un figlio, Sohrab. Verrà ucciso in strada dai talebani insieme alla moglie lasciando solo Sohrab.
    Baba è un uomo forte e vigoroso, di statura imponente, sicuro di sé e molto orgoglioso. Come si scoprirà durante il libro oltre ad Amir ha un altro figlio, Hassan.
    A differenza di Amir, Baba ama gli sport, in particolare è appassionato di calcio. Trascorre gran parte del suo tempo conversando e fumando con il vecchio amico Rahim Khan. Baba muore in America a causa di un cancro ai polmoni.
    Rahim Khan è il migliore amico e socio di Baba. L’unico insieme a Hassan ad apprezzare i racconti scritti da Amir. Sarà proprio lui a far tornare Amir a Kabul, dopo circa venticinque anni trascorsi a San Francisco.

    Assef è il bambino dagli occhi azzurri che tormenta Amir ed Hassan. Ha un animo cattivo, perfido. Prende in giro Hassan per le sue origini hazara e un giorno lo picchia per aver vinto il combattimento di aquiloni. Già da piccolo dimostra di avere idee razziste e cogita di fare “pulizie etniche” proprio come aveva fatto Hitler in passato. Alla fine del libro si scoprirà che è il talebano che tiene nascosto Sohrab in casa.
    Sohrab è il figlio di Hassan e di Farzana. Rimasto orfano, dopo l’assassinio dei genitori, viene rinchiuso in un orfanotrofio di Kabul. Successivamente viene preso dai talebani e portato a casa di Assef, dove è maltrattato e molestato. Sohrab è infallibile con la fionda ed è molto coraggioso, come il padre Hassan. Inizialmente sembra che Sohrab sia felice di stare con Amir e accetta di andare con lui in America, ma in seguito tenta di suicidarsi nella vasca da bagno. Sohrab è tormentato e profondamente segnato dal suo passato di disgrazie, di crudeltà, di morte e di orrore. Non riesce a liberarsi da questi pensieri, così che si rinchiude in se stesso per anni e smette di parlare. Soltanto alla fine del libro, quando Amir comprerà l’aquilone, sul suo viso si schiuderà un leggero sorriso.
    - Stile narrativo e ambientazione dei fatti -
    I fatti narrati si svolgono prevalentemente in Afganistan, eccetto la parte centrale del libro che è ambientata in America, a San Francisco. Durante la vicenda vi sono molti accenni storici e riferimenti alla situazione politica: la caduta della monarchia, l’invasione russa, il regime talebano. La vicenda è scritta in prima persona, il narratore è interno perché prende il punto di vista di un personaggio, la focalizzazione è interna e lo spazio assume funzione focalizzatrice. Sono presenti sia discorsi diretti sia discorsi diretti liberi. Inoltre è frequente anche il monologo interiore, con cui il protagonista esprime le sue emozioni o ricorda momenti del passato. Il registro utilizzato dall’autore è medio. Ci sono molti termini in lingua araba, ma nel complesso il linguaggio è chiaro e semplice.

    - Commento -
    Questo libro mi è piaciuto moltissimo. L’ho trovato davvero profondo. La trama del romanzo è molto coinvolgente e mi è rimasta ben impressa nella mente. L’autore è riuscito ad intrecciare due temi diversi: da un lato la tenera storia di un’amicizia tra due bambini e la loro serenità, dall’altro la tragica situazione di un paese decaduto, pieno di morti e di tristezza. Oltre alla storia quasi avventurosa ma allo stesso tempo drammatica del protagonista, ci sono parecchie descrizioni con funzione mimetica, che fanno entrare maggiormente il lettore nel vivo della storia. In alcuni momenti mi sembrava quasi di vivere le situazioni, di sentire gli odori, di vedere davanti ai miei occhi le città, i paesaggi. In particolare mi è piaciuto il finale. La spensieratezza di Amir nel ritrovare quel lato di bambino in se stesso giocando con l’aquilone e correndo sereno come faceva a Kabul; dall’altro la disperazione, la malinconia e la tristezza di Sohrab che è rimasto traumatizzato dal suo passato ma che alla fine riesce comunque a sollevare un piccolo sorriso che riempie il cuore di gioia ad Amir.

    Relazione sul libro: “Il cacciatore di aquiloni” di Khaled Hosseini.

    Riassunto:


    “Il cacciatore di aquiloni” inizia con una telefonata che riceve il protagonista, Amir.
    Da questo punto in poi il protagonista fa un flash back nella sua mente che durerà per quasi tutto il romanzo.
    Amir e suo padre Baba vivono a Kabul una città dell’Afghanistan.
    Amir ha perso la madre prima ancora di conoscerla, visto che è morta nel momento in cui lo ha messo al mondo.
    Baba per Amir è sempre stato un punto di riferimento e di orgoglio per lui, ma che spesso non si rendeva conto che Amir cercava più di ogni altra cosa la sua approvazione e il suo affetto, ed è per questo che Amir si sentiva privo di orgoglio e colmo di sbagli.
    Essi vivono nella loro villa a Kabul con i loro hazara ovvero i servi, Ali e suo figlio Hassan.
    Anche la madre di Hassan non vive più con lui e suo padre, perché è fuggita dopo una settimana dal momento in cui Hassan è stato messo alla luce.
    Amir ed Hassan, da bambini, sono molto legati in un’amicizia profonda ma che li lega in modo differente per ognuno di loro due.
    Personaggio molto importante in questo romanzo è anche l’amico di Baba, Rahim Khan, che spesso si trova con lui a parlare in compagnia di un buon sigaro o bicchiere di wisky.
    La vita a Kabul è tranquilla ed Hassan e Amir giocano molto spesso insieme, leggendo racconti sotto un albero di melograni sopra ad una collina vicino a casa o correndo per i prati.
    Ma in assoluto il “gioco” o meglio competizione che più li lega e li eccita è la gara di aquiloni.
    Amir ed Hassan partecipavano ogni inverno alla competizione aerea che consisteva nel far volare il proprio aquilone facendolo rimanere più tempo possibile in volo, abbattendo, se necessario, anche aquiloni avversarsi.
    Amir era colui che guidava l’aquilone ed Hassan invece era il miglior cacciatore di aquiloni di Kabul, ovvero era il migliore nel riuscire a recuperare l’ultimo aquilone abbattuto.
    In un inverno, Hassan e Amir vincono la sfida, abbattendo l’ultimo aquilone rimasto in cielo.
    Hassan parte alla caccia di quest’ultimo, ma non torna per la sua preghiera, e così Amir si preoccupa e corre a cercarlo per il paese.
    Qui commetterà il suo più grande errore nella sua vita, che lo rincorrerà in qualsiasi parte del mondo andrà.
    Trova Hassan faccia a faccia con il “pugno di ferro di Kabul” ed i suoi scagnozzi.
    Il “pugno di ferro”, Assef, un rinomato bullo di Kabul, violenta Hassan sotto gli occhi di Amir che anzi che difenderlo scappa a gambe levate, facendo l’opposto di quello che avrebbe fatto, e che in passato aveva fatto, Hassan.
    Da qua in poi il rapporto, tra i due amici, è mutato per sempre.
    Amir non cerca più Hassan e lui fa lo stesso.
    I momenti in cui in un luogo c’è Amir, Hassan è da un’altra parte, e viceversa.
    Hassan non era a conoscenza che Amir non l’aveva difeso, ma era comunque turbato da ciò che gli era successo.
    Invece Amir si teneva alla larga da Hassan perché era pieno di rimorso e non riusciva più a guardarlo negli occhi.
    Questo rimorso lo spinge un giorno a fare un’azione che costringe Hassan e suo padre Ali ad andarsene dalla loro Villa.
    Attraverso un furto montato da Amir, Hassan e suo padre sono costretti ad andarsene.
    La guerra è iniziata a Kabul e Amir e suo padre scelgono di fuggire e di rifugiarsi alla fine in America.


    Il viaggio è lungo e pesante e pericoloso e con momenti di grande emozione, come quando Baba si oppone alla violenza militare.
    I due viaggiano in container e in autobotti, dormono per giorni in uno scantinato pieno di topi e senza una minima igiene, molti che viaggiano con loro muoiono, ma alla fine i due arrivano a destinazione.
    In America Amir si rifà una vita cercando di lasciarsi alle spalle Kabul con tutto ciò che è legato a lei, ma non è così facile dimenticare il passato.
    In America Amir si diploma e si Laurea in lingua inglese.
    Qui in America Amir conosce Soraya una ragazza, anche lei proveniente da Kabul, che diventerà poi sua sposa.
    Baba si ammala di cancro in questi anni e muore in America con grande dispiacere per Amir e sua moglie.
    I due coniugi cercano in questi anni di avere figli,ma Soraya si scopre essere, dopo numeroso visite mediche, sterile per causa naturale.
    In America la vita di Amir continua in modo per lui felice, qui pratica la professione di scrittore e pubblica anche dei libri che risquotono un notevole successo.
    Un giorno Amir riceve una telefonata che lo cambierà per sempre.
    Da qui in poi finisce il flash back che fa il protagonista nella sua mente all’inizio del libro.
    Dall’altro capo della cornetta c’è Rahim Khan, che chiede ad Amir se può andare in America per incontrarlo.
    Amir accetta.
    I due quando Amir era bambino erano molto legati e Amir aveva molta stima in Rahim.
    L’incontro tra i due avviene non molto dopo la telefonata.
    Rahim è venuto per chiedere ad Amir di ritornare a Kabul per prendere il figlio di Hassan che si trova in un orfanotrofio squallido e poco sicuro, per via della guerra in corso, per portarlo in un altro orfanotrofio più sicuro in un altro paese.
    Amir scopre quindi che a Kabul dopo la fine della guerra sono arrivati i talebani che hanno portato distruzione e terrore molto di più di quello che aveva portato la guerra.
    Ma durante il colloquio Amir scopre anche molte cose sul suo passato.
    Scopre, infatti, che Hassan e lui erano fratellastri, ovvero avevano lo stesso padre che era Baba.
    Questo gli provoca ira in se perché capisce che Baba, Rahim ed Ali avevano sempre mentito a lui ed a Hassan e che quindi avevano vissuto da sempre in un mondo di menzogne.
    Scopre inoltre che Hassan si è sposato e che ha avuto un figlio di nome Sohrab.
    Viene a sapere che Rahim, siccome non riusciva più a tenere in ordine la casa di Baba per via dell’età che avanzava, è andato a cercare Hassan per richiedere il suo aiuto.
    Quindi Hassan e la sua famiglia hanno vissuto in lungo nella casa di Baba tenendola sempre in ordine.
    Scopre inoltre che durante la sosta di Hassan nella casa di Baba, incontra sua madre dopo tanti anni, e che vive con loro fino al momento della sua morte.
    Ma la notizia che più gli stringe in una morsa il cuore è che Hassan e sua moglie sono stati fucilati dai talebani, arrivati a Kabul a seminare il terrore e la distruzione, a causa dell’onore di Hassan che si era opposto all’ordine dei talebani che gli imponevano di lasciare la casa di Baba a loro.
    Amir infuriato da tutte queste notizie che gli frullano in testa tutte in un momento solo, fugge da questo colloquio accusando Rahim di essere stato scorretto nell’aver tenuto nascosto a lui ed a Hassan il fatto di essere fratelli.
    Mentre vaga per la città Amir pensa a come suo padre possa aver tenuto nascosta una cosa simile, lui che diceva che le bugie erano una sorta di furto e che il furto era il peggior peccato che l’uomo potesse fare.
    Mentre pensa a tutte queste cose Amir sceglie anche di andare a Kabul a prendere il figlio di Hassan.



    Rahim quando viene a conoscenza della scelta di Amir lo mette subito in viaggio in compagnia di un suo amico fidato che fa il tassista, Farid.
    I due giungono a destinazione dopo un viaggio che porta Amir a vedere come la guerra ha distrutto il suo paese, e che lo porta anche in un tuffo nel passato, quel passato che lo ha portato a fare molti errori nei confronti di suo fratello che lo aveva amato come nessun altro aveva fatto mai con lui.
    Ma ora stava cercando un modo per tornare buono.
    Giunti all’orfanotrofio vengono a conoscenza del fatto che Sohrab è stato rapito dai talebani e quindi Amir è costretto ad affrontarli per recuperarlo.
    Mai si sarebbe arreso.
    Dopo uno spettacolo che degenera poi in una ripugnante esecuzione, Amir e Farid si dirigono verso il posto dove hanno preso l’appuntamento, dopo lo spettacolo, con il talebano indicato dal proprietario dell’orfanotrofio, che probabilmente aveva con se Sohrab.
    Qui Amir entra da solo senza che Farid lo segua e si trova faccia a faccia dopo molti anni con Assef che lo riconosce immediatamente.
    Assef ha in consegna Sohrab e costringe Amir a guadagnarsi il figlio di Hassan lottando, il vincitore avrà la facoltà di fare ciò che vuole di Sohrab.
    Dopo che Amir prende un sacco di legnate da Assef, Sorhab, disgustato da quello spettacolo, scaglia una biglia nell’occhio ad Assef che cade al suolo urlando.
    Così Amir e Sohrab possono fuggire da quella “prigione” e dirigersi lontano.
    Amir durante la convalescenza in ospedale scopre che l’orfanotrofio indicato da Rahim non esiste e quindi decide di portare con se in America il figlio di Hassan.
    Dopo essere uscito dall’ospedale, ed aver passato numerosi interventi, telefona a Soraya e le dice cosa è successo, lei accetta che Sohrab venga in America con Amir.
    I due coniugi si spingono quindi in un’adozione.
    Farid accompagna i due nella loro ultima destinazione, un albergo a Pakistan, e poi dopo essere ricompensato da Amir in denaro si allontana.
    Qui iniziano le pratiche per l’adozione, ma si incontrano molti problemi.
    Dopo una visita da un avvocato Amir scopre che l’unica possibilità di adottare Sohrab prevede che lui stia per un periodo in un orfanotrofio in Pakistan.
    Alla notizia Sohrab reagisce male, visto che Amir gli promise che non lo avrebbe mai più mandato in orfanotrofio.
    Sohrab quindi disperato si spinge al suicidio, tagliandosi le vene.
    Amir quando se ne accorge porta subito Sohrab in ospedale e i medici salvano il bambino per pochissimo.
    Sohrab è segnato a vita.
    Prima che Amir trovò Sohrab nella vasca con le vene tagliate, seppe da sua moglie che poteva portare Sohrab in America senza più nessuna complicazione perché era riuscita a deviare il problema.
    Dopo una convalescenza in ospedale quindi Sohrab e Amir partono per l’America.
    Sohrab però non è soddisfatto della sua vita e rivorrebbe la sua vecchia vita, con i suoi genitori veri, indietro.
    La vita in America con Sohrab è dura sia per Amir che per Soraya.
    Soraya alla fine vedendo che Sohrab non collabora, non è interessato a nulla, non instaura colloqui, non gioca mai con gli altri bambini e non fa nulla di ciò che si aspettava che facesse un bambino della sua età, si arrende e non ha più speranze nei confronti del figlio Hassan.
    Amir invece no!
    In questo periodo in Afghanistan i talebani sono fuggiti, dal momento che in America sono state abbattute le torri gemelle e quindi gli americani sono andati contro i talebani, accusati di aver complottato l’attentato alle torri, che così sono stati costretti a fuggire dall’Afghanistan facendo riprendere la popolazione locale dal quel periodo di distruzione che vi fu stato con i talebani.
    Amir e sua moglie insieme anche al padre di Soraya che era un generale, in questo periodo prendono parte alla ripresa afgana, infatti, il generale sarà chiamato dall’Afghanistan e Amir e sua moglie contribuiranno alla costruzione di un ospedale per i feriti dalla guerra.
    Passa più di un anno ma Sohrab non cambia, nonostante ciò Amir non si scoraggia e durante una festa Afgana avrà una piccola foglia del grande bosco che dovrà ottenere.
    Infatti, durante questa festa si imbandisce una gara di aquiloni, come quelle che Amir ed Hassan facevano da bambini a Kabul.
    Durante questa gara, cui Amir decide di partecipare con Sohrab, un aquilone abbatte l’ultimo aquilone rimasto in volo, ed è proprio l’aquilone di Amir e Sohrab che vince la competizione.
    Al momento della vittoria Sohrab sorride, anche se per poco, questo rende colmo di gioia Amir, che ha ottenuto una piccola parte di ciò che vorrà ottenere da Sohrab, ma è comunque un punto di partenza, ciò che lui e sua moglie aspettavano da anni.
    A questo punto Amir fa ciò che fece sempre Hassan per lui, chiede a Sohrab se vuole che cacci l’aquilone abbattuto per lui.
    Sohrab annuisce e Amir risponde come Hassan gli si rivolgeva da piccolo:
    “per te questo e altro”.
    Dette queste parole, senza neanche rendersene conto, Amir parte alla caccia dell’aquilone correndo in mezzo a ragazzini, anche loro a caccia dell’aquilone, era contento soddisfatto per la prima volta in vita sua era orgoglioso di se stesso e felice di aver fatto qualcosa per qualcun altro, e di aver accolto quel piccolo sorriso di Sohrab a braccia spalancate.


    Descrizione degli ambienti:

    Gli ambienti che si incontrano in questo libro sono molti ma tre significativi:

    1.Kabul prima della guerra con ambienti collegati.
    2.Kabul durante la guerra e dopo l’arrivo dei talebani e ambienti collegati.
    3.L’America

    Kabul ante guerra

    Kabul luogo dove Hassan con Amir, Baba, Ali e Rahim vivono.
    E un luogo bellissimo ai loro occhi.
    La casa di Baba è definita come una delle più belle di Kabul e forse per alcuni anche la più bella.
    L’autore descrive molto il luogo dove Hassan e Amir giocavano e passavano i loro pomeriggi, ovvero sulla collina dove sorgeva il melograno dove hanno inciso sulla corteccia:
    “Amir e Hassan, i sultani di Kabul”.
    In cima alla collina sorgeva anche un cimitero abbandonato con un cancello che arrugginiva anno per anno.
    Kabul è descritta come il luogo dell’infanzia di Amir, dodici anni passati con Hassan in quella città dove insieme andavano allo zoo, giravano per il paese a infastidire i cammelli a colpi di fionda e a far ballare la scimmia di un medicante in città.
    L’autore poi andando avanti nella narrazione immedesima Sorhab in questa scimmia con i campanellini ai piedi e che i talebani si divertivano a far ballare.
    La casa di Baba non è descritta nel suo interno, e poco nel suo esterno.
    All’esterno doveva aver un gran giardino colmo di fiori e coltivato ordinatamente da Ali che viveva con Hassan in una capanna di argilla monolocale nel giardino di Baba staccata dalla villa.
    Questa casetta era spoglia ma pulita e conteneva solo l’essenziale per vivere, due materassi appoggiati alle pareti, un tavolo dove Hassan disegnava, uno sgabello a tre gambe e un arazzo appeso al muro.
    L’autore descrive solo un locale della casa di Baba ovvero la così detta, da Amir, “stanza del fumo”.
    In questa stanza Baba e il suo amico Rahim passavano intere giornate a fumare e bere alcolici discutendo per interi pomeriggi davanti ad un caminetto.
    Seduti su due poltrone un fiancheggiato all’altro fumando riempivano la stanza di fumo ed è per questo che Amir l’ha soprannominata “stanza del fumo”.
    Della casa non si sa più nient’altro se non che ha due piani.
    Kabul prendeva un fascino particolare d’inverno dove le giornate diventavano più lunghe per via della scuola che finiva.
    In particolare l’atmosfera era descritta in modo particolare durante la gara degli aquiloni che avveniva appunto d’inverno.
    Sono descritti i tetti pieni di neve e la gente con la testa verso il cielo che era colmo di aquiloni colorati che incantavano chiunque rimanesse a guardarli.
    Un mix di colori in un cielo d’inverno.
    Particolare anche l’ambientazione dove avviene lo stupro di Hassan.
    L’autore descrive l’ambiente in modo “parallelo” al fatto, ovvero descrive un ambiente che non ha nulla di buono come quello che sta per accadere.
    Infatti, Hassan è stuprato in un vicolo sporco e pieno di rifiuti alle sue spalle.


    Kabul post guerra e dopo l’arrivo dei talebani:

    Kabul dopo la guerra è mutata completamente e Amir la conosce solo nel momento in cui ci ritorna dopo molti anni.
    Lungo il viaggio con Farid in taxi Amir vede molti posti distrutti dalla guerra e non solo Kabul.
    Infatti, passa molti paesi e l’autore descrive le case come sono ridotte, distrutte quasi completamente, ovvero che gli rimangono solo un paio di muro, oppure trafitte da missili nel tetto o rase al suolo completamente.
    Le strade era piene di terra e di polvere e piene di rifiuti, quindi molto sporche.
    Particolare è ciò che vede Amir guardando la popolazione che ancora abita in quei posti, bambini vestiti di stracci che vagano per il paese in cerca di cibo, senza genitori che a quel tempo erano una fortuna.
    Donne e uomini ridotti a chiedere l’elemosina per vivere o a vendere qualsiasi cosa gli rimanga per tirare avanti.
    L’orfanotrofio è descritto nel suo interno.
    Aveva pareti spesse e le finestre coperte da teloni trasparenti, per terra c’erano reti metalliche dove i bambini dormivano e solo i più fortunati potevano permettersi un materasso.
    Quando arriva a Kabul, Amir rivede il suo paese distrutto e cerca di ricordarsi cosa c’era un tempo al posto di quelle macerie.
    Ricorda negozi che ora erano ridotti ad un ammasso di pietre, ma appena arriva davanti alla casa di Baba ha come un tuffo al cuore.
    Quel quartiere di Kabul era quello messo meglio perché era dove alcuni dei personaggi più importanti di Kabul risiedevano, compreso anche qualche talebano.
    La casa di Baba era comunque ridotta in malo modo rispetto a come era ai tempi dell’infanzia di Amir.
    Le finestre erano chiuse da travi di legno chiodate su di loro, il giardino era pieno di erbacce e non curato e l’intonaco delle pareti scrostato.
    Amir fa un tuffo nel passato come per rivedere la sua vecchia dimora e avrebbe una voglia immensa di entrare in quella casa, ma non può.
    L’albero e la collina non sono più quelli di un tempo, infatti, l’albero è secco e spoglio e si chiede se ha mai potuto dare frutti.
    Nonostante tutto,la scritta che lui e Hassan avevano inciso c’è ancora.
    Dalla collina scorge un panorama che non è più quello di un tempo e si chiede come la Kabul di un tempo possa essere stata ridotta così.
    Un altro ambiente è la dimora del talebano, dove Amir entra per recuperare Sohrab.
    Qui vi sono due divani gemelli color verde menta, la bandiera dell’Afghanistan appesa ad una parte, un gran televisore e un tavolo rotondo con una X nel mezzo, con sfere grandi come noci.
    Tutto questo era disposto in un grande atrio.
    Il luogo dove incontra Assef invece non è descritto dettagliatamente, tranne che lui stava seduto su una grande poltrona.



    America:

    L’america non è molto descritta, era solo un luogo dove regnava la pace e dove ognuno poteva dedicarsi a ciò che voleva.
    Il mercato delle pulci è un luogo particolare dove vi erano molte bancarelle e dove Amir e Baba vendono le loro cianfrusaglie per guadagnarsi qualche soldo.
    Era un luogo particolare dove vi erano oggetti di ogni tipo e dove ogni venditore era in contrasto con un altro.
    Amir descrive tutti quegli oggetti come cianfrusaglie.
    Un luogo particolare dell’america è l’oceano che Amir vede per la prima volta, descrive il profumo del mare e la brezza che sentiva come qualcosa di straordinario che le immagini sul televisore che aveva sempre visto non potevano trasmettere.
    Particolare la descrizione del tavolino del bar in cui si rifugia Amir a pensare che ha una X nel mezzo con sfere metalliche al centro.
    L’autore fa un paragone con l’azione che fa Amir nell’avvitare una di queste sfere che era svitata, con la sua vita; ovvero fa pensare ad Amir che sarebbe bello se mettere a posto la propria vita fosse così facile come l’avvitare quella sfera al tavolino.
    Per il resto gli altri ambienti dell’America non prendono un ruolo importante per la narrazione.


    Descrizione dei personaggi:

    Amir:

    É un ragazzo con un fisico non da atleta, infatti, non ama lo sport, ma preferisce dedicarsi alla lettura e alla scrittura di romanzi.
    Amir in questo romanzo è il protagonista.
    Il suo aspetto fisico non è molto descritto, anzi non si sa quasi nulla di lui, ma nonostante ciò, questo fattore non è rilevante per lo svolgersi del romanzo.
    Amir dall’inizio del romanzo a quando finisce passa da un’età di uno o due anni, tanto che racconta di chi lo allattava, a un’età di 38 anni.
    In tutti questi anni Amir cambia, ma compie un cambiamento significativo nel momento in cui ha 37 anni, quando riceve la telefonata da Rahim e decide di andare a Kabul a salvare Sohrab.
    Infatti, Amir cambia il suo essere proprio nel momento in cui decide di andare a Kabul.
    Per 37 anni Amir cambia ma non in modo rilevante, infatti, è sempre lo stesso “bambino” che era a Kabul, anche se l’America gli serve come scudo per cercare di lasciarsi alle spalle tutto il suo passato e i suoi errori commessi a Kabul.
    Nonostante questo suo tentativo però non ci riesce perché il passato che ha non è così facile da dimenticare visto che poi riaffiora nel momento che Rahim gli parla.

    Amir in America cerca comunque di crescere per quanto può riuscirci, ma tutti i tentativi che vanno comunque a segno non servono per far crescere la parte che dentro di lui nasconde.
    Infatti, Amir in America si laurea in lettere inglesi e per la prima volta sceglie da sé e senza il condizionamento del padre, che di solito interveniva sempre nelle sue decisioni, e questa si può comunque considerare un’azione che lo ha fatto crescere da una parte.
    Un’altra azione che fa crescere Amir, è il fatto di sposare Soraya che diventa una persona molto importante per lui.
    Infatti, al momento della morte del padre Soraya sarà di aiuto ad Amir per superare quel momento di lutto.
    Tutti questi momenti sono importanti per Amir, ma non sono nulla in confronto alla decisione che prende nel 2001.
    Infatti, Amir nel momento in cui sceglie di andare a Kabul, compie un gesto che lo cambierà per il resto della sua vita.
    Amir decide da sé senza il condizionamento di nessuno di ritornare a Kabul, consapevole che si rituffava in un passato che voleva dimenticare, e di aiutare il figlio di suo fratello che gli era stato fedele anche a costo della morte, il contrario di ciò che fece sempre lui.
    Da annotare che Baba il padre di Amir e Hassan vedeva Amir come un figlio che non lo rispecchiasse, ed è per questo che Amir cercava sempre di fare ciò che il padre desiderava in modo da ottenere il suo affetto, questo era un altro suo errore, infatti, come gli dice Rahim, Baba e Amir si rispecchiavano più di quanto traspariva.
    Quando torna a Kabul Amir, che sta cambiando, affronta il suo passato faccia a faccia senza voltarsi dall’altra parte.
    Altra azione significativa che compie il protagonista è, quando decide di confessare tutto alla moglie raccontandogli tutto quello che è successo, qua si capisce l’importanza di Soraya, sua moglie.
    Assef quando si rincontra con Amir si scontra con lui e anche se Amir subisce, capisce che da bambino non si sarebbe scontrato mai con Assef, invece ora sì e per questo era felice e cambiato.
    In questa parte del racconto l’autore non fa altro che evidenziare come il protagonista è cambiato, ora è lui che lotta per un’altra persona, per “rimediare” i suoi errori, per affrontare il suo passato.
    Salva Sohrab dalla morte a Kabul, nel momento del suicidio e nonostante sia un bambino molto difficile, non molla ed è l’unico che lotta fino alla fine per raggiungere il suo obbiettivo.
    Alla fine del romanzo la lotta del protagonista è ricompensata e lui accoglie Sohrab a braccia aperte anche dopo un anno che non ha prodotto nessun risultato da parte del bambino.
    Amir è decisamente cambiato.
    Amir è un personaggio che è in contrasto con un altro personaggio Hassan.
    Amir vede Hassan come suo amico da bambino ma condizionato dalla sua posizione di servo, non accetta di lui alcune cose, come ad esempio l’intelligenza, in poche parole lo sminuisce.
    Crescendo capirà che sbagliò a giudicarlo per la sua posizione, infatti, molte volte andrà contro, con sicurezza a chi turbato gli chiese se andò a Kabul solo per il figlio di un hazara.

    Hassan:

    Hassan è molto importante nel romanzo, anche se non sempre presente nelle azioni condiziona molto lo svolgersi del romanzo.
    Hassan è il figlio che Baba “preferisce”, quello che lo rispecchia di più nel suo carattere.
    E’ molto bravo con la fionda.
    Hassan, personaggio in contrasto con Amir come persona, aiuta molto il protagonista indirettamente, dopo molti anni, a cambiare se stesso.
    Hassan a differenza di Amir è descritto un po’ di più nell’aspetto fisico.
    Hassan ha un viso perfettamente tondo con un naso piatto e tondo schiacciato sulla faccia, gli occhi a mandorla di colore verde e azzurro.
    Ha orecchie dall’attaccatura bassa e il mento appuntito e un labbro spezzato.
    Solo un particolare dell’aspetto fisico è mediamente rilevante.
    Il labbro leporino, anche se non sembrerebbe, assume media importanza.
    Infatti, l’autore in un punto del romanzo evidenzia che Amir ha un labbro, superiore, con una cicatrice, proprio come un labbro leporino.
    Evidenzia questa caratteristica proprio nel momento in cui Amir sta mutando la sua persona, e usa questa caratteristica come per dire che i due personaggi, prima in contrasto tra loro ora si stanno avvicinando.
    Hassan da bambino era, a differenza di Amir, molto sicuro di sé e sincero con gli altri.
    E’molto fedele nell’amicizia con Amir e non conosceva l’inganno.
    E’molto coraggioso.
    Hassan a differenza di Amir crescendo non cambia assolutamente la sua personalità e le sue idee, infatti, rimane fedele a Baba anche dopo molti anni passati con una vita nuova.
    Hassan si sposerà con Farzana e avrà un figlio Sohrab che poi rimarrà orfano.


    Baba:

    Ha avuto due figli, Amir ed Hassan, ma con mogli diverse.
    Nonostante un figlio non poteva essere riconosciuto alla popolazione di Kabul ufficialmente, non è allontanato, ma indirettamente contribuisce nella crescita di Hassan.
    Invece con il figlio legittimo si comporta in modo un po’ distaccato, ma comunque è un buon padre.
    Baba è un personaggio molto “forte” nel suo essere.
    Infatti, Baba è molto coraggioso ed è disposto a morire piuttosto che macchiare il suo onore.
    Ama molto lo sport e le attività fisiche con le loro competizioni.
    Per tutti questi fatti Baba privilegia Hassan come figlio che, infatti, lo rispecchia di più.
    Baba è molto importante per la narrazione e lo svolgersi dei fatti.
    Infatti, Baba è un punto fisso per Amir che lo stima molto e non gli dispiacerebbe affatto essere come lui.
    Nonostante ciò Amir crescendo poi lascia Baba come punto di riferimento e prende le scelte da solo valutando ciò che è meglio per lui.
    Baba era una persona forte anche nel fisico, si diceva che avesse lottato con un orso a mani nude.
    Baba era molto legato ad un suo amico, Rahim Khan.

    Rahim Khan:

    Amico e socio in affari di Baba è molto importante sia per lui che per Amir.
    In generale è fondamentale nella narrazione.
    Infatti, è lui che dà una svolta alla vita di Amir, dandogli un imput per cambiare.
    Nell’aspetto fisico non è descritto.
    Rahim quando Amir era bambino era una persona da lui stimata molto.
    Fu il primo a leggere un racconto scritto da Amir e a scrivergli un commento a riguardo.
    Fu l’unico che gli regalò un oggetto che divento importante per lui, il taccuino di pelle.
    Ma il ruolo più importante che svolge Rahim è quello di intervenire nella vita di Amir cambiandola notevolmente.
    Infatti, Rahim fa da messaggero di Kabul e riporta il protagonista nel suo passato che stava cercando di dimenticare.
    Rahim è il personaggio che quindi da una svolta al romanzo facendo “scattare” un imput nel protagonista che deciderà di andare a Kabul.
    Rahim era anche una persona di cui si fidava molto Hassan, infatti, è l’unica persona che viene a sapere dello stupro avvenuto da parte di Assef verso il fratellastro di Amir.
    Rahim è anche colui che rivela a Amir molti segreti sul suo passato.
    Comunque il ruolo che gli si attribuisce e quello di “consigliere” e di personaggio che da una svolta al racconto.

    Assef:

    Assef è un personaggio che non si incontra spesso nella narrazione ma che da una svolta al racconto.
    Assef è un ragazzo robusto e con idee simili a quelle di Hitler, quindi razziste.
    Assef da una svolta al racconto nel momento in cui stupra Hassan.
    Da qui egli dà l’imput per far degenerare l’amicizia tra Hassan e Amir.
    Assef si rincontra poi, quando Amir tornerà a Kabul, sotto le vesti di talebano che comunque mantiene le proprie idee razziste, sterminando la popolazione di Kabul.


    Soraya:

    Soraya figlia del generale Taheri è la moglie di Amir, che sposa nonostante il suo passato macchiato.
    Soraya però rimedia ai suoi errori capendo di averli commessi sbagliando.
    Soraya è una ragazza dai capelli lunghi neri con dei lineamenti perfetti agli occhi di Amir.
    Il suo aspetto fisico gira solo intorno ad Amir che la descrive sempre in modo raggiante e bello.
    Amir la considera come il suo sole del mattino.
    Anche lei di Kabul sposa Amir ed è molto importante per lui tanto che lui si confida sempre con lei e la ritiene un punto di riferimento.
    Nonostante il tentativo di avere un figlio con Amir, rimane sterile per causa emotiva.
    Soraya è una madre perfetta per qualsiasi bambino tanto che si prenderà cura di Sohrab come se fosse suo figlio.
    Soraya insegue i suoi sogni e non quelli del padre, che la voleva una persona di alto prestigio nel mondo del lavoro.
    Farà l’insegnante.
    Soraya è una persona che si prende cura di qualsiasi persona gli stia a cuore, come il padre di Amir sul punto di morire.


    Sohrab:

    Sorhab è un bambino molto simile a suo padre Hassan, tanto che si dice che la somiglianza fosse impressionate.
    Viso tonto, capelli appiccicati e corti sulla testa, occhi a mandorla e naso schiacciato sul viso.
    Sohrab rimane orfano a 10 anni, dal momento in cui i suoi genitori sono uccisi dai talebani.
    Sohrab è il personaggio che, insieme al passato da correggere, dà l’imput ad Amir per tornare a Kabul.
    Sohrab è un personaggio molto importante per il romanzo, infatti, se non ci fosse stato lui a Kabul, Amir non sarebbe mai tornato indietro e avrebbe vissuto tutta la sua vita con un passato da affrontare alle spalle e senza mai cambiare il suo essere.
    Sohrab diventa poi anche un “ragion di vita” per Amir e Soraya che lo accudiscono come un figlio.
    Sohrab ha un passato traumatico negli orfanotrofi, per via delle violenze che gli fecero a Kabul.
    E’ per questo che nel momento in cui Amir gli dice che deve andare in un altro orfanotrofio, smentendo la promessa fatta di non mandarlo più, lui si spinge al suicidio.
    Da questo momento Sohrab perde la fiducia nei confronti di Amir.
    Sohrab non vuole la vita in America con Amir ma bensì rivorrebbe indietro la sua vita a Kabul con i suoi genitori e con Rahim.
    Ciò non è possibile, quindi lui si chiude in un anno di silenzio con Amir e Soraya.
    Alla fine Amir riuscirà a guadagnarsi un pezzo di Sohrab che tornerà a fidarsi di lui, dopo la bugia dell’orfanotrofio.
    Sohrab è quindi un bambino molto difficile ma che comunque con il tempo diventerà molto simile a suo padre, coraggioso, si vede già contro Assef, sincero e fedele.
    Per Amir è come uno “strumento” per ritornare a essere buono e quindi riaggiustare il suo passato di errori.


    Descrizione dell’azione significativa:

    L’azione significativa è il momento in cui Rahim e Amir si incontrano facendo riaffiorare il passato di Amir, in modo tale che lui riaffronti ciò che si è lasciato alle spalle fuggendo in America.
    Come già detto nel riassunto Rahim svela molte cose a Amir, la storia di Hassan che fosse suo fratello, il figlio di Hassan che lo aspetta a Kabul, il fatto che Hassan fosse morto rimanendo fedele a Baba e a lui, l’arrivo dei talebani a Kabul, tutti fattori che fanno riflettere Amir che nel momento in cui “scappa” sconvolto da tutte quelle notizie sopraggiunte in un momento solo, e dal fatto che gli mentirono sul conto di Hassan, riflette e decide di tornare a Kabul e affrontare tutto.
    E’ questa l’azione significativa perché da qui in poi il protagonista compie un cammino che lo porterà ad un cambiamento positivo di cui lui sarà felice e soddisfatto.

    Commento sul messaggio dell’autore:

    L’autore, a mio parere, vuole far trasmettere al lettore un messaggio.
    Vuole evidenziare il fatto che la vita vada affrontata nel suo interno senza tralasciare errori che si cercano di sommergere con il tempo, perché come dice l’autore il passato si attacca alla vita da un momento all’altro come una bestia dai lunghi artigli che ti colpisce, quando meno te lo aspetti.
    L’autore quindi vuole dire che in vita anche se si commettono degli errori non bisogna allontanarli o cercare di dimenticarli bensì affrontarli subito senza esitazione perché poi con il tempo non si sommergono bensì riaffiorano colpendoti all’improvviso.
    Il messaggio che dà l’autore è molto chiaro nel romanzo e a parer mio è anche verificato in pieno nella vita reale.

    Mi è piaciuto molto il contesto che ha usato per farlo trapassare e la tecnica con cui ha scritto.
    In conclusione il romanzo è molto scorrevole e fa trapassare non solo un messaggio profondo e vero ma anche una “lezione di vita”.
     
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  3. sasori93
     
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    sei il mio salvatore.
     
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  4. sasori93
     
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    grazie raga ha scuola ho fatto un figurone^^
     
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  5. Francesco1897
     
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    CITAZIONE (sasori93 @ 23/5/2008, 17:46)
    grazie raga ha scuola ho fatto un figurone^^

    ASD
     
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  6. Antony28
     
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    XD

    CMQ SEI UN MITO, PROPRIO DOMANI CI DEVO FARE IL TEMA!!!!!
     
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  7. BFG_94
     
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    ciao a tutti

    per fortuna ho trovato questo riassunto sul cacciatore di acquiloni lunedì mi interrogano grazie!!!!!!
     
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  8. °oOLovelyGiusyOo°
     
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    GRazie milleeeeeeee
     
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  9. ersein
     
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    [/QUOTE]
     
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  10. •princess_anTo__<3•
     
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    wowwwwwwwwww!!!!!!!!!!!
    Ma Grazie 200000000000 !!!!!!!!!!!!!!!!!
    serviva trp anke a me!!:):)
     
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  11. BEBBA94
     
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    imagegrazie x il riassunto...dmn devo fare il tema...xkè con la mia classe abbiamo visto il film!!!!!
     
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  12. BEBBA94
     
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    ENTRO SABATO POTREI AVERE IL RIASSUNTO DEL FILM :
    "IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE"....GRAZIE

    P.S=è MOLTO URGENTE!!!!!
     
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  13. <Petrosyan>
     
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    bebba guarda QUA
     
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  14. nnlosobo
     
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    ciao ragazzi ho visto ke avete delle trame di film e libri...
    quindi vi volevo kiedere se mi potreste fare x venerdì la trama del film "la guerra dei fiori rossi"...


    sono sempre io...potrei avere anke il commento sia del "bambino con il pigiama a righe" sia della "guerra coi fiori rossi"
     
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  15. <kikkina>
     
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    CITAZIONE (nnlosobo @ 5/5/2009, 14:59)
    ciao ragazzi ho visto ke avete delle trame di film e libri...
    quindi vi volevo kiedere se mi potreste fare x venerdì la trama del film "la guerra dei fiori rossi"...


    sono sempre io...potrei avere anke il commento sia del "bambino con il pigiama a righe" sia della "guerra coi fiori rossi"

    La guerra dei fiori rossi
    Siamo in Cina in un momento imprecisato vicino alla metà del 900. E' un'epoca questa che richiede grandi sacrifici a tutti i cinesi: alle madri, ai padri e soprattutto ai bambini. Ambientato in uno dei tanti asili statali nati per far fronte al grande processo di rieducazione del popolo, Little Red Flowers è un film che sorprende per la sua straordinaria freschezza. I piccoli fiori rossi citati nel titolo sono dei fiori di carta velina che le maestre regalano ai bambini più giudiziosi dell'asilo. Ci sono cinque modi di guadagnare i fiori: vestirsi da soli al mattino, lavarsi le mani prima di mangiare, essere educati con le maestre, non disubbidire alle regole e soprattutto andare regolarmente di corpo tutte le mattine. A Qiang però queste regole non vanno tanto giù, alcune non le capisce, altre non riesce a seguirle ma più di tutto Qiang non vuole stare in quell'asilo in cui i suoi genitori lo hanno relegato perché troppo impegnati con i gravosi doveri imposti dalla rivoluzione socialista. Cosa ci sta a fare lì, in un posto in cui tutti lo trattano come un tipo strano solo perché bagna il letto la sera? Se poi ci sono cinque modi di guadagnare fiori rossi ce ne sono infiniti per perderli e Qiang questo lo sa bene. Forse per tutte queste ragioni da timido e remissivo diventa una vera peste e in un impeto di coraggio riesce persino a coalizzare l'intera scolaresca contro la maestra diffondendo la voce che di notte la donna si trasformi in un mostro divoratore di bambini.
    Quello che ne esce è un film tenero e delicato che di fronte al dilemma di raccontare la storia dagli occhi dei bambini o da quella degli insegnati preferisce scegliere una terza via, quella dell'ottica di uno osservatore terzo dallo sguardo comprensivo che finisce di fatto per coincidere con lo sguardo di qualunque spettatore occidentale. Una scelta curiosa che, se risolta differentemente, avrebbe potuto portare a esiti molto diversi. L'unico difetto che si può attribuire al film è quello di non avere una fortissima tensione narrativa. Gli insegnanti della scuola non sono dei veri antagonisti e neppure la rivoluzione socialista ai cui dettami sono improntate le regole della scuola non appaiono mai come modelli negativi da combattere. Nonostante ciò Little Red Flowers diverte e incanta per la capacità del regista di lavorare con una cinquantina di bambini in età prescolare che le combinano di tutti i colori. Un lavoro che potrebbe ricordare quello del francese Nicolas Philibert che nel suo Avere o Essere aveva ritratto una classe di bambini dell'Auvergne seguendo però intenti più chiaramente documentaristici.

    bambino con il pigiama a righe come ha detto petrosyan esattamente sopra qui
     
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44 replies since 21/5/2008, 18:27   193187 views
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